giovedì 18 aprile 2019

Pagavano fino a 15 mila euro per un diploma falso che aprisse le porte della scuola pubblica. - Jacopo Ricca

Pagavano fino a 15 mila euro per un diploma falso che aprisse le porte della scuola pubblica
Inchiesta a Torino: nel mirino 150 tra segretari e bidelli.
Pagavano fino a 15mila euro per avere un diploma falso, ma anche per lavorare nella scuola privata e ottenere così un punteggio alto per avere un contratto nelle scuole pubbliche come bidelli, tecnici o segretari. I racconti fatti ai sindacati dai lavoratori, licenziati in questi mesi dalle scuole del Torinese che – su invito dell'Ufficio scolastico provinciale – hanno avviato i controlli sulle certificazioni, confermano come dietro all'intera vicenda ci sia un'organizzazione.
Sul caso - rivelato da Repubblica Torino oggi in edicola - arriva una condanna unanime da parte dei sindacati: “Quanto è accaduto è inaccettabile. Va tutelato il diritto di chi si è comportato in modo onesto e condannato chi porta avanti pratiche truffaldine – tuona Luisa Limone, segretaria regionale della Flc Cgil - Il numero dei posti disponibili e delle assunzioni a tempo indeterminato è molto più basso di quanto servirebbe e deve però far riflettere che si sia arrivati a questa situazione. Mi sembra molto preoccupante per il sistema. Va apprezzato l'atteggiamento degli uffici scolastici regionale e provinciale. Il passo successivo però deve guardare verso una stabilizzazione dei precari”. Durissima anche la segretaria torinese della Cisl Scuola, Teresa Olivieri: “I falsi e chi li ha fatti vanno condannati – ragiona – Trovo che sia inquietante anche la disponibilità alla truffa di queste persone che sapevano, nella maggior parte dei casi, che i diplomi erano falsi e si sono piegati a pagare cifre importanti”.
Da ottobre a oggi almeno 110 persone sono state licenziate e la posizione di 146 è al vaglio della procura di Torino dopo che l'Usp ha segnalato il caso ai magistrati. Le false attestazioni e i lavoratori arrivano tutti da Campania, Calabria e Sicilia: “Dopo alcune segnalazioni da parte delle scuole abbiamo ritenuto opportuno un intervento sulla tematica – racconta il direttore dell'USp Stefano Suraniti - L'inserimento di numerosi aspiranti con età molto giovane con punteggio molto alti, sia per i titoli che per i servizi svolti era sospetto anche perché i titoli spesso erano conseguiti in scuole paritarie di altre regioni e il servizio era svolto, spesso per poche ore, in scuole paritarie di altre regioni; pertanto abbiamo chiesto alle scuole di verificare il versamento dei contributi presso l’Inps ed è spesso risultato che tale versamento era assente”.
La cosa è stata confermata anche dai sindacati che hanno raccolto le lamentele di queste persone: “Per lavorare un'ora o due a settimana e avere il massimo punteggio a fine anno pagavano somme importanti, dai 5 ai 15mila euro a seconda del periodo e delle attività – raccontano i sindacalisti – C'è chi ha rinunciato a un lavoro al Sud per trasferirsi qua e ora ha perso tutto”.

Palermo, i quadri di Modigliani erano falsi: sequestro dopo la mostra a Palazzo Bonocore. - Romina Marceca

Palermo, i quadri di Modigliani erano falsi: sequestro dopo la mostra a Palazzo Bonocore

Indagati a Roma e a Spoleto l'organizzatore della mostra e il presidente dell'istituto Amedeo Modigliani. Le due opere avrebbero fruttato 9 milioni.

Erano stati esposti a Palazzo Bonocore per una mostra su Modigliani inaugurata nel novembre scorso. "Donna col capello" e "Hannelore", due volti di donna, erano in realtà  due dipinti falsi. Lo hanno scoperto i carabinieri del comando Tutela patrimonio culturale che hanno sequestrato i due dipinti falsamente attribuiti al maestro Amedeo Modigliani.

Le indagini dei militari del reparto operativo - sezione falsificazione ed arte contemporanea – si sono concentrate sulle poche opere reali esposte all’interno della mostra che proponeva principalmente un percorso artistico basato su proiezioni fotografiche multimediali di alcuni capolavori del maestro livornese.

I due quadri sono stati reputati falsi secondo alcuni pareri preliminari rilasciati da esperti d’arte di rinomata professionalità. Gli accertamenti sulla documentazione (certificati di autenticità e provenienza) hanno accertato che si trattava di fogli privi di autorevolezza dal punto di vista scientifico e pieni di passaggi contraddittori.

La procura di Palermo ha così chiesto e ottenuto il sequestro dei due dipinti: dipinto olio su tela cm 65x70 titolato “Hannelore”, provenienza eredità giacente del Tribunale Civile di La Spezia; dipinto olio su tela cm 62,5 x 40 titolato “Donna con cappello”, provenienza proprietà privata di una famiglia di Reggio Emilia.

Nel frattempo a Roma e a Spoleto sono state perquisite le abitazioni e gli studi del presidente dell’istituto Amedeo Modigliani di Spoleto (procacciatore delle due opere) e del curatore della mostra (autore anche delle certificazioni di autenticità). Entrambi sono indagati per il reato di contraffazione di opere d’arte.

Nel corso delle perquisizioni sono state trovate anche la documentazione relativa all’organizzazione della mostra e alla provenienza delle opere sequestrate. Sotto sequestro sono finiti anche materiale informatico e 27 beni d’arte di pregio verosimilmente contraffatti (di cui 3 opere grafiche di Modigliani e 24 dipinti di Picasso, Chagall, De Nittis, Boldini, Dalì e Guttuso) nascosti all’interno di una macchina di uno degli indagati, su cui sono in corso ulteriori accertamenti.

Secondo un calcolo, le due opere false se messe in commercio come autentiche avrebbero fruttato 9 milioni l'una mentre gli altri falsi avrebbero potuto far guadagnare ai due indagati fino a 5 milioni.


https://palermo.repubblica.it/cronaca/2019/04/18/news/palermo_i_quadri_di_modigliani_erano_falsi_sequestro_a_palazzo_bonocore-224361952/?fbclid=IwAR2oscNj8BFzogKUHzHP2hdi9l4SrS_jSJYv2UHRv7kYQVvihh2h6bLAvzw