domenica 10 maggio 2020

Auguri, mamme.

Festa della Mamma, le poesie più belle da dedicare a vostra madre

Auguri a tutte le donne, a quelle che sono state figlie e a quelle che sono diventate mamme ed hanno provato la gioia di ricevere e dare amore materno.

Il Giornalissimo. - Marco Travaglio

Il decreto Semplificazione non è stato neppure scritto, e già produce il suo primo, balsamico effetto: l’accorpamento dell’intera stampa italiana in “un unico grande giornale” (Nanni Moretti, Aprile).
Tutti esultano a edicole unificate per lo storico trionfo del Mes, che regalerà all’Italia – signore mie – ben 36 miliardi restituibili – venghino siori venghino – in 10 anni di comode rate e – udite udite – a un interesse di appena 0,1% e – mi voglio rovinare – senza condizioni salvo quella di fare la sanità più bella e superba che pria. Praticamente re-ga-la-to! L’han detto Gentiloni, Dombrovskis, Sassoli e l’Eurogruppo, confermati dagli autorevoli B., Zingaretti, Innominabile, Faraone, fra i gridolini di giubilo di Maurizio M’annoi e dei cipressetti delle rassegne Sky, dunque dev’essere vero. Pazienza se è un prestito che aumenta il debito, se il governo si batte per centinaia di miliardi a fondo perduto (Recovery Fund), se i trattati sulle condizionalità pre e post Mes son sempre lì. Fidiamoci sulla parola, che diamine. Dunque Conte e Gualtieri volino a Bruxelles col primo aereo per incassare il prezioso assegno. Quale miglior segnale di solidità ai mercati che sgomitare per arrivare primi con la mano tesa a cucchiaio e vincere il premio Accattone dell’Anno?
Tutti (o quasi) ricordano il grande giurista scomparso Franco Cordero come accusatore e battezzatore del “Caimano” e tante altre belle cose. Ne dimenticano solo due che, guardacaso, sono sfuggite proprio a tutti: le feroci critiche a Napolitano per la rielezione e per le interferenze nell’inchiesta Trattativa e quelle a Renzi per la controriforma costituzionale, che valsero al prof una bella censura del suo (ormai ex) giornale Repubblica. Dicesi rimozione selettiva collettiva.
Tutti scambiano il ministro della Giustizia per un giudice di sorveglianza. Il Giornale titola: “Così Bonafede ha scarcerato i mafiosi”. Invece, sul Foglio, Salvatore Merlo scrive che Bonafede “scarcera 3 boss della mafia”. Su Repubblica, al contrario, Stefano Folli scrive che la “responsabilità oggettiva delle scarcerazioni” non è dei giudici che le hanno firmate, ma di Bonafede. Viceversa, il direttore di Libero Pietro Senaldi scrive che “Bonafede scarcera”. Sempre fuori dal coro Mattia Feltri, che su La Stampa scrive dei “famosi 376 boss scarcerati da Bonafede”. Almeno lui, fino a dieci giorni fa, non dirigeva nulla. Ma l’hanno subito promosso direttore dell’Huffington Post. Altro che Stampubblica. Questa è Stampubblicagiornaliberhuffingtonfoglio. In attesa del Governissimo, ci portiamo avanti col Giornalissimo.