sabato 1 marzo 2014

Kiev: "La Russia ha inviato 2000 parà". Obama: "L'invasione avrebbe un costo"



Pericolosi venti di guerra in Crimea. Kiev grida all'invasione: Mosca avrebbe inviato 2.000 parà. Dalla Casa Bianca filtra la notizia di un possibile boicottaggio del G8 di Sochi a giugno da parte del presidente Usa. Il presidente ucraino Turcinov accusa apertamente la Russia di voler provocare un conflitto. Putin chiama Merkel, Cameron e Van Rompuy: evitare escalation di violenze.

Non nasconde la sua determinazione Barack Obama quando entra nella sala conferenze della Casa Bianca. Deve parlare di Russia, di Ucraina. Il suo tono è molto deciso e preoccupato: le informazioni che arrivano dalla Crimea non sono molto rassicuranti. 

"Gli Stati Uniti - dice il presidente - sono profondamente preoccupati dalle informazioni di movimenti di militari della Federazione Russa in Ucraina". 
Obama, che ha disertato i Giochi di Sochi, ammonisce Mosca: "Ogni intervento armato nella crisi ucraina sarebbe profondamente destabilizzante per l'Ucraina e potenzialmente pericoloso" e, "sarebbe una chiara violazione dell'impegno russo al rispetto dell'indipendenza, della sovranità e delle frontiere dell'Ucraina, delle leggi internazionali". 
Soprattutto, sottolinea Obama, avrebbe "un costo". Possibile boicottaggio del G8 di Sochi Le questioni sul tavolo sono tante. In più - cosa che se succedesse potrebbe davvero scatenare una serie di problemi internazionali - nella notte, proprio dalla Casa Bianca, è filtrata l'ipotesi che il presidente sta pensando di non partecipare al prossimo vertice del G8 in programma a giugno a Sochi. 
La stessa idea starebbe balendando anche nelle cancellerie degli altri alleati: boicottare il summit. 
Al termine di una giornata contrassegnata da un'escalation di informazioni in arrivo dalla Crimea e da Kiev, il presidente americano ha convocato con un breve preavviso i giornalisti della Casa Bianca e in una breve dichiarazione ha sottolineato che "la Russia ha relazioni storiche con l'Ucraina, comprese relazioni culturali ed economiche, e ha installazioni militari in Crimea, ma ogni violazione della sovranità dell'Ucraina sarebbe profondamente destabilizzante, e questo non è nell'interesse dell'Ucraina, della Russia o dell'Europa". 

"Ogni intervento militare in Ucraina avrebbe un costo" Obama ha quindi sottolineato che un intervento armato russo sarebbe una "interferenza in questioni che devono essere determinate dal popolo ucraino" e "solo pochi giorni dopo che il mondo è andato in Russia per i giochi olimpici, susciterebbe la condanna delle Nazioni del mondo. 

E, certamente, gli Stati Uniti saranno accanto alla comunità internazionale nell'affermare che ogni intervento militare in Ucraina avrà un costo". 
"Alcuni giorni fa ho parlato con il presidente Putin e la mia amministrazione è stata in contatto ogni giorno con i dirigenti russi, e abbiamo messo in chiaro che potrebbero essere parte degli sforzi della comunità internazionale per sostenere la stabilità e il successo di un'Ucraina unita, che è nell' interesse del popolo ucraino ma anche della Russia", ha detto ancora il presidente americano, aggiungendo che "la situazione rimane molto fluida. 
Il vice presidente Biden ha appena parlato con il primo ministro ucraino, per rassicurarlo che in questi momenti difficili gli Stati Uniti sostengono gli sforzi del suo governo e la sovranità territoriale, l'integrità e il futuro democratico dell'Ucraina". Kiev: Mosca ha inviato 2mila parà in Crimea Tensione altissima, quindi, nella penisola ucraina della Crimea. L'Ucraina accusa Mosca di aggressione dopo l'"invasione", come l'ha definita ieri il ministro dell'Interno di Kiev, di due aeroporti in Crimea. Secondo Kiev avrebbe inviato in Crimea 2mila paracadutisti a bordo di13 aerei militari. Onu, Consiglio di Sicurezza straordinario. Usa: serve mediazione internazionale Convocato su richiesta di Kiev, il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha tenuto un vertice di emergenza dove l'ambasciatore ucraino, Iuri Sergeyev ha chiesto "aiuto perché si preservi l'integrità territoriale". L'ambasciatrice Usa, Samantha Power, ha chiesto che si attivi subito una "mediazione internazionale" per tutelare l'incolumità e la sovranità del territorio.  Crimea, il controllo di due aeroporti Da tempo la Crimea vive una situazione difficile. La maggioranza della poplazione è infatti di origini russe, pur facendo parte dell'Ucraina. E la rivoluzione di Kiev, nata soprattutto per il desiderio di avvicinarsi all'Europa, in Crimea non piace. Ieri notte due importanti aeroporti della penisola russofona ucraina sono caduti in mano ai miliziani filorussi: quello della capitale Simferopoli e quello di Belbek, a 20 chilometri da Sebastopoli, dove è di stanza la flotta russa del Mar Nero. Non è ben chiaro se gli autori di questi blitz siano paramilitari filorussi o truppe regolari di Mosca, sulle cui mimetiche non c'è alcun segno distintivo. La flotta di stanza nel Mar Nero ha negato qualsiasi coinvolgimento. Kiev denuncia anche la violazione dello spazio aereo da parte di elicotteri russi.  Il presidente ucraino Turchynov: aggressione Crimea finalizzata all'annessione Già ieri mattina il ministro dell'Interno ucraino, Arsen Avakov, aveva accusato Mosca di "invasione armata". Il neopremieri Oleksander Turchynov aveva lanciato un appello a Putin via TV per lo stop immediato dell'aggressione che, secondo Kiev, avrebbe come obiettivo provocare una reazione ucraina e annettere poi con la forza la Crimea. Le forze di Kiev non hanno più il controllo della penisola  Mosca: passaporto russo ai Berkut, le teste di cuoio accusate di violenze contro i manifestanti  Da Mosca, intanto, ieri è arrivata la direttiva al Consolato Russo di Sinferopoli: rilasciare il passaporto russo ai Berkut, le teste di cuoio accusate di numerosi crimini per reprimere la rivolta filoeuropeista anti Yanukovich. Il presidente deposto da Rostov sul Don ha dichiarato che continuerà a lottare per sconfiggere i "giovani neofascisti" e che non si candiderà alle presidenziali di maggio perchè le considera illegittime. E mentre la Procura Generale di Kiev annuncia di aver spiccato mandati di arresto per una decina di figure di spicco del suo regime anticipa anche che chiederà la sua estradizione dalla Russia. Putin: evitare escalation, necessaria normalizzazione Ieri pomeriggio la notizia che da giorni, se non da settimane ci si attendeva: Vladimir Putin ha rotto il silenzio sull'Ucraina. In una nota il Cremlino riferisce che il presidente ha telefonato al premier britannico David Cameron, alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente Ue, Herman Van Rompuy per sottolineare l'estrema importanza di evitare qualsiasi ulteriore escalation di violenza" in Ucraina e "la necessità di una rapida normalizzazione della situazione". "Gli ultimi sviluppi della crisi ucraina - continua il comunicato - sono stati affrontati (nei colloqui) in modo sostanziali.  Yanukovich: no a separazione Crimea da Ucraina, sì a rapporti con Russia E proprio dalla Russia, ieri pomeriggio verso le 14 ora italiana il presidente deposto ucraino Viktor Yanukovich ha tenuto la sua prima conferenza stampa da latitante. L'ex "uomo forte di Kiev" ha fatto sapere che "la Crimea deve rimanere parte integrante dell'Ucraina pur mantenendo legami con la Russia". Di nuovo ha denunciato quello che chiama un golpe per la rottura dell'accordo firmato il 21 febbraio con le opposizioni. Intanto Svizzera, Autria e Lichetenstein hanno congelato i beni di una ventina di leader ucraini. Lui compreso.  Kiev: caccia a Yanukovich e ai suoi fedelissimi Il nuovo governo chiederà alla Russia l'estradizione di Yanukovich mentre cerca i suoi uomini forti all'interno dei confini nazionali. La Procura Generale ucraina ha spiccato mandati d'arresto a carico di dieci esponenti del passato regime tra cui Viktor Pshonka, gli ex ministri dell'Interno e della Giustizia. L'accusa, per tutti, è di concorso in strage.  

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ucraina-obama-kiev-russia-usa-putin-8774cbfb-3112-46f6-a54b-eded47379f02.html