lunedì 8 febbraio 2021

I 2 Matteo, FI e i dem vanno già all’assalto: torna la prescrizione. - Giacomo Salvini

 

Gli emendamenti - Tutti vogliono cancellare la riforma Bonafede: la settimana prossima il voto in Aula. Il M5S, dopo il caso Renzi, chiede lo stop a incarichi pagati da altri Stati.

Il governo Draghi non è ancora nato e rischia già di spaccarsi proprio sul tema che ha provocato la caduta del Conte 2: la giustizia. E in particolare la prescrizione, tema che da sempre scatena gli appetiti di Silvio Berlusconi, Matteo Renzi e Matteo Salvini che faranno parte della prossima maggioranza. L’assalto alla riforma Bonafede, approvata dal governo Lega-M5S e che dal 1° gennaio 2020 ha bloccato la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, si trova nel fascicolo di emendamenti al decreto Milleproroghe in discussione in commissione Affari Costituzionali della Camera e che dovrà essere convertito entro il 1° marzo.

Gli emendamenti per cancellare la “Spazzacorrotti” e tornare alla vecchia legge Orlando – che bloccava (inutilmente) la prescrizione per un anno e mezzo dopo il primo grado e l’appello, ma solo in caso di condanna – sono stati presentati da quasi tutti i partiti della prossima maggioranza: Enrico Costa (avvocato eletto con Forza Italia e passato ad Azione) e il radicale Riccardo Magi chiedono che la norma Bonafede sia cancellata per far rivivere la legge Orlando. Anche tre deputati di Italia Viva – Lucia AnnibaliMarco Di Maio e Mauro Del Barba – chiedono l’immediata sospensione della norma almeno fino al 31 dicembre 2021 in attesa di una riforma del processo penale, mentre i forzisti Francesco Paolo Sisto e Pierantonio Zanettin e nove deputati della Lega hanno firmato due emendamenti per spazzare via la legge Bonafede fino al 2023 e tornare alla normativa precedente.

Anche se il Pd non ha presentato emendamenti, i dem hanno fatto capire che vorrebbero il superamento della norma sulla prescrizione visto che, a pochi giorni dalla presentazione della relazione sulla Giustizia di Bonafede alle Camere (mai avvenuta perché nel frattempo Conte si era dimesso), lo stesso Orlando aveva iniziato a riscrivere il testo indicando nella prescrizione uno dei punti da modificare: i dem difficilmente non voteranno un emendamento per tornare a una legge voluta dal Guardasigilli del governo Renzi e oggi vicesegretario del partito. “Vedremo, non c’è ancora il governo”, glissa un deputato dem. Resta contrario solo il M5S che ha fatto dello stop alla prescrizione una delle proprie bandiere. Già prima della caduta del governo Conte, in commissione Affari Costituzionali di Montecitorio i giallorosa non erano più autosufficienti (24 a 24) ma, con la nuova maggioranza con tutti dentro, gli emendamenti contro la legge Bonafede potrebbero avere la strada spianata.

E così, una volta nato, il governo Draghi si troverà subito una gatta da pelare: il suo primo atto sarà quello di dare il parere sugli emendamenti del Milleproroghe e la maggioranza rischia di spaccarsi. Conterà molto chi sarà il ministro della Giustizia che però, come hanno chiesto IV-FI-Lega, dovrà mostrare discontinuità rispetto a Bonafede. Il voto dovrebbe essere all’inizio della prossima settimana.

Ma a creare un altro grattacapo nella nuova maggioranza potrebbe essere anche una proposta di legge presentata sabato dal M5S a prima firma Francesco Berti e sostenuta da una trentina di deputati grillini che, se approvata, vietererebbe a chi ha incarichi politici di fare conferenze all’estero pagato da stati stranieri. Una norma che andrebbe a colpire Renzi che durante la crisi di governo è volato a Riad per intervistare Mohammed Bin Salman pagato da una fondazione saudita. Il ddl vieta “a premier, ministri, sottosegretari, deputati e senatori” di ricevere “contributi e prestazioni” da governi o enti pubblici di Stati esteri “superiori a 5.000 euro annui”. Chi lo fa decade dalle proprie funzioni dopo un voto della Camera di appartenenza . Una bomba che rischia di esplodere nella prossima maggioranza.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/02/08/i-2-matteo-fi-e-i-dem-vanno-gia-allassalto-torna-la-prescrizione/6093700/

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio











   Slurp. “Nella sala dei busti, attigua a quella dove Draghi tiene le sue udienze, persino Enrico De Nicola e Alcide De Gasperi si guardano e sembrano sorridere” (Francesco Bei, Repubblica, 4.2). Poi leggono Repubblica e si scompisciano proprio.

Slurp al quadrato. “Draghi è un patrimonio del Paese, ora superare reddito e quota 100. Io lo ammiravo già in tempi non sospetti: al meeting di Rimini ad agosto c’ero solo io ad ascoltarlo” (Carlo Bonomi, presidente Confindustria, La Stampa, 4.2). Praticamente l’ha scoperto lui e si dice bravo da solo. È il Pippo Baudo dei padroni.

Slurp al cubo. “Il tifo di Giorgetti, il Richelieu padano: ‘Supermario come Cristiano Ronaldo” (La Stampa, 5.2). Giorgetti lecca Draghi e La Stampa lecca Giorgetti. Ora, per favore, qualcuno lecchi La Stampa.

Fuori uno. “I toni ecumenici di Renzi: adesso tornando a casa ognuno si sente meglio” (Maria Teresa Meli, Corriere della sera, 6.2). Perché sa di non rivederlo in tutte le tv.

Fuori una. “Conte ministro del governo Draghi? Non abbiamo messo nessun veto su nessun nome. L’importante è che si tratti di persone competenti” (Maria Elena Boschi, deputata Iv, Tg2, 6.1). Però, carina a tirarsi subito fuori.

Otelmaspia. “Flash! Mario Draghi sta avendo incontri con tutti perché tutti i leader politici de’ noantri glielo chiedono. E tutti fanno mezz’ora di discorsi politici sui massimi sistemi per poi tirargli la giacchetta con domanda finale: ‘Ma un governo di unità nazionale?’. A tutti l’ex presidente della BCE dà la stessa risposta: ‘Grazie, non sono interessato’, con il solito sorriso che somiglia a un ghigno” (Dagospia, 10.7. 2020). “Draghi qua, Draghi là, Draghi su, Draghi giù. Pronto prontissimo? Manco per niente!… In questi giorni si sprecano i colloqui tra i vertici delle istituzioni italiane e persone che potrebbero rivestire ruoli di alto rango. Non può mancare Draghi. Che però è riluttante a ricoprire una posizione, per quanto di prestigio, in un paese rissoso come il nostro. Il problema è che le liti non sono neanche più tra schieramenti, o tra partiti. Ma direttamente nei partiti” (Dagospia, 28.10.2020). “Flash! Alessandro Baro, assistente di Marta Cartabia, posta una storia su Facebook mentre è in viaggio in treno (verso Roma?) con una scritta eloquente: ‘Comin’ back home’. Ormai pare che per l’ex presidente della Corte Costituzionale sia fatta…” (Dagospia, 29.1.2021). Per la serie: quelli che azzeccano tutte le previsioni.

Il Signor Bonaventura. “Spread, l’effetto Draghi vale già 1 miliardo” (Sole 24 ore, 6.2). E dove si può ritirarlo?

Zinga 4 stagioni. “Noi e la Lega siamo alternativi” (Nicola Zingaretti, segretario Pd, Corriere della sera, 5.2). “La Lega nel governo? Vedremo” (Zingaretti, La Stampa, 5.2). “Oggi si apre una stagione nuova. Salvini sull’Europa dà ragione a noi” (Zingaretti, 7.2). Un leader per tutte le stagioni.

Ideona. “Il referendum del 2016? Io credo che il mio errore più grande non sia stata la personalizzazione, ma l’arroganza, la ubris di pensare che non dovessi solo vincere, ma anche vincere con una certa percentuale di affluenza. Questo è stato l’errore più clamoroso, perché ho lavorato perché crescesse la partecipazione e ho costruito io stesso la mia sconfitta” (Matteo Renzi, presentando l’ultimo libro di Luciano Violante, 7.1). Giusto: se faceva votare solo se stesso e Violante, magari vinceva.

Fraccaro da Velletri. “Ringrazio il Presidente Mattarella per il suo impegno nel voler dare un Governo al Paese, ma noi siamo sempre stati chiari con gli italiani dicendo apertamente che il M5S avrebbe sostenuto solo un esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Su questo, con coerenza, andremo fino in fondo” (Riccardo Fraccaro, M5S, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Twitter, 2.2). Per un paio d’ore.

Carelli della spesa. “Io uscire dai 5Stelle per fondare un gruppo centrista che guarda a destra? Smentisco categoricamente, falsità” (Emilio Carelli, deputato M5S, Repubblica, 1.2). “Non senza sofferenza interiore annuncio la mia uscita dai 5 Stelle, un Movimento che ha perso la sua anima. Voglio propormi come aggregatore di una nuova casa accogliente: Centro-Popolari Italiani. Troppe volte ho assistito a scelte sbagliate e persone sbagliate” (Carelli, 2.2). Tipo lui.

Lei non sa chi sono io. “Sono curioso di vedere Travaglio fare un mazzo tanto al governo 5Stelle-Berlusconi” (Alessandro Sallusti, Giornale, 5.2). Io ho cominciato subito. E tu?

Il titolo della settimana/1. “Il sogno di un Paese ‘normale’” (Massimo Giannini, Stampa, 7.2). Quello dove la gente vota, chi vince prova a governare, ma i padroni del vapore buttano giù 2 governi tramite i loro burattini e giornaloni, poi il presidente chiama un banchiere.

Il titolo della settimana/2. “Sbaragliati i dilettanti. Torna la politica? Forse!” (Claudia Fusani, Riformista, 4.2). Uahahahahaah.

Il titolo della settimana/3.“Il momento dell’interesse nazionale” (Maurizio Molinari, Repubblica, 7.2). Sì, ma di quale nazione?

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