lunedì 8 luglio 2019

Pd, la sede resta al Nazareno: non ci sono i soldi per il trasloco e i parlamentari debbono 800mila euro.

Pd, la sede resta al Nazareno: non ci sono i soldi per il trasloco e i parlamentari debbono 800mila euro

Ma fonti della segreteria smentiscono, assicurando che è "ferma intenzione dell’attuale segreteria quella di cambiare la sede nazionale del partito".


Il Pd si tiene il Nazareno, o forse no. Le casse del Partito Democratico sono sempre più vuote e così, per cercare di ridurre le spese, i dem hanno pensato di iniziare a tagliare proprio sulla sede, lo storico Palazzo del Collegio Nazareno situato nel rione Trevi, a due passi da via del Tritone, nel cuore del cuore di Roma. Le prime due alternative analizzate erano spostarsi più a sud, sull’Ostiense, oppure più a est, in via Merulana. Ma, fatti due conti, si è arrivati alla conclusione che non era poi così conveniente lasciare la sede storica, sia per i costi del trasloco sia per i disagi che la maggior distanza dal cuore politico della città comporterebbe per i vertici dem, costretti a fare i conti con l’assai caotico traffico della Capitale.

Meglio allora restare dove si è, cercando però di restringersi un po’. Secondo quanto riferisce Repubblica infatti, il Pd è intenzionato a tagliare sui metri quadri attualmente a disposizione, ridiscutendo con il padrone di casa il contratto d’affitto scaduto il 30 giugno scorso. “È in corso una trattativa con la proprietà per il rilascio di alcuni spazi e la conseguente riduzione del canone di locazione”, si legge nella parte finale della relazione sul bilancio 2018 certificata a maggio dal tesoriere Zanda. Tutto questo è stato smentito però dallo stesso Pd: “Come annunciato in diverse occasioni nelle scorse settimane è ferma intenzione dell’attuale segreteria quella di cambiare la sede nazionale del partito, a differenza di quanto scrive oggi un noto quotidiano nazionale”, precisano infatti fonti della segreteria. “Come previsto, ciò avverrà nei prossimi mesi. Ovviamente, trattandosi di un immobile che dovrebbe avere determinate caratteristiche e non un semplice appartamento ad uso privato, la ricerca sta proseguendo e se ne darà conto appena ci saranno novità”, aggiungono le stesse fonti.

In ogni caso, tagliare i costi della sede sembra essere una decisione obbligata visto il buco di 600mila euro nel bilancio dell’ultimo anno e le entrate sempre più risicate. Oltretutto con 165 dipendenti in cassa integrazione da un anno, per i quali alla scadenza del prossimo 31 agosto “il partito è fortemente intenzionato a richiedere la proroga della Cigs per ulteriori 12 mesi”, come si legge ancora nella relazione.

Eppure la situazione potrebbe essere risolta con la riscossione degli 800mila euro di crediti dovuti da senatori e deputati che da tempo non versano nelle casse del partito la quota mensile di 1500 euro dovuta. I 7 milioni entrati nel 2018 dal 2 per mille – il contributo volontario che ogni cittadino può versare ai partiti – non bastano infatti a compensare la perdita del finanziamento pubblico, abolito da una legge del 2017 e che prima di allora contava per 40 milioni. Motivo per cui al Nazareno non è piaciuta la notizia che Carlo Calenda stia continuando a incassare contributi volontari sul suo sito aperto prima delle elezioni europee per il suo manifesto confluito poi nel Pd, soldi che il partito non ha però mai visto.

Matteo Renzi condannato dalla Corte dei Conti della Toscana per danno erariale. E c’è un altro procedimento aperto.

Matteo Renzi condannato dalla Corte dei Conti della Toscana per danno erariale. E c’è un altro procedimento aperto

Da presidente della Provincia di Firenze, nel 2005, secondo i giudici contabili, aveva nominato un collegio di direzione invece di un singolo dg: "Deve 15mila euro allo Stato". E ha ricevuto un invito a dedurre per scelta di due collaboratori privi di laurea per il suo staff quando era sindaco di Firenze. Il suo legale: "Faremo appello. L'altro procedimento? Inspiegabile".

Matteo Renzi è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti della Toscana per un danno erariale di 15mila euro. Da presidente della Provincia di Firenze, nel 2005, secondo i giudici contabili, aveva nominato un collegio di direzione provinciale invece di un singolo direttore generale. Con l’ex premier sono stati condannati anche i quattro dg e l’assessore al Bilancio in carica al momento della nomina. La Corte dei conti ha ritenuto accertato un danno erariale complessivo di 125mila euro, che era stato contestato anche al segretario provinciale dell’epoca, poi deceduto.

La magistratura contabile ha aperto anche un altro procedimento sul senatore ed ex segretario del Partito Democratico. Mercoledì, infatti, ha ricevuto dalla procura della Corte dei conti un invito a dedurre per un presunto danno erariale per la scelta di due collaboratori privi di laurea per il suo staff quando era sindaco di Firenze, fatti risalenti al 2009. In questo caso il presunto danno erariale attribuito a Renzi, coinvolto insieme ad altri due dirigenti, è di 69mila euro

“Abbiamo immediatamente predisposto appello come avvenuto in analoga circostanza in passato”, ha commentato l’avvocato di Renzi, Alberto Bianchi. “La condanna è avvenuta senza nessuna richiesta di condanna da parte della procura, e in presenza di una legge che esclude che possa essere sottoposto a giudizio un soggetto che, come nel caso di Matteo Renzi, era rientrato nel processo su ordine del giudice dopo che la procura ne aveva chiesto l’archiviazione”.
Quanto all’altro procedimento, Bianchi rileva che “già in passato la Corte dei Conti in appello ha smentito la ricostruzione giuridica della sede fiorentina in primo grado e ha stabilito come non vi sia necessità della laurea per le posizioni di staff del sindaco. Anche in questo caso peraltro è inspiegabile il coinvolgimento dell’organo politico in presenza dei visti amministrativi di regolarità”.