venerdì 15 ottobre 2021

MA VERAMENTE SIAMO O NON SIAMO RIDICOLI? - Rita Stilli


Ti sei fatto 365 giorni di lockdown tappato in casa perché eri terrorizzato, e se uscivi con il cane, quando rientravi ti spogliavi sul pianerottolo, ti levavi le scarpe e ti facevi la doccia con l’Amuchina.

La sera, alle 21,59 correvi più veloce di Speedy Gonzales, di Willy il Coyote e di Cenerentola messi insieme.
Da più di un anno indossi la mascherina e i guanti anche se sei solo.
Sei schedato dalla nascita al Comune, all’Ufficio delle Imposte, in Chiesa.
Sei stato battezzato e vaccinato senza poter scegliere; hai fatto la scuola dell’OBBLIGO.
Quando sei partito per qualche viaggio esotico, hai fatto decine di vaccini senza pensare che ti inoculassero veleni.
Ingurgiti tonnellate di farmaci senza neanche leggere i bugiardini che fino all’anno scorso non sapevi neanche cosa fossero.
Sei schedato anche alla motorizzazione.
Hai il Telepass, lo Spid, l'EasyPark, la PEC, la tessera sanitaria, il conto corrente online, un centinaio di tessere di supermercati, profumerie, negozi di abbigliamento, librerie.
Hai fatto il cashback e la lotteria degli scontrini; fai acquisti su Amazon; hai la carta d’identità, la patente, il passaporto, il codice fiscale, le carte di credito, il bancomat.
Sei iscritto a FaceBook e comunichi a tutti dove sei, cosa pensi e cosa mangi, quando fai la cacca..e tutti sanno di che colore sono le mutande che indossi...
E IL GREENPASS TI LIMITA LA LIBERTÀ???
Ma va a cagare!!

Rita Stilli (fb)

La reputazione. - Umberto Eco


"Un tempo la reputazione era soltanto o buona o cattiva, e quando si rischiava una cattiva reputazione (perché si faceva fallimento o perché ci dicevano cornuto) si arrivava a riscattarla col suicidio o col delitto d'onore.
Naturalmente tutti aspiravano ad avere una buona reputazione.
Ma da tempo il concetto di reputazione ha ceduto il posto a quello di notorietà.
Conta essere "riconosciuto" dai propri simili, ma non nel senso del riconoscimento come stima o premio, bensì in quello più banale per cui, vedendoti per strada, gli altri possano dire "guarda, è proprio lui".
Il valore predominante è diventato l'apparire, e il modo più sicuro è apparire in televisione.
E non è necessario essere Rita Levi Montalcini o Mario Monti,
basta confessare in una trasmissione strappalacrime che il coniuge ti ha tradito.
Il primo eroe dell'apparire è stato l'imbecille che andava a mettersi dietro agli intervistati e agitava la manina. Ciò gli consentiva di essere riconosciuto la sera dopo al bar ("Lo sai che ti ho visto in tv?"), ma certamente queste apparizioni duravano lo spazio di un mattino. Quindi gradatamente si è accettata l'idea che
per apparire in modo costante ed evidente occorresse fare cose che un giorno avrebbero fruttato
la cattiva reputazione.
Non che non si aspiri anche alla buona reputazione, ma è faticoso conquistarla, dovresti aver compiuto un atto eroico, aver vinto se non il Nobel almeno lo Strega, aver passato la vita a curare i lebbrosi, e non sono cose alla portata di ogni mezza calzetta.
Più facile diventare soggetto di interesse, meglio se morboso, se si è andati a letto per denaro con una persona famosa, o se si è stati accusati di peculato.
Non scherzo,
e basta guardare l'aria fiera del concussore o del furbetto del quartierino quando appare nel telegiornale, magari il giorno dell'arresto:
quei minuti di notorietà valgono il carcere, meglio se la prescrizione, ed ecco perché l'accusato sorride.
Sono passati decenni da quando qualcuno ha avuto la vita distrutta perché lo hanno ripreso in manette.
Insomma il principio è: "Se appare la Madonna perché non anch'io?".
E si sorvola sul fatto di non essere una vergine":
Umberto Eco - 2012.