martedì 18 giugno 2024

Nefilim.

L'Angelo caduto, di Alexandre Cabanel (1847)

'appellativo nefilim (in ebraico נפלים), presente nell'Antico Testamento (Torah), in diversi libri non canonici del Giudaismo e in antichi scritti cristiani, si riferisce ad un popolo di giganti che sarebbe stato presente sulla terra al tempo dell'incrocio tra i "figli degli Elohim" e le "figlie degli uomini".[1]



Il termine è utilizzato anche riguardo ai giganti che abitavano la terra di Canaan (Numeri 13:33[2])[3] e trova indirettamente riscontro in Ezechiele 32:27[4][5].

Il nome.

Nella Bibbia la parola nephilim viene spesso tradotta come "giganti" o "titani", mentre in altre traduzioni si preferisce mantenere il termine nefilim. La radice dunque più accreditata è l'aramaica "naphil" che significa letteralmente "giganti". A tal proposito molti studiosi sostengono che la radice "nephil" si riferisca alla costellazione di Orione: il termine "nephilim" sarebbe quindi il plurale di "nephila". Come dice la Bibbia, i Giganti erano inizialmente esseri umani. Altri studiosi, come il teologo americano Charles Calddweel Ryrie[6], sostengono che la radice etimologica di Nefilim sia "cadere", ossia cadere su di altri, dovuto al fatto che sarebbero stati uomini dalla forza inusitata. In ogni caso secondo Ryrie non erano la prole di quei matrimoni dai quali sarebbero nati eroi o uomini famosi.

Alcune versioni parlano di eroi famosi, guerrieri caduti o ancora angeli caduti; un'ennesima traduzione potrebbe essere quelli che sono precipitati, giacché il nome deriva dalla radice semitica nafal, che significa cadere.[7]

Esteticamente i Nefilim non sono molto diversi dagli umani, solo più alti ed esadattili.[8]

I riferimenti biblici

Nella Genesi 6:1-8[9] si legge:

« 1Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, 2i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta.

3Allora il Signore disse: "Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni". 4C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi. »   ( Gn 6:1-8 (versione CEI 2008), su laparola.net.)

L'interpretazione cristiana

 

I primi apologisti cristiani, come Tertulliano e soprattutto Lattanzio accolsero l'idea, presente chiaramente nel Libro di Enoch e negli scritti a esso correlati, che i "figli di Dio", i bnei ha-elohim (בני האלהים: lett. "figli degli dèi") fossero gli angeli caduti, come sembra intendere anche il passo della Genesi. Tuttavia, in seguito Giulio Africano e Agostino d'Ippona condannarono l'idea che i cosiddetti "figli di Dio" potessero essere angeli. Nella Città di Dio, i figli di Dio sono fatti divenire i discendenti di Set. Altri suggeriscono che i "figli di Dio" in realtà fossero personaggi storici del passato, completamente umani, divinizzati dalla tradizione orale. I "figli di Dio" sono quindi individuati come i discendenti di Set, mentre i "figli degli uomini" come i discendenti di Caino. A conforto di questa ipotesi si richiama il fatto che lo scopo del diluvio universale inviato da Dio era quello di spazzare via dalla Terra quei nefilim che si erano resi così orgogliosi e depravati ai tempi di Noè. L'idea che esseri divini possano accoppiarsi con umani risulta controversa, specialmente tra molti cristiani che, citando un'interpretazione degli insegnamenti di Gesù nel Vangelo di Matteo, affermano che "gli angeli non si sposano"[10][11] sebbene questo sia un concetto estrapolato dal contesto del verso, perché in Luca[12] Gesù afferma che i resuscitati non si sposano nel cielo, ma sono "come gli angeli". In questa ipotesi però resta inspiegato di come sia possibile che dall'unione tra i figli di Dio e le figlie degli uomini possano nascere dei giganti, che tra l'altro ricompaiono anche dopo il diluvio, dove vengono specificate anche le loro dimensioni.

Altre ipotesi

Alcuni esegeti, trovando sgradevole o blasfema l'idea della copulazione tra angeli e umani, hanno suggerito interpretazioni più figurative del concetto di Nefilim, proponendo l'idea che fossero una progenie di posseduti dai demoni. Alla luce delle speculazioni moderne sulle storie dei rapimenti, alcuni hanno inoltre ipotizzato che si trattasse di una descrizione arcaica di una forma d'inseminazione artificiale e di manipolazione genetica da parte di alieni.

I Nefilim e la para-storia

Vi sono stati alcuni tentativi di conciliare la mitologia con la scienza teorizzando che alla radice della mitologia vi siano elementi di verità nella forma di "leggenda" molto distorta. In questo contesto, i Nephilim sono stati associati con la popolazione di Atlantide, che alcuni sostengono essere in contatto o addirittura discendenti dagli extraterrestri.[14]

I Nefilim come superstiti preistorici.

La teoria per stabilire un legame tra la scienza e la Bibbia è quella che sostiene che i Nephilim fossero neandertaliani sopravvissuti (oppure i loro resti ossei), o forse un ibrido tra Homo sapiens e uomo di Neanderthal. Questa teoria assomiglia a quella che associa la leggenda dei draghi alle ossa di dinosauro (nella Bibbia forse indicati con il nome ebraico Tannin).

Molti studiosi pensano che l'uomo moderno abbia condiviso gli stessi territori dei neandertaliani per molti millenni, e che la regione del Vicino Oriente sia stata l'ultimo habitat per uno sparuto numero di tribù superstiti di H. neandertalensis. Dunque, è concepibile che sia rimasta una memoria popolare di queste tozze e forti creature, tramutata in leggenda evoluta successivamente in popolari racconti mitologici, più o meno adattati al loro gusto dalle varie civiltà. Ad esempio, in Sardegna, creature ancestrali, tozze e pelose sono raffigurate dalle maschere dei "Mamuthones".

Zecharia Sitchin ed Erich Von Daniken hanno scritto libri sostenendo che i Nephilim siano i nostri antenati e che noi siamo stati creati (con l'ingegneria genetica) da una razza aliena (per i sumeri gli Annunaki, per altre credenze i nordici o gli abitanti di Nibiru). Nei voluminosi libri di Sitchin si impiega l'etimologia della lingua semitica e traduzione delle tavolette in scritta cuneiforme dei Sumeri per identificare gli antichi dei mesopotamici con gli angeli caduti (i "figli degli Elohim" della Genesi). Osservando che tutti gli angeli vennero creati prima della Terra, lui constata che non possono essere della Terra... e dunque, potrebbero tutti essere considerati semanticamente come dei puri "extraterrestri".

Nei suoi libri David Icke presenta una teoria simile, nella quale esseri interdimensionali rettiliani servendosi dell'ingegneria genetica danno luogo a una progenie con tratti fisici di alta statura, pelle chiara, e suscettibilità a qualsiasi forma di suggestione ipnotica (che a suo parere, avviene quando i "demoni" posseggono la loro progenie e pretendono fedeltà), e afferma che questa linea di sangue è rimasta in controllo del mondo dai giorni dei Sumeri fino a oggi. Va detto, per completezza, che le teorie di David Icke sono considerate da alcune comunità di ufologi come vera e propria disinformazione.


https://it.wikipedia.org/wiki/Nefilim

ANUNNAKI

 

Nella sua ricerca di una saggezza senza pari, Gilgamesh si è imbattuto nel fiume del Tempo, una scintillante via d'acqua nascosta nel profondo di una foresta sacra. Le leggende sussurravano il suo potere di trasportare i viaggiatori in diverse epoche. Incuriosito, Gilgamesh entrò nelle sue acque, sentendo una corrente ultraterrena che lo trascina attraverso i secoli.
Primo, emerse nel passato antico, incontrando il leggendario re Alulim, che condivideva i segreti della civiltà antica e il mandato divino di governare con giustizia. Il fiume poi portò Gilgamesh in un futuro lontano, dove conversava con un discendente saggio e illuminato. Questo futuro re ha rivelato le innovazioni nella governance, nell'unità e nell'importanza senza tempo della compassione.
Questi viaggi temporali hanno arricchito la comprensione di Gilgamesh della leadership, fondendo l'antica saggezza del passato con le intuizioni progressiste del futuro. Tornando al suo tempo, implementa queste lezioni, trasformando Uruk in un faro di prosperità e armonia, una città dove le lezioni del tempo stesso hanno plasmato un presente glorioso e un futuro promettente.