domenica 3 giugno 2018

Germania, Merkel presenta riforma per l'Ue. Sui migranti Italia lasciata sola -



In un'intervista parla di sicurezza delle frontiere, migranti e politiche di asilo e dice: "Sono la vera questione esistenziale per l'Europa". Presentata, per la prima volta una proposta di riforma dell'Unione.

03 giugno 2018 La Cancelliera tedesca Angela Merkel fa il punto sull'Unione Europea e in un'intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung parla di sicurezza delle frontiere, di migranti e politiche di asilo e dice: "Sono la vera questione esistenziale per l'Europa" affermando che serve unificare il sistema, e sottolineando che parte dell'insicurezza in Italia sia nata dalla solitudine nell'emergenza profughi. 

"Parte dell'insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli, nel compito di accogliere così tanti migranti". La Cancelliera ha, inoltre, presentato per la prima volta la sua proposta di riforma dell'Unione europea in cui si prevede una quota di bilancio per gli  investimenti da diversi miliardi di euro per compensare le differenze fra le economie dei paesi della zona euro, una quota introdotta gradualmente e con una valutazione puntuale dei risultati, un fondo per il credito, e forze militari di intervento. 

Nell'intervista, la cancelliera non ha precisato se la quota destinata agli investimenti farà parte del normale bilancio dell'Ue o, come chiede il presidente francese Emmanuel Macron, sarà invece uno strumento in mano ai ministri delle Finanze dell'Eurozona.  Nella stessa intervista "La sicurezza delle frontiere, la politica di asilo comune e la lotta alle ragioni dell'esodo dei migranti sono la vera questione esistenziale per l'Europa". Lo dice Angela Merkel alla Fas, affermando che serve unificare il sistema, e sottolineando che parte dell'insicurezza in Italia sia nata dalla solitudine nell'emergenza profughi. 

"Parte dell'insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli, nel compito di accogliere così tanti migranti". Secondo la cancelliera tedesca, il Fondo monetario europeo dovrebbe nascere dal Meccanismo di stabilità creato durante la crisi, che dovrà aiutare con crediti a breve i paesi in difficoltà, "in cambio di restrizioni naturalmente, in quantità limitata e con un rimborso completo". 

Quanto alla proposta per il bilancio Ue 2021-2027, Merkel sottolinea l'importanza di definirlo prima delle elezioni per il Parlamento Ue del 2019. 

La proposta di Angela Merkel, dovuta da tempo al presidente Macron, arriva a ridosso dell'insediamento del nuovo governo italiano Lega-M5S.  "Abbiamo bisogno di una maggiore convergenza economica fra paesi membri in seno alla zona euro", ha affermato Merkel, dicendosi "favorevole" a un bilancio per gli investimenti. Ma "la solidarietà fra partner della zona euro non dovrà mai portare a una unione dell'indebitamento", ha aggiunto. "Vogliamo renderci un po' più indipendenti dal Fmi. 

Se l'eurozona è in pericolo, deve poter erogare crediti di lungo periodo per aiutare i paesi", continua Merkel nell'intervista. "Si tratta di crediti della durata di 30 anni, collegati a riforme strutturali - precisa -. Inoltre posso immaginare una linea di credito che abbia una durata più breve, ad esempio 5 anni. Così si potrebbe andare in soccorso a Paesi che, per cause esterne, finiscono in difficoltà". In cambio, i paesi interessati devono accettare che tale Fondo abbia diritto di controllo e di intervento nelle politiche nazionali, come oggi il Fondo monetario impone misure di austerità in cambio dei prestiti. Il Fondo europeo avrà il compito di "valutare la solvibilità degli Stati membri" e l'uso di "strumenti adeguati" per "ripristinare" questa solvibilità, qualora non fosse assicurata. La cancelliera parla inoltre di un budget dell'eurozona per gli investimenti, che potrebbe ammontare ad una "somma miliardaria a due cifre", non è ancora chiaro, aggiunge accennando al lavoro in corso con Macron, se debba essere incluso nel budget Ue oppure no. Infine, Merkel ha nuovamente escluso "una Unione del debito" nella zona euro. 

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Germania-Merkel-presenta-la-sua-proposta-di-riforma-per-Ue-45c1db25-54b0-4c74-bfbd-6a4d89e4b9e1.html

Cosa dice Standard and Poor’s del nuovo governo.

Cosa dice Standard and Poor’s del nuovo governo

"Manca ancora visibilità su strategia economica e fiscale"

Roma, 2 giu. (askanews) – Il nuovo governo M5S e Lega “non dovrebbe avere un effetto immediato” sul rating dell’Italia. Lo ha detto l’agenzia Standard and Poor’s, che sul nostro Paese ha un giudizio pari a BBB con outlook stabile. In una nota diffusa alla fine della giornata in cui il governo Conte ha giurato al Quirinale, gli esperti hanno spiegato di credere che sia “molto probabile” che il governo ottenga la fiducia del Parlamento la settima prossima. “Secondo noi, tuttavia, attualmente c’è una mancanza di visibilità sui dettagli della strategia del nuovo governo in termini di politica economica e fiscale”. Per l’agenzia, la strategia del governo “continuerà a essere l’elemento determinante della tenuta creditizia dell’Italia, specialmente in termini di approccio del governo alle finanze pubbliche (caratterizzate da un indebitamento del governo molto alto) e alle riforme economiche strutturali”.

In questo contesto, come spiegato nel rapporto del 27 aprile scorso con cui aveva confermato il suo rating per l’Italia, l’agenzia di rating ha ricordato che “l’attuale outlook stabile bilancia il potenziale per una crescita economica forte contro incertezze politiche persistenti e le loro implicazioni potenzialmente avverse per la performance economica e dei conti pubblici”.

Per il nostro Paese ci sarà una bocciatura se l’economia “rallenta notevolmente, portando la sua performance ancora una volta al di sotto dei rating di nazioni con livelli simili di sviluppo”. Un taglio del rating potrebbe scattare anche con uno stop del consolidamento fiscale, “specialmente se il nuovo governo abbandona la strada intrapresa del consolidamento o se ribalta le riforme strutturali”. Perché – è la tesi – il risultato sarebbe un indebolimento delle finanze pubbliche e delle prospettive economiche.
Fgl/Int2

Pazzo spread, cos’è successo ai rendimenti dei BTp negli ultimi giorni ? - Giuseppe Timpone

La crisi dello spread spiegata in breve e il paradosso di un'inversione a U dei rendimenti nell'ultima settimana. Che cosa è successo davvero?

La crisi dello spread spiegata in breve e il paradosso di un'inversione a U dei rendimenti nell'ultima settimana. Che cosa è successo davvero?

E’ stato complicato scrivere su spread e rendimenti italiani negli ultimi giorni. Nemmeno il tempo di completare un articolo, che i numeri su cui avevamo scritto sembravano avere perso di significato. Uno dei dati più clamorosi è stato offerto dai bond a 2 anni, esplosi dai rendimenti negativi a cui viaggiavano ancora fino alla metà di maggio fino al 2,43% di martedì, ovvero non solo ai massimi da oltre 5 anni e mezzo, ma pericolosamente vicini ai livelli decennali, che a loro volta si sono portati fino a un apice del 3,33%. Ieri, invece, a fine seduta risultavano crollati rispettivamente all’1% e al 2,77%. E lo spread BTp-Bund a 10 anni scendeva sotto i 240 punti base dagli oltre 303 bp di 3 sedute prima.
Cos’è accaduto di preciso? La narrazione di quanto abbiamo toccato con mano nei giorni scorsi ha del paradossale. Dalla metà di maggio, i rendimenti sovrani italiani iniziano velocemente a lievitare sulle preoccupazioni dei mercati per il contenuto del programma di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle, il quale non solo contiene una lunga lista di misure costose per i conti pubblici e sprovviste di coperture, ma nella bozza iniziale contemplava persino l’ipotesi di richiesta di condono alla BCE dei 250 miliardi di euro di debito pubblico detenuto complessivamente tramite gli acquisti realizzati con il “quantitative easing”. Gli investitori vi hanno letto due cose in questa richiesta strampalata: la ricerca di una possibile ristrutturazione del debito tricolore e uno scontro senza precedenti tra Roma e Bruxelles, nonché con Francoforte.
Le vendite sono diventate ancora più copiose quando è emerso che il ministro dell’Economia proposto dal leader leghista Matteo Salvini fosse Paolo Savona, economista illustre, con un curriculum eccellente e di assoluto riguardo, ma che negli ultimi anni si è fatto una fama di “euro-scettico”, propugnando la dotazione di un piano B per l’uscita dall’euro dell’Italia come arma negoziale da utilizzare nei confronti della UE a trazione tedesca. Senza una via di uscita credibile, sostiene l’ex ministro del governo Ciampi e oggi agli Affari europei, nessuna possibilità reale di ottenere concessioni dall’Europa. I mercati hanno fatto due più due e iniziato a scontare che davvero il governo giallo-verde stesse preparando l’uscita dell’Italia dall’Eurozona.

Cosa è successo questa settimana?


Fin qui, la narrazione appare lineare. Non così sembra d’ora in avanti. Sì, perché nel drammatico fine settimana scorso, accade che il presidente Sergio Mattarella accetti tutta la squadra dei ministri presentata dal premier incaricato Giuseppe Conte, tranne proprio il nome di Savona, al fine di non scatenare paure ingiustificate sui mercati e per segnalare la nostra collocazione ferma in Europa. Lega e 5 Stelle non cedono, Conte è costretto a rinunciare all’incarico, Mattarella pronuncia un discorso accorato con il quale comunica agli italiani di volere preservare i loro risparmi e che nominerà premier una figura super partes, quella di Carlo Cottarelli, dirigente del Fondo Monetario Internazionale e noto con l’appellativo di “uomo-forbice” per la sua linea di tagli alla spesa pubblica. Tutto avviene a mercati chiusi.
Il dramma finanziario si consuma alla riapertura di lunedì 28 maggio, quando contrariamente alle attese, non solo gli investitori non tornano a comprare BTp, ma finiscono per venderli come non vi fosse più un domani. Il giorno seguente, si tocca con mano una situazione di vero panico, con i rendimenti schizzati ai livelli sopra indicati. Ma come, scampato il pericolo euro-scettico e con la prospettiva di un governo a guida fortemente rassicurante, la crisi di fiducia verso l’Italia precipita? Eppure è così, tanto che lo stesso Quirinale si trova costretto a mettere in stand-by il nuovo premier incaricato Cottarelli per riaprire clamorosamente le trattative tra Lega e 5 Stelle sul governo, senza Savona all’Economia. Il dirigente FMI non avrebbe goduto, infatti, di alcun voto di fiducia (il PD stesso annunciava l’astensione) e, anzi, avrebbe rischiato di ricevere in Parlamento 0 voti a favore, scatenando persino una crisi istituzionale, oltre che rendendo certe le elezioni anticipate. Così, i mercati iniziano a sperare nella nascita di un governo giallo-verde, lo stesso che fino al venerdì precedente sembrava loro la peste bubbonica. Il tentativo del presidente riesce e venerdì, quando Conte e i ministri giurano al Quirinale, in borsa è festa e lo spread crolla insieme ai nostri rendimenti sovrani.
Vi chiederete se non siamo dinnanzi a un caso di schizofrenia di massa. In realtà, quanto successo troverebbe spiegazione nella paura ancora più grande dei mercati che l’Italia potesse andare ad elezioni super-anticipate già da fine luglio, alle quali con ogni probabilità, sondaggi alla mano, Lega e M5S avrebbero trionfato conquistando fino ai due terzi dei seggi parlamentari, se si fossero presentati insieme. E anche separatamente, i loro consensi avrebbero toccato il 60% a una tornata, che agli occhi del mondo sarebbe stata vissuta come un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’euro. Insomma, meglio tenersi il governo “populista” alle condizioni attuali, anziché rischiare di ritrovarsene uno molto più forte nei numeri tra qualche mese. E, dunque, per la stessa ragione per la quale i BTp crollavano fino alla settimana scorsa, adesso si rafforzano. Il mercato ragionano così: trovategli un’alternativa ancora peggiore e vedrete che inizierà ad apprezzare anche lo scenario che oggi ritiene essere il demonio. P.S.: Esiste una spiegazione “complottista” non suffragata da alcuna prova e che, pertanto, vi proponiamo a mò di storiella, ossia che la BCE avrebbe staccato la spina ai BTp con la prospettiva concreta di un governo giallo-verde, salvo tornare agli acquisti quando avrebbe temuto il precipitare dell’Italia verso elezioni anticipate.

L'olio d'oliva più antico ha 4.000 anni.

L'antica giara di ceramica rinvenuta negli anni '90 in Sicilia, a Castelluccio di Noto (fonte: Polo Regionale di Siracusa per i siti e musei archeologici Museo Paolo Orsi)

In una giara dell'Età del Bronzo rinvenuta in Sicilia.


L'olio d'oliva è molto più antico di quanto si pensasse: risale a oltre 4.000 anni fa, come indicano i resti trovati in una giara di ceramica e in altri frammenti di terracotta rinvenuti negli anni '90 in Sicilia, a Castelluccio di Noto. I frammenti sono stati analizzati soltanto adesso dal gruppo del ricercatore italiano, Davide Tanasi, che lavora nell'americana University of South Florida, e che ha pubblicato il risultato sulla rivista Analytical Methods. 

"Abbiamo individuato la prima prova chimica del più antico olio d'oliva nella preistoria italiana" ha rilevato Tanasi. Questo, ha aggiunto, "spinge indietro di almeno di 700 anni la produzione dell'olio d'oliva". Finora le altre tracce antiche dell'olio d'oliva erano state individuate in alcuni vasi scoperti a Cosenza e a Lecce e risalenti al XII e XI secolo a.C

I ricercatori hanno individuato tracce di acidi oleico e linoleico, che sono le firme dell'olio d'oliva, in alcuni frammenti di terracotta e in una giara in ceramica rinvenuti oltre 20 anni fa durante gli scavi in un sito archeologico a Castelluccio di Noto, risalente all'età del Bronzo e in particolare al periodo compreso tra la fine del 3.000 a.C e l'inizio del 2.000 a.C

Tutti i resti sono conservati nel Museo Archeologico di Siracusa dove negli ultimi anni sono stati restaurati e riassemblati. I restauratori del museo hanno così ricostruito completamente la giara in ceramica (ottenuta ricomponendo 400 frammenti), alta un metro, dalla forma simile a quella di un uovo, con tre maniglie sui lati e contenente al suo interno residui di sostanze organiche. Nello stesso sito erano stati trovati anche i frammenti di altri due contenitori in terracotta, contenenti anch'essi tracce di sostanze organiche e per identificare la natura di queste sostanze, i ricercatori, adesso, hanno analizzato chimicamente i resti. "Volevamo scoprire - ha detto Tanasi - a che scopo venissero usati questi contenitori".