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domenica 8 dicembre 2024

CHI HA REALMENTE CREATO I VACCINI COVID-19 (NO, NON E’ PFIZER).

  

Ne abbiamo già parlato. Per alcuni non è una novità, ma nel complesso se ne parla troppo poco. Unire i puntini è sempre più facile. Ora è sempre più chiaro, Kennedy lo ha ammesso apertamente. Quale ruolo gli sarà consentito di svolgere?  

Contrariamente a quanto si crede, i vaccini sperimentali Corona non sono prodotti da aziende farmaceutiche come Pfizer e Moderna. Almeno questo è quanto sostiene Robert F. Kennedy Jr.

Le aziende coinvolte nello sviluppo e nella distribuzione dei vaccini contro il coronavirus erano 138 e tutte appaltatrici della difesa, ha dichiarato Kennedy al Kim Iversen Show. In altre parole, era un progetto dell’esercito.

“Pfizer e Moderna non possiedono questi vaccini. Ci hanno messo sopra la loro etichetta, ma era un progetto del Pentagono”, ha detto Kennedy.  VEDI QUI

Nella sua presentazione, l’ex manager farmaceutico Sasha Latypova ha parlato dei contratti di difesa stipulati per la produzione e la distribuzione di vaccini mRNA contro il coronavirus.

Perché l’approccio corona è stato guidato dai militari e non dagli istituti sanitari?

Come riportato in precedenza, anche il nuovo Ministro della Salute olandese ha confermato di dover aderire alle linee guida della NATO. Ciò solleva importanti domande: Chi guida questa operazione della NATO, fortemente determinate dagli Stati Uniti, e per conto di chi vengono stabilite queste linee guida sanitarie? La combinazione di politica di difesa e strategie sanitarie sotto la guida della NATO solleva seri dubbi sulla trasparenza e sulle reali motivazioni della politica Covid e della preparazione alle pandemie in Europa. FONTE

 Il linguaggio militare della pandemia.

Le metafore dell’invasione e della guerra dominano il discorso pubblico sulla COVID-19, il che non sorprende visto che i generali hanno condotto le “operazioni”. In quei giorni, il più antico degli appelli alla mobilitazione è risuonato in tutte le lingue: siamo in guerra. Il termine coprifuoco, lockdown

Nel 2012, la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) ha iniziato a investire in vaccini codificati geneticamente, parecchi anni prima della dichiarazione di pandemia. Questo è prima di tutto un programma militare.

LA DARPA HA UN RUOLO CHIAVE NELLO SVILUPPO DEL VACCINO COVID19. Questo spiega forse anche che il trattamento genico definito vaccinazione non solo è coperto da segreto industriale, ma è anche militare.

La testimonianza dell’ex capo scienziato della Pfizer, dottor Mike Yeadon sulle intenzioni dietro i “vaccini” : “… le intenzioni dei progettisti sono scritte nelle scelte fatte, nelle strutture e nei componenti, nella formulazione di questi prodotti….” TRANSCRIPT del suo discorso VEDI QUI  (*)

***

PUBBLICHIAMO DI SEGUITO LA TRASCRIZIONE DELL’INTERVISTA A REGINA DUGANEX DIRETTORE DELLA DEFENSE ADVANCED RESEARCH PROJECT AGENCY USA, RILASCIATA A YAHOO FINANCE Il 17 DICEMBRE 2020:

“IL VACCINO ANTI COVID E’ PARTITO DAL DARPA,  DIPARTIMENTO DELLA DIFESA USA”  

 

SEANA SMITH (*): Mentre il vaccino di Pfizer inizia ad essere distribuito questa settimana, e anche mentre ci prepariamo a Moderna che potrebbe essere la prossima opzione, vogliamo parlare – o dare un’occhiata, dovrei dire – al ruolo che un’agenzia della difesa statunitense ha svolto nel preparare gli Stati Uniti a produrre un vaccino molto rapidamente. Per questo, vogliamo coinvolgere Regina Dugan. È l’ex capo della DARPA. E abbiamo anche la nostra reporter Anjalee Khemlani che si unisce alla conversazione.

Regina, mi permetta di iniziare con il fatto che… Immagino che ci spieghi come gli investimenti della DARPA negli ultimi anni, risalenti a circa un decennio fa, hanno contribuito ad accelerare il ritmo che abbiamo visto per un vaccino COVID e ci hanno portato a questo punto che siamo stati in grado di raggiungere così rapidamente.

REGINA DUGAN: Certo. Dovrebbe sapere che la DARPA è stata costituita dopo lo Sputnik nel 1958 con l’obiettivo di prevenire e creare una risposta strategica. Quindi le grandi domande sui rischi e sulle vulnerabilità e sulle nuove capacità che avremmo potuto creare erano di routine alla DARPA.

E ricordo un momento cruciale nel 2010. Stavamo valutando nuovi programmi e un responsabile di programma di nome Dan Wattendorf ha posto delle domande molto importanti. Disse: e se ci fosse una pandemia globale e si trattasse di un nuovo agente patogeno? Sarebbe una catastrofe. Non possiamo aspettare i normali 3-10 anni per un vaccino. E se invece potessimo usare l’mRNA per creare un vaccino in giorni e settimane, invece dei normali tempi di un anno, da 3 a 10 anni?
L’aspetto importante è che a quel tempo erano stati provati dei vaccini a base di DNA. Creavano proteine, ma non ne producevano abbastanza. Mancavano di potenza, quindi non c’era una forte risposta immunitaria. E Dan sostenne che l’mRNA poteva essere diverso.

All’epoca c’erano molti critici. Sostenevano che non c’erano prove che avrebbe funzionato, mentre Dan sosteneva che non c’erano prove che non avrebbe funzionato. E se avesse funzionato, un giorno sarebbe stato importante, e quel giorno è arrivato.

ANJALEE KHEMLANI: Regina, so che una delle cose davvero interessanti è che la tecnologia mRNA sta avendo il suo momento di gloria in questo momento. Abbiamo visto il lancio di Pfizer. Abbiamo anche visto alcune delle preoccupazioni riguardo, sa, se o meno… il mito se possa o meno alterare il DNA, ma anche alcuni degli effetti collaterali. Quindi mi chiedo, in base a quello che sta vedendo e alla sua comprensione della tecnologia, è qualcosa che possiamo aspettarci? È normale passare attraverso questo processo di effetti collaterali, eccetera, con il vaccino?

REGINA DUGAN: Penso che sia una progressione normale nell’indagine sulla sicurezza dei vaccini. Ricordiamo che il nostro compito era quello di creare la possibilità, e credo che dobbiamo capire quanto sia notevole questo risultato. Siamo passati dalla sequenza del virus al primo dosaggio negli esseri umani in 63 giorni. È un risultato senza precedenti.
Ora, dobbiamo ancora fare un duro lavoro per determinare l’efficacia e capire la diffusione e tutte queste attività, ma il primo passo è avere un prototipo di vaccino che crea una risposta immunitaria e offre protezione.

Ora, la mia sensazione è che questo sarà uno dei risultati scientifici più importanti della nostra generazione e certamente tra i primi cinque contributi per la DARPA, che è stata anche responsabile dei primi investimenti per Internet e per il GPS.

ANJALEE KHEMLANI: Assolutamente sì. Regina, quando parliamo di assistenza sanitaria in questo momento e della velocità con cui è stato fatto, sappiamo che questa amministrazione si è concentrata molto sui partenariati pubblico-privati, non solo con le aziende sanitarie, ma anche con le aziende tecnologiche per il lancio di software che tracceranno alcuni di questi eventi avversi e il monitoraggio della sicurezza. Lei ha già fatto parte di questo mondo e mi chiedo che cosa pensa della capacità delle grandi aziende tecnologiche di entrare in questo settore dell’assistenza sanitaria, che è stato tecnologicamente lento ma anche così complesso.

REGINA DUGAN: Beh, guardi, io credo fermamente nei partenariati pubblico-privato. E, in effetti, quando abbiamo fatto l’investimento in Moderna al DARPA, erano tre persone. Questi primi investimenti sono importanti, e ora vediamo cosa è successo con l’investimento di capitale privato.

Ora dobbiamo anche considerare ciò che altre aziende tecnologiche affermate potrebbero apportare al tavolo in termini di portata e di scala. Sono considerazioni molto importanti.

Ma credo che la domanda centrale sia anche: di cosa abbiamo bisogno in termini di nuove scoperte? Come possiamo porre le nuove domande “e se?” per la salute pubblica e la salute umana. E, in effetti, è il motivo per cui ho accettato il ruolo di CEO di Welcome Leap, che è stata costituita dal Wellcome Trust con un finanziamento iniziale di 300 milioni di dollari e un mandato preciso. Si tratta di porre le prossime domande “e se?”, per creare la prossima serie di scoperte per la salute umana. Dobbiamo fare queste cose su scala, e dobbiamo farle in collaborazione.

JEN ROGERS: Regina, mi piace molto ascoltare queste storie perché, per me, è come… è come “Mission Impossible”. È un po’ quello che pensavo sarebbe successo se fossimo stati colpiti da una pandemia. E poi non è andata esattamente secondo il copione del film, e gran parte della colpa è stata attribuita all’amministrazione Trump, sia che si tratti di ciò che è accaduto con il CDC o di seguire il manuale sulle pandemie. Quindi, il fatto che questo… di cui lei parla, ha effettivamente lavorato con la DARPA. Quindi, queste domande “e se?” vengono ancora poste, perché c’è molta preoccupazione riguardo, sa, al Deep State e a ciò che è stato in grado di essere smantellato e a ciò che è sopravvissuto negli ultimi quattro anni. È fiducioso che il Governo e la DARPA stiano ancora ponendo queste domande e che troveranno le soluzioni per la prossima volta che accadrà?

REGINA DUGAN: Beh, credo che la DARPA sia in fase stabile, per quanto ne so, e storicamente la DARPA ha avuto circa lo 0,5% del budget del Dipartimento della Difesa. È un’organizzazione straordinaria per quanto riguarda l’effetto leva che offre: un piccolo investimento, ma proprio in questi punti cruciali in cui abbiamo bisogno di investimenti con una certa tolleranza al rischio.

Ma nel settore della salute vediamo anche organizzazioni private come Wellcome Trust, come la Fondazione Gates, altre che si fanno avanti e iniziano a porre questo tipo di domande “e se?”. Dobbiamo assolutamente farlo su scala.
E penso che sia chiaro che la salute umana e la salute globale ci richiederanno questo. Non è solo un investimento morale. È anche un investimento economico, come stiamo vedendo in questa attuale pandemia.

SEANA SMITH: Regina Dugan, è stato un piacere averla in trasmissione, ex capo della DARPA. E, naturalmente, Anjalee Khemlani, è sempre un piacere averla in queste discussioni. Regina, grazie mille. Ci risentiremo, spero presto.

https://comedonchisciotte.org/chi-ha-realmente-creato-i-vaccini-covid-19-no-non-e-pfizer/

mercoledì 29 maggio 2024

Trombosi e sacro siero, pubblicato uno studio sul New England Journal of Medicine che certifica la reazione avversa causata anche dall’adenovirus inserito come vettore.

 

Vaccino Covid, trombosi come reazione avversa causata anche dall’adenovirus inserito nel siero come vettore

LO STUDIO della Flinders University. La sindrome emersa come evento avverso dei vaccini Covid basati su vettori di adenovirus, ossia la trombocitopenia e trombosi immunitaria indotta da vaccino (VITT), è dovuta anche all’uso di questo tipo di vettore virale.

tratto da Il Giornale d’Italia

Fra le cause delle trombosi che si manifestano come reazione avversa ai vaccini Covid c’è anche l’adenovirus usato come vettore all’interno del siero. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Flinders University di Adelaide, in Australia, e pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Vaccino Covid, trombosi come reazione avversa causata anche dall’adenovirus inserito nel siero come vettore

Un nuovo studio condotto in Australia mette un tassello in più nella comprensione dei casi di trombosi che si sono verificati dopo il vaccino Covid, molti dei quali hanno condotto alla morte improvvisa del paziente. A scatenare la sindrome immunitaria emersa come evento avverso dei vaccini basati su vettori di adenovirus, ossia la trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (VITT), è il vettore virale stesso. La conclusione è stata tratta notando che gli anticorpi anti-PF4 identificati nei pazienti con VITT sono gli stessi sviluppano i pazienti affetti dalle normali infezioni da adenovirus.

Gli studiosi sapevano già che la VITT è dovuta anche allo sviluppo di auto-anticorpi diretti contro il fattore piastrinico 4 (PF4) in grado di attivare meccanismi di coagulazione del sangue. Ciò comporta il rischio di trombosi in sedi multiple o insolite, come il seno venoso cerebrale e le vene splancniche, in associazione a un basso numero di piastrine (trombocitopenia). In precedenza, gli stessi ricercatori della Flinders University avevano anche identificato un fattore genetico che aumenta il rischio di sviluppare la condizione, correlato all’espressione dell’allele IGLV3-21*02.

“L’insolito livello di identità auto-anticorpale tra due disturbi (a livello di anticorpi derivati dai pazienti) indica fortemente che la VITT e il disturbo anti-PF4 associato all’infezione adenovirus siano una classe specifica di risposte immunitarie avverse associate al virus – spiegano i ricercatori – . I nostri risultati indicano che il disturbo anti-PF4 riconosciuto per la prima volta come VITT è essenzialmente identico al disturbo causato dall’infezione da adenovirus”.

Un recente studio di Cureus, condotto in Giappone, aveva individuato la causa delle trombosi anche nella proteina Spike iniettata con il vaccino Covid, rivelando “un notevole incremento delle morti per turbo-cancro dopo le dosi, anche nei soggetti che prima della vaccina erano sani e un’acutizzazione delle malattie pregresse con conseguente morte precoce. Secondo i ricercatori”. La causa delle trombosi è dovuta, secondo gli esperti, alla Spike perché “questa proteina ha un potentissimo effetto pro infiammatorio e porta un irrigidimento dei vasi sanguigni, altera le funzioni mitocondriali e genera ossidazione. Da altri studi è stato confermato che può aumentare le reazioni autoimmuni e indurre la formazione di amiloide, che è una proteina fibrosa non solubile in acqua, che appunto crea una viscosità maggiore che porta poi trombi. Da altri studi di ricerca risulta che il vaccino e la proteina Spike, abbiano un effetto di soppressione della sorveglianza immunologica, ovvero riducono la capacità del sistema immunitario di sorvegliare, di controllare che non avvengano quelle alterazioni cellulari che poi sono alla base dello sviluppo dei tumori”.

“Questa soppressione, questa cattivo funzionamento del sistema immunitario comporta che si possano riattivare tantissimi virus latenti, come per esempio il papilloma virus, l’herpes zoster, l’herpes labiale o l’Ab stain var virus che purtroppo sono direttamente collegati all’aumento del rischio di cancro. Tutti questi motivi si aggiungono al fatto che la proteina Spike si collega molto bene al recettore estrogeni con Alfa, aumentandone la sua capacità di trascrizione e quindi facilitando che tutti i tumori di tipo estrogeni possano aumentare più facilmente”.

“La proteina spike, inserita attraverso le vaccinazioni – aggiungono i ricercatori – sarebbe molto più aggressiva e nociva rispetto invece a quella naturale del virus del Covid 19. Se infatti una persona si ammala di virus per trasmissione, questa proteina rimane negli organi e nel sangue per dieci venti giorni, mentre invece la stessa proteina è stata riscontrata negli individui anche sei mesi dopo l’iniezione ed è presente in quasi tutti gli organi il fegato, il pancreas, la milza, le ovaie e anche il midollo osseo“.

Vaccino Covid, i dubbi sulla sicurezza di tutti i sieri che usano adenovirus come vettori

Il risultato a cui è giunto lo studio australiano solleva interrogativi sulla sicurezza dei vaccini Covid che usano gli adenovirus come vettori virali. “I nostri dati indicano che l’adenovirus, piuttosto che altri costituenti del vaccino, induce direttamente o indirettamente la formazione di anticorpi anti-PF4 che attivano le piastrine – hanno spiegato i ricercatori – . Ciò fornisce importanti informazioni nello sviluppo di nuovi vaccini e apre la strada a nuovi studi volti a identificare l’antigene coinvolto”.

https://www.dcnews.it/2024/05/29/trombosi-e-sacro-siero-pubblicato-uno-studio-sul-new-england-journal-of-medicine-che-certifica-la-reazione-avversa-causata-anche-dalladenovirus-inserito-come-vettore/

mercoledì 23 agosto 2023

Sindrome DI GUILLAIN-BARRE’ DOPO VACCINAZIONE ANTI COVID-19 IN USA.

 

REPORTS OF GUILLAIN-BARRÉ SYNDROME AFTER COVID-19 VACCINATION IN THE UNITED STATES
Abara WE, Gee J, Marquez P, et al.

JAMA Netw Open 2023; 6(2):e2253845


In questo studio di coorte retrospettivo, è stato osservato un aumento del rischio di sindrome di Guillain-Barré entro intervalli di 21 e 42 giorni dopo la vaccinazione con Ad26.COV2.S (Janssen). Il rischio assoluto era probabilmente dell'ordine di diversi casi per milione di dosi di vaccino somministrate. Al contrario, non è stato riscontrato un aumento del rischio di questa ADR dopo il vaccino anti COVID-19 a mRNA (BNT162b2 [Pfizer-BioNTech] e mRNA-1273 [Moderna]), suggerendo che i casi osservati dopo la vaccinazione a mRNA possono costituire l’incidenza naturale di tale sindrome. 

RIASSUNTO

CONTESTO A causa delle associazioni storiche tra i vaccini e la sindrome di Guillain-Barrè (GBS), questa condizione era un evento avverso pre-specificato di particolare interesse per il monitoraggio dei vaccini anti COVID-19.

OBIETTIVO Valutare le segnalazioni di GBS nel database americano VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System) e confrontare i profili di segnalazione entro 21 e 42 giorni dopo la vaccinazione con vaccini anti COVID-19 Ad26.COV2.S (Janssen), BNT162b2 (Pfizer-BioNTech) e mRNA-1273 (Moderna).

DISEGNO, SETTING E PARTECIPANTI Questo studio di coorte retrospettivo è stato condotto utilizzando le segnalazioni inviate al VAERS da dicembre 2020 a gennaio 2022. Sono stati inclusi i report sui casi di GBS verificati come conformi alla definizione di “caso di GBS” della Brighton Collaboration negli adulti statunitensi dopo la vaccinazione anti COVID-19.

ESPOSIZIONI Vaccini anti COVID-19 Ad26.COV2.S, BNT162b2 o mRNA-1273.

ESITI PRINCIPALI E MISURE Sono state condotte analisi descrittive dei casi di GBS. Sono stati calcolati i tassi di segnalazione di GBS entro 21 e 42 giorni dopo le vaccinazioni Ad26.COV2.S, BNT162b2 o mRNA-1273 in base alle dosi somministrate. Sono stati calcolati i Reporting Rate Ratios (RRR) dopo la vaccinazione con Ad26.COV2.S rispetto a BNT162b2 o mRNA-1273 negli intervalli post-vaccinali di 21 e 42 giorni. I rapporti osservato-atteso (observed-to-expected, OE) sono stati stimati utilizzando i tassi di base di GBS in letteratura.

RISULTATI Tra le 487.651.785 dosi di vaccino anti COVID-19, 17.944.515 dosi (3,7%) erano di Ad26.COV2.S, 266.859.784 dosi (54,7%) di BNT162b2 e 202.847.486 dosi (41,6%) di mRNA-1273. Su 295 segnalazioni verificate di casi di GBS identificati dopo la vaccinazione anti COVID-19 per 275 (93,2%) è stato documentato il ricovero ospedaliero (12 asiatici [4,1%], 18 neri [6,1%], 193 bianchi [65,4%] e 17 ispanici [5,8%]; 169 maschi [57,3%]; età mediana [IQR] 59,0 [46,0-68,0] anni). Sono pervenute 209 e 253 segnalazioni di GBS che si sono verificate rispettivamente entro 21 giorni e 42 giorni dalla vaccinazione. Entro 21 giorni dalla vaccinazione, i tassi di segnalazione di GBS per 1.000.000 dosi somministrate erano 3,29 per Ad26.COV.2, 0,29 per BNT162b2 e 0,35 per mRNA-1273; entro 42 giorni dalla vaccinazione, erano 4,07 per Ad26.COV.2, 0,34 per BNT162b2 e 0,44 per mRNA-1273. GBS è stata riportata più frequentemente entro 21 giorni dopo Ad26.COV2.S che dopo la vaccinazione con BNT162b2 (RRR 11,40; IC 95% 8,11-15,99) o mRNA-1273 (RRR 9,26; 6,57-13,07); risultati simili sono stati osservati entro 42 giorni dalla vaccinazione (BNT162b2: RRR 12,06; 8,86-16,43; mRNA-1273: RRR 9,27; 6,80-12,63). I rapporti OE erano 3,79 (2,88-4,88) per 21 giorni e 2,34 (1,83-2,94) per 42 giorni dopo la vaccinazione con Ad26.COV2.S e meno di 1 (non significativo) dopo BNT162b2 e vaccinazione con mRNA-1273 in entrambi i periodi post-vaccinali.

CONCLUSIONE E RILEVANZA Questo studio ha rilevato una disproporzionalità di segnalazione e squilibri per la vaccinazione con Ad26.COV2.S, suggerendo che una associazione con un aumentato rischio di GBS. Non sono state invece osservate associazioni per i vaccini a mRNA anti COVID-19. Il Advisory Committee on Immunization Practices raccomanda preferenzialmente che le persone di età pari o superiore a 18 anni ricevano un vaccino a mRNA anti COVID-19 piuttosto che il vaccino Ad26.COV2.S quando entrambi i tipi di vaccino sono disponibili. In particolare, questa raccomandazione si basa principalmente sull'aumento del rischio di una rara condizione grave di trombosi con sindrome trombocitopenica dopo la vaccinazione Ad26.COV2.S, ma si basa anche su un'associazione riconosciuta con GBS.

http://www.sefap.it/web/index.php?class=Comp&className=Content&op=show&param=CID%2C4101%2Cpreview%2C0&fbclid=IwAR11PWUx1hc5ryl5mR50_XAz_CuCnUanBOi75CaG4OetzEzmFvGPhIuv2TI

martedì 22 agosto 2023

IL RACKET CHE PIANIFICA LE PANDEMIE. - Joseph Mercola - tradotto da Markus

 

Nell’autunno del 2022, i media mainstream avevano iniziato a lanciare l’allarme su una potenziale “triplice epidemia”, caratterizzata dalla presenza simultanea di COVID [1], influenza stagionale e virus respiratorio sinciziale (RSV) [2] . La paura fa vendere, si dice, e questo è certamente il sistema usato da Big Pharma quando si tratta di vaccini.

L’improvvisa attenzione per l’RSV in particolare, che esiste da decenni, è coincisa con l’annuncio di una rapida messa a punto di vaccini contro l’RSV, un’impresa rischiosa se mai ce n’è stata una, visto che i produttori di vaccini avevano inutilmente cercato di immettere sul mercato un vaccino contro l’RSV per circa 60 anni, senza riuscirci a causa di problemi di sicurezza.

Non sorprende che Pfizer e Moderna stiano lavorando a vaccini combinati a base di mRNA per COVID, RSV e influenza [3] , che dovrebbero essere immessi sul mercato nel 2024 e/o nel 2025 [4]. Nell’estate del 2023 la Food and Drug Administration statunitense ha approvato i primi vaccini contro l’RSV per gli anziani di oltre 60, uno di Pfizer (Abrysvo) [5] e uno di GlaxoSmithKline (Arexvy) [6] .

Entrambi i vaccini sono vaccini ricombinanti a subunità, In questi tipi di vaccino vengono utilizzate alcune proteine virali per scatenare una risposta immunitaria [7] ed entrambi i produttori hanno segnalato la sindrome di Guillain-Barré come effetto collaterale dei loro prodotti [8].

Il vaccino contro l’RSV di Pfizer costerà probabilmente tra i 180 e i 270 dollari, mentre GSK intende applicare un prezzo compreso tra i 200 e i 295 dollari [9]. GSK aveva inizialmente annunciato un prezzo di 148 dollari per dose, ma ha deciso di raddoppiare il prezzo a causa di dati più recenti che suggeriscono che l’efficacia potrebbe protrarsi anche nella seconda stagione.

Continua la propaganda della tripla pandemia.

Mentre ci avviamo verso l’autunno del 2023, la “tripla pandemia” di COVID, RSV e influenza fa di nuovo notizia. Una ricerca su Google per la frase chiave “tripla pandemia 2023” [10] a metà agosto 2023 aveva dato ben 41,2 milioni di risposte.

Ricordate che l’esempio di cui sopra è solo a scopo illustrativo e vi sconsiglio vivamente di usare Google. Ma ecco la VERA lezione da apprendere. I risultati totali della ricerca possono essere utilizzati solo per farsi un’idea della frequenza del termine. Google ha smesso da tempo di fornire tutti quei 40 milioni di risultati. Indovinate quanti ne potete visualizzare? Solo 100.

Questo è un punto irrilevante per parole chiave come tripla pandemia del 2023, ma diventa enormemente importante per voi e la vostra famiglia quando cercate di fare una ricerca seria su Internet. È praticamente impossibile ora che Google non solo censura le informazioni vitali sui rimedi naturali per la salute, ma si limita a visualizzare solo i primi 100 risultati.

E, come avevamo visto durante la pandemia COVID, le agenzie di stampa utilizzano gli stessi titoli e le stesse argomentazioni – una prova inequivocabile che la narrativa sulla triple pandemia è coordinata da una fonte centrale.

Continua qui: https://comedonchisciotte.org/il-racket-che-pianifica-le-pandemie/

venerdì 14 aprile 2023

Aridateci Aigor. - Marco Travaglio

 

Allegria! Nasce una Commissione parlamentare per indagare sulla gestione del Covid da parte dei governi Conte e Draghi (e non delle Regioni, competenti in sanità): cioè sul lockdown, le zone rosse, arancioni e gialle, gli acquisti di mascherine, i vaccini, perfino i banchi “a rotelle”.
Insomma su tutte le benemerite iniziative, poi copiate dai migliori governi d’Europa, che hanno arginato la pandemia e salvato decine di migliaia di vite.
Nelle vere democrazie le commissioni d’inchiesta le crea l’opposizione per controllare chi detiene il potere, non chi detiene il potere per ricattare l’opposizione. Perciò M5S e Pd protestano. Ma al loro posto ci limiteremmo a disertare le sedute e a goderci lo spettacolo dei segugi destronzi che indagano da soli. Uno spettacolo che, visti i precedenti, si annuncia imperdibile.
In Italia le commissioni parlamentari non scoprono mai nulla più dell’acqua calda, riuscendo semmai a incasinare il poco che ha accertato la magistratura. E colpiscono pure come boomerang chi le architetta.
La più recente è quella sulle banche, voluta da Renzi nel 2017 contro i 5Stelle, Lega e FdI che osavano denunciare i conflitti d’interessi del suo Pd nei crac bancari. Partito per suonarle agli oppositori, il poveretto finì suonato dallo scandalo della sua soffiata sul dl Banche Popolari a De Benedetti, che ci speculò in Borsa. Si scoprì pure che la Boschi aveva fatto il giro delle sette banche, più Consob e Bankitalia, per raccomandare l’Etruria tanto cara al babbo.
Il meglio però lo diedero i berluscones con due capolavori della commedia all’italiana: le commissioni Telekom Serbia e Mitrokhin. La prima, presieduta dall’avvocato di Dell’Utri, Enzo Trantino, nasce nel 2003 per indagare sull’acquisto nel 1997 del 29% della compagnia telefonica serba da Stet-Telecom Italia: 900 miliardi di lire al governo di Milosevic, già sotto embargo e poi catturato e condannato all’Aja. Per nascondere le tangenti (vere) pagate da Previti ai giudici romani per comprare le sentenze Mondadori e Imi-Sir, salta fuori un “supertestimone” delle tangenti (false) intascate da Prodi, Fassino e Dini sui conti cifrati “Mortadella”, “Cicogna” e “Ranocchio”. Il portentoso teste, tal Igor Marini, si presenta come “conte polacco”, giura di aver trattato personalmente l’acquisto di Telekom, ma afferma di aver dimenticato le carte in Svizzera. La commissione gli crede sulla parola e parte con lui per Lugano. Ma si scorda di avvertire gli svizzeri, che arrestano i nostri eroi. I parlamentari vengono poi rilasciati. Marini lo trattengono in galera, essendo ricercato per aver truffato alcuni alberghi: mangiava, beveva e dormiva, ma non pagava il conto come un altro conte, il Mascetti di Amici miei.
Appena sentono il suo nome, i giudici di Torino chiedono la sua estradizione: lo cercavano da mesi per una truffa su titoli indonesiani. I pm, diversamente dalla Commissione, indagano su di lui e scoprono che vive in un tugurio nel Bresciano e fa il facchino al mercato ortofrutticolo: l’attività tipica degli intermediari da Stato a Stato. La seconda moglie racconta in lacrime che Igor ha truffato anche lei: non era conte né polacco, si spacciava per numero 2 dello Ior e amico del Papa. La prima moglie, la soubrette Isabel Russinova, dichiara ai pm: “Igor ha preso in giro anche me. Mi sono vergognata per anni, ma ora che ha truffato l’intero Parlamento mi sento meno sola”. Dei conti Cicogna, Mortadella e Ranocchio e della maxi-tangente da 450 miliardi non si troverà traccia. Marini sarà condannato a dieci anni per calunnia. E si scoprirà che l’unico a prendere soldi provenienti dall’affare Telekom Serbia è stato un membro della Commissione Telekom Serbia: Italo Bocchino di An.
Il degno pendant del conte Aigor è Mario Scaramella da Napoli, “superconsulente” della commissione Mitrokhin, che indaga sugli infiltrati del fu Kgb in Italia sotto la presidenza di Paolo Guzzanti, padre d’arte. Una vita di espedienti, trascorsa a millantare credito e fondare inesistenti centri studi e organizzazioni internazionali antiatomiche formate da lui e dalla fidanzata, nonché a spacciarsi per “giudice antimafia”: un cazzaro legato al Sismi e alla Cia. La Commissione gli crede ciecamente e lo manda in giro per l’Europa a torchiare vecchie spie russe in andropausa. Quelle gli raccontano le porcate di Putin, ma lui è più interessato a Prodi, di cui purtroppo nessuno sa nulla, a parte una spia che ha sentito dire da un’altra (morta) che un’altra (morta) aveva saputo da un’altra che Prodi piaciucchiava al Kgb. Quindi Prodi agente sovietico, forse coinvolto nel caso Moro. “Una bomba termonucleare!”, esclama Guzzanti al telefono con Scaramella, “lo dico subito al Capo”. Cioè a B.. Ma neanche lui lo prende sul serio. Scaramella continua a molestare gente nei bar di Londra, mostrando foto di Prodi e persino di Diliberto e Pecoraro Scanio (anche loro del Kgb, malgrado l’età). Nei suoi rapporti cifrati, Pecoraro è ‘Pecorosky’ e ‘Culattosky’. Una delle spie molestate prega Guzzanti di riprendersi lo stalker: “Your friend is a mental case”. Mario sostiene di essere stato avvelenato a Londra col polonio insieme all’ex agente Litvinenko: “Mi han dato una dose dieci volte superiore a quella mortale”. Solo che Litvinenko muore, mentre Scaramella resuscita e torna in Italia. Lo arrestano appena scende dall’aereo e lo condannano per armi e calunnie. Ora sia lui sia Marini sono fuori. Pronti per la Commissione Covid.

giovedì 2 marzo 2023

Inchiesta sul Covid in Bergamasca, indagati Conte e Speranza. - Francesca Brunati e Igor Greganti

 

A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid che, tra febbraio e aprile 2020, ha straziato la Bergamasca con oltre 6 mila morti in più rispetto alla media dell'anno precedente, è stata chiusa l'inchiesta per epidemia colposa con 19 indagati tra cui l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, il Governatore della Lombardia Attilio Fontana e l'ex assessore della sanità lombardo Giulio Gallera.

Il procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota con i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, sotto la super visione del Procuratore Antonio Chiappani, hanno tirato le somme di una indagine con cui si è cercato di far luce e individuare le responsabilità di quella tragedia che ha lasciato una profonda ferita, e di cui è ancora vivo il ricordo delle lunghe file di camion dell'esercito con sopra le bare delle vittime da trasportare fuori regione per essere cremate.

 "E' vergognoso che una persona che è stata sentita a inizio indagine come persona a conoscenza dei fatti scopra dai giornali di essere stato trasformato in indagato.

E' una vergogna sulla quale non so se qualche magistrato di questo Paese ritiene di indagare. Sicuramente non succederà niente", afferma a Radio Anch'io il governatore Attilio Fontana. "Anche in altri processi in cui sono stato assolto - aggiunge - ho saputo dai giornali cose che non sapevo".

"Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura - ha commentato l'ex presidente del Consiglio e ora a capo del M5, Conte -. Sono tranquillo di fronte al paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica".

Tra i destinatari dei 17 avvisi di conclusione delle indagini, che saranno notificati giovedì, e nei quali sono contestati a vario titolo i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio e anche falso ci sono anche il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, il coordinatore dell'allora Comitato Scientifico Agostino Miozzo, l'ex capo della protezione civile Angelo Borrelli e tra i tecnici del ministero della salute l'ex dirigente Francesco Maraglino. Riguardo invece a Conte e Speranza gli atti dovranno essere trasmessi al Tribunale dei Ministri.

L'inchiesta, che già contava alcuni indagati come i vertici dell'Ats di Bergamo e dirigenti dell'assessorato regionale alla sanità, come scrive in una nota il Procuratore Chiappani, "sono state articolate, complesse e consistite nell'analisi di una rilevante mole di documenti" informatici o cartacei "nonché di migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti interessati dall'attività investigativa, oltre che nell'audizione di centinaia di persone informate sui fatti". Un'attività che ha consentito di ricostruire i fatti a partire dal 5 gennaio 2020, quando l'Oms aveva lanciato l'allarme globale a tutti i paesi e che si è avvalsa di una maxi consulenza firmata da Andrea Crisanti, microbiologo dell'Università di Padova e ora senatore del Pd. Gli accertamenti hanno riguardato tre livelli, uno strettamente locale, uno regionale e il terzo nazionale con le audizioni a Roma di Conte, Speranza i veri tecnici e anche l'ex ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.

Nel mirino degli inquirenti e degli investigatori della Guardia di Finanza sono finiti non solo i morti nelle Rsa della Val Seriana e il caso dell'ospedale di Alzano chiuso e riaperto nel giro di poche ore, ma soprattutto la mancata istituzione di una zona rossa uguale a quella disposta nel Lodigiano e i mancati aggiornamento del piano pandemico, fermo al 2006, e l'applicazione di quello esistente anche se datato e che comunque, stando agli elementi raccolti, avrebbe potuto contenere la trasmissione del Covid. Riguardo alle omissioni, come ha sottolineato Crisanti nella sua consulenza in base a un modello matematico, se fosse stata istituita la zona rossa in Val Seriana, al 27 febbraio i morti sarebbero stati 4.148 in meno e al 3 marzo 2.659 in meno.

Mentre Speranza in una nota ha affermato di aver "sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto", aggiungendo di essere "molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell'esclusivo interesse del Paese", i parenti delle vittime hanno commentato: "Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un'Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni".

"Non avevamo il minimo segnale di partecipare al 'banchetto' degli indagati. Fontana era stato sentito come persona informata sui fatti e da allora silenzio assoluto", commenta l'avvocato Jacopo Pensa, legale del governatore Fontana, alla chiusura dell'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia di Covid. "Apprendiamo prima dai media e senza alcuna notifica formale di essere tra gli indagati". E ancora: "Prendiamo atto - spiega il difensore - che la Procura di Bergamo ha sottolineato che la conclusione delle indagini non è un atto di accusa. Vedremo, vedremo. Non è neanche un atto di difesa".

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