Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 20 settembre 2023
Vivere in Italia... - Lo spid. - Alessandro Salerno
giovedì 9 marzo 2023
… O come oh come porti i capelli bella bionda … ovvero: non donna di provincia ma bordello. - Francesco Briganti
“ L’Italia è marcia, il dio denaro ha crisi epilettiche e … anche io non mi sento tanto bene …! ”; parafrasando quella che è una famosa citazione di Woody Allen si può riassumere in poche parole ciò che, ogni mattina, ciascun italiano: di sicuro quel 90% escluso da ogni gioco di potere: economico, finanziario o politico che sia, si dice guardandosi allo specchio.
mercoledì 19 ottobre 2022
Berlusconi-Putin: caos nel centrodestra. Letta a Meloni: la maggioranza danneggia Italia.
È tensione e imbarazzo nel centrodestra per le parole di Berlusconi che fa saper di aver «riallacciato i rapporti con Putin» e si annovera come «primo dei suoi cinque veri amici». Sui nomi del futuro governa rincara: «Alla Giustizia Meloni vuole Nordio, ma poi ha detto sì a Casellati». «Frasi in libertà» per La Russa. Intanto Meloni punta ad accelerare sulla formazione del governo e, anche con la sponda del Colle, punta a far presto per evitare ulteriori strappi. Fino ad immaginare il giuramento del nuovo governo anche sabato. Oggi i voti per eleggere gli uffici di presidenza di Senato e Camera. Alta tensione tra Terzo Polo e Pd per gli incarichi che spettano alle opposizioni: «Usciremo dall’Aula al momento del voto», dice Calenda.
I punti chiave.
- Zanni replica a socialisti: italiani sanno scegliere da soli.
- Europarlamento, García Perez: Fi è stampella del postfascismo.
- Lollobrigida: esternazioni Berlusconi? Noi siamo con Kiev.
- Letta a Meloni: è l’opposizione che danneggia l’Italia all’estero.
- Ucraina: Conte, il M5S aderisce a manifestazione per la pace.
- Cattaneo (FI): accordo all’80%, mancano limature come sulla Giustizia.
- Ciriani: Nordio ottimo alla Giustizia, ha posizioni molto vicine a Fi.
- Ciriani: giuramento nel week end? Sì, totoministri non appassiona la gente.
- Pd: De Micheli, abbiamo perso per mancanza di visione.
- Delrio, no amicizia con Putin, si mette in difficoltà il Paese.
- Cattaneo (FI), nostro atlantismo è fuori discussione.
Lollobrigida: avremo il governo più rapidamente che mai.
«Si potrà dire a che punto è il Governo solo quando il presidente Mattarella lo avrà incaricato dopo le consultazioni. Se dovessimo avere un governo entro la settimana prossima sarà uno di quelli realizzati in maniera più rapida, rispetto a quelli degli ultimi anni. Sarà un buon risultato e in linea con quello che hanno scelto gli italiani». Così Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia, all’entrata di palazzo di Montecitorio.
Zanni replica a socialisti: italiani sanno scegliere da soli.
«Gli italiani sono in grado di scegliersi un governo da soli, fatevene una ragione». Così il presidente del gruppo Identità e democrazia ed eurodeputato della Lega, Marco Zanni, ha replicato alle critiche rivolte a Fi e al Ppe per le dichiarazioni di Berlusconi su Putin da socialisti e liberali durante il dibattito in corso alla plenaria dell’Eurocamera di Strasburgo sull’energia e l’Ucraina. «Che idea di unità europea pensate di dare con simili attacchi? Pensateci prima di parlare in questo modo nei dibattiti in sedi internazionali», ha sottolineato Zanni.
Europarlamento, García Perez: Fi è stampella del postfascismo.
«Forza Italia dice di essere garanzia di un governo europeista ma è passata da un pilastro del centrismo ad essere la stampella del postfascismo: la presidenza del senato è andata al nostalgico del fascismo Ignazio Benito La Russa e la Camera a Fontana, euroscettico o omofobo. Siamo sicuri che Forza Italia possa essere garante di qualcosa?». Così la presidente dei Socialisti e democratici all’Eurocamera, Iratxe García Pérez nella sua risposta al dibattito con Ursula von der Leyen alla plenaria di Strasburgo. «Weber oggi ha parlato di nostalgia di Angela Merkel: beh, Merkel non avrebbe mai accettato un’alleanza con l’estrema destra».
Lollobrigida: esternazioni Berlusconi? Noi siamo con Kiev.
«Restiamo con il popolo ucraino e in difesa della democrazia in quella nazione, ma anche fieramente nell’asse occidentale, come il centrodestra ha detto nella sua campagna elettorale. Non ci sono atti che parlano di posizioni diverse. Quello che riguarda le esternazioni di altri, dovete chiederlo ad altri». Cosí Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia all’entrata a Montecitorio sui commenti di Berlusconi di ieri.
Letta a Meloni: è l’opposizione che danneggia l’Italia all’estero.
«Domanda per Giorgia Meloni. Chi danneggia l’Italia all'estero? L'opposizione che fa l'opposizione? Il Presidente della Camera che delegittima le sanzioni Ue alla Russia? Gasparri contro la 194? Berlusconi che riallaccia i rapporti con l'invasore dell'Ucraina?”. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.
Ucraina: Conte, il M5S aderisce a manifestazione per la pace.
Il Movimento 5 Stelle aderisce alla manifestazione per la pace organizzata a Roma per il 5 novembre. Ad annunciarlo è il leader Giuseppe Conte in un video pubblicato sui social. «Da oltre 200 giorni - dichiara Conte - una guerra cruenta sta martoriando l’Ucraina. Avete notato che non si sente più pronunciare la parola pace? In questi giorni si sente solo parlare di armi, di strategie militari e di nuovi invii di arsenali bellici. Ma le ipotesi di negoziati e di lavoro diplomatico e le speranze diplomatiche sembrano non scaldare i cuori di politica e media meinstream. In questi stessi giorni succedono cose che non avremmo mai immaginato. Pensate che qualche giorno fa il Parlamento europeo con il voto anche di alcuni partiti italiani, non certo il nostro, ha respinto un emendamento con cui volevamo semplicemente impegnare l’Ue affinchè fosse data la precedenza ai negoziati per un vero cessate il fuoco. E allo stesso tempo è stato deciso l’invio di nuovi armi sempre più massiccio». Ma «non è questo il momento di restare sempre più silenti e inerti - dichiara l’ex premier - l’Italia e l’Europa non devono chiudere in un cassetto le ipotesi di pace. C’è una maggioranza silenziosa che ha deciso di far sentire la propria voce. Sabato 5 novembre a Roma verrà ospitata una grande manifestazione nazionale per chiedere la pace in terra ucraina. È un momento che ci chiama tutti in causa, nessuno escluso».
Cattaneo (FI): accordo all’80%, mancano limature come sulla Giustizia.
«Nell’ultimo incontro si è raggiunto un accordo di massima sull’80% della composizione del governo. C’è ancora qualche tema da approfondire, quello della Giustizia è uno di questi. Farà parte dalle ultime limature». Lo ha detto Alessandro Cattaneo, capogruppo di FI alla Camera, a Radio Anch’io.
Ciriani: Nordio ottimo alla Giustizia, ha posizioni molto vicine a Fi.
«Nordio è stato un ottimo magistrato, è una persona stimata trasversalmente, sarebbe un ottimo ministro della Giustizia. Ha posizioni molto vicine alla storia culturale di Forza Italia in termini di garantismo. La sintesi la farà Giorgia Meloni scegliendo la persona più adatta, senza guardare ad appartenenze politiche. Nordio ci starebbe benissimo». Lo ha detto il capogruppo di FdI al Senato Luca Ciriani a Radio Anch’io.
Ciriani: giuramento nel week end? Sì, totoministri non appassiona la gente.
Il giuramento del nuovo governo sabato o domenica? «Sì, vedremo le decisioni del presidente della Repubblica. Spero che alla fine questa telenovela, il totoministri, le trattative, le dichiarazioni vere e false possano finire presto. Non appassiona la gente. E’ molto più importante dare un governo al Paese». Lo ha detto Luca Ciriani, capogruppo di FdI al Senato, a Radio Anch’io.
Pd: De Micheli, abbiamo perso per mancanza di visione.
«Finita la stagione del sostegno al governo Draghi, bisognava avere pronta un’idea di futuro». La deputata dem Paola De Micheli, candidata alla segreteria, spiega così, in un’intervista al Messaggero, la sconfitta del Pd alle elezioni. È «finita la stagione dell’un po’ e un po’ - dice -. Se il Pd non ha un posizionamento politico solido, corre il rischio di cadere nelle contraddizioni». «Abbiamo perso perché non abbiamo rappresentato il disagio e la preoccupazione per il futuro», ragiona l’ex ministra. In parlamento «faremo un’opposizione seria e radicale. La maggioranza era e sarà divisa», assicura la deputata.
Delrio: no all’amicizia con Putin, si mette in difficoltà il Paese.
Lo scambio di lettere amichevoli tra Berlusconi e Putin, secondo il senatore del Partito democratico Graziano Delrio, «mette in difficoltà l’Italia». Intervistato da La Repubblica, l’ex ministro sostiene che «con Putin bisogna essere compatti, per ripristinare il diritto internazionale, altro che essere amici». E ritiene «opportuno che la leader della coalizione di centrodestra chieda un chiarimento, ribadisca che non ci sono ambiguità sul ruolo dell’aggressore, che è la Russia». «Meloni lo dica chiaro a Berlusconi, se è in grado di farlo», esorta. Intanto il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha definito un «boomerang» le sanzioni a Mosca. «La somma di queste posizioni, quella di Berlusconi e quella di Fontana - commenta Delrio -, crea una crepa nella postura che l’Italia sin qui ha avuto nel consesso Ue e Nato».
Cattaneo (FI), nostro atlantismo è fuori discussione.
«Noi siamo atlantisti ed europeisti. Su questo non può esserci nessun dubbio». Così il neo capogruppo alla Camera di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, intervistato da La Stampa, prova a chiarire dopo l’uscita del suo leader, Silvio Berlusconi, sul riavvicinamento a Putin. «Quel che ha detto era un momento di dialogo all’interno di una assemblea», precisa l’azzurro. «Non ha detto che sta tentando di ricucire». I 25 anni di storia di Forza Italia, assicura Cattaneo, confermano la «nostra adesione piena ai valori dell’Occidente, al Patto atlantico». «Berlusconi è un uomo di pace», afferma il deputato forzista, il quale cita «il disegno di Pratica di mare» che - dice - «rimane il più giusto e attuale».
giovedì 30 dicembre 2021
Sarò Franco. - Marco Travaglio
Nel Paese di Sottosopra non deve discolparsi chi vuole al Quirinale un puttaniere pregiudicato che ha frodato il suo Paese e finanziato la mafia, ma chi inorridisce all’idea. La Camera celebra un consigliere regionale che si uccide dopo la condanna per essersi pagato le spese private coi soldi nostri, confondendo suicidio e assoluzione. E il Governo dei Migliori riesce a far peggio dei Peggiori di prima non solo sulle nuove regole anti-Covid: roba da manicomio. Ma anche sul suo atto più importante: la legge di Bilancio. L’anno scorso, dopo il lockdown, i Dpcm per la seconda ondata e la raffica di dl Ristori da 150 miliardi, il noto peggiore Conte la depositò il 18 novembre e dopo 26 giorni iniziò l’esame. Quest’anno, senz’alcuna scusa plausibile, con 10 mesi per prepararla e una maggioranza bulgara senza oppositori, Draghi la licenzia in Cdm il 28 ottobre, la annuncia in Senato per il 16 e poi continua a pasticciarla, presentando il testo solo il 6 dicembre (e lasciando in bianco la casella su come ripartire gli 8 miliardi di tagli fiscali). Così, tra il deposito della legge e l’inizio dell’esame, passano ben 39 giorni e solo il Senato riesce a darle un’occhiata, approvandola il 24 dicembre con la fiducia. Alla Camera restano tre giorni per timbrarla a scatola chiusa (anche lì con fiducia), sennò si va alla terza lettura e all’esercizio provvisorio nel 2022.
Così Draghi, con 35 fiducie in 10 mesi e mezzo (3,2 al mese), straccia il record di Monti (3 al mese), cioè l’altro governo con la maggioranza più larga mai vista. Il Conte-2, noto “vulnus democratico” per il Rignanese e il Cassese, ne chiese 2,25, seguìto dal Gentiloni (2,13), dal Renzi (2), dal Letta (1,11), dal Berlusconi-3 (1,07) e dal Conte-1 (1). Questa collezione di trionfi si deve, oltreché a SuperMario, al suo ministro Daniele Franco che, quanto a pasticci e marchette, fa rimpiangere Cirino Pomicino. Infatti è il principale candidato a diventare premier nel caso in cui l’attuale ascenda al Colle. Resta inevasa una domanda, che ci ronza in capo da quando s’insediò il Governo dei Migliori (o “di alto profilo”, per dirla con Mattarella) e scoprimmo che, su 23 ministri, nove erano gli stessi del Conte-2 e tre del Conte-1, quindi Peggiori. Pensammo, sbagliando, che i Migliori fossero i sette tecnici: Bianchi, Messa e Giovannini, tre ectoplasmi; Colao, estinto; la Cartabia, autrice della peggior riforma della giustizia della storia; Cingolani, candidato unico al Premio Attila 2021; e appunto Franco, quello del Bilancio-catastrofe. Tutta gente che fa rimpiangere chi c’era prima. Chi rimane a garantire la qualifica di Migliori a tutti gli altri? Brunetta, Carfagna, Gelmini e Orlando. O uno dei quattro. Noi, trattandosi di “alto profilo”, optiamo senza indugio per Brunetta.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/30/saro-franco/6440790/
martedì 21 dicembre 2021
Cosa fatta capo non ha. - Marco Travaglio
Roma, domenica pomeriggio: una donna-iena insulta due ragazzi che, in una strada semideserta del centro, osano camminare senza mascherina. Quelli accennano a rispondere che sono all’aperto senza folla intorno. Ma poi, terrorizzati dal climax vocale dell’erinni, estraggono di tasca l’ffp3, mentre quella si allontana maledicendo la gioventù di oggi. Uno mi riconosce e mi chiede chi ha ragione. Panico. Controlliamo sul loro smartphone (io ho un vecchio Nokia), digitando su Google le parole chiave. Apriti cielo: c’è tutto e il contrario di tutto. Il sindaco che annuncia l’obbligo di mascherina, ma solo nelle vie dello shopping e nei giorni delle feste; articoli che dicono che è già in vigore, altri che lo sarà, altri che scatta tra poco; dichiarazioni dell’assessore regionale che chiede al governo di fare di più (ma di più rispetto a cosa? boh). Alla fine facciamo la media e ci regoliamo sul buonsenso: mascherina solo in luoghi affollati, con buona pace di Mrs. Iena.
Quando si insediò il governo Draghi, ci fu assicurato che questi erano Migliori, mica come i peggiori di prima: questi parlano solo a cose fatte, basta annunci, detti e contraddetti, cacofonie di esperti veri o presunti che vanno in tv a spacciare opinioni per leggi e disorientano la gente. Invece, mai visto tanto casino. Ah, quelle belle conferenze stampa quotidiane di Borrelli, affiancato ora da Brusaferro, ora da Locatelli, ora da Rezza! E quegli appuntamenti serali o notturni con Conte che, a ogni dpcm, ci metteva la faccia e veniva a spiegarci cosa aveva fatto e perché, cosa dovevamo fare e perché. Ora Draghi fa piovere tutto dall’empireo, forse perché nessuno riuscirebbe a spiegare – restando serio – astruserie come il combinato disposto fra Green Pass per lavorare (o Super turbo diesel) e il tampone per vaccinati alle frontiere. Meglio non metterci la faccia per non perderla e mandare avanti i ministri che non decidono nulla. E briglia sciolta al Cts, dove non si trovano due scienziati che la pensino uguale; più il viceministro Costa e il sottosegretario Sileri (cane a gatto); più i consulenti di Speranza: Ricciardi (mai d’accordo con Speranza) e Zampa (sempre d’accordo con Speranza); più Rasi, “consulente di Figliuolo” (tra virgolette per evitare querele dall’interessato, che si spera non sia mai d’accordo col generalissimo, ma non ce lo dica per carità di patria); senza contare l’esercito di virologi ed epidemiologi sfusi. A sentirli parlare, c’è chi s’è convinto che da settembre abbiamo l’immunità di gregge, che siamo primi al mondo per vaccini e ultimi per morti e contagi, che il vaccino rende invulnerabili e i tamponi sono una cosa brutta. Infatti ora sente parlare di tamponi ai vaccinati e sta pensando seriamente al suicidio.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/21/cosa-fatta-capo-non-ha/6433022/
martedì 21 aprile 2020
Ciro di Napoli.- In Piemonte e Lombardia la Lega ed il CDX sono allo sbando!
Dopo che la Regione ha inviato pazienti infetti nelle RSA, hanno cercato di nascondere 7.000 morti.
Gian Paolo Foina, direttore generale della Fondazione Benefattori Cremaschi di Crema, che dispone di una casa di riposo con 220 posti e di un centro di riabilitazione con 136 posti. dice: “Abbiamo accolto 20 pazienti Covid provenienti dagli ospedali. Non si poteva scegliere, la delibera lo impone a tutte le strutture con determinate caratteristiche”. (Viviana: ci vogliamo anche agggiungere che li pagavano 150 euro al giorno per prendersi i contagiati?)
"Le aziende sanitarie ci riferiscono che hanno ricevuto l’ordine dalla Regione di non dirci nulla, di non fornirci i numeri sui decessi e nemmeno sugli ospiti che manifestano sintomi riconducibili al virus: così li abbiamo raccolti noi”, dice il segretario regionale dello SPI, sindacato pensionati, Valerio Zanolla.
Il risultato è agghiacciante.
Lo Spi ha censito 349 strutture su oltre 700, contando quasi 5 mila morti: 4.995 per l’esattezza –di cui 1.100 solo nel Milanese – in attesa dell’aggiornamento dei dati dell’Istituto superiore della Sanità sui decessi nelle case di riposo. Numeri che fanno impallidire. Mentre le associazioni lombarde delle case di riposo denunciano, ancora una volta, le criticità da parte di Regione Lombardia nella gestione delle Rsa.
Se persino un cialtrone mariuolo come De Luca in Campania è riuscito ad arginare il covid i leghisti ed il CDX in Lombardia e Piemonte ne escono come i peggiori politici possibili , i più incapaci e pericolosi degli ultimi 30 anni.
Chi votava Lega per la capacità, dopo i disastri in Lombardia e Piemonte dovrà ripensarci; chi li votava per l’onestà, dopo le condanne di Bossi e Maroni e i 49 milioni rubati fatti sparire all’estero con Salvini già capo indiscusso (che ha rifiutato di presentarsi come parte civile a favore dei propri elettori derubati) dovrà ripensarci due volte.
Chi vota Lega davvero mi fa pena perché l’unica motivazione rimasta è…il razzismo!
Postato da Viviana Vivarelli su fb alle h.10 del 21 aprile.
mercoledì 11 marzo 2020
"La bozza, il caos e la fuga. Lite tra governo e Regioni." - Paola Zanca
Le anticipazioni on line e il buco di sei ore prima della conferenza di Conte.
mercoledì 2 ottobre 2019
Il cappotto e l’asola - Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 2 Ottobre:
Ma, siccome c’è anche quello di tagliare le tasse sul lavoro (sciaguratamente chiamato “cuneo fiscale”) e le coperture non ci sono, Conte e il Tesoro vorrebbero aumentare l’Iva dell’1-1,5% a chi paga in contanti oltre una certa soglia: per dare più soldi ai lavoratori e incentivare i pagamenti con carta (a costo zero), disincentivare il cash e recuperare evasione.
L’aumento sarebbe volontario: se tutti pagano “tracciabile”, l’Iva non sale per nessuno. Apriti cielo.
Risultato: chi pensava di lucrare per il suo ego e la sua bottega ha convinto milioni di italiani che il neonato governo sia già in crisi e regalato a Salvini&C. il pretesto per strillare al “governo delle tasse”, mentre gli onesti ne pagheranno un po’ meno e i disonesti un po’ di più.
È il morbo della “salvinite”, perché il re della sparata da titolo è Salvini, che però fa solo quelle che gli portano consensi, mentre i giallorosa sono specializzati in quelle che portano consensi a lui. O perché dicono cazzate, o perché dicono cose anche sensate, ma nei tempi e nei modi sbagliati. Fioramonti si candida a nuovo Toninelli con le trovate di tassare le merendine e levare i crocifissi dalle scuole. Che possono avere un senso in tempi normali, ma buttate lì senza prepararle né spiegarle, nel mondo dell’istruzione che ha ben altre urgenze, sono autogol da 2 a 0 per Salvini. Idem per Letta che lancia il voto ai sedicenni, subito cavalcato da 5S, Pd e Lega: davvero bastano un milione di studenti ambientalisti in piazza per abbassare l’età elettorale? Poi c’è l’auto-tripletta di Pisapia, che intima al governo di abolire i dl Sicurezza, approvare lo Ius culturae (altra denominazione assurda) e il suicidio assistito tutto d’un colpo, per la gioia di Salvini e Meloni che non vedono l’ora di farci la campagna elettorale per le Regionali. I diritti sono cruciali, ma nel 2019, con le destre al 45%, un governo d’emergenza dovrebbe prima rassicurare la maggioranza degli italiani su troppe tasse, poco lavoro, immigrazione clandestina incontrollata ecc. e poi dedicarsi alle minoranze. Sabrina Ferilli, donna di sinistra coi piedi ben piantati a terra, lo ripete sempre: “Uno chiede un cappotto e quelli gli parlano dell’àsola”.
lunedì 25 febbraio 2019
Sardegna, elezioni regionali.
Per me ha vinto il m5s che, da solo, ha ottenuto un OTTIMO risultato.
Constatare che c'è ancora chi dà il proprio appoggio a chi ha contribuito a distruggere economicamente e socialmente il nostro paese, è devastante. Siamo masochisti oppure ci piace sguazzare nel fango, noncuranti del fatto che così agendo stiamo decretando la nostra disfatta? Perché, sia ben chiaro: anche chi ha accettato un piccolo obolo in cambio del suo voto, (quando chi lo ha corrotto avrà realizzato il suo obiettivo) alla fine, sarà abbandonato a se stesso, in mezzo ad una strada e senza un centesimo. Oltretutto, da alcune "aggregazioni", una volta messa la firma di adesione, è difficile allontanarsi. Sapete perché, quando uno di loro va in prigione, tutti gli altri, facenti parte della stessa o similare aggregazione, gli manifestano solidarietà? Perché, essendo partecipi delle magagne e delle illegalità che hanno dovuto commettere per raggiungere i loro obiettivi comuni, hanno una fifa tremenda che chi viene condannato possa, per vendetta, incominciare a cantare sfoggiando un bel do di petto e spifferando tutte le porcherie della quali è a conoscenza. Personalmente, chi si piega per interesse, mi fa pena, mi suscita disgusto. Reputo che sia meglio vivere miseramente, ma con la coscienza pulita, che piegarsi al volere altrui. Alla fine, dando ancora consenso a chi ci ha disonorato, abbiamo perso tutti, anche se solo per colpa di chi non accetta lo stato di legalità e coerenza. by cetta.
domenica 5 agosto 2018
Caos.
Chi divide gli uomini utilizzando le religioni, le ideologie politiche, lingue diverse, o delimitando i territori, o basandosi sul colore della pelle, sui ceti sociali, sul potere economico, sull'essere diversi, ....non fa altro che fomentare odio e confusione in un mondo già caotico dove tutto è niente.
Cetta.
mercoledì 17 gennaio 2018
Vaccini, i centri vaccinali sono in tilt.
Signorelli (Società Igiene),molti sotto organico e sovraffollati.
Ovviamente, ha precisato, "questo è però un aspetto che attiene alle singole Regioni. Proprio per questo, non si può generalizzare e la situazione varia da Regione a Regione, perchè l'organico è diverso ed anche l'organizzazione". Ad esempio, "in alcune Regioni come Veneto e Friuli Venezia Giulia, le vaccinazioni nei centri non sono effettuate solo dai medici ma pure da assistenti sanitari con la supervisione del medico. In questi territori le cose vanno meglio perchè - ha concluso Signorelli - il carico di lavoro è smaltito da più figure".
Sarà infatti possibile presentare un'autocertificazione sulle avvenute vaccinazioni o copia della prenotazione dell'appuntamento presso l'asl, ma ci sarà tempo fino al 10 luglio 2018 per presentare la certificazione definitiva che provi l'avvenuta vaccinazione. La scadenza è prevista dalla legge e dalla circolare del ministero dello Salute dello scorso 16 agosto. Più tempo dunque per adempiere all'obbligo vaccinale.
Inoltre, se per la data di scadenza (10 luglio) sarà stata già attuata la norma legislativa introdotta dal recente Dl fiscale, che permette lo scambio di dati su supporto informativo tra le scuole e le Asl (e che anticipa quanto previsto dal decreto vaccini per l'anno scolastico 2019/2020), non vi sarà alcun bisogno per il genitore di presentare documentazione cartacea.
venerdì 6 ottobre 2017
Sinistra, il caos dei dirigenti che non diventano leader: da D’Alema il capotavola fino a Pisapia faro già spento. - Diego Pretini
Il Lìder Maximo impalla tutti, Speranza l'eterno futuro, Bersani indispensabile che ha già fatto il suo: così l'ex sindaco di Milano ha scoperto che non basta dire "uniamoci" per unire Pd e gli altri e da possibile federatore è diventato punchin-ball. Per questo il sogno proibito di Bersani sarebbe Grasso. Preferito perfino da Vendola.
Federatori che non federano, nuovo che non avanza, leader di talento ingombranti ma consunti dalla storia, assi nelle maniche abbottonate. A sinistra, presto, a sinistra: ma la macchina pare inceppata. Ex comunisti con ex socialisti, ex vendoliani con ex democristiani, scissionisti della prima ora con scissionisti della seconda che si uniscono a quelli della terza. Il campo della sinistra del centrosinistra che non c’è più è come un’aia di campagna, dove ogni galletto va a beccare in un posto diverso. Alt, avvertono tutti in coro nelle interviste, prima di tutto i programmi. Ma ora che ci provano – il superticket, la povertà nella legge di bilancio – si accapigliano parlando solo di matrimoni, divorzi, coppie scoppiate. In comune hanno l’assillo della discontinuità con le riforme di Renzi e più precisamente proprio con Renzi.
Ma ciascuno ha un joystick diverso. Per dire: lo sforzo per una cosa semplice come far guidare a Pisapia la delegazione di Mdp a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è stato immane. Ma Tabacci, uno dei pochi che può parlare a nome dell’ex sindaco, lo descrive come amareggiato perché – dice – dentro Mdp vogliono confinarsi a una sinistra di testimonianza con Fratoianni e “quelli del Brancaccio” (cioè Tomaso Montanari e Anna Falcone, i reduci della vittoria del No), “bravissime persone che però non c’entrano nulla con la prospettiva di un centrosinistra in grado di competere”. Dall’altra parte rispondono che il centrosinistra non esiste perché è morto sotto i molti colpi inferti da Renzi: l’ultimo quando si è alleato con Alfano per sostenere Micari alle Regionali in Sicilia. Così si affollano a sinistra dirigenti che però non si sa dove dirigono, che restano a mezza altezza per motivi diversi: da Bersani a D’Alema, da Speranza a Enrico Rossi, fino a Nicola Fratoianni e Pippo Civati. Fino a Giuliano Pisapia, il cui ruolo è ridotto al lumicino ogni volta che parla D’Alema, già da quella volta – a inizio settembre – in cui lo definì “l’ineffabile avvocato”. E un po’ più in là, fino ai sogni che non sembrano solide realtà: Piero Grasso e Emma Bonino. Di seguito i più in vista.
D’Alema, l’attaccapanni che precede tutti.
“Finché sarò vivo, Renzi non potrà stare sereno” disse a pochi mesi dal referendum costituzionale. Per Aldo Cazzullo (Corrieredi ieri) è il più anti-renziano di tutti. Per Angelo Panebianco (Corriere di molti anni fa), “i leader autentici sono sempre, in ogni Paese, e anche in Italia, pochissimi. E D’Alema è uno di loro”. Per Renzi era il primo da rottamare e invece ha fatto come l’alligatore: è rimasto sott’acqua finché è servito, finché non ha capito che uscendo dall’acqua avrebbe divorato la preda. Non solo Renzi, ma anche il nuovo partito che lui ha annunciato per primo. I dalemiani sono rimasti di là, hanno indossato nuove maschere: Anna Finocchiaro, Gianni Cuperlo, Nicola Latorre, Marco Minniti, Matteo Orfini in ordine di crescente lealtà al nuovo capo. Lui non soffre di solitudine, capotavola è dove si siede lui, disse una volta. Dopo aver garantito che Speranza è un ottimo dirigente tra l’altro più giovane di Renzi e che chi sarebbe stato il capo si sarebbe deciso con le primarie, a luglio ha definito quella di Mdp una “gestione confusa e poco efficace”.
L’eterno delfino, l’eterno futuro, l’eterno dialogante. Per Vauro “un giovane-vecchio”. A Roberto Speranza quasi tutti riconoscono che è serio, timido, mediatore, coerente, grande ascoltatore, persona perbene, che ha studiato, che ha fatto la gavetta. Più o meno così lo descriveva la Stampa già 4 anni fa, quando già lo indicavano come “futuro leader”. Nel frattempo risulta ancora difficile trovare chi lo consideri uno che riempie le piazze e le urne. Bersani se n’è dovuto andare per un po’ e poi è tornato e Speranza sempre lì è rimasto: sotto la sua ala protettiva. E’ lì sotto dal 2012 quando Speranza era uno dei coordinatori del comitato di Bersani alle primarie per le Politiche.
Una volta, raccontò, si addormentò Pietro e si svegliò “metodo”. Il “metodo Grasso” di cui parlarono i giornali all’indomani della sua elezione era quello che aveva fatto diventare lui presidente del Senato (spaccando il gruppo M5s alla prima votazione) e Laura Boldrini presidente della Camera. Il metodo lo inventò Pierluigi Bersani al quale nel 2013 venne l’idea di proporre a Grasso l’inizio della carriera politica dopo una vita nella lotta a Cosa Nostra. Ora può accadere di nuovo. A Napoli, alla festa di Mdp, Bersani aveva gli occhi a cuoricino mentre sentiva la seconda carica dello Stato raccontare che si sente ancora “ragazzo di sinistra” e come tale chiede “alla sinistra di non fare passi indietro sui principi”.