sabato 26 ottobre 2019

SALVINI CONTRO LA RAGGI. Tommaso Merlo.


Salvini si è unito ai gabbiani che svolazzano su Roma. Come una pantegana del cielo qualunque. Vuole ficcare il becco nella carcassa del Campidoglio, chiede la testa della sindaca Raggi. Quella cocciuta cittadina che si è messa in testa di ripulire la sua città. Ma invece di farlo alla vecchia maniera, lo fa nel rispetto della legalità e della trasparenza. Intollerabili sacrilegi. Bestemmie. A Roma giravano cifre folli senza neanche una gara d’appalto. Tutto sulla fiducia. Criminale. Montagne di debiti. Saccheggi. Cricche di pantegane. Robaccia che qualche azzeccagarbugli non vuole chiamare mafia ma chissenefrega. Era una indegna cloaca e questo basta ed avanza. Con la politica in cima ad ingrassare alle spalle dei contribuenti e a dirigere il traffico dei sorci di terra e di cielo. La sindaca Raggi ha smesso di far debiti, si è messa a rispettare leggi e regolamenti ed ha avuto perfino il fegato di sfidare le mafie che per decenni la vecchia politica ha tollerato e perfino invitato a cena. Per paura, per convenienza, per interesse, per abitudine. Perché la cloaca faceva comodo a tutti. Per questo la sindaca Raggi sta pagando un prezzo carissimo. Perché ha avuto il coraggio di alzare la testa là dove nessuno aveva osato farlo. Perché si è schierata senza esitazioni dalla parte della legge, dei cittadini e dell’istituzione che rappresenta. E facendolo, ogni santo giorno denuncia coi suoi comportamenti lo schifo che l’ha preceduta e dimostra come sia possibile anche da noi governare onestamente. Possibile ma molto più difficile. Perché rispettare le leggi è più complesso, ci vogliono competenze, ci vuole più tempo. Nella vecchia cloaca romana bastava una telefonata tra pantegane per sistemare tutto e i soldi non finivano mai. Una pacchia sorcina. Non come oggi che una città sul lastrico e martoriata tenta di risollevarsi nell’unico modo serio e cioè a piccoli passi, col lavoro e la fatica quotidiana di tutti i cittadini di buona volontà. Perché il cambiamento vero è così. Lento e faticoso. Il resto sono sole balle che qualche politicante svende sotto elezioni. Solo solo dolorose illusioni. Garriti. Le vecchie pantegane scacciate nelle urne oggi tramando nell’oscurità rendendo il lavoro della sindaca ancora più arduo e sperano di tornare a sguazzare presto nei sotterranei del Campidoglio. Il cambiamento è una lotta che non finisce mai. In un paese sano, una sindaca come la Raggi sarebbe stata protetta e sostenuta e forse anche premiata per il suo coraggio e la sua determinazione nel servire lo stato e il bene comune esponendosi in prima persona. In Italia è stata invece massacrata fin dal suo insediamento solo perché appartenente ad una forza politica estranea al vecchio regime. Pantegane politiche, giornalistiche, affaristiche. Tutti contro quella donna cocciuta che ha deciso di rimboccarsi le maniche e non cedere ai suoi principi. Se la sindaca Raggi si fosse venduta, se la Raggi si fosse piegata avrebbe trovato molti meno ostacoli sul suo cammino, l’avrebbero lasciata in pace e oggi passerebbe per essere un ottimo sindaco come i suoi celeberrimi predecessori. Già, quelli che hanno massacrato Roma e oggi fanno i finti tonti e predicano senza dignità. Oggi Salvini si è unito a loro. Si è unito ai gabbiani che svolazzano su Roma. Come una pantegana del cielo qualunque.

https://infosannio.wordpress.com/2019/10/25/salvini-contro-la-raggi/

Il Riformatorio - Marco Travaglio

L'immagine può contenere: 1 persona

Sopraffatti dalla cronaca, abbiamo trascurato l’evento destinato a terremotare l’editoria e la politica: il ritorno in edicola, minacciato per il 29 ottobre, del Riformista. L’ingloriosa testata, a suo tempo lanciata dal lobbista Claudio Velardi, passata agli Angelucci, diretta da Polito El Drito e ovviamente fallita nel 2012, risorge con un nuovo editore, Alfredo Romeo, e un nuovo direttore. Anzi, due: Piero Sansonetti e Deborah Bergamini. Romeo non è omonimo dell’imprenditore salvato dalla prescrizione ai tempi di Tangentopoli e di nuovo indagato per traffico d’influenze con babbo Renzi nell’inchiesta Consip: è proprio lui. Sansonetti non è omonimo dell’ex inviato dell’Unità (suo il leggendario titolone sulla morte di lady Diana: “Scusaci, principessa”), ex direttore di Liberazione (chiuso), de Gli Altri (mai trovati), di Calabria Ora (fallito), de Il Garantista (fallito) e de Il Dubbio (che l’ha cacciato): è sempre lui. E la Bergamini non è omonima dell’ex portavoce di B., dunque direttore del Marketing strategico Rai e poi deputata di FI da tre legislature: è sempre lei. Il nuovo giornale sarà improntato a un’anglosassone separazione tra giornalismo e politica. Infatti, oltre a un direttore (su due) deputato e un editore imputato, vanta come editorialisti la Maiolo, Cicchitto, Bertinotti, Paolo Guzzanti e la Boschi. Che scriverà “a titolo gratuito” (e ci mancherebbe pure che la pagassero).
I titoli dei numeri zero promettono bene: “Fisco, arriva il decreto Travaglio: manette” e “Ergastolo addio: l’Europa civilizza l’Italia”. La linea si annuncia frizzante e soprattutto sintonizzata coi tempi: “Noi – promette Samsonite – vogliamo l’abolizione del carcere”. Infatti il partito di riferimento è Forza Italia Viva (paghi due, prendi uno). Purtroppo i 60 mila detenuti non han potuto assistere alla presentazione, ma alcuni hanno inviato telegrammi di benvenuto e prenotato la prima copia da appendere in cella accanto al calendario del camionista. I lettori dunque non mancheranno. Non solo nei migliori penitenziari, ma anche nella società civile. Ieri, per dire, nei bar di Roma era tutta una protesta contro l’arresto dei due sospetti killer di Luca Sacchi: “Ha sentito, signora mia? Hanno arrestato due presunti innocenti, dove andremo a finire”. “Non me lo dica, guardi, sono indignata: ma quando si decidono ad abolire il carcere?”. “Non vorrei sbagliarmi, ma ho sentito che esce un giornale apposta”. “Ma volesse il cielo, era ora!”. Quando, 17 anni fa, nacque il primo Riformista, l’avevamo ribattezzato scherzosamente “Riformatorio”. Ma, in Italia, guai a fare battute: perché prima o poi si avverano.

https://www.facebook.com/TutticonMarcoTravaglioForever/photos/a.438282739515247/2852726388070858/?type=3&theater