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venerdì 12 settembre 2025
il vaccino contro il cancro EnteroMix.
mercoledì 29 maggio 2024
Trombosi e sacro siero, pubblicato uno studio sul New England Journal of Medicine che certifica la reazione avversa causata anche dall’adenovirus inserito come vettore.
Vaccino Covid, trombosi come reazione avversa causata anche dall’adenovirus inserito nel siero come vettore
LO STUDIO della Flinders University. La sindrome emersa come evento avverso dei vaccini Covid basati su vettori di adenovirus, ossia la trombocitopenia e trombosi immunitaria indotta da vaccino (VITT), è dovuta anche all’uso di questo tipo di vettore virale.
tratto da Il Giornale d’Italia
Fra le cause delle trombosi che si manifestano come reazione avversa ai vaccini Covid c’è anche l’adenovirus usato come vettore all’interno del siero. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Flinders University di Adelaide, in Australia, e pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Vaccino Covid, trombosi come reazione avversa causata anche dall’adenovirus inserito nel siero come vettore
Un nuovo studio condotto in Australia mette un tassello in più nella comprensione dei casi di trombosi che si sono verificati dopo il vaccino Covid, molti dei quali hanno condotto alla morte improvvisa del paziente. A scatenare la sindrome immunitaria emersa come evento avverso dei vaccini basati su vettori di adenovirus, ossia la trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino (VITT), è il vettore virale stesso. La conclusione è stata tratta notando che gli anticorpi anti-PF4 identificati nei pazienti con VITT sono gli stessi sviluppano i pazienti affetti dalle normali infezioni da adenovirus.
Gli studiosi sapevano già che la VITT è dovuta anche allo sviluppo di auto-anticorpi diretti contro il fattore piastrinico 4 (PF4) in grado di attivare meccanismi di coagulazione del sangue. Ciò comporta il rischio di trombosi in sedi multiple o insolite, come il seno venoso cerebrale e le vene splancniche, in associazione a un basso numero di piastrine (trombocitopenia). In precedenza, gli stessi ricercatori della Flinders University avevano anche identificato un fattore genetico che aumenta il rischio di sviluppare la condizione, correlato all’espressione dell’allele IGLV3-21*02.
“L’insolito livello di identità auto-anticorpale tra due disturbi (a livello di anticorpi derivati dai pazienti) indica fortemente che la VITT e il disturbo anti-PF4 associato all’infezione adenovirus siano una classe specifica di risposte immunitarie avverse associate al virus – spiegano i ricercatori – . I nostri risultati indicano che il disturbo anti-PF4 riconosciuto per la prima volta come VITT è essenzialmente identico al disturbo causato dall’infezione da adenovirus”.
Un recente studio di Cureus, condotto in Giappone, aveva individuato la causa delle trombosi anche nella proteina Spike iniettata con il vaccino Covid, rivelando “un notevole incremento delle morti per turbo-cancro dopo le dosi, anche nei soggetti che prima della vaccina erano sani e un’acutizzazione delle malattie pregresse con conseguente morte precoce. Secondo i ricercatori”. La causa delle trombosi è dovuta, secondo gli esperti, alla Spike perché “questa proteina ha un potentissimo effetto pro infiammatorio e porta un irrigidimento dei vasi sanguigni, altera le funzioni mitocondriali e genera ossidazione. Da altri studi è stato confermato che può aumentare le reazioni autoimmuni e indurre la formazione di amiloide, che è una proteina fibrosa non solubile in acqua, che appunto crea una viscosità maggiore che porta poi trombi. Da altri studi di ricerca risulta che il vaccino e la proteina Spike, abbiano un effetto di soppressione della sorveglianza immunologica, ovvero riducono la capacità del sistema immunitario di sorvegliare, di controllare che non avvengano quelle alterazioni cellulari che poi sono alla base dello sviluppo dei tumori”.
“Questa soppressione, questa cattivo funzionamento del sistema immunitario comporta che si possano riattivare tantissimi virus latenti, come per esempio il papilloma virus, l’herpes zoster, l’herpes labiale o l’Ab stain var virus che purtroppo sono direttamente collegati all’aumento del rischio di cancro. Tutti questi motivi si aggiungono al fatto che la proteina Spike si collega molto bene al recettore estrogeni con Alfa, aumentandone la sua capacità di trascrizione e quindi facilitando che tutti i tumori di tipo estrogeni possano aumentare più facilmente”.
“La proteina spike, inserita attraverso le vaccinazioni – aggiungono i ricercatori – sarebbe molto più aggressiva e nociva rispetto invece a quella naturale del virus del Covid 19. Se infatti una persona si ammala di virus per trasmissione, questa proteina rimane negli organi e nel sangue per dieci venti giorni, mentre invece la stessa proteina è stata riscontrata negli individui anche sei mesi dopo l’iniezione ed è presente in quasi tutti gli organi il fegato, il pancreas, la milza, le ovaie e anche il midollo osseo“.
Vaccino Covid, i dubbi sulla sicurezza di tutti i sieri che usano adenovirus come vettori
Il risultato a cui è giunto lo studio australiano solleva interrogativi sulla sicurezza dei vaccini Covid che usano gli adenovirus come vettori virali. “I nostri dati indicano che l’adenovirus, piuttosto che altri costituenti del vaccino, induce direttamente o indirettamente la formazione di anticorpi anti-PF4 che attivano le piastrine – hanno spiegato i ricercatori – . Ciò fornisce importanti informazioni nello sviluppo di nuovi vaccini e apre la strada a nuovi studi volti a identificare l’antigene coinvolto”.
venerdì 1 settembre 2023
ROSARIA: “DOPO LA SECONDA DOSE DI VACCINO IL COMA, E OGGI NON CAMMINO PIÙ”. - Di Giulia Bertotto, quotidianoweb.it
Vaccinata e danneggiata: Rosaria Corsini vive a Barletta, ha oggi 60 anni, quando si è vaccinata, il 1 giugno e 6 luglio 2021, ne aveva 58. Dopo la prima dose di Pfizer non ha accusato alcun malessere, mentre, dopo la seconda dose, le è successo l’inimmaginabile: dolori, febbre alta, due mesi di coma e una paralisi agli arti inferiori che al momento pare irreversibile, nonostante i trattamenti e la fisioterapia quotidiana.
- Rosaria, la ascolto, mi racconti la sua storia. Grazie per il suo coraggio.
“Dopo la seconda dose di vaccino antiCovid Pfizer mi sono recata a Roma, andavo a trovare mio fratello. Lì ho iniziato a sentirmi stanchissima, soffrivo anche un fortissimo dolore ai polpacci, non riuscivo a camminare. Ho sempre camminato tanto e adoro visitare Roma, mio fratello era sorpreso che fossi così fiacca e “pigra”. Ho provato a bere bevande alla frutta, integratori, ho pensato “magari è il caldo”…
Ma tornata a Barletta mi è scoppiata la febbre a 40, avevo dolori tremendi alla schiena e alle gambe. Mia nipote ha chiamato il mio medico di base che al telefono ha detto convinta che si trattava di Covid e che dovevano portarmi al pronto soccorso. Lì mi è stato dato codice bianco e fino alla sera ho aspettato distesa sulle sedie con la febbre alta. La diagnosi è stata: lombosciatalgia. Ma la mia emoglobina era bassissima, così mi hanno ricoverata per accertamenti, il 20 luglio.
Alcuni giorni dopo, circa 15 dalla seconda dose, ho cercato di tagliare la carne nel piatto ma non riuscivo ad utilizzare il coltello, non avevo la forza e le mie mani non rispondevano ai miei comandi. Il 26 luglio, così mi hanno raccontato i miei familiari e mio marito, sono finita in coma, in ospedale a Foggia. Sono stata in coma per due mesi nell’autunno 2022. Non riesco a crederci, sono stata allettata per sette mesi in un ospedale, a Chieti. Mi tenevano attaccata alle flebo per l’alimentazione artificiale. Io non ricordo molto, alcune cose mi sono state raccontate dai miei parenti.”
- C’è stata una parentesi di tempo in cui, dimessa dall’ospedale, è stata di nuovo a casa.
“Sì, a casa ho iniziato la fisioterapia, impossibile perché i dolori alle gambe erano insopportabili e nessun medico poteva toccarle senza che gridassi. In seguito sono stata ricoverata tre mesi a San Giovanni Rotondo, nel centro Angeli di Padre Pio. Un anno e mezzo di ospedali. Io che sono sempre stata bene, non ho mai avuto nessuna patologia! Nessuno mi ha detto che non avrei più camminato, nessuno.”
- Oggi come sta? Riesce a deambulare?
“Sono trascorsi due anni ma non posso camminare, mi muovo solo grazie alla sedia a rotelle. Ho ancora il buco della trachea aperto perché non riesce a rimarginarsi, così deve essere medicato ogni giorno in attesa dell’intervento per richiuderlo chirurgicamente. Oggi si prendono cura di me: una Oss al mattino, un’altra per il pranzo, l’infermiere che mi medica la piaga e il foro della gola, e mio marito che vive con me; purtroppo ora è tutto sulle sue spalle. La nostra famiglia è distrutta. Abbiamo dovuto cambiare casa perché quella dove abitavano con le scale non mi permette di uscire. In un giorno, fidandomi dei medici, sono diventata prigioniera della mia casa e del mio corpo. Oggi riesco a muovere le mani, almeno la mano sinistra, le gambe invece non rispondono. Per due anni non mi sono guardata allo specchio, oggi non mi riconosco. Tutori e fisioterapia danno scarsi risultati, io so che non camminerò più.”

- Ha denunciato la sua situazione alle istituzioni sanitarie e governative?
“Mia sorella si è rivolta al sindaco di Barletta, non abbiamo ottenuto granché. Io faccio parte del gruppo romano Danni collaterali, e sabato 16 settembre ci sarà una grande manifestazione a Roma dove saranno presenti i danneggiati da vaccino da tutta Italia. Sulla mia cartella clinica c’è scritto morbo di Guillain-Barré dovuto alla seconda dose del vaccino Pfizer. Un avvocato segue il mio caso per ottenere un indennizzo.
Quello che ci è stato messo nelle vene non era un vaccino ma un veleno, ci hanno usati come cavie umane, quello che ci è stato fatto è un crimine. A qualcuno è andata bene, a qualcuno male, qualcuno non c’è più. Io ho perso un nipote di quarant’anni, un infarto dopo venti giorni dal vaccino. Io sono viva, ma è vita questa? Mi hanno riconosciuto invalidità e accompagnamento ma sono bloccata in un letto tutto il giorno, con la televisione accesa. Prendo medicinali per i dolori, eparina e integratori, perché cure non ce ne sono. Io sono andata con le mie gambe a vaccinarmi e ora sono sulla sedia a rotelle e mi danno solo dolore.
Nel 2020 è morta mia nipote, piangevo dietro al cancello del cimitero perché non si poteva entrare. I carabinieri mi hanno vista ma non mi hanno detto niente. Non si poteva neppure toccare il carrello della spesa senza paura del virus.
Ammiro chi non si è vaccinato, ma io non sapevo di non essere obbligata, con tutto quel terrore che ci ha messo addosso la televisione! E ora dove sta questo virus? Non se ne parla nemmeno più. E nemmeno si parla di noi danneggiati dal vaccino. Non accetterò mai la mia vita in questo stato, io credo in Dio ma a volte ho paura di aver perso anche la fede.
Però sarei contenta di conoscerla di persona a Roma, a settembre.”
domenica 14 agosto 2022
Scoperto vaccino anti-cancro, istruisce le difese.
Studio italiano, guida risposta immunità. Test su tumore colon.
Entra in circolo e, come un cavallo di Troia, porta con sé le istruzioni per rendere riconoscibili le cellule tumorali al sistema immunitario.
Attraverso questa azione, potenzia la risposta contro il cancro e anche l'efficacia dei farmaci immunoterapici, contrastando i fenomeni di resistenza a questi trattamenti.
Sono queste le potenzialità del vaccino anti-cancro messo a punto da ricercatori italiani. Le sue caratteristiche sono state illustrate su Science Translational Medicine da ricercatori del laboratorio Armenise-Harvard di immunoregolazione presso l'Italian Institute for Genomic Medicine (Iigm) e della biotech italo-svizzera Nouscom.
Quello dei vaccini terapeutici contro il cancro è un filone in cui la ricerca è impegnata da tempo. Come per i vaccini preventivi usati per le malattie infettive, il loro scopo è istruire il sistema immunitario a riconoscere e combattere il pericolo. In questo caso si tratta del cancro, che viene identificato sulla base di proteine peculiari delle cellule tumorali. Esistono diverse strategie allo studio: una di queste, quella dell'RNA messaggero su cui si fondano alcuni vaccini contro Covid-19, deriva proprio da questo filone di ricerca. In questo caso, il vaccino usa un adenovirus di gorilla, reso innocuo e incaricato di trasportare diversi tratti delle cellule tumorali contro cui indirizzare il sistema immunitario. Il prodotto è stato oggetto di uno studio clinico che ha coinvolto 12 pazienti affetti da un sottotipo di tumore del colon (definito con instabilità dei microsatelliti) in fase metastatica. I pazienti, oltre al vaccino, hanno ricevuto un farmaco immunoterapico appartenente alla famiglia degli inibitori dei checkpoint immunitari e hanno risposto in larga parte al trattamento; l'efficacia in alcuni di loro si è protratta per circa due anni.
Il team ha scoperto che il vaccino esercita la sua azione aumentando alcune cellule immunitarie che hanno la funzione di identificare e uccidere le cellule infettate da virus o quelle tumorali. Si tratta di una particolare popolazione di linfociti CD8+ con caratteristiche simili alle cellule staminali e che riesce a sfuggire ai meccanismi di esaurimento a cui di solito vanno incontro le cellule immunitarie esposte cronicamente al cancro. Ciò permette di avere una riserva capace di combattere la malattia. "Abbiamo capito qual è il meccanismo di azione che determina l'efficacia del vaccino: grazie a questa aumentata conoscenza possiamo trasformare le nostre analisi sperimentali in terapie mirate più precise per ogni paziente", spiega Luigia Pace, direttrice del laboratorio di immunoregolazione Armenise-Harvard con sede presso l'Irccs Fondazione del Piemonte per l'Oncologia di Candiolo. "Inoltre, considerato che la tecnica per realizzare questi vaccini è decisamente collaudata e che i dati ottenuti nella prima sperimentazione clinica sono molto promettenti, si prospetta la concreta possibilità di creare nuovi vaccini efficaci contro molti altri tipi di cancro", conclude. Il lavoro è stato condotto grazie anche al sostegno di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro.
venerdì 15 ottobre 2021
MA VERAMENTE SIAMO O NON SIAMO RIDICOLI? - Rita Stilli
giovedì 14 ottobre 2021
Vaccini e tamponi - costi dissenso.
Si calcola che i ricoveri dei no-vax ci costino circa 64milioni al mese.
Dal 15 ottobre, quindi da domani, si calcola che per i tamponi necessari a chi non è munito di green pass, ci vorranno 180 milioni a settimana, circa 750 milioni al mese.
Io mi sono vaccinata, ho portato e porto ancora la mascherina che compro regolarmente con i miei soldi; pagherò regolarmente il mio vaccino in quanto contribuente, perchè dovrò pagare anche i costi causati da chi non rispetta le regole?
Mi sforzo di comprendere quali possano essere le motivazioni che spingono un essere umano senziente a decidere di non vaccinarsi, ma non ne trovo di valide e comprensibili.
Tutti noi, sin da quando nasciamo, siamo sottoposti a vaccinazioni obbligatorie che hanno debellato malattie come la poliomielite, meningite, vaiolo, morbillo, varicella, parotite, rosolia, difterite, tetano, epaiteB, pertosse, che causavano un gran numero di mortalità infantile, perché opporsi, allora, alla somministrazione del vaccino anti covid che ha e sta causando tantissime morti in tutto il mondo?
Quali sono i motivi che spingono i novax a costringere me e tutti noi a dover circolare ancora con le mascherine e a pagare i costi altissimi del loro dissenso?
Forse perché non pagheranno nulla? Sono loro quelli del dissenso su tutto, quelli che evadono le tasse perchè non accettano le imposizioni??
Questa si, questa mi sembra una motivazione valida per comprendere il loro dissenso!
cetta.
venerdì 17 settembre 2021
DUE A CASO. - Orso Grigio
D’accordo sul no all’obbligo vaccinale. Bene, lo capisco.
Però chi fa una scelta del genere, piuttosto egoistica e contraria ai bisogni della collettività, se ne assuma tutte le responsabilità, come è normale che sia per ogni scelta che si fa.
E, se sceglie di non vaccinarsi, i tamponi se li paghi da solo. Lui non è solidale con gli altri, se ne sbatte le palle di cosa sia meglio per loro, e non vedo perché gli altri debbano frugarsi in tasca per lui.
Oppure stia a casa e pace.
E a Landini, che oggi si arrampica su sofismi costituzionali improbabili a favore della gratuità dei tamponi, dico che se il sindacato avesse usato la stessa passione per difendere l’art 18 e combattere lo sfacelo dello stato sociale, invece di lavarsene le mani con quattro ore di sciopero per non disturbare troppo il manovratore, non saremmo sprofondati nella merda dove siamo.
A Cacciari, invece, che ieri sera, quando l’hanno contraddetto, si è imbronciato e piccato come un bambino dell’asilo al quale hanno rubato la merendina, vorrei dire che sarebbe stato bello se lui, e quelli come lui, avessero usato tutto il loro sapere filosofico e la loro esagerata sapienza per denunciare la presa del potere di renzi e la conseguente agonia e poi morte delle residue tracce di sinistra rimaste, ma evidentemente anche lui trae maggiori fonti di ispirazione da questa cazzata del green pass.
In questo paese qualsiasi nefandezza è passata, passa e passerà, sotto il silenzio più responsabile, quando non complice, di chiunque: informazione, politica che di quei problemi dovrebbe farsi carico, sindacati, cultura. Chiunque.
Evidentemente ci voleva questa merendina del green pass per risvegliare le coscienze.
Peccato però: obiettivo sbagliato, e tempo scaduto.
Fb.17.9.2021
sabato 11 settembre 2021
Matteo Salvini, il virologo da Papeete, per piacere, no. - Gianni Del Vecchio
Siamo abituati ad ascoltare e osservare Matteo Salvini in tutte le sue interpretazioni: il ministro poliziotto, l’apostolo col rosario, il politico gourmet, il tifoso sfegatato, il papà amorevole, l’amante appassionato e via dicendo. Basta dare un’occhiata alle sue pagine social e potrete aggiungere tanti altri personaggi alla mini-galleria qui descritta. Però il virologo Salvini, per piacere, anche no. Il leader leghista infatti è appena caduto nella trappola dei milioni di virologi da tastiera che ogni giorno sparano verità assolute su virus e vaccini, salvo poi ritrovarsi come propagatori, inconsapevoli o meno, di fake news. Trappola che avrebbe dovuto evitare con grande destrezza uno che sui social ha costruito gran parte del suo consenso. E invece la Bestia dà, la Bestia toglie.
“Le varianti nascono come reazione al vaccino. Se io provo ad ammazzare il virus lui prova a reagire variando, mutando”, ha detto collegato con gli studi di L’Aria che Tira, diffondendo così la sua verità a qualche milionata di telespettatori. Peccato però che la verità, quella vera e non quella propagandata, stia da tutt’altra parte. Non è un caso che a distanza di qualche minuto tutta la comunità dei virologi (quelli veri) è insorta per correggere il tiro totalmente sballato del Capitano. Matteo Bassetti ha dato fuoco alle polveri ricordando come “le varianti nascono quando le persone non sono vaccinate e il virus si muove liberamente, vedi la Delta in India dove la popolazione non era immunizzata e così si è sviluppata anche la Mu”. A dargli man forte poi è arrivato Massimo Galli che precisa come le varianti si generano tanto più facilmente quanto più il virus si diffonde. Quindi non c’è nessun legame con la vaccinazione. “Voi capite perché sono scoraggiato?” conclude con un laconico tweet Roberto Burioni.
Il Capitano delle fake news quindi ha appena preso una topica clamorosa, come avviene spesso alle persone che parlano più per strizzare l’occhio a una parte della popolazione che per amor di verità. E pensare che tutto ciò Salvini avrebbe potuto evitarlo nel tempo di un clic: gli sarebbe bastato andare sulla pagina “Dottore, ma è vero che?” della Federazione nazionale dei medici italiani e dare una veloce letta all’articolo nato proprio per smontare la bufala del vaccino che genera varianti. Sintetico, chiaro, a portata di tutti. Tempo di lettura 3 minuti. Tre minuti che avrebbero evitato al leghista la solita prestazione da Papeete.
Huffpost
mercoledì 8 settembre 2021
Abbiamo scherzato. - Marco Travaglio
Più passano i giorni, più appare chiaro che Draghi non ha alcuna intenzione di imporre i vaccini forzati a 4-5 milioni di No Vax: il suo annuncio “si va verso l’obbligo vaccinale” era una boutade, un ballon d’essai, uno spaventapasseri per indurre il fu Salvini a più miti consigli sul Green Pass. Come quando i genitori, per costringere il bimbo riottoso a fare qualcosa, lo minacciano: “Guarda che chiamo il babau e ti faccio mangiare”. Il bello è che nel frattempo la sparacchiata draghiana, come ogni sospiro o droplet che esce dalla sua bocca, ha già fatto il pieno di consensi: un festival di lingue, salmi, cantici e gridolini di giubilo (Evviva! Era ora! Lo dicevo, io! Sante parole! È un bel presidente!), seguiti dalla scomunica per chiunque obietti qualcosa (Vergogna! Orrore! No Vax che non siete altro!). Figurarsi che faccia faranno i turiferari quando si scoprirà che quel mattacchione di SuperMario scherzava. La scena ne ricorda una del 2006, quando B. in forma smagliante dichiarò testualmente: “Nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi”. L’ambasciatore cinese protestò. Ma lui insistette: “Ma è la Storia! Mica li ho bolliti io, i ragazzini. Se poi non si può nemmeno esprimere una certezza…”.
Intanto i suoi servi sciocchi, anziché sorvolare per carità di patria, si scapicollarono a dargli ragione. Il più lesto, oltre ai camerieri di FI, Lega e An, fu Renato Farina che lanciò la lingua oltre l’ostacolo su Libero: “Ecco le prove: mangiavano i bimbi. Un libro conferma la verità di Berlusconi. E la sinistra, negando, uccide un’altra volta… Su questi bambini ci si scherza su. Come se fosse una barzelletta. Siccome la frase è di Berlusconi, diventa una battuta… Altro che balle. Balle una sega… Ha assolutamente ragione”. Un altro noto sinologo di scuola arcoriana, Filippo Facci, scodellò sul Giornale un altro studio molto accurato sul tema, dal titolo: “Li mangiano ancora”: “In Corea del Nord ultimamente si sono perpetuati cannibalismi e assassini a scopo alimentare a causa di carestie, inondazioni e disperazione”, senza peraltro spiegare che diavolo c’entrasse la Corea del Nord con i “bambini bolliti per concimare i campi” nella Cina di Mao. Mentre Betulla, Facci e gli altri scudi umani sudavano le sette camicie su Google a caccia di altre minchiate da appiccicare a quella del padrone, quello se ne uscì bello fresco con una ritrattazione in piena regola: “Be’, sì, sulla Cina ho fatto un’ironia discutibile, non mi sono trattenuto…”. E li lasciò lì con le lingue a penzoloni, esposti al ludibrio generale: avevano trasformato in dogma una battuta. La cosa comunque non arrecò nocumento alle loro carriere: per non perdere la faccia, il segreto è non averne una.
ILFQ
sabato 4 settembre 2021
Effetto boomerang. - Marco Travaglio
Rientrato dalle vacanze con la solita arietta da Maria Antonietta, Mario Draghi ha comunicato alla Nazione che “si va verso l’obbligo vaccinale”. Cosa l’abbia indotto a un annuncio così dirompente e a una scelta unica al mondo, mai discussa in Parlamento, in Cdm e nel Paese, anzi sempre esclusa da tutti (a parte qualche isolato esaltato), non è dato sapere. Se all’inizio della campagna vaccinale, quando non si sapeva quanti italiani avrebbero aderito, poteva avere un senso ipotizzarla, ora che il generalissimo Figliuolo e i suoi trombettieri giurano che è stata un trionfo e “siamo all’ultimo miglio”, che senso ha una forzatura che – ripetiamo – nessun governo europeo (e non solo) s’è sognato di varare per il Covid? Mistero. Persino il ministro Speranza, che passa per un ultrà rigorista, ha sempre escluso l’obbligo generalizzato. E non solo perché i vaccini restano un trattamento sanitario personalizzato sul singolo paziente. Ma anche perché uno Stato liberale non impone un Tso a milioni di renitenti. E poi che si fa con una massa così numerosa di contrari o perplessi: si manda i carabinieri armati di siringa a domicilio? E con quale sanzione per chi non li fa entrare: la galera? I vaccini vanno fatti caso per caso, non casa per casa.
Forse Draghi – competente in materia finanziaria, ma incompetente e maldestro in materia sanitaria (e non solo) – non si accorge che annunciando l’obbligo vaccinale smentisce i trionfalismi sulla campagna vaccinale: se davvero siamo i migliori d’Europa, come ripetono il suo governo e i suoi corifei, che motivo c’è di imboccare una scorciatoia esclusa da tutti i suoi colleghi (a cominciare dalla Merkel, che ha molti più No Vax di noi)? Il premier non coglie neppure l’effetto boomerang: anziché spaventare i No Vax trasformandoli in Sì Vax, li rafforzerà sulle loro posizioni. Perché l’obbligo vaccinale, così come l’abuso che si sta facendo del Green Pass, parte da una frottola che tutti i dati ogni giorno s’incaricano di smentire: quella spacciata nella penultima conferenza stampa, quando Draghi disse che il Green Pass garantisce zone protette dal Covid. Ma tutti sanno che non è vero: il vaccino va fatto perché riduce al minimo il rischio di morte e di casi gravi e diminuisce le possibilità di contagio, ma non elimina nessuno dei tre pericoli. Il mondo è pieno di vaccinati contagiati e contagiosi con tanto di Green Pass, paradossalmente più pericolosi di chi è senza vaccino né Green Pass: chi li avvicina si sente sicuro e abbassa le difese. Pensare di legittimare il vaccino e il Green Pass con la forza è una pia illusione: in realtà li si delegittima e li si svaluta. Se chi li ha è così immune, perché mai dovrebbe avere paura di chi non li ha?
ILFQ
lunedì 26 luglio 2021
Green pass e Pil, cosa rischia l’Italia se rallenta la campagna vaccinale. - Dino Pesole
Le prospettive per l’economia italiana restano incoraggianti ma la ripresa va protetta dai rischi legati alla circolazione delle varianti e dalla frenata delle prime dosi. È prioritario evitare nuovi provvedimenti restrittivi in autunno.
Le prospettive per l’economia italiana restano incoraggianti, tanto che la Banca d’Italia fissa l’asticella per il Pil del 2021 al 5,1%, contro il 4,5% previsto dal governo in aprile, ma non si possono sottovalutare le incognite, che ancora una volta hanno a che fare con la ripresa dei contagi e con l’andamento della campagna vaccinale.
L’attenzione è ora tutta sul “Green pass”.
Approvato in Cdm il decreto su Green pass e nuove restrizioni anti-contagio, scatterà l’obbligo anche in zona bianca di presentare la certificazione verde per spettacoli, viaggi, sport. Una scelta resa necessaria dall’andamento dei contagi, con il chiaro intento di prevenire fin d’ora che in autunno si debba ricorrere a nuovi provvedimenti restrittivi che avrebbero immediate conseguenze sull’economia, ponendo a serio rischio la ripresa. La variante Delta del virus va contrastata con decisione, come mostrano i dati della capitale che ha visto quintuplicarsi i contagi in seguito ai festeggiamenti seguiti alla vittoria della nazionale italiana di calcio ai campionati europei dello scorso 11 luglio.
Il problema è che si è in presenza di un pericolo reale, e come ha spiegato la commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides la variante Delta sarà dominante a fine agosto, e dunque occorre potenziare al massimo la campagna vaccinale che resta l’unico strumento a disposizione per evitare una nuova ondata dei contagi.
Cosa rischiamo se frena la campagna vaccinale?
Il calcolo è presto fatto. Senza green pass e senza un’accelerazione della campagna vaccinale che conduca in autunno all’immunizzazione di gran parte della popolazione, il Governo sarebbe costretto a ricorrere a nuove chiusure, a imporre nuovi limiti alla libertà di circolazione delle persone in coincidenza peraltro con l’avvio dell’anno scolastico.
Gli effetti della variante Delta, peraltro, si sono già evidenziati sul fronte delle prenotazioni con un impatto sull’andamento della stagione turistica. Il turismo è fondamentale per la ripresa, poiché contribuisce per il 13% al Pil.
L’incertezza resta elevata - ha avvertito il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco - e la vaccinazione sta senz’altro contribuendo alla ripresa economica. Potremmo cedere sul terreno decimali, se non punti di Pil, ed è un rischio che va assolutamente scongiurato. Nella situazione fotografata dalla Commissione europea nelle sue recenti stime macroeconomiche del 7 luglio, il Pil del nostro Paese crescerebbe del 5% quest’anno e del 4,2% il prossimo, a patto però che si prosegua a ritmo incessante nella campagna vaccinale.
Pil e riforme.
Arginare l’avanzata della nuova variante del virus è del resto precondizione indispensabile per preparare il terreno (anche in termini di inversione delle aspettative e di ripristino del clima di fiducia di cittadini e imprese) perché le riforme in agenda possano dispiegare a pieno i loro effetti.
Nessuna riforma, anche la migliore e ben strutturata, può produrre risultati nel breve e medio periodo, se non si inserisce in un contesto economico e sociale in grado di valorizzarne a pieno le potenzialità.
Sulla riforma della giustizia, restano distanze all’interno del Governo (in particolare da parte del Movimento 5 Stelle) per quel riguarda i contenuti delle norme approvate lo scorso 9 luglio dal Consiglio dei ministri (la maggior parte degli emendamenti presentati finora si concentra sul tema caldo della prescrizione).
Ma entro fine luglio dovrebbero vedere la luce anche il disegno di legge delega sulla riforma fiscale e la nuova legge sulla concorrenza. Una road map molto impegnativa, che il presidente del Consiglio Mario Draghi giudica indispensabile per accedere non solo ai primi fondi in arrivo dall’Europa (pari a circa 25 miliardi) ma soprattutto le tranche successive del Next Generation Eu.
In Europa si corre ai ripari
Dalla Francia all’Olanda e alla Spagna, è corsa al green pass per salvare le economie dalle conseguenze di nuovi provvedimenti restrittivi. Se si andasse verso nuove chiusure in piena estate, ne pagherebbe le conseguenze il Pil dell’eurozona in primis, e a cascata anche la nostra economia.
Le stime della Commissione prevedono che l’Unione europea possa tornare ai livelli di crescita antecedenti all’esplodere della pandemia entro la fine del 2022. Ma è evidente che in autunno anche la stima per l’Italia dovrebbe essere rivista al ribasso se fosse necessario varare nuovi provvedimenti restrittivi.
Una certa aleatorietà è insita in tutte le previsioni, ma in questo caso lo scarto tra le stime formulate finora e lo scenario che potrebbe determinarsi in autunno resta ampio. Per la nostra economia ciò significherebbe allungare i tempi per un pieno recupero dei punti di Pil persi nel 2020 (8,9%), con un impatto evidente sul versante dell’occupazione. Ecco perché occorre non solo ricorrere a tutti gli strumenti a disposizione per incrementare il numero delle somministrazioni del vaccino (con annesso il green pass) ma anche attivare una campagna informativa a tappeto che sintetizzi un semplice concetto: la libertà di non vaccinarsi ha dei costi e va tutelata la libertà di non essere infettato da parte di chi si è vaccinato o si accinge a farlo.
IlSole24Ore
lunedì 19 luglio 2021
Gli Stati Uniti ora temono «la pandemia dei non vaccinati». - Luca Salvioli
Tornano a salire i casi e i ricoveri oltreoceano, ma a essere sotto pressione sono gli stati con la più scarsa adesione alla campagna vaccinale.
I punti chiave
- Gli indecisi nei confronti del vaccino
- Torna l’emergenza negli stati con meno vaccinati
- Guerra alla disinformazione
L’epidemia ha ripreso a correre anche negli Stati Uniti. Dopo il picco dell’8 gennaio, con oltre 300mila casi in un giorno, le infezioni avevano iniziato a calare e contemporanemente la campagna vaccinale aveva iniziato a correre, prima e più velocemente rispetto all’Europa. Poi una breve risalita di infezioni in aprile per arrivare ai valori più bassi da inizio pandemia. Da due settimane la curva ha ripreso a salire, ma con diverse velocità tra gli stati.
«Questa sta diventando la pandemia dei non vaccinati - ha avvertito la direttrice della Cdc, Rochelle Walensky - stiamo vedendo una forte crescita dei casi in parti del paese che hanno una bassa copertura vaccinale, perché le persone non vaccinate sono a rischio». Stanno tornando alcune restrizioni. Chicago ha imposto dei limiti ai viaggiatori provenienti dal Missouri e l’Arkansas, considerati bacini per la variante Delta. A Los Angeles sono nuovamente obbligatorie le mascherine al chiuso anche per i vaccinati.
Gli indecisi nei confronti del vaccino.
Il messaggio delle autorità sanitarie cerca di spingere la popolazione verso una maggiore adesione alla campagna vaccinale. Gli Stati Uniti hanno raggiunto il loro picco di vaccinazioni giornaliere il 13 aprile, con 1.012 dosi per 100mila abitanti, per poi scendere fino alle 200-250 delle ultime settimane. Per fare un paragone, l’Italia è partita peggio ma ora viaggia stabilmente sopra le 900 dosi giornalieri per 100mila abitanti da inizio giugno.
Negli Stati Uniti ha ricevuto almeno una dose il 56% della popolazione, mentre il 48% ha completato il ciclo vaccinale. In Italia - in linea con i principali paesi europei - il 61,5% ha ricevuto almeno una dose, e il 45,2% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. La copertura è dunque simile.
Torna l’emergenza negli stati con meno vaccinati
Gli Stati Uniti vedono però una linea di demarcazione tra gli stati con una scarsa percentuale di vaccinati, che vivono una nuova ondata di ricoveri, e quelli con una maggiore protezione. A Mountain Home, Arkansas, dove ha fatto due dosi meno di un terzo della popolazione, gli ospedali soffrono nuovamente, racconta il New York Times.
«Sappiamo che il 99,5% delle persone che ora sono in ospedale non sono vaccinate e le persone che stanno morendo di Covid non sono vaccinate», ha detto Jen Psaki, la portavoce della Casa Bianca.
Guerra alla disinformazione.
L’amministrazione Biden è in polemica con Facebook per il ruolo del social nella diffusione di disinformazione capace di alimentare la propaganda contro il vaccino («Stanno uccidendo persone», ha detto il presidente americano).
L’immunologo Anthony Fauci alla Cnn ha detto: «Se al tempo avessimo avuto la copertura negativa che stanno avendo i vaccini su alcuni media, probabilmente avremmo ancora il vaiolo. E probabilmente avremmo ancora la polio in questo paese, se avessimo avuto il tipo di informazioni false che vengono diffuse ora».
IlSole24Ore
sabato 12 giugno 2021
Astrazeneca, ecco la circolare del ministero della Salute: “Vaccino solo per gli over 60. Per gli altri i richiami con Pfizer o Moderna”.
l verbale della riunione di venerdì: "Il Comitato tecnico scientifico raccomanda che le Regioni rispettino le indicazioni per fasce d’età. Johnson&Johnson? Al momento non è ancora possibile valutare a pieno il rapporto rischio/beneficio". Il Piemonte e la Liguria ne sospendono la somministrazione ai minori di 60 anni.
Il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca “viene somministrato solo a persone di età uguale o superiore ai 60 anni (ciclo completo)”. Lo si legge nella circolare che il ministero della Salute ha emanato per l’aggiornamento del parere del Comitato tecnico scientifico sui vaccini. La circolare, firmata dal direttore della Prevenzione del ministero Gianni Rezza, indica inoltre che per le persone che hanno ricevuto la prima dose di tale vaccino e sono al di sotto dei 60 anni di età “il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRNA (Comirnaty o Moderna), da somministrare ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose”. L’operazione riguarda circa 900mila italiani sotto i 60 anni che hanno fatto la prima dose di vaccino con Astrazeneca.
“Il Comitato tecnico scientifico raccomanda che le Regioni ogniqualvolta promuovano eventi Open Day che sensibilizzano alla vaccinazione anti-Sars-CoV-2, rispettino le indicazioni per fasce d’età, rendendo quanto più possibile l’approccio alla vaccinazione omogeneo sul territorio nazionale”, si legge poi nel verbale n. 27 del Cts, di venerdì 11 giugno, in cui è stato fornito il parere sull’utilizzo del vaccino AstraZeneca a partire dai 60 anni.
Per quanto riguarda poi il vaccino Johnson&Johnson, che ha una “struttura” analoga all’AstraZeneca, il Cts rileva che al momento, i dati “non permettono di trarre valutazioni conclusive rispetto al rapporto beneficio/rischio relativo al vaccino Janssen, connotato dal vantaggio della singola somministrazione, peculiarità che può risultare di particolare beneficio in determinate categorie di popolazione”. Ma “l’eventuale evidenza, nel contesto nazionale e internazionale, di fenomeni tromboembolici dopo vaccino Janssen dovrà essere oggetto di attento e costante monitoraggio attraverso le procedure di farmacosorveglianza e vaccino-vigilanza”, si legge nel verbale. Nel quale si rileva come “il vaccino Janssen viene raccomandato, anche alla luce di quanto definito dalla Cts di Aifa, per soggetti di età superiore ai 60 anni. Qualora si determinino specifiche situazioni in cui siano evidenti le condizioni di vantaggio della singola somministrazione ed in assenza di altre opzioni, il vaccino Janssen andrebbe preferenzialmente utilizzato, previo parere del Comitato etico territorialmente competente”.
Intanto però la Regione Piemonte e la Liguria hanno deciso in via precauzionale di sospendere anche la somministrazione del vaccino Johnson&Johnson alla popolazione under 60. L’agenzia sanitaria ligure Alisa, in particolare, recepito il verbale del CTS di venerdì 11 giugno, “ha immediatamente inviato a tutte le Aziende sociosanitarie e ospedali della Liguria l’indicazione per l’impiego del vaccino Johnson esclusivamente nei soggetti di età superiore a 60 anni”, si legge in una nota. Tutte le persone under 60 che avevano in programma la somministrazione del vaccino Johnson, manterranno l’appuntamento ma saranno vaccinate con un prodotto mRNA.
IlFQ








