martedì 2 luglio 2019

“Angeli e Demoni”, indagati anche gli ex sindaci Colli e Burani

Burani-Colli

Entrambi devono rispondere di abuso d'ufficio, la stessa accusa per cui è ai domiciliari Andrea Carletti, primo cittadino di Bibbiano.

REGGIO EMILIA – L’ex sindaco di Montecchio Paolo Colli e l’ex sindaco di Cavriago, Paolo Burani, entrambi del Pd ed entrambi ex presidenti dell’Unione della val d’Enza (Burani prese il posto di Colli dopo lo scandalo dei vigili in val d’Enza, ndr), sono indagati a piede libero per abuso d’ufficio nell’inchiesta “Angeli e Demoni”. La stessa accusa per cui, attualmente, è agli arresti domiciliari il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, pure lui del Pd, che verrà interrogato domani dal Gip, così come gli psicologi e psicoterapeuti del centro Hansel e Gretel.

Burani e Colli sono probabilmente stati indagati proprio perché, in qualità di presidenti dell’Unione, approvavano anche i bilanci con le relative spese.

Oltre a Carletti, ai domiciliari ci sono anche la responsabile dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza e anche tre psicoterapeuti del centro Hansel e Gretel di Moncalieri, specializzato in abusi su minori e che era affidatario dei servizi di psicoterapia per l’Unione Val d’Enza. Tra gli indagati che hanno ricevuto la sospensione dai loro incarichi ci sono diversi psicologi e assistenti sociali che lavoravano per l’Unione Val d’Enza.

Intanto le indagini proseguono e oggi gli inquirenti hanno ascoltato, come persone informate dei fatti, quattro amministratori: l’ex sindaco di Campegine, Paolo Cervi, l’ex sindaco di Gattatico Gianni Maiola, l’ex sindaco di Sant’Ilario Marcello Moretti e l’ex vice sindaco di San Polo, Edmondo Grasselli.

Fonti della destra reggiana informano intanto che la visita della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni a Bibbiano, prevista per domani, sarebbe slittata a venerdi’.

https://www.reggiosera.it/2019/07/angeli-e-demoni-indagati-anche-gli-ex-sindaci-colli-e-burani/255377/?fbclid=IwAR149JXs9UgLGiIV1mnpMKO-X3KBktBkt0kiI8BZXLgZ-qB_BXbqm200DEc

Lodi, la truffa delle false onlus di accoglienza migranti: 11 arresti. - Francesco Gastaldi

Lodi, la truffa delle false onlus di accoglienza migranti: 11 arresti

Quattro organizzazioni hanno usato falsi documenti per partecipare ai bandi pubblici: 11 gli arrestati, tra loro anche pluripregiudicati legati a famiglie di ‘ndrangheta. Lasciavano pochissimi soldi per i servizi minimi da dare agli stranieri.

Almeno mille migranti gestiti, quattro cooperative sociali e una quindicina di case rifugio: l’obiettivo, vincere i bandi milionari delle prefetture sulla gestione dei richiedenti asilo e intascare i 35 euro pro capite al giorno. Sette milioni di euro in quattro anni - subito spariti dai conti correnti - e pochissimi soldi lasciati per i servizi minimi da garantire agli stranieri, che ne risentivano sulla loro pelle. Undici ordinanze di custodia cautelare (di cui una in carcere e sei ai domiciliari) e l’accusa di truffa ai danni dello Stato: la Guardia di finanza di Lodi e la procura di Milano hanno portato alla luce un’organizzazione criminale che per quattro anni – dal 2014 fino al 2018 – si è stabilmente inserita nelle gare pubbliche per la gestione dell’emergenza dei migranti indette dalle prefetture di Lodi, Pavia e Parma.

Negli anni monitorati dall’indagine le false coop sociali - denominate «Volontari senza frontiere», «Milano Solidale», «Amici di Madre Teresa Giuliani» e «Area solidale» - hanno beneficiato di oltre sette milioni di euro di fondi pubblici. Gli undici indagati, una volta ricevuti i soldi dalle prefetture, li facevano immediatamente sparire: ricaricavano le carte di credito, effettuavano movimenti bancari fra i vari conti correnti legati alle quattro onlus (più di venti), si giravano assegni tra di loro, prelevavano cash.

I controlli sono partiti nel 2014 dopo la segnalazione di un movimento sospetto da parte della Banca d’Italia su due dei conti correnti e sono andati avanti fino al 2018. Indagini quasi esclusivamente bancarie, quelle condotte dal pool del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e e del sostituto procuratore Gianluca Prisco, fino al 2017 quando sono iniziate le intercettazioni telefoniche. Un disegno criminale che almeno fino al 2016 è andato avanti sfruttando un sistema ancora farraginoso sul fronte dei controlli. Dal 2017 le prefettura hanno iniziato a effettuare controlli più stringenti e sopralluoghi nelle strutture, ma gli undici indagati non per questo si sono fermati. Ognuno di loro aveva deleghe su più di un conto corrente. In un caso, uno degli amministratori «fake» aveva pure acquistato due appartamenti con i soldi ottenuti dalle prefetture. Uno è stato sequestrato dalle Fiamme Gialle.

Le indagini hanno portato alla luce l’alternarsi delle cariche amministrative all’interno delle quattro onlus, che venivano usate come macchine per fare soldi e non offrivano alcuno dei servizi essenziali per aggiudicarsi il bando, dal sostegno psicologico alla mediazione culturale. Gli indagati si scambiavano le cariche tra loro e affidavano la rappresentanza legale a «teste di legno» per evitare che emergessero i precedenti penali (ne avevano, almeno in sei su undici).

Due di loro sono anche risultati legati ad altrettante famiglie affiliate alla ‘ndrangheta, ma per il momento Procura e Finanza non hanno trovato prove che le quattro onlus agissero per conto di cosche criminali. Il sistema delle false onlus è stato messo a punto probabilmente quando alcuni degli indagati – intorno al 2002 – si erano conosciuti fra loro all’interno di cooperative sociali per le quali svolgevano servizi come misura alternativa al carcere.

Gli stranieri per primi, insieme con gli operatori, erano le vittime del sistema di malaffare. Come raccontato da «Il cittadino» di Lodi, il 7 febbraio scorso una decina di migranti ospiti di una casa di accoglienza gestita da una delle cooperative al centro delle indagini si erano presentati presso la Prefettura di Lodi per protestare sulla mancata corresponsione del cosiddetto «pocket money» e sulla mancata retribuzione degli operatori del centro.

«Il business dell’immigrazione ha fatto gola ad alcune onlus di Lodi», è stato il pronto commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Meno sbarchi e meno soldi per i professionisti dell’accoglienza - aggiunge Salvini -, così risparmiamo, difendiamo l’Italia e investiamo per assumere più forze dell’ordine. La pacchia è finita». Il sostituto procuratore Prisco ha spiegato in conferenza stampa che si tratta di «eccezioni», su cui comunque occorre fare valere il «principio di non colpevolezza». «Non bisogna sottovalutare - ha aggiunto - che ci sono altre onlus che invece hanno ben gestito l’accoglienza di migranti».

Verso chiusura positiva negoziato Ue-Italia su conti. - Silvia Gasparetto


Giovanni Tria e Pierre Moscovici.

Conte: 'I conti migliorano, fiducia nelle nostre politiche'. Scudo di Mattarella verso l'Ue. Taglio di 7,6 mld al deficit al 2,04%.

La Commissione Ue si avvia a chiudere il negoziato con l'Italia sui conti. Secondo quanto si apprende, il pacchetto presentato ieri dal Governo italiano ha aiutato molto la trattativa, orientandola verso un chiusura positiva. I capi di gabinetto dei commissari europei si riuniranno questa sera, e il Collegio si terrà domani alle 12.30 a Bruxelles. I commissari discuteranno dei conti italiani a partire da una situazione corretta per il 2019, anche se - a quanto si apprende - mancano ancora rassicurazioni sul 2020.
Ieri il governo ha corretto i conti non solo registrando con l'assestamento il miglioramento del quadro dei conti pubblici, ma anche con l'approvazione di un decreto ad hoc con cui l'esecutivo ritiene di essersi riportato in linea con il Patto di stabilità, e di aver creato le condizioni "per rendere ingiustificato l'avvio di una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia".
"La giornata di ieri - dati alla mano - mi dà molta fiducia sulle politiche del mio governo - commenta il premier Conte - e mi rende ottimista sulla strada che abbiamo intrapreso. I dati certificano la grande solidità della nostra economia, dei nostri fondamentali. I conti pubblici migliorano, il deficit è in calo, aumentano le entrate, diminuisce la disoccupazione. Anche la curva dello spread sembra affrontare un'importante fase di calo. Notizie che a volte sui media non trovano lo spazio che meritano". 
Lo spread tra Btp e Bund tedesco è sceso a 225 punti base, ai minimi da luglio 2018. Il rendimento del titolo decennale italiano è all'1,89%.
I numeri del Mef promettono, per portare l'aggiustamento strutturale dei conti a 0,3 punti percentuali, un taglio dell'indebitamento netto di 7,6 miliardi. Congelando da subito un miliardo e mezzo dai due maxi-fondi per reddito di cittadinanza e quota 100, e destinando tutti i risparmi da qui a fine anno sulle due misure-bandiera al "miglioramento dei saldi di finanza pubblica". Forte anche dello scudo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, contro l'apertura di una procedura di infrazione Ue sull'Italia, l'esecutivo ha accompagnato l'assestamento con un provvedimento urgente per blindare il disavanzo di quest'anno che dovrebbe fermarsi, stando alle nuove previsioni, al famoso 2,04 previsto nell'accordo con Bruxelles di dicembre, con una correzione rispetto al 2,4% che era stato indicato ad aprile a causa della brusca frenata della crescita.
Aiuta anche un saldo netto da finanziare "in sensibile miglioramento rispetto alle previsioni iniziali" della scorsa legge di bilancio, con un saldo netto da finanziare visto a poco meno di 20 miliardi e un avanzo primario stimato in 49,2 miliardi. La correzione vera e propria si limita comunque al 2019 e bisognerà vedere se sarà sufficiente per scongiurare l'apertura della procedura.
Tra maggiori entrate - grazie anche al buon andamento della fatturazione elettronica e ai successi della lotta all'evasione - e le maxi cedole incassate dalle partecipate di Stato, tutte voci una tantum, con l'approvazione del ddl per l'assestamento del bilancio si mettono intanto in cascina circa 4 miliardi, cui si aggiunge il miliardo e mezzo congelato e anche gli eventuali ulteriori risparmi che fonti di governo quantificano oltre i 7 miliardi. Anche il fabbisogno, che segna un ribasso di circa 8 miliardi rispetto ai primi sei mesi del 2018, lascia intuire quello che il premier, Giuseppe Conte, non ha mai smesso di predicare in questi giorni, e ha ribadito anche stamattina: "I numeri sono positivi", ha detto, "confido sempre di poter" evitare la procedura. A stretto giro è arrivato anche il sostegno di Mattarella: "Noi crediamo che la procedura di infrazione non abbia ragione di essere aperta", ha scandito il capo dello Stato citando i risultati positivi già raggiunti anche nel 2018 in confronto alla perfomance del 2019.