giovedì 21 settembre 2017

Nuovi gruppi per "evitare" le firme Le manovre di Crocetta e Orlando. - Accursio Sabella

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Rinasce il Megafono, spunta Arcipelago. Più facile la presentazione delle liste per le Regionali.

PALERMO - Per un motivo o per un altro, meglio evitare quel passaggio. Evitare, cioè, la raccolta delle firme necessaria per la presentazione delle liste alle prossime elezioni regionali. E così, Crocetta, Orlando e l’Udc di Cesa si stanno muovendo, in queste ore e “last minute” per dare vita a nuovi gruppi parlamentari all’Ars o per riesumare gruppi che nel frattempo si sono sciolti: la presenza di una forza politica in parlamento, infatti, esonera la lista corrispondente dalla necessità di raccogliere le firme in vista delle prossime elezioni Regionali.

Nelle prossime ore e in occasione dell’ultima seduta utile dell’Assemblea regionale, potrebbero saltare fuori tre nuovi gruppi parlamentari. E con essi, un colorito valzer di deputati, gli ultimi, clamorosi cambiamenti di casacca. Solo un fatto “tecnico” spiegano tutti. Ma ovviamente la manovra potrebbe rivelare una debolezza: il gruppo del Megafono, così come quello di Orlando, non sono forse così certi di poter raccogliere il numero necessario di adesioni degli elettori siciliani. Così, meglio la strada più breve che passa dal Palazzo. A questi "nuovi gruppi" si aggiungeranno quelli che hanno semplicemente modificato la propria denominazione, legando il nuovo nome alla prossima competizione elettorale: si tratta di Ap-centristi per Micari; Centristi per Micari; DiventeràBellissima.

Uno dei nuovi-vecchi gruppi, invece, era stato ampiamente annunciato. Nell’Udc di Cesa infatti nei giorni scorsi sono arrivati diversi deputati regionali, provenienti da altri schieramenti: è il caso di Mimmo Turano, Gaetano Cani, Vincenzo Figuccia, Totò Lentini ai quali, proprio in questi minuti, potrebbe aggiungersi Margherita La Rocca Ruvolo. “Formalizzeremo la richiesta di creazione del gruppo” aveva annunciato Turano già un paio di settimane fa.

Molto più recenti sono le manovre che riguardano Crocetta e Orlando. A Palazzo dei Normanni, infatti, si registrano movimento vorticosi, caotici, di deputati pronti a lasciare il proprio gruppo per confluire nel ricostituito Megafono (gruppo che si era squagliato dopo gli addii in serie dei fedelissimi di Crocetta) e nel gruppo “Arcipelago Sicilia” che fa capo alla lista per le Regionali guidata da Leoluca Orlando.

E in poche ore, nel gruppo di Orlando ecco sei adesioni. Una in più rispetto a quelle necessarie per la formazione del gruppo stesso. Ad “Arcipelago”, salvo sorprese dell’ultima ora, aderiranno Concetta Raia e Antonella Milazzo provenienti dal Pd, Gianluca Micciché dai Centristi, Michele Cimino e Nicola D’Agostino da Sicilia Futura e Antonio Venturino dal Partito socialista.

Quasi definita la composizione del “risorto” gruppo del Megafono. Il gruppo del Pd infatti si riunirà poco prima dell’Aula, prevista per le 16. Si dice pronto al “transito” nel gruppo, il deputato catanese Gianfranco Vullo che si aggiungerà, ovviamente, allo stesso Rosario Crocetta. Una situazione paradossale, visto che fu proprio il Pd a chiedere al governatore di lasciare il gruppo del “Megafono” per aderire a quello dei Dem. Quasi certamente, poi, tra gli altri nomi c’è quello del messinese Filippo Panarello e dell’assessore alla Funzione pubblica Luisa Lantieri: “Si tratta di un transito puramente tecnico – spiega l’assessore – per dare un supporto alle liste della coalizione di centrosinistra. Io – precisa- sarò candidata tra le fila del Pd”. L’ultimo nome è quello del deputato ragusano e presidente della commissione Salute all'Ars, Pippo Digiacomo.

Come detto, poi, ecco l’Udc. Che si chiamerà per l'esattezza Udc-Rete democratica Sicilia Vera. Una presenza già ampiamente annunciata, pochi giorni fa, alla presenza anche del segretario nazionale Lorenzo Cesa. Del nuovo gruppo faranno parte molti ex “Centristi”, ossia eletti con l’Udc che hanno poi seguito Gianpiero D’Alia. Negli ultimi mesi, invece, ecco il passaggio con lo Scudo Crociato a sostegno di Nello Musumeci. A farne parte saranno Mimmo Turano, Gaetano Cani, Vincenzo Figuccia, Pietro Alongi e molto probabilmente e Margherita La Rocca Ruvolo, che sarebbe stata ‘convinta’ dallo stesso Cesa nelle ultime ore. È l’ultimo valzer della legislatura.


http://livesicilia.it/2017/09/19/ars-gruppi-firme-liste-regionali-crocetta-orlando_889479/

La partita doppia di Renzi: passare il «cerino» e arginare i 5 Stelle.


C’è chi racconta che questo nuovo tentativo sulla riforma elettorale – nato un po’ a sorpresa due giorni fa – sia partito dopo aver sentito il clima che si respirava al Quirinale. E cioè una forte preoccupazione di dover sciogliere le Camere mandando gli italiani alle urne con due leggi disomogenee e soprattutto con quella per il Senato fortemente lacunosa e quindi fortemente esposta al rischio di nuovi ricorsi anche nella prossima legislatura. Insomma, un caos e non solo perché l’attuale Consultellum ha come scenario più probabile quello dell’ingovernabilità politica ma in un certo senso pure tecnica, che investirebbe ancora la Corte Costituzionale. 

E quando in Transatlantico si è sparsa la voce che al Colle circolava perfino l’ipotesi di un decreto o di attendere fino all’ultimo giorno utile della scadenza della legislatura per indire elezioni a maggio (e non a marzo), è diventata più forte l’esigenza per il Pd di mettere sul tavolo un ennesimo tentativo – l’ultimo – per aprire la strada alle urne il prima possibile.

Retroscena politici, appunto, che non suscitano commenti dal Quirinale dove invece si guarda a questa ennesima prova con grande attenzione e pure con un po’ di speranza. Detto questo, domani è attesa la proposta del Pd che si profila come una “partita doppia” per Renzi e i suoi. 
Da un lato passare il cerino sulla legge elettorale alle altre forze politiche – a Forza Italia in primo luogo – dall’altro offrire a Silvio Berlusconi un “patto” su un sistema che punta ad arginare i 5 Stelle. 
L’effetto pratico di queste nuove regole è infatti piuttosto chiaro: quello di favorire i partiti in grado di fare alleanze (o desistenze) e svantaggiare chi – come i grillini – le escludono per “costituzione”. 
Non solo. 
La logica dei collegi maggioritari è anche quella di privilegiare chi ha un radicamento territoriale e può selezionare più facilmente le personalità politiche più forti in quella zona. E anche questo è un punto debole del Movimento che con fatica sta costruendo una propria base politica “fedele” ai requisiti imposti da Grillo e Casaleggio.

È vero che potrebbe non bastare. Che l’obiettivo di arginare l’onda grillina non sia così primario rispetto agli interessi di singoli partiti come Forza Italia che al suo interno ha una forte contrapposizione tra gli esponenti del Sud e quelli del Nord. E che le divergenti convenienze tra i berlusconiani potrebbero - poi - portare ad affossare la legge, pur con un via libera dall’alto. Se sulla carta ci sono tra gli 80 e i 90 voti di scarto, si sa che nell’Aula di Montecitorio con i voti segreti tutto può saltare. Del resto, è saltato perfino quel patto sul simil-tedesco che avevano stretto ben quattro partiti principali – Pd, Forza Italia, Lega e 5 Stelle – figurarsi ora che il Movimento è fuori.
Dunque, questa ennesima prova nasce con moltissimi “se” ed è ancora appesa al via libera formale di Berlusconi e del centrodestra che dovrà ufficializzare la propria posizione in Commissione Affari Costituzionali della Camera domani. Però, dal punto di vista di Renzi ha un pregio. Che è quello di togliergli di dosso l’accusa di non voler fare nulla. E di voler andare al voto con un sistema elettorale contraddittorio e disomogeneo solo perché lui vuole mantenere un “comando” sul partito per via delle liste bloccate. Con questo tentativo last minute, invece, può scaricare su altri la responsabilità di consegnare la prossima legislatura a un prevedibile caos.

Nelle Filippine l'eco-resort fatto di materiali riciclati.

NAUTILUS ( CREDIT PHOTO: Vincent Callebaut Architectures, Paris) © ANSA
NAUTILUS ( CREDIT PHOTO: Vincent Callebaut Architectures, Paris)

Progetto di un architetto francese, è a emissioni e rifiuti zero.


Sorgerà nelle Filippine un resort ecologico progettato non solo per limitare l'impatto sull'ambiente, ma per dare un contributo positivo alla salute degli ecosistemi. Chiamato Nautilus, il complesso si estenderà per 27mila metri quadrati sull'isola di Palawan. Il progetto, scrive l'architetto francese Vincent Callebaut che lo ha ideato, persegue "un eco-turismo a tre zeri: zero emissioni, zero rifiuti e zero povertà".

Il resort sarà costruito al 100% con materiali riutilizzati e riciclati già presenti nell'arcipelago.
E' concepito per essere autosufficiente dal punto di vista energetico e alimentare, nonché in grado di riciclare tutti i rifiuti prodotti per mettere in pratica l'economia circolare. L'eccesso di elettricità prodotta da fonti verdi sarà distribuito alla comunità locale, che verrà coinvolta nella costruzione e nelle operazioni del resort.

Il complesso ospiterà un centro di ricerca scientifica, una scuola elementare, una base nautica e un centro sportivo. A disposizione dei turisti ci saranno 12 hotel a forma di conchiglia e 12 torri rotanti fatte a spirale che ospitano gli appartamenti e seguono il corso del sole.

Callebaut definisce il progetto "un eco-resort all'avanguardia per turisti responsabili nei confronti dell'ambiente, etici e uniti", che punta a "ottimizzare la rivitalizzazione e la protezione di un ecosistema degradato come quello delle Filippine", dove turismo di massa, pesca in eccesso, rifiuti di plastica e prodotti tossici, insieme al cambiamento climatico, stanno compromettendo e minacciando la salute dell'ambiente.(ANSA).