venerdì 11 novembre 2022

Ecco chi finanzia i partiti (e l’incredibile caso dell’ex eurodeputata di Forza Italia) - Carmine Gazzanni e Stefano Iannaccone – tpi.it















Imprenditori che finanziano tanto a destra quanto a sinistra, associazioni, società e multinazionali. Addirittura scuole e ovviamente gli stessi parlamentari. Senza dimenticare chi intanto è diventato ministro. Nell’ultimo periodo e a cavallo tra le elezioni politiche e la formazione del governo di Giorgia Meloni, sono continuati a piovere sui principali partiti italiani lauti finanziamenti, che in parte evidentemente sono serviti a coprire le ultime spese di campagna elettorale, in parte serviranno per affrontare i prossimi impegni con le amministrative.

Uno e trino

Tutto lecito, per carità, e tutto trasparente. TPI ha infatti consultato il documento relativo alle «erogazioni ai partiti e ai movimenti politici iscritti nel registro nazionale», da cui ad esempio emerge come Azione, tanto durante la campagna elettorale quanto dopo, ha attratto tante società private. Il 26 settembre, dunque un giorno dopo le politiche, la società immobiliare Ipi spa ha versato ben 30mila euro al partito di Carlo Calenda. Nei giorni precedenti, invece, a staccare un assegno erano state altre grandi imprese attive nel mondo dell’edilizia come la Bononia Holding (10mila euro), la Mst spa e la Stella Holding (entrambi 20mila euro). Qualche giorno prima però, precisamente il 12 settembre, a versare 2mila euro è stata un’altra imprenditrice, Luisa Todini. Il nome è di quelli che contano. Parliamo dell’ex eurodeputata dal 1994 al 1999 (con Forza Italia), oltreché in passato consigliera di amministrazione in Rai (dal 2012 al 2014) e presidente di Poste Italiane (dal 2014 al 2017). La vera curiosità, però, è che la Todini non ha pensato soltanto ad Azione. Risultano, infatti, a suo nome e nello stesso giorno altri due bonifici, sempre di 2mila euro: uno a Fratelli d’Italia e uno a Italia viva. Tanto per non farsi mancare nulla. E a proposito del partito di Matteo Renzi, anche qui sorgono interessanti curiosità. A cominciare dal fatto che, in mezzo a tante elargizioni di privati e società, sempre il 12 settembre a finanziare Iv è stato un imprenditore monegasco di origini italiane: Manfredi Lefebvre d’Ovidio, uomo d’affari miliardario (ad agosto 2022 il suo patrimonio netto era stimato in 1,3 miliardi di dollari), presidente ed ex proprietario della società di crociere di lusso Silversea Cruises, che ha deciso di riprendere in mano le sue origini finanziando il partito di Renzi con un bonifico da 100mila euro.

Cavalieri e giocatori.

Non è stata da meno, spostandoci sul fronte del centrodestra, anche Forza Italia. Negli ultimi giorni di campagna elettorale, tanto per dire, sono arrivati importanti bonifici, come quello da 100mila euro risalente all’8 settembre dell’Ares Safety, società impegnata nel mondo dell’abbigliamento sanitario. Ad esempio? I tanto famigerati dpi, a cominciare dalle mascherine. Dopo 4 giorni altro contributo da 100mila euro, questa volta dalla Eurozona srl, impegnata sempre nel mondo dell’edilizia. Esattamente come la Ipi spa che già abbiamo incontrato parlando di Azione. Tra i beneficiari dei contributi della società per azioni non c’è solo Calenda ma anche Berlusconi: risultano, infatti, due elargizioni, una del 20 settembre (25mila euro) e una subito dopo il risultato elettorale, il 26 settembre (10mila euro). D’altronde i versamenti sono continuati anche dopo la vittoria della coalizione del centrodestra. Un altro esempio? Gli ulteriori 10mila euro che il 27 settembre ha versato l’Associazione nazionale Sapar. Ovvero, l’associazione nazionale dei gestori del gioco di Stato che, nonostante sul sito si professi «assolutamente apolitica», ha deciso di foraggiare il partito di Silvio Berlusconi.

Scuole “leghiste”.

A questo lungo elenco ovviamente non poteva mancare Fratelli d’Italia. Che a quanto pare piace a mondi profondamente diversi l’uno dall’altro. Spiccano, ad esempio, i 30mila euro del gruppo Cremonini, leader nel settore alimentare, o di quelli della Eurologistics, che si occupa di locazione di immobili. Curiosi, a proposito dell’imparzialità politica delle associazioni di categoria, anche i 3mila euro della Federalberghi di Roma. A proposito di ricettività, però, il partito di Giorgia Meloni piace anche alla Bassani srl, società attiva proprio nel mondo del turismo, che ha versato il 22 settembre altri 10mila euro al primo partito d’Italia. E la Lega di Matteo Salvini? Accanto a privati cittadini e società, piace anche agli istituti scolastici. Qualche esempio? Il 26 settembre (dunque un giorno dopo le elezioni politiche) l’Istituto paritario “Del Majo” di Pagani in provincia di Salerno ha versato la bellezza di 25mila euro alla Lega. E non è proprio una novità. Agli inizi di settembre, infatti, a foraggiare Salvini con 50mila euro era stato l’Istituto scolastico “Cesare Brescia”. La particolarità? Parliamo sempre di una scuola campana, essendo l’istituto di Pompei. Su qualche punto, insomma, è riuscito a conquistare i cuori meridionali. Altra coincidenza è quella del 5 settembre: 20mila euro sono arrivati dall’Irsaf, Istituto di Ricerca scientifica e di alta formazione. Una delle sede principali? A Caserta. Ma non è tutto. In mezzo a tutte le altre elargizioni spiccano i 50mila euro versati il 6 settembre dalla Sostenya Green srl che a quanto pare si occupa di green economy. Tema in cui crede fortemente, dato che il giorno prima ha versato altri 30mila euro a Italia viva. Tanto per dimostrarsi bipartisan.

Ministri benefattori.

Le curiosità scorrendo gli elenchi dei “benefattori” dei partiti, però, sembrano non finire mai. E così si scopre un altro dettaglio. Molti dei politici e dei principali personaggi politici della XIX legislatura hanno finanziato i rispettivi partiti proprio in questo periodo, a cavallo delle elezioni e dunque poco prima delle nomine (o delle elezioni) che li hanno toccati. Prendiamo il ministro Gilberto Pichetto Fratin, oggi a capo del dicastero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Ebbene, dopo aver finanziato Forza Italia con 900 euro, a inizio settembre risulta un assegno di 20mila euro. Il 14 settembre, invece, risulta un bonifico di 10mila euro di Giovanbattista Fazzolari, oggi sottosegretario per l’attuazione del programma, a Fratelli d’Italia; qualche giorno prima (l’8 settembre) 8mila euro del nuovo presidente del Senato, Ignazio La Russa. Il 20 settembre, invece, è toccato a Nello Musumeci, neo-ministro del Mare, che ha versato 5mila euro. Tutti contributi, ovviamente, legittimi e inevitabili per chi è iscritto a un partito. Certo, in altre circostanze più e più volte si sono accumulati ritardi nei pagamenti che invece dovrebbero essere mensili. Restano, insomma, le curiosità della mole dei finanziamenti e, soprattutto, delle tempistiche.

https://infosannio.com/2022/11/11/ecco-chi-finanzia-i-partiti-e-lincredibile-caso-dellex-eurodeputata-di-forza-italia/

SOVRANISTA A CHI? - Marco Travaglio

 

La figuraccia sui migranti del nostro governo finto sovranista, che fa la faccia feroce con 3-4 navi di Ong con poche centinaia di persone dicendo che non sbarca nessuno, poi distingue tra “fragili” e “carichi residuali”, infine fa sbarcare tutti, mentre tutt’intorno ne arrivano a migliaia su mercantili e barchini e, appena toccano il suolo italiano, ricevono il foglio di via e diventano uccel di bosco, intanto si vanta di avere spezzato le reni alla Francia perché Macron apre un porto a quattro gatti, rischiava di costare caro a Meloni.
Ma la sua fortuna sono i finti antisovranisti europei, molto più sovranisti di lei, che lavorano per lei da prima del voto.
Tipo Macron che, dopo aver cambiato idea tre volte
(sì all’Ocean Viking a Marsiglia, anzi no, anzi sì ma a Tolone),
la attacca (“scelta inaccettabile e incomprensibile”), blocca 3500 rifugiati dall’Italia, invita gli altri governi a imitarlo e schiera 500 uomini al confine.
Il tutto perché Roma osa fare un po’ meno di quello che fa usualmente Parigi.
Che, oltre a proteggere i nostri assassini latitanti, chiude ai migranti i porti e le frontiere di Ventimiglia e del Frejus, insegue e incrimina volontari che assistono donne straniere incinte,
deporta migliaia di rifugiati oltre i nostri confini scaricandoli nottetempo come “carichi residuali” nei boschi di Claviere,
per giunta violando la sovranità italiana.
Nel 2018, quando Macron provò a insegnare l’accoglienza al governo Conte-1, la socialista Martine Aubry insorse:
“Come osi dare lezioni agli altri, quando la Francia è tra i Paesi che fa meno per i rifugiati?”.
Ora tutti inneggiano a Macron capo della resistenza antisovranista, mentre sui migranti e tante altre cose è sovranista quanto Scholz sull’energia e Orbán sui migranti e l’energia.
Un bel regalo a Meloni, che può spacciare la figuraccia per un complotto dell’Ue anti-italiana.
E gabellare se stessa per sovranista, cosa che non è più da quando si è consegnata mani e piedi a Biden per avere il permesso di governare in pace senza uno dei soliti golpettini bianchi made in Usa.
Ieri infatti non ha fiatato quando il console ucraino Andrii Kartysh ha intimato a Sala, a Fontana e al sovrintendente Meyer di cancellare la prima della Scala col Boris Godunov di Musorgskij e “rivedere” il cartellone per ripulirlo da altri “elementi propagandistici”, cioè da opere di musicisti russi.
Tutti putiniani come Musorgskij, nato nel 1839 e morto nel 1881, oltre un secolo prima che Putin salisse al potere.
Un premier sovranista suggerirebbe a questo svalvolato e a chi ce l’ha mandato di non permettersi mai più simili scemenze e di rivolgersi a un bravo psichiatra.
Invece c’è pure il caso che, nella nuova culla del sovranismo, alla prima della Scala l’opera di Musorgskij venga sostituita in corsa dalla fiction di Zelensky.

ILFQ