martedì 13 novembre 2012

Regione Lazio, arrestato l’ex capogruppo Idv Maruccio. L’accusa è di peculato. - Andrea Palladino


Regione Lazio, arrestato l’ex capogruppo Idv Maruccio. L’accusa è di peculato


Il politico avrebbe prelevato un milione di euro tra il 2011 e il 2012, dirottati su dieci conti personali. Dalle carte dell'inchiesta emerge che il politico avrebbe "bruciato" più di 100mila euro nelle slot machine gestite dal tesoriere del partito, Andrea Palma. La testimonianza: "Al gioco era un bombardiere, non si fermava mai". Il gip di Roma: "Attività predatoria di risorse pubbliche".

Vincenzo Maruccio, ex capogruppo dell’Italia dei valori in Regione Lazio, è stato arrestato dal nucleo nucleo di polizia Valutaria della Guardia di Finanza. L‘accusa è di peculato per essersi appropriato di circa un milione di euro di fondi destinati al partito. Dall’ordine di custodia richiesto dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e dal sostituto Stefano Pesci, ed emesso dal gip Flavia Costantini, emerge che nel periodo incriminato il politico, già assessore nella giunta di centrosinistra guidata da Piero Marrazzo, avrebbe bruciato dai 100 ai 120mila euro nelle slot machine, in particolare in una sala giochi gestita da un altro dirigente dell’Idv, Andrea Palma,tesoriere regionale del partito.
Ma Maruccio – lo ha raccontato lui stesso in interrogatorio – era al centro di un vorticoso giro di contanti e assegni tra “sale giochi, tabaccherie, parenti”, scrive il gip nell’ordinanza, “quali la madre che dalla Calabria, a suo dire, gli inviava con l’autobus i risparmi della nonna e amici vari, alcuni calabresi”. Proprio in un’inchiesta della Procura di Catanzaro, il nome di Maruccio (non indagato) è emerso nelle intercettazioni tra i protagonisti di un presunto gruppo di potere massonico-’ndranghetistico.
L’arresto arriva in un momento molto difficile per il partito, segnato da scissioni e dalla discussione sulla questione morale che, in particolare dopo le accuse di Report, investe anche il fondatore – ed ex pm di Mani pulite – Antonio Di Pietro. Pochi giorni fa si è saputo dell’inchiesta che a Bergamo coinvolge Gabriele Cimadoro, parlamentare del partito e cognato di Di Pietro.
LAZIO, UN NUOVO CASO FIORITO. Maruccio – che dopo aver appreso di essere indagato si era dimesso dal partito e dal consiglio regionale – è il secondo capogruppo del Consiglio regionale del Lazio a finire in carcere, dopo quello del Pdl Franco Fiorito, anche lui accusato di uso privato dei fondi di partito. Uno scandalo che ha determinato la caduta della giunta Polverini e il ritorno alle urne, in data ancora da stabilire e oggetto di polemiche tra l’ex governatrice e il ministero dell’Interno. E nell’ordine di custodia cautelare, disposta dal gip per 30 giorni, riecheggiano i toni della vicenda Fiorito. Il gip Costantini scrive infatti di “un’attività predatoria di risorse pubbliche”, di una “sistematica spoliazione” dei conti dell’Italia dei Valori alla Regione Lazio da parte di Maruccio. ”Si può ritenere che la gestione delle ingenti risorse (oltre 1.200.000 euro per ogni anno) che la Regione Lazio ha messo a disposizione dell’Idv” sia stata “esclusiva, incontrollata, proprietaria e destinata, almeno nelle speranze dell’indagato, anche a risultare incontrollabile a posteriori”, aggiunge il gip. L’inchiesta continua ora alla ricerca di eventuali favoreggiatori, anche all’interno dell’Idv, coinvolti dall’ex capogruppo nel tentativo di “concordare versioni favorevoli” sulla gestione dei fondi.   
Salvatore Vincenzo Maruccio avrebbe sottratto circa un milione di euro dai fondi pubblici messi a disposizione del gruppo consiliare Idv tra l’aprile del 2011 e il giugno del 2012. Il denaro sarebbe stato prelevato da due conti correnti aperti dall’Idv sulle banche Cariparma e Credito Artigiano e poi trasferito, secondo l’accusa, dallo stesso Maruccio su dieci conti correnti di cui risulta titolare presso alcune banche. Sette di questi conti sono personali mentre altri tre in codelega.
IL “BOMBARDIERE” DELLE SLOT MACHINE. Durante le indagini è emerso che nel periodo incriminato Maruccio ha bruciato parecchie migliaia di euro alle slot machine. “Molto spesso mi procuravo il contante cambiando assegni dei miei conti o chiedendo anticipazioni da amici come ad esempio la sala giochi Il Travaso presso la quale avrò cambiato circa 60mila euro”, ha affermato l’ex capogruppo Idv nell’interrogatorio del 25 ottobre davanti al pm Pesci, riportato nell’ordinanza. La procura ha convocato il titolare della Travaso, società che gestisce la sala giochi romana Las Vegas Slot Room. Si tratta di Andrea Palma, anche lui dirigente del partito dipietrista. “Dal 2001 la nostra amicizia si è intensificata”, racconta a verbale Palma. “Vincenzo Maruccio spesso si e recato presso il Las Vegas Slot Room per giocare alle slot machine. Per quello che so, in quanto appreso dal personale o direttamente da lui, Maruccio ha frequentato il locale fino a pochi giorni fa per giocare”. Nel gergo della sala da gioco, l’esponente dell’Idv era uno dei “bombardieri“, cioè persone che nel gioco “non si limitano mai”. 
A una domanda del pm, Palma risponde che nel locale Maruccio “aveva la disponibilità, come altri clienti importanti, di una somma in contanti che poteva prendere in prestito direttamente dalla cassa della sala giochi, senza avere l’obbligo di restituirla il giorno stesso”. Il titolare della Travaso descrive il collega di partito come un forte giocatore: “Ci sono stati giorni rari in cui ha accumulato debiti verso la cassa anche di 5mila euro, dovuti a più anticipazioni per varie giornate di gioco”. E conclude: “Presumo, data la mia esperienza personale, che Maruccio abbia potuto perdere cifre importanti e considerevoli, che potrebbero ammontare a circa 100mila euro. La sala giochi vanta a oggi un credito verso di lui di 5.500 euro”.
“SOLDI IN AUTOBUS DALLA CALABRIA”. Gli inquirenti descrivono l’ex assessore come ”una persona perennemente pressata dalla necessità di reperire denaro, pur percependo cospicui introiti come consigliere regionale”. Maruccio era sempre in cerca di denaro “reperito” da “svariate fonti: sale giochi, tabaccherie, parenti, quali la madre che dalla Calabria, a suo dire, gli inviava con l’autobus i risparmi della nonna e amici vari, alcuni calabresi”. Tra questi ”amici” figura anche una ex convivente che lo avrebbe aiutato “economicamente addirittura facendo la cessione di un quinto dello stipendio”. Per questa donna l’ex esponente dell’Idv avrebbe, con soldi del partito, pagato “il canone di locazione dell’appartamento che le era in uso mediante un assegno di 5.400 euro”. Secondo il gip nel reperimento di soldi, l’ex capogruppo “non ha esitato a violare ogni regola, sia quelle sulla circolazione del contante, sia quelle sulla negoziazione degli assegni”.
LA DIFESA: “AVEVO ANTICIPATO SOLDI PER IL PARTITO”. Durate l’inchiesta, Vincenzo Maruccio si è difeso spiegando di essere stato costretto ad anticipare soldi per sostenere le spese della politica quando il partito era in crisi di liquidità per i ritardi dell’amministrazione negli accrediti, e gli eventi incalzavano. Una spiegazione che non ha convinto la procura e la Guardia di Finanza.
Il gip ha convalidato l’arresto ravvisando “il pericolo di inquinamento delle prove”. Il provvedimento ha suscitato la protesta del legale di Maruccio, Luca Petrucci, che definisce l’arresto uno “strumento di pressione” sul suo assistito: “Vincenzo Maruccio si è dimesso, ha lasciato tutti gli incarichi, si è presentato spontaneamente agli inquirenti”, spiega il legale. “Ha offerto la massima collaborazione. Malgrado tutto ciò arrivano oggi gli arresti. La custodia cautelare dovrebbe essere l’extrema ratio, ma in questo modo appare come uno strumento di pressione sull’indagato”.
L’interrogatorio di garanzia è fissato venerdi’ mattina alle 12 nel carcere romano di Regina Coeli l’interrogatorio di garanzia di Vincenzo Maruccio, l’ex capogruppo dell’Idv alla Regione Lazio, arrestato questa mattina con l’accusa di peculato. A interrogare Maruccio sara’ il gip Flavia Costantini che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare. Secondo quanto si e’ appreso, i difensori di Maruccio, gli avvocati Luca Petrucci e Raffaella Talotta, non potranno incontrare il loro assistito fino all’interrogatorio.

Processo Cenere, la giunta Scapagnini condannata in Cassazione.










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Adesso c’è pure il bollo della Cassazione: i contributi previdenziali concessi dal Comune di Catania ai suoi dipendenti per i danni da ‘cenere nera’ dell’Etna, tre giorni prima delle elezioni comunali del 2005, costituirono reato elettorale e dunque i ricorsi per l’ultimo grado di giudizio non sono ammissibili.
La decisione della Suprema corte è stata presa ieri a tarda sera. E così diventa condanna definitiva passata in giudicato, quella inflitta dalla seconda corte d’appello di Catania nei confronti dell’ex sindaco, oggi parlamentare del Pdl Umberto Scapagninie dei sei componenti la giunta comunale in carica nel 2005: Nino Strano, Filippo Grasso, Nino Nicotra, Ignazio De Mauro, Orazio D’Antoni e Fabio Fatuzzo. Il primo fu condannato a due anni e sei mesi, tutti gli altri, nella qualità di assessori comunali, a due anni e due mesi.
Per tutti e sette gli imputati si tratta di una sentenza, questa della Cassazione, molto pesante, non tanto per la pena che dovranno scontare – non andranno certo in carcere, così come è avvenuto per l’ex governatore Cuffaro, dietro l’angolo c’è l’indulto – ma sicuramente per l’interdizione dai pubblici uffici che sbarrerà loro la eventuale carriera politica finita clamorosamente con una sentenza di condanna che ancora fa discutere.
La vicenda della cenere vulcanica e dei contributi ai dipendenti comunali,
quando scoppiò il caso giudiziario sembrava essere una materia difficile da trasferire nelle aule giudiziaria. E invece nel corso degli anni è arrivata la sentenza di primo grado del tribunale, poi confermata in appello. I giudici di secondo grado scrissero nelle motivazioni della sentenza che il “rimborso fu illegittimo, con uguale ingiusto vantaggio patrimoniale dei dipendenti comunali, 3-4 giorni prima dello svolgimento della tornata elettorale che vedeva il sindaco Scapagnini e gli altri appellanti ricandidarsi per il secondo mandato.
Erano i rimborsi Inpdap dati ai dipendenti del Comune per i fenomeni eruttivi e sismici dell’Etna, la cosiddetta cenere vulcanica.
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Terremoto, 5 Paesi bloccano gli aiuti dell'Europa all'Emilia.


Terremoto, i danni a Finale Emilia (Foto Schicchi)


Olanda, Finlandia, Germania, Svezia e Gran Bretagna si oppongono alla proposta di ‘bilancio rettificativo’ per il 2012 sull’esborso da 670 milioni di euro. La Giunta regionale: "Fiduciosi dopo le parole dell'ambasciatore".
Bruxelles, 9 novembre 2012  - Olanda, Finlandia, Germania, Svezia e Gran Bretagna si oppongono alla proposta di ‘bilancio rettificativo’ per il 2012 presentata dalla Commissione europea e riguardante l’esborso da 670 milioni di euro per il terremoto in Emilia Romagna da parte del fondo d’emergenza sulle catastrofi naturali. I rappresentanti dei governi dei cinque paesi si sono espressi durante il dibattito alla riunione dell’Econfin speciale sul bilancio dell’Ue, in corso oggi a Bruxelles.
Gli stessi stati membri si sono opposti anche ad un secondo bilancio rettificativo, sempre il 2012, in cui si chiede di finanziare gli 8 miliardi di euro mancanti per pagare le fatture dei programmi dei fondi di coesione, e i 90 miliardi necessari per il programma "erasmus" di scambio degli studenti dei paesi membri. Inoltre, sono sempre gli stessi paesi bloccano la proposta della Commissione del nuovo bilancio 2013 in cui di chiede un aumento del 7% rispetto all’anno precedente, in ragione del fatto che si tratta dell’ultimo anno del periodo di programmazione finanziaria 2007-2013, e come sempre in questi casi vengono a scadenza la maggior parte delle fatture deli programmi attuati negli anni precedenti.I negoziati all’Ecofin continuano con grande difficoltà, tanto che il portavoce del commissario al bilancio, Janusz Lewandoski, ha pronosticato che la riunione non terminerà prima delle 3 o le 4 del mattino.
OTTIMISMO A BRUXELLES
Il rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue, Ferdinando Nelli Feroci, che partecipa al negoziato dell’Ecofin in corso a Bruxelles sul bilancio comunitario 2013 e sui due correttivi di bilancio per il 2012, si è detto “ottimista sulla possibilità di raggiungere entro la nottata una decisione positiva sul finanziamento dei 670 milioni di euro” stanziati per il terremoto in Emilia Romagna dal Fondo di solidarietà. L’ambasciatore ha rilasciato la sua dichiarazione alla stampa dopo la diffusione delle notizie allarmanti sull’opposizione, espressa oggi da almeno cinque Stati membri, alle proposte di bilancio correttivo della Commissione europea, che includono anche i fondi per l’Emilia Romagna e quasi 9 miliardi di euro di rimborsi (di cui 1,748 miliardi destinati all’Italia) per i programmi di coesione (Fondo sociale, Fondo di sviluppo regionale e fondi per lo sviluppo rurale). 
Nelli Feroci, che ha riferito di tenere “costantemente aggiornati sull’evoluzione del negoziato il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli e il presidente del Consiglio Mario Monti”, ha puntualizzato che “tutti, e soprattutto la Commissione europea, la presidenza di turno cipriota del Consiglio Ue e il Parlamento europeo (rappresentato dal presidente della commissione Bilancio Alain Lamassoure) hanno sottolineato come i fondi per l’Emilia siano dovuti, e che una decisione in merito è necessaria e deve essere presa”. 
Insomma, ha insistito l’ambasciatore “non c’è un’opposizione, ma cinque o sei paesi hanno detto che la decisione sulle modalità del finanziamento di questi fondi deve venire assunta contestualmente a quella sull’altra rettifica del bilancio 2012, quella da 9 miliardi”. I paesi ‘reticenti’ (Olanda, Svezia, Gran Bretagna e Finlandia, più Germania e Austria con delle posizioni più sfumate), chiedono di prendere i soldi mancanti da altri capitoli del bilancio comunitario, e non intendono dare per questo ‘denaro fresco’, come vogliono la Commissione e l’Europarlamento, d’accordo con una ventina di altri Stati membri.  
LA GIUNTA ERRANI
Fiduciosi, con l’auspicio che i fondi per il terremoto siano sbloccati, che il senso di responsabilità prevalga e gli impegni presi dall’Unione europea per il terremoto vengano mantenuti. Così, l’assessore regionale alle Attività produttive dell’Emilia-Romagna, Gian Carlo Muzzarelli, interviene sull’ipotesi di blocco dei fondi dell’Unione europea per il terremoto, i 670 milioni di euro che dovrebbero arrivare dal fondo di solidarietà.
“Si tratta di una vicenda che si intreccia purtroppo con una discussione più generale che riguarda gli equilibri di bilancio dell’Unione europea”, scrive oggi l’assessore in una nota. “Siamo fiduciosi per l’intervento richiesto anche dal presidente Vasco Errani e che ha visto un’azione immediata del Governo italiano, attraverso l’ambasciatore presso l’Unione europea, Ferdinando Nelli Feroci”. Le sue dichiarazioni, aggiunge Muzzarelli “ci fanno ben sperare. Auspichiamo, quindi, che i fondi siano sbloccati al piu’ presto, dal momento che si tratta di risorse indispensabili per gli interventi pubblici nelle aree colpite del sisma”. La speranza di Muzzarelli è che “prevalga il senso di responsabilità affinché vengano mantenuti gli impegni assunti e riconfermati a favore delle comunità così duramente provate”.

Truffa, finanziamenti europei illeciti per 650 mila euro tra Sicilia e Calabria.


etna agrumi
Il Nucleo antifrodi dei carabinieri (NAC) di Salerno ha individuato una truffa ai danni dell’Unione Europea per 650 mila euro al termine di una complessa attività investigativa nel settore “ortofrutticolo” nella piana di Gioia Tauro (Rc).Scoperti finanziamenti comunitari illeciti nel sistema degli aiuti alla trasformazione industriale degli agrumi provenienti dalla Sicilia.
Le indagini del Nac di Salerno si sono avvalse dei riscontri documentali acquisiti dall’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), dalle aerofotogrammetrie del Territorio e dalla Banca Dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale. L’attività dei militari del Nac ha dimostrato, in particolare, che per la campagna 2005/06 e 2007/08 un produttore di San Ferdinando (Rc) - titolare di alcune proprietà agricole anche nei comuni siciliani di Lentini, Ramacca e Palagonia, contrariamente a quanto dichiarato, di fatto, non aveva mai conferito alcun quantitativo di arance siciliane a cooperative agricole e all’industria di trasformazione. Dalle indagini svolte è infatti emerso che gli autotrasportatori non avevano mai effettuato alcun trasferimento di agrumi dalla Sicilia alla piana di Gioia Tauro.
Le irregolarità riscontrate hanno cosi’ consentito di individuare una truffa all’Ue ammontante a 650 mila euro di illeciti finanziamenti. L’esecuzione della misura cautelare da parte del Nucleo antifrodi dei carabinieri di Salerno ha quindi consentito di bloccare conti correnti e beni immobili per un controvalore equivalente di 350 mila euro.

Mafia, Gip di Palermo non archivia l'indagine su Michele Cimino.


michele cimino
Il Gip del Tribunale di Palermo, Maria Pino, non ha accolto la richiesta di archiviazione, presentata dalla Procura nei confronti di Michele Cimino, 44 anni, ex assessore al Bilancio ed ex vicepresidente della Regione Siciliana per il Pdl, appena rieletto all’Ars nelle liste di Grande Sud, nel collegio della provincia di cui è originario: Agrigento.
Il mese scorso Cimino, causa campagna elettorale, aveva chiesto e ottenuto dal Gip un rinvio dell’udienza. La settimana prossima il giudice sentirà in camera di consiglio la Procura e i legali dei tre indagati: assieme l’ex assessore, accusato di concorso in associazione mafiosa, sono sotto inchiesta suo padre, Gianni Cimino, e il segretario, Giovanni Galizia.
La richiesta di archiviazione era stata presentata dal pubblico ministero Fernando Asaro nell’aprile 2011, che però nel mentre è stato trasferito alla Procura generale di Caltanissetta. Secondo i legali degli indagati, gli avvocati Nino Caleca e Grazia Volo, si tratta solo di un “passaggio tecnico”, perché il giudice cioè potrebbe avere necessità di un’integrazione del materiale che le è stato messo a disposizione o di ascoltare le ragioni della Dda. Cimino era finito sotto inchiesta nel settembre 2010, qualche giorno dopo essere uscito dal governo Lombardo.
L’indagine era stata denominata “Family” e aveva riguardato l’allora sindaco di un paese dell’Agrigentino, Castrofilippo, Salvatore Ippolito, arrestato per mafia assieme ad altre quattro persone. Cimino era stato indicato come deputato che aveva ottenuto voti in cambio di soldi dalle cosche, su richiesta del padre Gianni, e “a disposizione” per affari, appalti, finanziamenti.

Nibiru, asteroide contro la terra? Cresce la paura.



Nibiru, asteroide contro la terra? Cresce la paura.


Roma, 10 novembre 2012 - Un asteroide appena scoperto si starebbe avvicinando rapidamente alla terra. La notizia è di quelle che o ti fanno fare una risata e un'alzata di spalle (vedi alla voce bufale colossali) o ti fanno accaponare la pelle dalla paura. Specie sapendo che l'asteroide starebbe effettuando la sua corsa verso la terra ad una velocità così elevata che potrebbe schiantarsi sul nostro pianeta entro dicembre. Aiuto!!!
Uhm, dicembre mese in cui, per la precisione il 21 (21-12-2012) potrebbe avverarsi la profezia dei Maya sulla fine del mondo. Fare due più due per i catastrofisti è quindi automatico. Allora, nel corso degli ultimi mesi annunci di questo genere si sono sprecati. Questa volta però, a giudicare l'interesse della Rete, sembra diverso.
Allora, cominciamo dal soprannome dato all'asteroide, Nibiru, proprio come il misterioso pianeta che secondo i testi sumeri è foriero di catastrofi naturali ad ogni passaggio nel sistema solare.
A propagare l'allarme per primo è stato il sito giornalistico britannico ITN ripreso dall'edizione online della Cnn. E non potevano mancare i contorni della spy story, quando vengono citati come fonti "informatori segreti" della Nasa, l'Ente spaziale americano.
Dunque, secondo quanto trapelato l'asteroide avrebbe dimensioni enormi, per intenderci sarebbe grande quanto lo Stato americano del Texas. E secondo le previsioni il rischio di una collisione con la terra sarebbe del 30% o giù di lì.
Ad aggiungere panico in coloro che credono a questa notizia è che la Nasa non ha confermato ma nemmeno smentito.
La notizia riportata dall'ITN è poi scomparsa. resta leggibile solo una parte di quell'articolo e uno stralcio di un intervista ad un ipotetico scienziato della Nasa, secondo il quale ci sono solo 10 possibilità su cento che possa verificarsi una collisione. Ma quello scienziato esiste poi davvero?
Sia come sia la notizia ha cominciato a girare anche in Italia ed è diventata oggetto di discussioni nei ritrovi.
Ma, a quanto pare, si tratta di una bufala colossale....:

Maltempo, allerta in Maremma: un uomo trovato morto in auto a Capalbio.


Maltempo, allerta in Maremma: un uomo trovato morto in auto a Capalbio

Situazione critica in Toscana e Umbria. L'area più colpita è la provincia di Grosseto. A Capalbio un uomo muore all'interno della sua auto, travolta dalla furia dell'acqua. Dinamica simile a Orbetello: grave una donna di 73 anni. Chiusa la A1 nel tratto compreso tra gli svincoli di Valdichiana e Fabro in direzione Roma e in direzione nord a partire da Orte.

Il cadavere di un uomo è stato trovato all’interno di un’auto travolta dall’acqua in località Chiarone, nel comune di Capalbio, in provincia di Grosseto. Non sono chiare le circostanze della morte, ma la strada avrebbe ceduto per la furia dell’acqua e l’auto sarebbe stata sommersa.
La situazione è delicata in tutta la Toscana, ma l’allerta massima è in Maremma. La Sala operativa unificata della Protezione civile regionale della Toscana ha lanciato l’allarme, dopo quanto accaduto già ieri in Liguria. Altre “piogge e temporali forti” sono previste per le prossime ore: l’allerta è valida per tutto il territorio regionale ad esclusione della Versilia e dei bacini del Serchio e del Bassoserchio, dove viene dichiarato uno stato di criticità moderata. La situazione è particolarmente critica in provincia di Grosseto: nella zona tra Albinia e Marsiliana l’esondazione di fiumi e torrenti ha costretto alcune persone a salire sui tetti delle abitazioni. Gli elicotteri della protezione civile sono all’opera per recuperare il maggior numero di persone possibile. A Orbetello, una donna di 73 anni è stata investita da un’onda d’acqua mentre era in auto: soccorsa dal 118, è stata trasferita in gravissime condizioni all’ospedale Misericordia di Grosseto. A tanta preoccupazione fa da contraltare una buona notizia: la donna incinta tratta in salvo stamane a Marsiliana da un elicottero dei vigili del fuoco, che l’hanno trasportata all’ospedale di Grosseto, ha partorito una bambina.
Allerta anche ad Orvieto dove, nonostante la situazione sia migliorata nelle ultime ore, la città resta spaccata in due. Il sindaco della città, Antonio Concina, parla di un fenomeno “bicentenario, di cui nessuno poteva prevedere la sua inaudita straordinarietà”. I danni nella cittadina in provincia di Terni “sono molto seri e drammatici”, ha aggiunto il primo cittadino, che però esclude l’evacuazione di famiglie dalle case, in quanto la piena ha interessato per lo più scantinati e magazzini industriali.
In seguito all’esondazione del fiume Paglia e dei torrenti ad esso collegati è stato chiuso nel primo pomeriggio il tratto della A1 compreso tra gli svincoli di Valdichiana e Fabro in direzione Roma e, successivamente, anche la direzione nord della stessa A1 a partire da Orte. Il tratto interessato dall’allagamento delle carreggiate autostradali è circoscritto a circa 200 metri all’altezza del km 427, dove il livello delle acque sulle campagne esterne ha superato la quota dell’autostrada per circa 20 centimetri. Per gli utenti diretti verso Roma dal tratto toscano dell’Autosole si consiglia di uscire a Valdichiana, percorrere il raccordo autostradale Valdichiana-Bettolle fino a Perugia e successivamente la E45, rientrando allo svincolo di Orte. Percorso inverso per gli utenti diretti verso Firenze. Dal nord per raggiungere la Capitale e viceversa si consiglia invece l’utilizzo della dorsale adriatica e della A24. Impraticabile invece il corridoio tirrenico per le lunghe percorrenza causa chiusura in vari punti dell’Aurelia per allagamenti.
In provincia di Massa il Corpo forestale dello Stato ha attivato un servizio anti-sciacallaggio degli immobili abbandonati ieri perché invasi dall’acqua. Numerosi gli allagamenti anche in provincia di Perugia, dove alcune famiglie sono state evacuate a causa dell’esondazione del fiume Nestore. A Roma, per l’innalzamento del livello delle acque del Tevere, i Vigili del Fuoco stanno chiudendo gli accessi alle banchine. L’ondata di piena del fiume arriverà in città domani intorno all’ora di pranzo. Problemi anche nel resto del Lazio. Vicino ad Acquapendente, in provincia di Viterbo, è crollata una parte della strada-ponte che attraversa il fiume Paglia.
I collegamenti tra l’alta Tuscia e il sud della Toscana, in particolare con l’Orvietano, sono praticamente interrotti. Sempre in provincia di Viterbo sono circa una dozzina le strade rese impraticabili dall’acqua e dal fango. Quasi completamente isolato il centro abitato di Proceno. Allagamenti e smottamenti anche intorno al bacino del lago di Bolsena. I nubifragi, che intorno alle 13 si erano placati, sono tornati ad abbattersi con violenza in molte località della Tuscia. Nelle prossime ore è previsto un ulteriore peggioramento delle condizioni meteorologiche. Vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine sono mobilitati con tutti gli uomini e i mezzi disponibili.
Il maltempo continua a creare disagi anche al nord. Se in Alto Adige l’allarme sta rientrando, il Veneto è pronto a chiedere lo stato di calamità. A Venezia è ancora acqua alta, mentre a Padova resta l’allerta per la piena fiume Bacchiglione.
Corrado Clini, intervistato da Sky Tg 24, ha ribadito la necessità di un piano di prevenzione nazionale: ”Il nostro territorio è molto vulnerabile, c’è una situazione climatica nuova che poi tanto nuova non è. Quello che va fatto allora, è un programma di manutenzione e gestione del territorio nazionale”. Secondo il ministro, “vanno rese subito disponibili tutte le risorse finanziarie che abbiamo allocato”.

Tav, Corte dei conti indagherà su costi. “Rendere trasparenti dati Osservatorio”. - Andrea Gianbartolomei


Tav, Corte dei conti indagherà su costi. “Rendere trasparenti dati Osservatorio”

La decisione dopo l'esposto inviato dalla consigliera regionale di Sel in Piemonte Monica Cerutti. Obiettivo, mettere a disposizione di tutti i numeri e i costi della Torino-Lione andando a verificare tutte le spese sostenute dalla Pubblica amministrazione.


La Corte dei conti indagherà sul Tav. Questo l’esito dell’esposto inviato alla procura regionale della Corte dei conti dal consigliere regionale di Sinistra e Libertà in Piemonte Monica Cerutti dopo la diffusione del parere negativo dei magistrati contabili francesi sull’opera. Lunedì 12 novembre, proprio nelle ore in cui la consigliera presentava la sua iniziativa, il presidente della Corte dei conti Luigi Giampaolino, a Torino per le celebrazioni dei 150 anni di fondazione dell’istituzione, ha dichiarato all’emittente locale Radio Veronica One: “Prima o poi – io spero sempre prima che poi – anche la Corte dei conti sottoporrà a un monitoraggio e a un esame i costi della Tav”. Un’operazione che, ha precisato, avviene nei confronti di tutte le grandi opere.
In questo caso, più che indicare ipotetici danni alle casse dello Stato, l’intento dell’esposto alla magistratura contabile è volto a rendere trasparenti i dati dell’Osservatorio per la Torino-Lione, creato nel 2006 e presieduto dal commissario del governo Mario Virano. Nessuna velleità ideologica dietro questo gesto, mettono in chiaro quelli di Sel: “Senza entrare nel merito delle valutazioni, opinabili, che l’organismo ha reso nel corso della sua attività di lavoro – si legge – la scrivente rileva un dato indiscutibile, che l’Osservatorio è un organo di emanazione pubblica”. Quindi, in quanto finanziato da soldi pubblici, “dovrebbe godere di un risalto istituzionale tale da permettere ai cittadini di rapportarsi ad esso per ottenere risposte su una questione, quella della Tav, certamente di primaria importanza per la nostra Regione”. Difficile ottenere informazioni su conti, affidamenti e membri dell’Osservatorio.
Per questo motivo nell’esposto Cerutti domanda alla procura contabile di “effettuare tutti i necessari controlli e verifiche volte a tracciare i flussi di denaro a qualsiasi titolo erogati dalla pubblica amministrazione all’Osservatorio per il collegamento ferroviario Torino-Lione, in particolare accertando i compensi e per gli incarichi affidati ai professionisti coinvolti e la loro congruità rispetto all’incarico affidato”. Quindi, in questa maniera, i pm potrebbero capire se ci sono sprechi e spese eccessive che vanno ad aggravare le casse pubbliche. Ma non è tutto, perché bisognerebbe tracciare l’origine dei fondi destinati all’Osservatorio e quindi controllare “l’eventuale sussistenza di erogazioni da parte del Comune di Torino”. Al momento, spiega il consigliere regionale di Sel, sono noti solo i finanziamenti destinati dalla Regione Piemonte all’organismo diretto dal commissario Virano: 360mila euro stanziati nel 2010 e nel 2011.
Infine l’esposto è indirizzato anche alla Procura di Torino, a cui Cerutti chiede di aprire un’indagine conoscitiva “volta a perseguire penalmente qualunque fatto reato che si dovesse eventualmente ravvisare dalle condotte descritte”. Così sarebbe possibile acquisire informazioni sull’Osservatorio e quindi valutare se siano stati compiuti dei reati.
In serata da Parigi il primo ministro Mario Monti, dopo un incontro con il premier francese Jean-Marc Ayrault, ha ribadito l’importanza del Tav nonostante le critiche della Corte dei Conti transalpina: “Anche da parte francese si ritiene il treno ad alta velocità Torino-Lione un progetto di altissimo valore, non solo a livello bilaterale ma anche europeo, perché tutto il continente ne beneficerà”.

Tasse fuori controllo.



"Sono un tributarista, tutti i giorni devo lottare con la burocrazia che ha raggiunto limiti e vessazioni insopportabili. I miei clienti, tempo un anno, si dimezzeranno perché non riusciranno più a mantenere in piedi le aziende. La cosa ridicola è che un tempo si lamentavano delle tasse, ed oggi che sono arrivate a livelli incredibili sono più infastiditi dagli obblighi e mi dicono "Parlate con i politici, semplificate e diteci prima di iniziare a lavorare quante tasse volete al mese e lasciateci lavorare". Se vuoi aprire un'attività in Svizzera tutti ti aiutano, se vuoi aprirla in Italia tutti ti mettono i bastoni nelle ruote. La sensazione è quella, pericolosissima, della rinuncia, la gente non ce la fa più e non paga più nessuno, sono spariti i valori morali nel lavoro. La crisi è come un dente cariato che invece di essere estirpato viene curato continuamente con degli antidolorifici. Non risolviamo il problema più urgente: creare posti di lavoro. Perché dobbiamo pagare le tasse su un reddito lordo che non esiste? Che è stato creato da mancate deduzioni e detrazioni? Paghiamo su quello che ci è rimasto, anche il 90%, basta che li abbiamo in tasca." Loris Gualerzi

http://www.beppegrillo.it/2012/11/tasse_fuori_controllo.html