giovedì 26 marzo 2020

Occupate le terre dei Benetton in Patagonia. - Gabriella Canova



Gli irriducibili Mapuche hanno agito la notte di Natale: «Riprendiamo ciò che è nostro»
Un gruppo di nativi mapuche della comunità Lof Kurache ha occupato un grande appezzamento di terreno appartenente al gruppo Benetton, nel comune di El Maitén, nel Nord Est della provincia di Chubut, nella Patagonia argentina.
«Abbiamo recuperato ciò che ci è stato rubato», dice il comunicato stampa diffuso dai Mapuche perché l’azione fa «parte del processo di recupero territoriale alla multinazionale ‘Compañía de Tierras Sud Argentino’, che fa capo alla famiglia Benetton».
Non che in quella zona sia difficile incappare in una terra dei Benetton, visto che la proprietà della famiglia si estende per un’area di 900mila ettari (metà della superficie del Veneto) e tutta questa terra non serve solo a pascolare le pecore per i maglioni dell’azienda, è anche ricca di materie prime. Inoltre i Benetton controllano tutte le risorse idriche della zona.
Nel comunicato stampa che accompagnava l’azione dei Mapuche si legge: «Questa decisione è dovuta alla necessità primaria di continuare a esistere come Mapuche nel nostro territorio, in terre adatte al nostro sviluppo spiritualeculturaleeconomico sociale e politico che ci viene negato da oltre 140 anni».
La comunità Lof Kurache si definisce anticapitalista e contraria alla concentrazione delle terre nelle mani di pochi proprietari. Rivendica il possesso del territorio da parte della comunità per difendere l’ecosistema, la biodiversità e l’acqua, come bene pubblico, non privatizzabile.
La lotta dei Mapuche parte da lontano, la storia della colonizzazione delle loro terre è impressionante, i Benetton e il magnate Joe Lewis sono solo gli ultimi di una lunga lista.
Per saperne di più potete leggere il lungo e interessante articolo pubblicato su Micromega che contiene un’intervista a Monica Zornetta, giornalista freelance e saggista, che conosce profondamente la questione indigena.
Virus, diretta – Borrelli negativo. Morti altri 4 medici: 37 da inizio pandemia. Fontana: ‘Oggi in Lombardia 2500 casi in più, sono preoccupato’
In una giornata fondamentale per gli equilibri economici dell’Unione Europea (nel pomeriggio il vertice sui cosiddetti coronabond), l’Italia è costretta a ragionare ancora sui numeri. Quelli dei medici morti a causa del Covid-19 (sono diventati 37), ma soprattutto gli aggiornamenti che arrivano dalla Lombardia, la regione più colpita dalla diffusione del contagio. Dopo quattro giorni di aumento contenuto, nelle ultime 24 ore si è registrato un incremento considerevole dei contagiati. Il governatore Attilio Fontana lo ha detto chiaramente: “Ci sono 2.500 positivi in più, non sono ancora state fatte analisi su quali zone siano più colpite. Non so se è arrivato il picco o se ci è sfuggito qualcosa, queste valutazioni spettano ai tecnici, io posso solo dire che personalmente sono preoccupato“. Fontana non ha nascosto la delusione: “Noi speravamo che non si dovesse verificare nessun aumento di questo genere – ha spiegato – dovremo adesso valutare e capire se si è trattato di un fatto eccezionale determinato da qualche episodio particolare o se, invece, il trend dell’aumento ricomincia. Nel qual caso sarebbe abbastanza imbarazzante“.
Quasi in contemporanea le parole di Fabrizio Nicastro, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e fra gli esperti del ‘Gruppo analisi numerica e statistica dati Covid-19’. Per Nicastro il picco dell’epidemia di coronavirus in Italia è “vicinissimo” e si presenta “molto largo, una sorta di plateau” ha detto alle agenzie di stampa, sottolineando però che si tratta della situazione fotografata al momento, ovvero dominata da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. “Se un’altra regione importante dovesse esplodere – ha rilevato – è chiaro che la curva si rialzerà”.
Borrelli negativo al Covid-19 – Ieri la febbre e la mancata partecipazione alla consueta conferenza stampa. Oggi l’esito del tampone, che è negativo. Il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli non è affetto da coronaviruscontratto in Italia da oltre 74mila persone e causa di circa 7.500 decessi in poco più di un mese. Lo ha reso noto il suo Dipartimento, sottolineando che il dirigente “attualmente continua ad accusare un lieve stato influenzale” ma continuerà a lavorare da casa rimanendo in costante contatto con il comitato operativo e l’unità di crisi. “Ho ancora un po’ di febbre ma conto di tornare quanto prima in dipartimento”, ha spiegato il numero uno della Protezione Civile.
Altri 4 medici morti: sono 37 da inizio pandemia – Nel frattempo continua ad allungarsi l’elenco dei medici che non ce l’hanno fatta a causa dell’epidemia di Covid-19: i deceduto erano 33 ma ieri in tarda serata, si apprende dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), è giunta notizia della scomparsa di altri quattro camici bianchi, 3 di Bergamo e uno di Torremaggiore (Foggia). Aumenta anche il numero degli operatori sanitari contagiati: secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono saliti a 6.205, vale a dire più del 9% dei casi totali.
Le richieste dei camici bianchi – Anche per questo motivo la Fnomceo ha reiterato il proprio appello al governo e alla politica. Due le richieste: sbloccare immediatamente le forniture di dispositivi di protezione individuale ed eseguire test a risposta rapida, seguiti da tamponi, in maniera sistematica a tutti gli operatori sanitari nel pubblico e nel privato che mostrano sintomi di infezione anche lieve e in assenza di febbre, o che sono stati in contatto con casi sospetti o confermati. L’appello dei medici italiani in una lettera pubblicata sul British Medical Journal a firma del presidente Fnomceo Filippo Anelli.
Conte raccoglie l’assist di Mario Draghi: “Serve uno choc” – Un assist. Giuseppe Conte non ha potuto che accogliere con piacere le parole dell’ex presidente della Bce Mario Draghi, che nel suo intervento di ieri sul Financial Times ha chiesto una reazione repentina all’Europa per evitare disastri e ai singoli Paesi un aumento del debito pubblico per proteggere economia e lavoro. Presa di posizione che va nella stessa direzione già presa dal presidente del Consiglio, che infatti a poche ore di distanza dall’analisi di Draghi ha confermato e rilanciato la linea, specie in vista del vertice europeo sui ‘coronabond’ previsto nel pomeriggio. “Le parole di Draghi? Siamo in sintonia, serve uno choc, un’azione straordinaria” di fronte ad un’emergenza che “è simmetrica” ha detto il premier lasciando l’aula del Senato.
La giornata dei mercati – Quella di oggi è un’altra giornata non semplice per le Borse, europee e mondiali. Piazza Affari si conferma debole (-1,4%) ma migliore dell’apertura, con lo spread in calo a 178 punti base in attesa del vertice europeo sui ‘coronabond’ e del bollettino economico della Bce. . Anche le altre Borse europee non riescono a sostenere i rimbalzi di ieri: in apertura tutti gli indici – da Francoforte a Madrid passando per Parigi e Londra – lasciano sul campo perdite superiori al 2 per cento.
CRONACA ORA PER ORA.
13.38 – Fontana: “Oggi in Lombardia contagiati sono aumentati troppo”. “I numeri purtroppo non sono molto belli, il numero dei contagiati è aumentato un pò troppo rispetto alla linea dei giorni scorsi”: Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. “Dovremo valutare – ha aggiunto – se è un fatto eccezionale determinato da qualche episodio particolare o se è un trend in aumento, il che sarebbe un po’ imbarazzante”.
13.31 – Inps: “Pensioni garantite, non esiste rischio. stop”. “Il sistema pensionistico, sebbene a ripartizione, ha la garanzia dello Stato. Non c’è nessun problema di arresto”. Lo ha detto il presidente dell’Inps Pasquale Tridico a SkyTg24, spiegando che i 10 miliardi previsti per le materie lavoristiche sono risorse “aggiuntive”. “Se qualcuno ha mai pensato a pregiudicare le risorse pensionistiche si sbaglia, non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi. Abbiamo la liquidità certa su cui puntare per cui le pensioni sono assolutamente in garanzia”, ha detto Tridico.
13.15 – Quasi pronto decreto tecnologia. Mancano solo gli ultimi ritocchi al decreto per l’insediamento della task force ‘tecnologica’ presso il ministero dell’Innovazione, che potrebbe arrivare domani. Si tratta di un folto pool, fatto di alcune decine di esperti, tra specialisti nell’analisi dei dati, economisti, giuristi. L’individuazione del “contingente” spetta a un dpcm, che prevede un “gruppo di supporto digitale” in funzione anti-Covid. Gli esperti saranno incaricati di esaminare in prima battuta le app per il tracciamento degli spostamenti, ma non sarà l’unico compito.
13.05 – Speranza: “Stop polemiche, serve unità”. “Il Paese è dinanzi alla sfida più difficile degli ultimi anni. Quel che serve è unità. Le polemiche politiche non hanno alcun senso. Sull’utilizzo dei tamponi i protocolli sono indicati dall’Oms, dai nostri scienziati e rispettati dalle Regioni, sui tamponi decide la scienza”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, entrando al Senato, risponde a chi gli chiede delle polemiche sui tamponi in Lombardia e nelle altre Regioni.
12.44 – Conte: “Parole Draghi? Siamo in sintonia, serve choc”. “Siamo in sintonia, serve uno shock, un’azione straordinaria” di fronte ad un’emergenza che “è simmetrica”. Lo dice il premier Giuseppe Conte lasciando l’Aula del Senato, interpellato dall’ANSA sull’intervento di Mario Draghi.
12.40 – Gabrielli: “Nuovo modulo per autocertificazioni”. Cambia ancora in modulo per l’autocertificazione degli spostamenti. Lo ha detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli, a SkyTg24. Su questo, ha spiegato, “sono state fatte ironie, ma cambiano le disposizioni e noi dobbiamo aggiornare il modulo, anche per intercettare” i quesiti che arrivano dai cittadini.
12.39 – Casellati: “Tenete le mascherine, basta urla”. “Tenete le mascherine e smettete di urlare”: lo dice la presidente dl Senato Elisabetta Alberti Casellati ai senatori che si scambiano improperi dopo che Gianluca Perilli (M5S) ha attaccato Matteo Salvini. “Basta polemiche, non è il momento per farne, abbassiamo i toni”, ha detto Casellati minacciando di sospendere la seduta se non fosse tornata la calma.
12.38 – Casellati: “Ci sia dialogo e cooperazione”. “Auspico cooperazione e dialogo tra le forze politiche e tra governo e Parlamento. Lo dobbiamo alla memoria dei defunti e all’interesse superiore della salute di tutti gli italiani”. Lo ha detto nell’Aula del Senato la presidente Elisabetta Alberti Casellati chiedendo un minuto di silenzio in memoria delle vittime del coronavirus.
12.37 – Oms: “Tamponi solo a fasce mirate”. I tamponi “vanno aumenti ed effettuati su categorie mirate che sono i sintomatici, i casi sospetti ed i contatti, oltre ovviamente agli operatori sanitari”. Lo afferma al’ANSA il direttore vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Raniero Guerra. “Estenderli a tutta la popolazione – sottolinea – è inappropriato e non è funzionale. Ciò che serve è identificare casi sospetti, persone a rischio e contatti, e su questa base fare i tamponi”. E “vanno dotati gli operatori sanitari di adeguate protezioni”.
12.30 – Sindaco Messina occupa albergo per mettere 100 persone sbarcate. “Sono all’hotel Europa, in cui stazionano circa 100 persone, ferme da ieri. Rappresentano una parte di quelli che erano bloccati a Villa San Giovanni”. Lo afferma il sindaco di Messina, Cateno De Luca, annunciando che “occupa l’albergo” e ci resterà “fino a quando le persone all’interno saranno scortate alle relative residenze, dove osserveranno la quarantena”. “Ieri notte qualcuno di loro è stato liberato dal Prefetto di Reggio Calabria – aggiunge il sindaco di Messina – noi, già ieri pomeriggio, avevamo dato parere favorevole per risolvere quella che chiamo una vergogna di Stato. Queste persone non dovevano arrivare sullo Stretto, dovevano essere fermate prima. Il Governo la deve smettere di creare queste situazioni di grande imbarazzo, perché non siamo carne da macello. Adesso occupo io l’hotel. Saranno contattati tutti i sindaci dei Comuni di destinazione – anticipa De Luca – ma io sarò l’ultimo ad uscire, in segno di protesta contro una burocrazia paradossale. Sono per il rispetto delle regole ma se le stesse creano imbarazzi, occorre provvedere. Tutta la vicenda è indecente, ci sono anche bambini di 8 mesi, con delicati profili sanitari e lo Stato che fa? Nulla. Occupo io l’hotel e vediamo chi viene a liberarmi. Ma prima dovranno farlo con questi disperati. Rischiamo di morire di mala burocrazia oltre che di Coronavirus”.
12.26 – Gabrielli: “Colpire i furbi, spezzare il contagio”. “Ci sono le straordinarie persone che combattono negli ospedali e poi c’è un’altra battaglia che vede impegnati i nostri uomini, quella di spezzare la catena del contagio, perseguendo i furbi, chi con comportamenti sbagliati introduce un vulnus al sistema che può vanificare gli sforzi che si stanno facendo”. Lo ha detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli, a SkyTg24, sottolineando che “fino al 24 marzo su due milioni e mezzo di cittadini controllati ci sono stati 110mila denunciati” per il mancato rispetto dei divieti.
12.08 – Morto medico nel Foggiano. Anelli: “Si combatte a mani nude”. “I medici di famiglia e di continuità assistenziale” continuano a “combattere l’epidemia” da coronavirus “a mani nude, senza alcuna tutela, senza i dispositivi di protezione indispensabili”. E’ la denuncia del presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, e del segretario regionale della Fimmp Puglia, Donato Monopoli. Le dichiarazioni arrivano a poche ore dal primo decesso in Puglia di un medico di continuità assistenziale contagiato dal Covid-19, Antonio Maghernino, in servizio a Torremaggiore (Foggia), deceduto ieri nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo dove era ricoverato. Si tratta della 34esima vittima del coronavirus tra i medici italiani.
12 – Spallanzani: “Si conferma trend in calo dei ricoveri” “Si conferma ulteriormente il trend di diminuzione del numero di nuovi ricoveri presso lo Spallanzani ed i suoi spoke, contemporaneamente all’aumento del numero di pazienti dimessi o trasferiti in strutture a bassa complessità assistenziale”. Lo sottolinea il bollettino odierno dell’Inmi Spallanzani di Roma.
11.45 – Morto un farmacista a Nettuno. Deceduto un altro farmacista per l’epidemia da Covid-19: è Paolo D’Ambrogi, che esercitava nella sua parafarmacia di Nettuno. Lo rende noto il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), Paolo Mandelli. “Continuiamo a prestare la nostra opera sul territorio e nelle strutture del SSN – afferma – anche se ancora non siamo stati dotati di protezioni adeguate, così come gli altri professionisti della salute impegnati a contrastare l’emergenza”.
11.28 – Roma pensa alla gratuità per i dehors dei locali pubblici. Cancellare il Canone per l’occupazione di suolo pubblico (Cosap) per tutto il 2020. Questa è l’ipotesi a cui sta lavorando il Campidoglio, su iniziativa della sindaca di Roma Virginia Raggi, per venire incontro alle difficoltà di tanti bar, ristoranti e locali costretti alla chiusura dalle restrizioni imposte per contenere l’emergenza coronavirus. Oltre a garantire un risparmio immediato a quelle attività che attualmente non possono lavorare, per il Comune la misura avrebbe un importanza maggiore in chiave futura: quando l’emergenza sarà passata e si potranno riallestire dehors e tavolini all’aperto, i locali della città avranno un costo in meno da sostenere e questo potrà contribuire a far ripartire un settore particolarmente penalizzato.
11.22 – Renzi: “Istituire una commissione d’inchiesta” “Lei presidente, ha fatto una citazione manzoniana, “del senno di poi son piene le fosse”. C’è un’altra citazione manzoniana, sempre nel capitolo della peste, che ‘il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comunè. Mi domando se non sia successo questo. Propongo di istituire una commissione d’inchiesta. Si sono fatte commissione d’inchiesta su tutto, penso si possa fare di fronte a 8mila morti. Ci sarà tempo, dopo le vacanze estive”. Lo dice il senatore Iv Matteo Renzi intervenendo a Palazzo Madama.
10.54 – Conte: “Favorevole a condividere misure con i partiti”. “Il governo è favorevole ad un percorso di condivisione con le forze politiche” per le misure di rilancio del Paese. “Dobbiamo riuscire a trasformare quest’emergenza in momento di opportunità per una crescita equa e sostenibile”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nell’informativa al Senato.
10.41 – Conte: “Impensabile collocazione Italia condizionata dagli aiuti”. In merito alle forniture di mascherine dall’estero “ho letto di qualche uscita polemica. E’ impensabile che la nostra collocazione geopolitica possa essere condizionata da queste forniture”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nell’informativa al Senato, in merito alle polemi che sugli aiuti dalla Cina.
10.40 – Procura Torino indaga su mancanza di mascherine. La Procura di Torino ha aperto una inchiesta sulla carenza di dispositivi di protezione individuale per medici e infermieri. Come anticipato sulle pagine locali di alcuni quotidiani, si tratta al momento di una inchiesta conoscitiva. Nelle scorse ore i carabinieri hanno effettuato alcuni sopralluoghi, acquisendo informazioni in merito.
10.37 – Conte al Senato: “Per dl aprile intenso confronto con opposizioni”. “Nel lavoro per il decreto marzo abbiamo incontrato i leader dell’opposizioni e nel testo sono state raccolte alcune delle loro indicazioni, e anche ieri alla Camera ho ricevuto ampie aperture al confronto. Ora c’è un nuovo decreto e possiamo riprodurre questa metodologia di lavoro, anzi darò mandato al ministro D’Incà di elaborare un percorso di più intenso confronto”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nell’informativa al Senato.
10.13 – Aifa: “A casa almeno 2-3 settimane”. “Non siamo ancora fuori dalla crisi emergenziale e non bisogna mollare, bisogna restare a casa per 2-3 settimane almeno”. Lo ha affermato a Radio Capital il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Nicola Magrini, sottolineando come gli ultimi dati “sono buoni e indichino una decrescita di casi e decessi, e ciò è di fondamentale importanza” ma “non si deve mollare”. Il “cambio di direzione – ha detto Magrini – è evidente. Gli ultimi dati sono buoni e condivido la previsione dell’Oms del picco entro la settimana”. Il “numero dei nuovi casi, che determina il numero dei ricoverati – ha sottolineato – è in calo da 4 giorni, in linea con le previsioni, e questo vuol dire che le misure di contenimento messe in atto sono state di fondamentale importanza”. Quanto alla comunicazione rispetto al nuovo coronavirus, Magrini ha rilevato come “è vero che un virus più grave di quello influenzale, ma non è il virus del terrore che si descrive in alcune trasmissioni. Più gravi – ha detto – sono stato Mers e Sars”.
10.12 – In casa riposo del Cremonese 21 morti su 70 ospiti. Nella rsa don Mori di Stagno Lombardo, nel Cremonese, in un mese sono morti 21 pazienti su settanta. Per questo motivo, riporta la Provincia di Cremona, il sindaco Roberto Mariani ha scritto una lettera all’Asst di Cremona chiedendo tamponi per il personale e per tutti gli ospiti. Non si sa se i decessi siano legati al Coronavirus ma il dato “ha messo in allarme tutti. Per questo motivo – ha spiegato – ho deciso di inoltrare una richiesta in cui si chiede di poter effettuare i tamponi”. Secondo Mariani, si tratta di una “tendenza drammatica che sta colpendo un po’ tutte le strutture”.
10.09 – Senato, al via l’informativa del premier ConteAl via nell’Aula del Senato l’informativa urgente del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sull’emergenza coronavirus. In Aula i senatori entrano solo con la mascherina. All’ingresso dell’Emiciclo vengono distribuiti anche guanti monouso.
9.58 – Regione Lazio avvia controlli a tappe su case di riposo. “Lettera a prefetti e comuni per controlli a tappeto su case di riposo, secondo le indicazione dell’Istituto superiore di sanità per la prevenzione e il controllo dell’infezione da Sars-Cov-2 in strutture residenziali sociosanitarie”. Lo annuncia la task force della Regione Lazio sui propri social.
9.41 – Fico: “No sciacallaggio, anche la finanza.collabori”. “Tutte le istituzioni finanziare devono fare in modo che ci sia protezione e non sciacallaggio: è bene che in Borsa ci siano controlli accurati e che tutte le istituzioni facciano la loro parte”. Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico intervenendo a Radio Rtl.
9.36 – Gallera: “Bertolaso sta bene, solo ricovero precauzionale”. “Guido Bertolaso è stato ricoverato a Milano al San Raffaele in via precauzionale, lui non ha casa a Milano e non era in un luogo idoneo per la quarantena”. Lo ha spiegato l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, alla trasmissione Agorà su Rai3. “Ma sta bene, chiama, dispone, agisce, molto bene” ha assicurato. Ieri Bertolaso, che non sarebbe in ventilazione, anche dall’ospedale, ha continuato a lavorare all’ospedale in allestimento alla Fiera di Milano, progetto per cui è stato chiamato come consulente dal presidente della Lombardia Attilio Fontana.. 
9.25 – Gallera: “Numero medici di base tagliato da anni di politica sanitaria folle” Ci sono stati anni di politica nazionale sanitaria folle che hanno tagliato i medici di base”. Lo ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, in collegamento con Agorà su Rai3. “Non può essere accusata la Regione oggi quando stiamo facendo di tutto”, ha concluso rispondendo alla vicesindaca di Brescia, Laura Castelletti, che lamenta la mancanza dei medici di base che si sono ammalati.. 
9.22 – Fontana: “Lavori per ospedale Fiera vanno avanti”. Per l’allestimento dell’ospedale destinato ai pazienti Covid alla Fiera di Milano, “la malattia di Guido Bertolaso non è stata certo d’aiuto, è stata un grande intoppo perché era lui il punto di riferimento” ma “si sta procedendo a ritmi serrati” e i tempi di consegna “saranno rispettati o sforati di pochi giorni”. Lo ha assicurato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana in collegamento con Uno Mattina. Nei padiglioni al Portello “ci sono persone bravissime e abilissime che stanno portando avanti il lavoro” ha sottolineato Fontana, inviando un saluto a distanza all’ex capo della Protezione Civile, ricoverato all’Ospedale San Raffaele di Milano dopo essere risultato positivo al Coronavirus.

Coronavirus, inchieste in tutta Italia: dall’omicidio colposo all’epidemia e alla mancata fornitura di mascherine.

Coronavirus, inchieste in tutta Italia: dall’omicidio colposo all’epidemia e alla mancata fornitura di mascherine

Dubbiose applicazioni dei protocolli, presunte negligenze per la morte di alcuni pazienti e forniture mancanti di mascherine. In tutta Italia sono state aperte diverse le inchieste che in questi giorni vedono impegnate le varie Procure dopo una serie di casi legati alla diffusione del Covid 19 e alcuni decessi.
Sassari, pur non essendovi al momento alcun iscritto nel registro degli indagati, i pm indagano per omicidio colposo e epidemia colposa per capire se qualcosa non abbia funzionato nella gestione dei protocolli approntati per tenere il più possibile il virus lontano dai reparti da alcuni reparti ospedalieri. Un lavoro delicato, per fare luce su come sia stato possibile che la maggior parte dei positivi in Sardegna siano operatori sanitari, pazienti o persone transitate al Santissima Annunziata, in particolare dal reparto di Cardiologia, diventato epicentro della diffusione nell’isola. Il primo fascicolo aperto è relativo alla morte del primo paziente contagiato in Cardiologia mentre il secondo si riferisce alla situazione nel reparto Dialisi, dove i familiari dei pazienti hanno denunciato di essere stati abbandonati.
Diverse sono le inchieste legate ai decessi di pazienti in varie città del Paese: la procura di Enna indaga per epidemia colposa legata alla negligenza dei medici sulla morte di una paziente. Secondo l’accusa, la donna sarebbe stata trasferita nella struttura senza che i medici avessero effettuato alcun tampone e nonostante presentasse i sintomi di infezione da Covid 19. Un’altra indagine siciliana riguarda la Procura di Siracusa, per l’inchiesta sulla morte di Calogero Rizzuto, direttore del Parco archeologico della città.
Torino è invece sul punto di chiudersi con un nulla di fatto l’inchiesta giudiziaria sul caso dei due anziani coniugi che avrebbero contagiato un intero reparto dell’ospedale Molinette. La coppia era stata portata in ospedale per una polmonite e solo in seguito, quando è risultato che un figlio si trovava in Lombardia, era stata sottoposta a tampone. L’uomo soggiornava a Paullo (Lodi) ma non risulta alcuna relazione con la patologia che ha afflitto i suoi genitori.
Una serie di fascicoli sono stati aperti in Puglia, dove la Procura di Foggia indaga per diffusione di epidemia colposa a carico di ignoti dopo il primo decesso da Coronavirus a San Marco in Lamis. In quel caso il medico legale aveva rilasciato la salma per i funerali prima di avere avuto l’esito del tampone. Bari è stata invece avviata una indagine conoscitiva sulle forniture di mascherine alla Asl, che sarebbero state consegnate in quantità ridotta rispetto al contratto stipulato con l’azienda vincitrice dell’appalto oppure offerte a prezzi maggiorati. Nel capoluogo pugliese si indaga anche sulla vicenda di una partoriente, poi risultata positiva al coronavirus, denunciata da tre persone, una infermiera, un operatore sanitario – che è risultato poi contagiato – e un’altra paziente, perché avrebbe taciuto la provenienza dall’Emilia-Romagna. Indagini anche a Taranto dopo i contagi all’ospedale San Pio di Castellaneta, per accertare l’eventuale violazione dei protocolli.
Tanti i casi anche sulle scrivanie dei pm di Genova: dal filone sui rincari delle mascherine alla mancanza di dispositivi di protezione per il personale sanitario al lavoro negli ospedali. Indagini anche nelle procure di Imperia e Savona, per esposti collettivi sulla mancata distribuzione di mascherine nelle aziende ancora aperte. Ma ci sono dubbi anche su episodi nelle case di riposo. La Procura di Macerata ha acceso i riflettori sui tre decessi in una residenza per anziani a Cingoli. L’ipotesi è di omicidio colposo plurimo aggravato e lesioni personali: nella residenza per anziani ci sono state almeno tre morti e sono 33 gli ospiti positivi, oltre a due operatrici. Ci sono poi diverse indagini sulla vendita a prezzi spropositati di mascherine, gel igienizzanti e altri presidi e anche accertamenti per truffe.

L’Armata Rossa ci invade e non so cosa mettermi. - Marco Travaglio – IFQ- 26 marzo 2020



Prima o poi doveva capitare, ed è capitato: i cosacchi dell’Armata rossa che abbeverano i cavalli alle fontane di San Pietro. Ora non sono più soltanto Nostradamus e la propaganda anticomunista degli anni 50 a dirlo. Lo dice anche La Stampa con uno scoop mondiale che, va detto, avrebbe meritato spazi un po’ meno esigui di un pezzulletto in basso a pagina 6. Ma, si sa, l’occhiuta censura filorussa arriva dappertutto, anche alla corte degli Elkann. Dunque è successo questo: “Sabato scorso è avvenuta una lunga telefonata tra Conte e Putin”, cosa già di per sé grave. “Putin si è impegnato ad aiutare l’Italia nella battaglia al Coronavirus”, fatto quantomai inquietante. “E domenica sera, all’aeroporto militare di Pratica di Mare, sono arrivati 9 aerei Ilyushin con forniture russe e 100 specialisti nella guerra batteriologica”, il che aggiunge orrore all’orrore. Ma non è finita: “Gli esperti mandati da Mosca sono medici militari”, quindi – per quanto la cosa possa sorprendere – fanno “capo al ministero della Difesa russo, non a quello della Sanità”. Non solo: hanno – lo direste mai? – “i gradi di generali, colonnelli, maggiori, tenenti colonnelli” e non si esclude la presenza di qualche maresciallo.
Ora tenetevi forte, perché arriva la botta finale: essi non restano fermi lì a Pratica di Mare, che so, per visitare l’aeroporto o a fare una gita nella vicina ridente Pomezia. No, essi “si muovevano”. E, quel che è peggio, trattandosi di militari, “con mezzi militari”. Non so se mi spiego: “Da Roma in direzione Bergamo, per 600 km, in territorio italiano” (si era anche pensato di imbarcarli nel mar Tirreno verso la Francia su un cargo battente bandiera liberiana e andarli a prendere a Marsiglia, ma poi si è soprasseduto). Il tutto “con la benedizione di Palazzo Chigi”, e ho detto tutto. A questo punto diventa retorico il terrificante interrogativo “chi ha dato indicazione di aprire l’aeroporto di Pratica di Mare?”, perché ci pare di conoscerne vagamente la risposta: Conte, l’uomo che solo tre mesi fa i giornaloni accusavano di averci venduto a Trump in cambio del tweet pro Giuseppi (come presto si sarebbe incaricato di dimostrare per tabulas il famoso “rapporto Barr”, poi purtroppo andato perduto) e che ora, con quella telefonata a Putin, ci ha venduti alla Russia. Il segugio de La Stampa, pur confinato a pag. 6 in basso a sinistra, non ha dubbi: “Tra quelle forniture russe l’80% è totalmente inutile, o poco utile all’Italia. Insomma poco più di un pretesto”. Per fare che? Mettetevi comodi, perché certe notizie è meglio riceverle da seduti.
“Putin ha visto nel Coronavirus un’opportunità per incunearsi anche fisicamente nel teatro italiano e al premier italiano non è dispiaciuto puntellarsi, in questa difficile crisi, accettando tutto ciò pur di consolidare un’ottima relazione personale con la sponda politica di Mosca”. I due s’illudevano di passare inosservati, ma all’astuto ghostbuster stampista non la si fa, infatti li ha subito sgamati nell’atto di “incunearsi anche fisicamente nel teatro italiano” (probabilmente l’Ambra Jovinelli) l’uno e di “puntellarsi con la sponda di Mosca” l’altro (che, godendo solo dell’84% dei consensi, si sente deboluccio). Il piccolo Le Carré de noantri, del resto, non è nuovo agli scoop spionistici. Era già suo quello su una famigerata Mata Hari grillina al soldo di Casaleggio e Putin camuffata dietro l’insospettabile nickname “Beatrice Di Maio”, che poi altri scoprirono essere la moglie di Brunetta. E anche quello che smascherò uno dei più insidiosi fabbricanti di fake news al servizio dei gialloverdi, Marco Mignogna da Afragola, di cui ebbe a scrivere: “L’abbiamo contattato e non ci ha risposto. Dice di lavorare in modo non ufficiale” (in pratica non rispondeva, ma diceva). Qui però, se possibile, la spy story è ancor più scottante, come dimostrano gli interrogativi che il nostro volpone butta lì un po’ a casaccio, come la punteggiatura: “quali forniture esattamente ci hanno spedito i russi, e a che prezzo?”, “quanto sono state pagate?”.
Arcuri fa sapere che è tutto gratis, “regalo di generosità di Putin all’Italia”. Ma non la racconta giusta: “La generosità porta con sé un prezzo alto: uomini della Difesa russa in giro liberamente sul territorio italiano, a pochi passi dalle basi Nato”. E Conte che fa? Invece di farli arrestare e fucilare, non solo ne accetta gli aiuti, ma manda i putribondi figuri addirittura a Bergamo, dove rischiano di fare comunella con altri emissari travestiti da medici di altre due dittature comuniste: Cina e Cuba. Il tutto non certo perché l’Italia abbia bisogno di medici e materiali sanitari, ma perché questo si puntella e quell’altro si incunea. Infatti La Stampa titola: “La telefonata Conte-Putin agita il governo: ‘Altro che aiuti, arrivano militari russi’”. Ora nei palazzi che contano a Roma non si parlava d’altro e stanotte i ministri hanno dormito fuori casa, per precauzione. Tutti a domandarsi chi abbia imbeccato il segugio, alzando il velo sulla colonna di tank dell’Armata Rossa che scorrazza per l’Italia insidiando le basi Nato col “pretesto” di portare medici e aiuti e approfittando della quarantena che tiene lontani gli sguardi indiscreti e rende spedito il traffico sul Grande raccordo anulare. Insomma, chi abbia svelato che l’invasione russa, vagheggiata invano per decenni da Stalin, Kruscev e Breznev, è in pieno corso ora, tra il lusco e il brusco, a opera di Putin e della sua quinta colonna a Palazzo Chigi. Il ghostbuster cita “fonti politiche di alto livello” e, visti i precedenti, c’è da credergli. Resta da capire se si tratti della moglie di Brunetta travestita da cugina di Di Maio o di Marco Mignogna, l’afono parlante. Ma soprattutto se sia poi vero che il coronavirus non attacca le funzioni mentali.

Coronavirus, Salvini e quelle cifre (sballate) su pil e spesa pubblica. Ecco che cosa ha detto e come stanno le cose. - Chiara Brusini

Coronavirus, Salvini e quelle cifre (sballate) su pil e spesa pubblica. Ecco che cosa ha detto e come stanno le cose

Il leader leghista, ospite di Bianca Berlinguer a CartaBianca, ha tolto tre zeri alle cifre del prodotto interno lordo e delle uscite dello Stato. Ma soprattutto da quei numeri ha tratto una conclusione del tutto sballata: che le entrate siano maggiori delle uscite e ci siano soldi da spendere a piacimento. Invece la differenza è negativa e va coperta indebitandosi.
“Dobbiamo usare per gli italiani i soldi degli italiani. L’anno scorso il prodotto interno lordo degli italiani sono stati 1 miliardo e 800 milioni di euro, la spesa pubblica 800 milioni. I soldi ci sono“. Epic fail del leader leghista Matteo Salvini. Che martedì, ospite di Bianca Berlinguer a CartaBianca, parlando di come trovare le risorse necessarie per l’emergenza coronavirus non solo ha tolto tre zeri alle cifre del pil e delle uscite dello Stato – come molti hanno fatto notare su Twitter – ma soprattutto da quei numeri ha tratto una conclusione del tutto sballata. Cioè che ci sia un avanzo, una specie di “tesoretto” da spendere a piacimento.
Innanzitutto il pil – circa 1.800 miliardi, non 1,8 – è la ricchezza prodotta dall’intero Paese nel corso di un anno. Non corrisponde alle entrate dello Stato, che sono rappresentate dalle tasse più gli eventuali ricavi da vendita di parte del patrimonio pubblico. Le entrate fiscali hanno un collegamento diretto con il pil, visto che le imposte sono proporzionali al reddito o ai ricavi, ma sono una sua percentuale: l’anno scorso sono state, a spanne, oltre 500 miliardi. Sommati i contributi, si arriva a un totale superiore a 800 miliardi.
La spesa pubblica invece – tra stipendi degli statali, pensioni, spese per consumi e corposi interessi sul debito – veleggia intorno agli 850 miliardi. Quindi: a parte la confusione tra milioni e miliardi, non esiste alcuna differenza positiva tra entrate e uscite da spendere liberamente, come affermato da Salvini. Anzi.
 Francesco Del Prato
@fdelprato
“L’anno scorso il PIL degli italiani sono stati 1 miliardo e 800 milioni di euro. La spesa pubblica sono 800 milioni di euro: i soldi ci sono.”

È sbagliato tutto quello che poteva esserlo: numeri, ragionamento, metodi, presupposti. Aiutatelo, aiutateci.
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La differenza tra le entrate e le uscite è negativa: è deficit, che viene coperto emettendo titoli di Stato. Cioè indebitandosi ancora. Come l’Italia sta abbondantemente facendo in questa fase, stavolta con il via libera della Ue che ha deciso di sospendere l’applicazione del patto di Stabilità e non conteggiare nel deficit le spese sostenute per l’emergenza coronavirus. In attesa di decisioni sui coronabond.