lunedì 27 ottobre 2025

Il Palazzo di Re Ardashir I, Iran.

 

Il Palazzo di Re Ardashir I, situato nei pressi dell'antica città di Gor (l'odierna Firuzabad) in Iran, è una delle prime e più notevoli realizzazioni architettoniche dell'Impero Sasanide.

Costruito intorno al 224 d.C., poco dopo che Ardashir I rovesciò i Parti e fondò la dinastia Sasanide, il palazzo simboleggiava l'alba di una nuova potenza imperiale persiana.

Costruito con massicce mura in pietra e gesso, il palazzo fu progettato per stupire con le sue grandi dimensioni, le cupole monumentali e l'uso innovativo degli spazi a volta.

La sua caratteristica più sorprendente è la grande sala delle udienze sormontata da un'ampia cupola in mattoni, uno dei primi esempi di costruzione di cupole su larga scala nell'architettura iraniana.

Il design dell'edificio riflette una miscela di tradizioni partiche e nuovi principi architettonici sasanidi che avrebbero influenzato l'architettura persiana e islamica per secoli.

Circondato da giardini e alimentato da un sofisticato sistema idrico proveniente da una vicina sorgente, il palazzo era sia una residenza reale che un complesso cerimoniale.

Ardashir I utilizzò questo sito non solo come sua residenza, ma anche come affermazione politica e religiosa, sottolineando il suo diritto divino a governare come "Re dei Re".

La vicinanza del palazzo alla vicina città circolare di Gor dimostra l'enfasi sasanide sulla pianificazione urbana, sul simbolismo cosmico e sul potere reale.

Nonostante secoli di erosione e danni da terremoto, le imponenti cupole e le spesse mura della struttura evocano ancora la grandiosità dell'antica architettura sasanide.

Oggi, il Palazzo di Ardashir I è Patrimonio dell'Umanità UNESCO, a testimonianza dell'ingegno, dell'ambizione e della duratura eredità di uno dei più grandi imperi antichi dell'Iran.

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E' bene che si sappia come stanno veramente le cose.

 

Nel buono e democratico Occidente, scrivere quello che sto per scrivere è considerata eresia. Ma io lo scrivo e me ne frego, perché un clima di pace e di apertura si crea grazie, e soprattutto, a una corretta informazione. Questa è una vicenda che mai leggeremo sulla nostra stampa di regime.

Stamattina circa 10.000 soldati ucraini sono stati circondati nei pressi di Kupyansk e Krasnoarmeysk. Allora, da parte del Cremlino, è arrivato l’ordine di adottare tutte le misure necessarie per garantire ai soldati ucraini di arrendersi senza essere uccisi.
Inoltre, per coloro i quali non avessero voluto arrendersi, è stato ordinato di garantire loro un trattamento umano, secondo le leggi internazionali. L’ordine, arrivato direttamente da Putin, comprende anche la garanzia di sicurezza per quei soldati ucraini, che vengono colpiti alle spalle dai loro commilitoni quando decidono di arrendersi.
Ora, non è la prima volta che accade una cosa simile. Solo che, però, alla stampa di regime, che deve continuare a disumanizzare il “mostro russo”, queste vicende non interessano e quindi non le riporta.
Immaginate se una cosa del genere l’avesse fatta Zelensky: a quest’ora avremmo sulle prime pagine elogi smisurati all’umanità di Zelensky. Ecco, questa è la disonestà dell’informazione, soprattutto quella italiana.