Giovanni Tria e Pierre Moscovici.
Conte: 'I conti migliorano, fiducia nelle nostre politiche'. Scudo di Mattarella verso l'Ue. Taglio di 7,6 mld al deficit al 2,04%.
La Commissione Ue si avvia a chiudere il negoziato con l'Italia sui conti. Secondo quanto si apprende, il pacchetto presentato ieri dal Governo italiano ha aiutato molto la trattativa, orientandola verso un chiusura positiva. I capi di gabinetto dei commissari europei si riuniranno questa sera, e il Collegio si terrà domani alle 12.30 a Bruxelles. I commissari discuteranno dei conti italiani a partire da una situazione corretta per il 2019, anche se - a quanto si apprende - mancano ancora rassicurazioni sul 2020.
Ieri il governo ha corretto i conti non solo registrando con l'assestamento il miglioramento del quadro dei conti pubblici, ma anche con l'approvazione di un decreto ad hoc con cui l'esecutivo ritiene di essersi riportato in linea con il Patto di stabilità, e di aver creato le condizioni "per rendere ingiustificato l'avvio di una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia".
"La giornata di ieri - dati alla mano - mi dà molta fiducia sulle politiche del mio governo - commenta il premier Conte - e mi rende ottimista sulla strada che abbiamo intrapreso. I dati certificano la grande solidità della nostra economia, dei nostri fondamentali. I conti pubblici migliorano, il deficit è in calo, aumentano le entrate, diminuisce la disoccupazione. Anche la curva dello spread sembra affrontare un'importante fase di calo. Notizie che a volte sui media non trovano lo spazio che meritano".
Lo spread tra Btp e Bund tedesco è sceso a 225 punti base, ai minimi da luglio 2018. Il rendimento del titolo decennale italiano è all'1,89%.
I numeri del Mef promettono, per portare l'aggiustamento strutturale dei conti a 0,3 punti percentuali, un taglio dell'indebitamento netto di 7,6 miliardi. Congelando da subito un miliardo e mezzo dai due maxi-fondi per reddito di cittadinanza e quota 100, e destinando tutti i risparmi da qui a fine anno sulle due misure-bandiera al "miglioramento dei saldi di finanza pubblica". Forte anche dello scudo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, contro l'apertura di una procedura di infrazione Ue sull'Italia, l'esecutivo ha accompagnato l'assestamento con un provvedimento urgente per blindare il disavanzo di quest'anno che dovrebbe fermarsi, stando alle nuove previsioni, al famoso 2,04 previsto nell'accordo con Bruxelles di dicembre, con una correzione rispetto al 2,4% che era stato indicato ad aprile a causa della brusca frenata della crescita.
Aiuta anche un saldo netto da finanziare "in sensibile miglioramento rispetto alle previsioni iniziali" della scorsa legge di bilancio, con un saldo netto da finanziare visto a poco meno di 20 miliardi e un avanzo primario stimato in 49,2 miliardi. La correzione vera e propria si limita comunque al 2019 e bisognerà vedere se sarà sufficiente per scongiurare l'apertura della procedura.
Tra maggiori entrate - grazie anche al buon andamento della fatturazione elettronica e ai successi della lotta all'evasione - e le maxi cedole incassate dalle partecipate di Stato, tutte voci una tantum, con l'approvazione del ddl per l'assestamento del bilancio si mettono intanto in cascina circa 4 miliardi, cui si aggiunge il miliardo e mezzo congelato e anche gli eventuali ulteriori risparmi che fonti di governo quantificano oltre i 7 miliardi. Anche il fabbisogno, che segna un ribasso di circa 8 miliardi rispetto ai primi sei mesi del 2018, lascia intuire quello che il premier, Giuseppe Conte, non ha mai smesso di predicare in questi giorni, e ha ribadito anche stamattina: "I numeri sono positivi", ha detto, "confido sempre di poter" evitare la procedura. A stretto giro è arrivato anche il sostegno di Mattarella: "Noi crediamo che la procedura di infrazione non abbia ragione di essere aperta", ha scandito il capo dello Stato citando i risultati positivi già raggiunti anche nel 2018 in confronto alla perfomance del 2019.
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