giovedì 4 aprile 2013

Roma: tre arresti all'Idi, fatture false per 14 mln.



Arrestati padre Franco Decaminada, fino al 2011 consigliere delegato, assieme a 2 imprenditori.

ROMA  - Con l'accusa di aver effettuato fatture false e un'appropriazione indebita per circa 14 milioni di euro è stato arrestato a Roma padre Franco Decaminada, consigliere delegato dell'Idi fino al dicembre 2011. Insieme a lui, ai domiciliari, la Guardia di Finanza di Roma, ha arrestato anche due imprenditori.

Gli imprenditori arrestati su disposizione del gip di Roma sono Domenico Temperini e Antonio Nicolella. Sono tutti accusati di appropriazione indebita ed emissione di fatture false.

Si aggira intorno ai 4 milioni di euro la somma che padre Franco Decaminada avrebbe distratto dalle casse dell'Idi. E' quanto accertato dagli uomini del nucleo di polizia di Tributaria della Guardia di Finanza di Roma nell'ambito dell'operazione "Todo Modo" che ha portato anche all'arresto di altri due imprenditori.
"Sono state ricostruite operazioni di prelevamento di denaro contante dalle casse dell'Idi - scrive in una nota la Gdf -, presso il cui ufficio economato confluivano quotidianamente gli incassi giornalieri dell'intero comparto Idi-Sanità". A titolo "di asseriti e non documentati 'rimborsi spese' o, più frequentemente, addirittura senza alcuna formale giustificazione: Padre Decaminada risulta essersi appropriato di oltre 2,1 milioni di euro", mentre Temperini ha effettuato prelievi non giustificati per oltre 250 mila euro. Decaminada, in totale, ha accumulato circa 4 milioni di euro: almeno 2,1 milioni li ha prelevati direttamente, in contanti, dalle casse della Provincia Italiana ed altri 1,8 milioni gli sono giunti da una serie di società "che ne hanno schermato la reale destinazione con una serie di fatture false emesse da un'altra società, rappresentata dal responsabile pro tempore del settore commerciale dell'Idi".

Si trovava a casa di amici a Soiano sul Lago di Garda, provincia di Brescia, padre Franco Decaminada quando gli uomini della Guardia di Finanza gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare emessa in relazione alla vicenda dell’Idi e in particolare sulla bancarotta della societa’ Elea Formazione Professionale. L’ex amministratore dell’Idi, secondo quanto disposto dal giudice, dovrà stare ai domiciliari nella sua abitazione di Roma, nella zona di via di Bravetta. Il giudice Antonella Capri, nel provvedimento, sottolinea che a Decaminada è stato imposto il "divieto di intrattenere, con qualsiasi mezzo, rapporti anche telefonici con persone diverse da quelle conviventi".
La guardia di Finanza del comando provinciale di Roma, che stamani ha eseguito gli arresti di padre Franco Decaminada, che ha ottenuto i domiciliari, e di due imprenditori, ha sequestrato un immobile in Toscana, acquisito - secondo quanto si è appreso - con fondi distratti dall'Istituto dermatologico italiano. Da questa mattina sono in corso anche 14 perquisizioni sia a Roma sia in altre città.

GIP,CASSE SVUOTATE IN PIENA CRISI FINANZIARIA OSPEDALI  - "Le condotte di spoliazione delle casse dell'Idi sono tanto più gravi se si considera che i prelievi più ingenti sono stati effettuati tra il 2010 ed il 2012 quando, cioé, la crisi finanziaria che attanaglia ancora gli istituti ospedalieri che, come ricordato, ha condotto l'ente proprietario a chiedere l'ammissione al concordato preventivo, era ormai divenuta irreversibile". E' un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare di circa 20 pagine firmata dal gip Antonella Capri, notificata oggi a padre Franco Decaminada e altri due imprenditori. Ai tre il procuratore aggiunto Nello Rossi contesta i reati, a seconda della posizione, che vanno dall'appropriazione indebita, alla bancarotta fraudolenta e alle false fatturazioni. Decaminada, in particolare ha effettuato "prelievi, tra il 2006 ed il 2012, per un totale di oltre 400mila euro a titolo di 'rimborso spese', per le quali la contabilità non è stata rinvenuta alcuna documentazione giustificativa relativa alle spese asseritamente sostenute ed oggetto del rimborso, e negli anni 2011 e 2012 - spiega ancora il gip Capri - ha preso contanti per un totale di 1,7 milioni di euro senza neanche indicare in contabilità una sia pure apparente, ragione del prelievo".

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