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mercoledì 12 aprile 2023

Risparmio in bolletta con le batterie a base di sabbia. - Elisabetta Coni

Photo by: Como una Reina – Pixabay

 Al via la sperimentazione di una tecnologia tutta italiana, partendo dalle aziende per poi spostarsi sulle abitazioni: si parte da Salerno con le batterie a base di sabbia utile per edifici energivori. 

Si sa che la crisi energetica con relativo aumento dei prezzi del gas hanno dato la spinta per il progresso di energie rinnovabili alternative al gas. Del resto è proprio il settore industriale ad essere stato pesantemente compromesso dai salassi delle bollette energetiche, essendo le aziende molto energivore. Quindi, cercare fonti di energia meno costosa e che sia sostenibile è diventata una sorta di priorità.

Ma il maggior ostacolo per l’utilizzo di tecnologie rinnovabili nell’ambito industriale che richiedono alte temperature è da sempre legato alla difficoltà che pompe di calore e batterie di accumulo non arrivavano oltre ai 90 gradi. Ma EnelX con la collaborazione del Gruppo Magaldi Green Energy stanno sperimentando una nuova tecnologia chiamata TES, Thermal Energy Storage. Si tratta di Power to Heat. Si tratta di un sistema di storage termico da 13 megawattora che genera vapore termico. Questa maxi batteria si alimenta con fonti rinnovabili, utilizzando sabbia silicia come materiale di stoccaggio.

Come funziona la batteria a base di sabbia.

Il funzionamento di questa innovazione tecnologica nel campo del risparmio energetico e in bolletta è a base di sabbia. Essa viene scaldata mediante resistenze, raggiungendo temperature di 300 gradi e oltre. Questo calore si trasforma in vapore, il quale può essere utilizzato nei processi industriali. Il calore incamerato attraverso la sabbia, vero sistema di accumulo, sarà rilasciato tra le 8 e le 10 ore. 

Il progetto sperimentale di EnelX con Magaldi avrà una prima realizzazione presso una azienda di Salerno. Si tratta della Igi di Buccino, la quale è famosa per produrre olii vegetali che fornisce al gruppo dolciario Ferrero di Alba.

Secondo i due gruppi, questa collaborazione diventa un passo importante per offrire una alternativa valida con fonti rinnovabili e incrementare la decarbonizzazione dei processi industriali, sostituendo di fatto il gas.

Dal punto di vista economico, esso è conveniente visto che si arriva a 20€ a megawattora, più ovviamente il costo per produzione energia rinnovabile. Se pensiamo che una batteria al litio costa dai 40 ai 60 € a megawattora, la convenienza è evidente.

Stoccaggio energetico, il futuro dell’Italia

Il Belpaese ha risorse e competenze adeguate per svolgere un ruolo rilevante nell’ambito dello stoccaggio energetico. Si tratta di un fattore abilitante nella produzione di energie rinnovabili in modo continuativo allo scopo di creare un sistema stabile e sicuro. Ormai da oltre un anno si sono avviate sperimentazioni per trovare soluzioni innovative e alleggerire pertanto i processi industriali, ma non è detto che le batterie a base di sabbia siano destinate solo a questo uso esclusivo. 

Infatti, grazie alla loro efficienza energetica anche in caso di raggiungimento di temperature elevate, si potrebbe pensare a una alimentazione di edifici diversi dalle industrie come interi quartieri o addirittura interi paesi. In questo modo, si potrebbero elettrificare e soprattutto decarbonizzare lavorazioni come quello della ceramica, ma anche alleggerire il peso e il costo delle batterie di accumulo presenti sul mercato. Per ora, ci si sofferma al settore industriale: ci sono state sperimentazioni in Sardegna, Cile e Spagna: quest’ ultima per elettrificare i processi produttivi degli impianti della Renault. 

Si potrebbe pensare di avere un concorrente diretto dell’idrogeno green in quanto l’energia rinnovabile convertita in calore ed accumulata con questa tecnologia, ha un’efficienza superiore al 90% ed è in grado di elettrificare almeno il 50% dei processi industriali in Italia, ma anche all’estero. Si pensa anche agli orari migliori per caricare e scaricare il sistema di accumulo e quando conviene immettere energia in rete per una efficienza e un risparmio senza eguali.

https://www.casaideadesign.it/attualita/risparmio-in-bolletta-con-le-batterie-a-base-di-sabbia.php

mercoledì 11 novembre 2020

Energie rinnovabili: la Regione Campania in top ten per energie alternative.

 

Energie rinnovabili: la Regione Campania in top ten per energie alternative
Tra i primi dieci Comuni da menzionare per le energie rinnovabili il Comune di Campagna, in Provincia di Salerno, con oltre 5.000 abitanti, in grado di produrre piu' energia elettrica di quella consumata dalle famiglie residenti.

Energie rinnovabili: la Regione Campania in top ten per energie alternative

La Campania nella top ten delle regioni italiane riscaldate dal sole e alimentate dal vento. Con i suoi 35.709 impianti da fonti rinnovabili, presenti in tutti i Comuni a fine 2019, la Campania si conferma tra le prime 10 Regioni italiane con la maggior potenza installata, dove il solare fotovoltaico e' la tecnologia prevalente con 34.939 impianti, pari al 97,8% del totale, seguita dall'eolico con 616 impianti pari all'1,7%.

Il report

E' quanto emerge dal Rapporto Comuni rinnovabili Campania di Legambiente. Rispetto al 2018 complessivamente è stato registrato un ulteriore incremento del numero totale di impianti installati sull'intero territorio regionale, pari al 7,4%, dove il solare, con il 7,5%, e' la tecnologia che ha visto il maggior incremento seguita dall'eolico con 1,3%. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nel 2019, e' stata del 44,4% del toltale della produzione territoriale, con un incremento del 5,2% rispetto allo scorso anno. Rispetto al 2018 e' stato osservato un incremento dello 5,24% della produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, analogamente alla potenza installata, e' cresciuta nel corso degli anni, con un aumento annuo medio dal 2008 al 2019 del 14,2%, passando da 1.476,7 GWh/anno nel 2008 a 5567GWh/anno nel 2019 con un incremento del 277%. A livello provinciale, nel 2018, la maggiore produzione da fonti rinnovabili arriva dalla provincia di Avellino. La seconda posizione, in termini di produzione, è invece occupata dalla provincia di Napoli, seguono Salerno e Benevento. E' Caserta la provincia dove l'idroelettrico risulta essere la tecnologia che presenta la maggior produzione, con il 53,97%, di energia da fonti rinnovabili. Tra i primi dieci Comuni da menzionare per le energie rinnovabili il Comune di Campagna, in Provincia di Salerno, con oltre 5.000 abitanti, in grado di produrre piu' energia elettrica di quella consumata dalle famiglie residenti.

https://www.salernotoday.it/green/campagna-energie-rinnovabili-legambiente-campania-report-10-novembre-2020.html

giovedì 6 febbraio 2020

Incidente Frecciarossa: morti due macchinisti. 31 feriti. Procura indaga per omicidio colposo plurimo: “Scambio era in posizione sbagliata.”

Incidente Frecciarossa: morti due macchinisti. 31 feriti. Procura indaga per omicidio colposo plurimo: “Scambio era in posizione sbagliata” (FOTO E VIDEO)

Le vittime sono Giuseppe Cicciù e Mario Di Cuonzo. Intorno alle 5.35 la motrice del treno Av 9595 è uscita dalle rotaie finendo prima contro un carrello e poi contro una palazzina delle ferrovie. Il prefetto: "Poteva essere una carneficina". Il procuratore Chiaro: il treno è "deragliato all’altezza di uno scambio che doveva essere posto in una certa posizione e così non era". Nella notte in quel punto erano stati fatti dei lavori di manutenzione, eseguiti internamente dai dipendenti di Rfi.

Due macchinisti sono morti e 31 persone – su 33 che erano a bordo – sono rimaste lievemente ferite nel deragliamento del treno Frecciarossa Av 9595 partito da Milano Centrale alle 5.10 e diretto a Salerno. L’incidente – il primo in 15 anni sulla linea dell’Alta velocità – è avvenuto intorno alle 5.35 a Ospedaletto Lodigiano, in aperta campagna a circa 30 chilometri da Piacenza. Il treno, arrivato a Milano Rogoredo alle 5:17, era ripartito alle 5:20. Le vittime sono Giuseppe Cicciù, 52enne nato a Reggio Calabria, e Mario Di Cuonzo, 59 anni, di Capua. I loro corpi sono stati sbalzati a circa 50 metri da dove è finita la corsa del treno. “I macchinisti li abbiamo trovati per terra, già deceduti. Il primo era vicino al fabbricato e l’altro a una cinquantina di metri”, ha detto Giuseppe Di Maria, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Lodi. Come anticipato dalla ricostruzione del fattoquotidiano.it, il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, ha spiegato che il treno è “deragliato all’altezza di uno scambio che doveva essere posto in una certa posizione e così non era“. Scambio sul quale, nella notte, erano stati effettuati dei lavori di manutenzione, eseguiti internamente dai dipendenti di Rete ferroviaria italiana. La procura ha aperto un’inchiesta per disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime. Anche Ferrovie dello Stato, con Rfi, ha avviato un’indagine interna. La linea è stata sospesa e tutti i treni, in entrambe le direzioni, sono stati instradati sulla linea convenzionale Milano-Piacenza con ritardi fino a 60 minuti. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso cordoglio per “due nuove vittime del lavoro”, e spera si faccia presto luce sulla dinamica dell’incidente. I sindacati hanno definito l’incidente “inaccettabile” e proclamato uno sciopero di due ore per venerdì.

Le indagini sui lavori di manutenzione. – A rovesciarsi, oltre alla motrice, il primo vagone, mentre il resto del convoglio è rimasto pressoché intatto. “Poteva essere una carneficina”, ha detto il prefetto di Lodi Marcello Cardona. Sulla linea nella notte erano stati fatti dei lavori di manutenzione ordinaria ciclica: un tipo di intervento che viene fatto internamente dai dipendenti di Rete ferroviaria italiana. L’intervento è avvenuto proprio nel punto in cui è sviato il treno. Ilfattoquotidiano.it ha potuto documentare come alle 4.45, al termine dei lavori, sia arrivato il via libera alla circolazione. La prima ipotesi a farsi largo tra gli uomini della Polfer che indagano sul disastro riguardo uno scambio lasciato in “falsa posizione” proprio al termine dei lavori: un intervento non eseguito correttamente su un deviatoio oleodinamico. A confermare che le indagini vanno in questa direzione è stato lo stesso procuratore Chiaro in conferenza stampa: “Sapete che ci sono state attività di manutenzione in quel tratto, stiamo cercando di capire quali attività sono state svolte e che tipo di nesso ci sia tra questa attività e il verificarsi del disastro. Quel treno è il primo che passava dal luogo dove sono avvenute le attività di riparazione”.

“I lavori di manutenzione vengono fatti perché qualcosa si è rotto, se no non c’è motivo per essere lì alle 4 e mezza del mattino”, ha detto sempre il procuratore. “Se lo scambio fosse stato dritto per dritto – ha aggiunto Chiaro – il treno non sarebbe deragliato, non è difficile da capire. Non era nella posizione che doveva garantire la libera percorrenza del treno”, ha ribadito. Chiaro ha precisato che “era una parte dello scambio interessato dai lavori di manutenzione”. Quindi, si sta “verificando l’ipotesi dell’errore umano” legato ai lavori di manutenzione. Lavori che sono tutti registrati e annotati “in modo dettagliato”, ha aggiunto Chiaro. “Non so se è un servizio assegnato all’esterno, mi pare che fosse personale di Rfi“, ha precisato il procuratore di Lodi. Chiaro poi ha anche precisato che il locomotore “si è staccato dal resto del convoglio” che viaggiava “a 300 chilometri all’ora“. “Faremo le cose con la massima rapidità possibile e l’accertamento delle responsabilità in un Paese democratico si fa seguendo le regole“, ha concluso il procuratore.

La dinamica dell’incidente. – Secondo le forze dell’ordine la motrice del convoglio, dopo essere sviata dai binari per cause ancora da chiarire, sarebbe uscita completamente dalle rotaie finendo prima contro un carrello che si trovava su un binario parallelo, e poi contro una casa cantonale delle ferrovie, dove ha terminato la sua corsa, ribaltando anche la sua direzione, con la testa rivolta verso Nord (e non verso sud, direttrice del treno). La motrice è stata scagliata a una cinquantina di metri, dove ha sfiorato una postazione tecnologica, edificio che contiene gli apparati tecnici. Non appena è avvenuto il deragliamento del treno Frecciarossa sono scattati tutti i sistemi di sicurezza dell’alta velocità, bloccando i treni che stavano viaggiando in quel momento. I binari dell’alta velocità sono dotati di sensori di passaggio: nel caso non si liberino nel tempo previsto dal passaggio delle carrozze, inviano un segnale di allarme che automaticamente blocca il traffico. Ed è quando avvenuto questa mattina.

I feriti – A bordo del treno c’erano 33 persone. Era infatti il primo treno della giornata, meno affollato rispetto ai Frecciarossa che partono più tardi. Trentuno i feriti, che sono portati in ospedale: il più grave è un addetto alle pulizie che ha riportato fratture multiple al femore. Quattro sono stati ricoverati in codice giallo a Lodi (2), Cremona e Pavia, mentre 27 in codice verde negli ospedali di Lodi (8), Melegnano (4), Crema (3), Humanitas (3), Codogno (2), Piacenza (3) e Castel San Giovanni (4). Sul posto sono arrivate ambulanze, carabinieri, vigili del fuoco e il prefetto di Lodi Marcello Maria Orione Cardona che ai microfoni di SkyTg24 ha parlato di “mezzo miracolo” e ha ricordato che nel primo vagone c’era un passeggero, due nel secondo e uno nel terzo. “Un dato numerico che ha limitato la tragedia”, ha aggiunto, specificando che ”i soccorsi sono arrivati nei tempi giusti, tenendo conto che siamo in aperta campagna. I vigili del fuoco hanno fatto un lavoro straordinario“. Sul posto sono arrivati 100 soccorritori e due elicotteri del 118 attrezzati per il volo notturno provenienti da Brescia e da Como e con 12 ambulanze, alle quali se ne sono poi aggiunte altre. I due feriti in codice giallo sono stati trasportati a Cremona in elicottero e a Lodi, mentre gli altri feriti in codice verde sono stati portati negli ospedali vicini.

Digifema – Si chiama Digifema ed è la Direzione generale per le investigazioni ferroviarie e marittime del ministero delle Infrastrutture e Trasporti che ha l’obbligo di svolgere indagini a seguito di incidenti gravi per fornire raccomandazioni finalizzate al miglioramento della sicurezza ferroviaria e alla prevenzione di incidenti. Nel settore ferroviario, tutti gli eventi sottoposti ad investigazione da parte della DigifeMa, nella sua qualità di Nib- National Investigation Body, sono soggetti ad obbligo di notifica di apertura indagine all’Agenzia Europea Ferroviaria (Era) con l’inserimento delle informazioni nella banca dati Erail (European Railway Accident Information Links).

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/06/incidente-frecciarossa-morti-due-macchinisti-31-feriti-procura-indaga-per-omicidio-colposo-plurimo-scambio-era-in-posizione-sbagliata-foto-e-video/5697241/

domenica 23 giugno 2019

Braccianti, arrestato Infante (Pd) 19 marzo 2019 „Braccianti ridotti in schiavitù: arrestato Pasquale Infante di Eboli“.

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Braccianti, arrestato Infante (Pd) 19 marzo 2019
Il capogruppo del Pd al Comune, di professione commercialista, è stato condotto agli arresti domiciliari. Nei guai anche la sorella che lavora con lui come consulente.


Nell’inchiesta contro il caporalato, che vede indagate 40 persone (35 destinatari di misure cautelari di cui 27 arresti domiciliari e otto obblighi di dimora e contestuale presentazione alla polizia giudiziaria), condotta dalla Procura Antimafia di Salerno con il supporto dei carabinieri del comando provinciale, spunta anche il nome di un politico salernitano.

L'identikit.

Si tratta di Pasquale Infante, capogruppo del Partito Democratico al Comune di Eboli. Quest’ultimo – insieme al marocchino Hassan Amezghal – è considerato dagli inquirenti al vertice dell’organizzazione “specializzata” nel traffico umano di braccianti agricoli dall’Africa alla Piana del Sele. A Infante, di professione commercialista, vengono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e favoreggiamento dell’immigrazione  clandestina oltre all’elusione delle norme in materia di braccianti agricoli e caporalato. Secondo gli inquirenti sarebbe stato affidato a lui il compito di mettere in ordine le carte riguardanti lo sfruttamento dei migranti. Nel mirino sarebbe finita anche la sorella, Maria Infante, che lavora nello stesso studio di consulenza. Il gip non ha accolto la richiesta del pm di restrizione in carcere modificandola in arresti domiciliari ritenendo che non ci fosse il pericolo di inquinamento probatorio. Ovviamente, Infante si difenderà dalle accuse attraverso il suo legale di fiducia.


http://www.salernotoday.it/cronaca/inchiesta-braccianti-arresto-pasquale-infante-eboli-19-marzo-2019.html

mercoledì 22 aprile 2015

De Luca, motivazioni della condanna: “Nominò il suo uomo per dargli più soldi”. - Vincenzo Iurillo

De Luca, motivazioni della condanna: “Nominò il suo uomo per dargli più soldi”

All'epoca della sentenza che gli infliggeva un anno di reclusione (pena sospesa) per aver promosso "in totale assenza di motivazione" il suo braccio destro Alberto Di Lorenzo, il sindaco commentò: "Condanna demenziale, per aver usato l'espressione project manager invece di coordinatore". Ma i giudici del Tribunale di Salerno sottolineano che lo scopo del primo cittadino era "attribuirgli una inventata posizione apicale, con conseguente riconoscimento di una più sostanziosa retribuzione". 

“Condanna demenziale, per aver usato l’espressione project manager invece di coordinatore“, commentò il sindaco all’epoca della condanna, lo scorso gennaio. Ma secondo i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno che hanno condannato Vincenzo De Luca, la promozione di Alberto Di Lorenzo aveva come unico scopo quello di “attribuirgli una inventata posizione apicale, con conseguente riconoscimento di una più sostanziosa retribuzione“. La realizzazione del termovalorizzatore di Salerno, infatti, non poteva prevedere la figura del project manager, che peraltro non è contemplata dal codice degli appalti. E’ scritto nelle circa 140 pagine delle motivazioni della condanna per abuso d’ufficio a un anno di reclusione (pena sospesa) dell’ex sindaco di Salerno e candidato Pd alla Regione Campania. Le motivazioni sono state depositate stamane dalla seconda sezione penale del Tribunale di Salerno e sono state rese note dal M5S. De Luca è stato condannato in qualità di ex commissario straordinario di governo per la costruzione di un impianto di termodistruzione durante l’emergenza rifiuti in Campania. L’opera non è stata poi compiuta. Tra gli elementi di censura del collegio dei giudici (presidente Ubaldo Perrotta, giudici estensori Antonio Cantillo e Mariano Sorrentino), l’inutilità di nominare un project manager in presenza di un Responsabile Unico del Procedimento, sottolineata in aula dal pm Roberto Penna durante il dibattimento, che parlò di inutile duplicazione delle stesse funzioni.
In uno dei passaggi chiave delle motivazioni, i magistrati giudicanti sottolineano che “l’inesistenza della figura della nomina del project manager, la totale assenza di motivazione circa la necessità della nomina e la scelta della persona nominata; l’accertata falsità delle giustificazioni postume; la particolare qualificazione dei protagonisti della vicenda, i rapporti interpersonali strettissimi tra nominante e nominato Alberto Di Lorenzo, il capo staff dell’ex sindaco, geometra con laurea triennale in Scienza di Governo, anche lui condannato a un anno ndr); il successivo occultamento sul sito web,la presenza, all’interno del gruppo, di persone astrattamente più qualificate; la circostanza che l’opera svolta non risulta essersi concretizzata in attività di particolare complessità ed importanza; il fatto che Di Lorenzo, in prospettiva, avrebbe potuto guadagnare una somma ben maggiore di quella liquidatagli con il provvedimento del marzo del 2009 (circa 8000 euro al netto delle ritenute, ndr) sono tutti elementi dimostrativi del fatto che la nomina in contestazione, lungi dall’essere finalizzata a perseguire esclusivamente una finalità pubblica, aveva l’unico scopo di svincolare Di Lorenzo dal gruppo di lavoro e attribuirgli una inventata posizione apicale, con conseguente riconoscimento di una più sostanziosa retribuzione“.
De Luca, dopo 24 ore di silenzio, ha deciso di pubblicare la sentenza sul suo sito internet “in nome della trasparenza” e ha ripetuto la sua difesa: “Una sentenza che ribadisce che l’abuso d’ufficio consiste in un reato ‘linguistico’, cioè nell’aver nominato anziché un coordinatore del gruppo di lavoro un project manager, figura non presente nella normativa generale in materia di appalti”.


“Il Tribunale di Salerno, che lo ha condannato per abuso d’ufficio, ha detto chiaramente che la figura del project manager non è prevista nel codice degli appalti. Adesso il sindaco decaduto di Salerno, Vincenzo De Luca, la smetterà di parlare di reato linguistico”. A dirlo i parlamentari pentastellati Isabella AdinolfiAndrea CioffiSilvia GiordanoGirolamo Pisano ed Angelo Tofalo. “La motivazione della sentenza – rimarcano – finalmente smaschera venti anni di amministrazione ‘deluchiana’ improntata su leggi e norme completamente inventate per accrescere il consenso elettorale. Oggi è stato dimostrato che a Salerno non esiste la legge De Luca. Esiste la legge degli appalti che il candidato governatore del Pd non ha rispettato. Esiste la legge Severino che, sulla scia del patetico e fantomatico reato linguistico, Vincenzo De Luca e il Pd continuano a snobbare. Ed esiste il M5S che è riuscito a far rispettare la legge sull’incompatibilità del doppio incarico facendolo decadere da sindaco. Noi siamo per la legalità. Il folklore e le invenzioni linguistiche le lasciamo agli showman come De Luca”. “Queste motivazioni – spiega il legale dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, Oreste Agosto – dimostrano dal punto di vista legale, l’illegalità dell’agire dell’amministrazione comunale e rafforza ancora di più il nostro pensiero giuridico sulla chiara incandidabilità di De Luca a governatore della Regione Campania”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/21/de-luca-motivazioni-condanna-nomino-braccio-destro-per-dargli-soldi/1610995/

venerdì 6 marzo 2015

CROLLATA LA SALERNO-REGGIO CALABRIA. - TEAMECHOS

E’ accaduto la sera di lunedì 2 Marzo, un tremendo tonfo ha fatto vibrare la terra e una nube di polvere altissima si è sollevata verso l’autostrada.
La pericolante Salerno-Reggio Calabria è crollata, sgretolandosi da sola, e un pezzo di asfalto grande quanto un campo da calcio è precipitato giù facendo un volo di ottanta metri.
Nel dramma annunciato non poteva non mancare anche questa volta una vittima, un ragazzo di venticinque anni, l’ennesimo addetto ai lavori che nessuno si è preoccupato di mettere in sicurezza.
Attualmente l’autostrada è stata chiusa nel tratto tra i caselli di Lagonegro Nord e Sibari e gli automobilisti sono costretti ad uscire e a percorrere le trafficate e malmesse strade provinciali.

martedì 13 novembre 2012

Truffa, finanziamenti europei illeciti per 650 mila euro tra Sicilia e Calabria.


etna agrumi
Il Nucleo antifrodi dei carabinieri (NAC) di Salerno ha individuato una truffa ai danni dell’Unione Europea per 650 mila euro al termine di una complessa attività investigativa nel settore “ortofrutticolo” nella piana di Gioia Tauro (Rc).Scoperti finanziamenti comunitari illeciti nel sistema degli aiuti alla trasformazione industriale degli agrumi provenienti dalla Sicilia.
Le indagini del Nac di Salerno si sono avvalse dei riscontri documentali acquisiti dall’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), dalle aerofotogrammetrie del Territorio e dalla Banca Dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale. L’attività dei militari del Nac ha dimostrato, in particolare, che per la campagna 2005/06 e 2007/08 un produttore di San Ferdinando (Rc) - titolare di alcune proprietà agricole anche nei comuni siciliani di Lentini, Ramacca e Palagonia, contrariamente a quanto dichiarato, di fatto, non aveva mai conferito alcun quantitativo di arance siciliane a cooperative agricole e all’industria di trasformazione. Dalle indagini svolte è infatti emerso che gli autotrasportatori non avevano mai effettuato alcun trasferimento di agrumi dalla Sicilia alla piana di Gioia Tauro.
Le irregolarità riscontrate hanno cosi’ consentito di individuare una truffa all’Ue ammontante a 650 mila euro di illeciti finanziamenti. L’esecuzione della misura cautelare da parte del Nucleo antifrodi dei carabinieri di Salerno ha quindi consentito di bloccare conti correnti e beni immobili per un controvalore equivalente di 350 mila euro.