giovedì 12 maggio 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Spie russe ovunque. “L’addetta alle pulizie irrompe a RaiNews24. ‘Scusi signora, siamo in onda’” (Giornale, 1.5). E il Copasir che fa?

Autoritratto. “La fabbrica delle fake news” (Repubblica, prima pagina, 8.5). Un numero speciale autocelebrativo.

Appena Nato. “Pronti a trattare con la Russia rinunciando alla Crimea” (Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, 6.5). “Stoltenberg: ‘Gli alleati non accetteranno mai di dare la Crimea ai russi’” (Repubblica, 8.5). Si avvicina il giorno in cui Zelensky userà le armi della Nato per liberare l’Ucraina dagli invasori della Nato.

Compra una consonante. “Il conduttore di Zona Bianca: ‘Su Lavrov nulla da rimproverarci’. Ma da Mediaset garanzie al ministro di Putin (Repubblica, 3.5). Sono abituati a Ladrov.

La neolingua. “Se il pacifismo, se è senza se e senza ma, e senza armi, sempre e comunque, per rifugiarsi in un’impassibile neutralità, rischia di diventare un pacifismo senza testa e senza cuore” (Mattia Feltri, Stampa, 6.5). Era ora che qualcuno inventasse il pacifismo armato. Seguirà il bellicismo disarmato.

Mejo de Putin/1. “Così Draghi potrebbe dover restare più a lungo a Palazzo Chigi”, “Il Colle e quell’ipotesi di Draghi premier fino a giugno 2023” (Foglio, 7.5). Dài che adesso aboliscono le elezioni.

Mejo de Putin/2. “La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso è stata la puntata del 26 aprile. Quando a Cartabianca, talk condotto da Bianca Berlinguer, oltre al solito Alessandro Orsini e alla filosofa Donatella Di Cesare, noti per un antiamericanismo venato di indulgenza per Mosca, è stata invitata Nadana Fridrikhson, giornalista della tv del ministero della Difesa russo… accolti con fastidio a Palazzo Chigi. Da qui l’accelerazione di Fuortes – anticipata mercoledì scorso in Vigilanza, dopo un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e il capo di gabinetto Antonio Funiciello – per modificare l’attuale forma dei talk” (Giovanna Vitale, Repubblica, 8.5). Dragov è infastidito, quindi Garofolov e Funiciellov convocano Fuortov per tappare la bocca alla dissidente e ai suoi ospiti, chiudendole direttamente il programma. Ma soprattutto per insegnare ai russi cos’è la liberaldemocrazia.

Com’è umano lui. “Draghi: ‘Va superata l’unanimità Ue’” (Sole-24 ore, 4.5). Ah ecco, in Italia no.

Giustizia alla ucraina. “Torture, stupori e sevizie: le violenze contro i civili sono sistematiche” (Iryna Venediktova, procuratrice ucraina, Stampa, 6.5). “Aiutateci a trovare le prove dei crimini” (Venediktova, Corriere della sera, 6.5). Prima emette la sentenza, poi cerca le prove.

Premio Tank. “Germania, dai cortei per la pace al sì alle armi in Ucraina: i Verdi voltano pagina” (Repubblica, 5.5). Il famoso verde militare.

Premio Attila. “Realacci: ‘L’inceneritore a Roma non è tabù’” (Foglio, 4.5). Il famoso verde merda.

Gelosone. “Più che un’intervista, quella di Lavrov a Rete4 era un comizio” (Mario Draghi, presidente del Consiglio, 2.5). Pensava di avere l’esclusiva.

Propaganda Live. “‘Guarda caso, gli americani e gli inglesi sono gli unici che non avrebbero le radiazioni di una guerra atomica, mentre le radiazioni come al solito arriverebbero sulle nostre teste…’, dice Marco Travaglio a Otto e mezzo… L’analisi dei venti applicata all’opinionistica bellica mancava, ma più la guerra va avanti più ci si avventura in nuovi inesplorati campi di in comprensibile supponenza” (Diego Bianchi, Venerdì-Repubblica, 6.5). No, gioia, non sono i venti: sono le distanze. Hai presente il metro? E il mappamondo?

Rondolingua. “Elio Germano, Sabina Guzzanti, don Fabio Corazzina, Marco Tarquinio, Luciana Castellina, Michele Santoro. Ricordatevi questi nomi. Hanno scelto gli assassini, i torturatori, gli stupratori. Non lo dimenticheremo” (Fabrizio Rondolino, Twitter, 5.5). Brrr che paura.

I titoli della settimana/1. “Letta s’è stufato di Conte” (Foglio, 3.5). “Il premier è stufo dei Cinquestelle” (Pietro Senaldi, Libero, 4.5). Oh no, povere stelle, e adesso come facciamo?

I titoli della settimana/2. “Mps: tutti assolti in appello. Bye-bye Grillo e Travaglio” (Paolo Comi, Riformista, 7.5). Il primo era il pm, il secondo il gup.

I titoli della settimana/3. “L’Italia ha regalato a Putin il virus per l’affare Sputnik… gratuitamente, senza chiedere in cambio le royalties” (Andrea Casadio, Domani, 5.5). Uahahahahahah.

I titoli della settimana/4. “Il termovalorizzatore di Gualtieri è la grande occasione per Roma” (Francesco Merlo, Repubblica, 8.5). Ma soprattutto per il cancro.

I titoli della settimana/5. “Gli altolà del Movimento nascondono le debolezze” (Massimo Franco, Corriere della sera, 5.5). “I distinguo M5S segni di debolezza” (Stefano Folli, Repubblica, 5.5). Bibì e Bibò.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/05/09/ma-mi-faccia-il-piacere/6584655/

Draghi vola negli Usa e resta solo. Nessuna conferenza con Biden. - Wanda Marra

 

IL PREMIER NEGLI USA - Migliori in fuga Adesso anche Letta (in dissenso con Palazzo Chigi) dice che Putin non va sconfitto. Oggi l’incontro alla Casa Bianca.

Alle 14, ora di Washington (le 20 in Italia), Mario Draghi avrà il bilaterale con Joe Biden al quale a Palazzo Chigi lavorano da settimane. Fin da prima dell’aggressione di Vladimir Putin all’Ucraina.

Visita che inizia non proprio sotto i più fulgidi auspici. Se nella maggioranza è tutto un distinguo, le incognite restano anche sul “format” della giornata. Nel comunicato di Palazzo Chigi si parla di “dichiarazioni” prima del bilaterale, non v’è traccia di conferenza congiunta finale. Eppure Biden e Scholz, in occasione della visita del Cancelliere tedesco a Washington, all’inizio di febbraio, la fecero. In Italia raccontano che pare dipenda dalla Casa Bianca, dalla poca voglia del presidente degli States di rispondere a domande. E lo staff di Draghi confida nella possibilità che alla fine la conferenza stampa, invece, si faccia.

Trattasi certo di poca, pochissima cosa, rispetto al tema principale in agenda, l’Ucraina. La guerra va avanti da ormai 2 mesi e mezzo, nonostante ieri fosse la fatidica data del 9 maggio, quando ci si aspettava qualche indicazione da Putin sul cessate il fuoco, mentre si temeva l’annuncio dell’escalation. Nessuna delle due cose è arrivata. Ma la visita alla Casa Bianca è un’ulteriore vicenda che non va del tutto liscia. L’ultima è stata l’annunciata visita a Kiev, che non solo non c’è stata, ma nessuno sa se ci sarà. Un’informazione data in maniera piuttosto avventata, una conferma alla stampa che non doveva arrivare, un “pasticcio” comunicativo: così spiegano anche dentro Palazzo Chigi la dinamica di un viaggio fantasma. Il viaggio che si fa è intanto quello negli States, dove Draghi ha sempre goduto di grande considerazione personale, per quanto un po’ ammaccata da quando è a capo del governo italiano. E in effetti, la sua maggioranza anche questa volta si fa notare non per il sostegno, ma per le volute differenziazioni e prese di distanza. Giuseppe Conte chiede da giorni che il premier riferisca in Parlamento sull’invio di aiuti militari e insiste sulla distinzione (in realtà complessa) tra “armi offensive” e “armi difensive”, Matteo Salvini si spinge a chiedere che il premier porti a Biden il desiderio di pace degli italiani. Mentre il segretario del Pd, Enrico Letta, ieri in un’intervista al Corriere chiariva che “l’idea di battere l’avversario non mi appartiene”, riferendosi allo Zar. Non poco, visto che lo stesso Biden aveva evocato il “regime change”. Posizione condannata subito da Letta, ma non da Draghi. Che infatti è più schierato sull’atlantismo del leader del Pd. Il quale si sta ritagliando una posizione, secondo cui prima viene l’europeismo, poi l’atlantismo. Addirittura Salvini parla delle pressioni sul “falco” Letta da parte del Pd per indurlo a cambiare posizione. Le pressioni – da Graziano Delrio in poi – per invitare il segretario a battere di più sul negoziato e a non appiattirsi sulle richieste americane, ci sono state, pur se al Nazareno giurano che non esiste giravolta. In questo clima, oggi Draghi arriva alla Casa Bianca.

Una “visita politica” la definisce chi segue il dossier, con gli States che sarebbero particolarmente interessati alla strategia per la differenziazione dell’approvvigionamento di gas alla quale sta lavorando l’Italia. D’altra parte Washington una parte di gas liquido al nostro Paese l’ha già promessa. La richiesta italiana è arrivata e non sarà reiterata più del dovuto. Draghi ribadirà anche l’importanza delle sanzioni e si dirà pronto ad appoggiare l’embargo totale del gas. Resta la spinosa questione armi, che il premier deve affrontare se vuol continuare a porsi come alleato prezioso di Biden. Con le difficoltà interne, i dettagli delle forniture restano volutamente fumosi. Tanto che il terzo decreto interministeriale non è ancora stato varato. Dovrebbe accadere al ritorno. Previo coordinamento con gli altri Paesi europei. E previo confronto con Biden.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/05/10/draghi-vola-negli-usa-e-resta-solo-nessuna-conferenza-con-biden/6585962/

CartaBianca e noi con l’anello al naso. - Antonio Padellaro

 

“Questa sinistra che passa la vita a cercare di tappare la bocca a tutti, io me la ricorderò quando vincerà la destra, ci farà un culo così e avrà pure ragione. Perché vincerà, la destra, prima o poi”.

Chiara Geloni

Avere l’anello al naso o la sveglia al collo sono pessime espressioni di stampo colonialista che si divertivano a descrivere i popoli africani come gente ingenua e sprovveduta. Chiedo perciò preventivamente scusa se riguardo alle indiscrezioni sul bavaglio che Palazzo Chigi intende mettere a CartaBianca (affidato alla premiata coppia Fuortes&Orfeo) sto per scrivere: questi pensano che gli italiani abbiano l’anello al naso. Poiché soltanto una visione polverosamente arcaica (e anche abbastanza desolante) del rapporto tra chi fa televisione e chi la guarda può aver partorito certe pillole di pedagogia pronta per l’uso (come la xamamina per il mal d’auto) del tipo: “Il talk show per l’approfondimento giornalistico del servizio pubblico non è l’ideale” (l’ad Rai). La prima, immediata obiezione potrebbe essere che un’azienda con i conti, diciamo così, ballerini, dovrebbe prima di tutto badare agli ascolti, soprattutto se eccellenti, come nel caso della trasmissione condotta da Bianca Berlinguer. Se non fosse che: 

1) Sugli approfondimenti dell’aggressione russa all’Ucraina il giudizio del pubblico viene considerato, ai piani alti di Viale Mazzini, una variabile del tutto dipendente. Perché se per ipotesi quella fastidiosa entità (i telespettatori) volessero ascoltare un punto di vista diverso dal catechismo belligerante, i casi sono due. O è sbagliato il pubblico (che non si può abolire, ma desertificare questo sì). Oppure è sbagliato il talk che, appunto, “non è l’ideale”, e che va dunque trasformato in cartastraccia. 

2) Anche perché un sondaggio Swg pubblicato da “Libero” svela che le notizie veicolate dai media sulla guerra sono ritenute “attendibili poco o per niente” dalla maggioranza degli interpellati: a cominciare dalle perdite di Mosca, dalla reale efficacia delle sanzioni e dallo stato di salute di Vlad. Titolo di “Libero”: “In tv sfonda il pensiero unico di Putin”. Infatti, se la gente non abbocca sarà sicuramente al soldo del Kgb. 

3) A dimostrazione che gli ascolti possono essere perfino perniciosi, nel palinsesto Rai brillano alcuni preziosi modelli di impatto zero, nel senso che mentre si pensa di abolire CartaBianca vanno in onda alcuni programmi (sul flauto del dio Pan o sul lato nascosto dell’onorevole Zuzzurini) paragonabili a quelle specie rarissime avvistate dopo lunghi appostamenti dai birdwatching, come il gipaetus barbatus o l’ululone appenninico. Leccornie che hanno evidentemente il loro perché. Infine, un paio di consigli non richiesti agli strateghi di Palazzo Chigi. Se proprio non gli garba ciò che dice il professor Alessandro Orsini (un nome a caso), cerchino allora qualcuno in grado di controbattergli efficacemente qualcosa di sensato e di documentato. Esiste sempre lo strumento della legge marziale che necessita, è vero, di una dichiarazione formale di guerra alla Russia (un’altra spedizione di armi pesanti ed è fatta). Ma che può immediatamente zittire i rompicoglioni, con le buone o con le cattive. Sempre meglio della sveglia al collo che segna l’orario di ottant’anni fa.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/05/08/cartabianca-e-noi-con-lanello-al-naso/6583916/?fbclid=IwAR1Y0-Junx0sR7ttNmGzhbWCyTBLme9DX7w0TW2pdnJZztUptrcua4thWlU

Posso solo dire "mamma mia... che brutte cose".

 

Bah...
Una cosa va riconosciuta al divino Lucertolone:
la capacità di non addormentarsi mentre rimbambiden parla,
seduto in una poltrona a gambe accavallate, leggendo,
con tono della voce in discesa, sempre più flebile e sempre uguale, un foglietto appoggiato sulle gambe che gli ricordava ciò che doveva dire.

E che forse gli ricordava pure chi fosse il suo interlocutore,
visto che leggeva dove l'avesse incontrato prima.

Gli va riconosciuta resistenza al nostro semiDio.

Io dopo 12 secondi della cantilena in slang americano di rimbambiden, ho dovuto mettere le mollette alle palpebre, assalito dai colpi di sonno.

Ah la vecchiaia che brutta cosa.
Mentre lui, fra' lucertola, con la faccia da compleanno,
con un sorriso da un orecchio all'altro e i denti tenuti nascosti dalle carnose (emh... no? Beh per Severgnini e per Giannini sono carnose. Ok correggo)...
dalle sottili labbra, dando un'immagine d'insieme di un viso gommoso come mai. Felice il lagarto Maximo.

Felice di essere lì a spiegare al Presidente dei nostri padroni, quanto ci stiamo comportando bene ed insieme, perché no, prendere i successivi ordini,
sapere come comportarci e cosa possiamo fare per rendere tutto più agevole a loro, a costo delle membrane della parte finale dell'intestino, compreso il culo, degli italiani.

"Viva l'America e viva la grande alleanza."

Sembra dicesse la mummia gommosa alla mummia incartapecorita. Mentre probabilmente pensava: "E voi italiani fermi e muti che non c'entrate nulla.
Non devo dare spiegazioni a nessuno. Decido io ed i miei amiconi del PD".

E mentre il Parlamento festeggia il quindicesimo mese consecutivo di ferie pagate, colui che tutto può, il dispensatore di ricchezze ai ricchi,
il migliore dei migliori, il più grande spettacolo dopo il Big bang, prende ordini. Come una normalissima cameriera.

Se non ci fosse da piangere
e fossi rimasto sveglio, sarebbe stata la rappresentazione comica più divertente della storia

Adesso c'è lui, caro lei...

Giancarlo Selmi

https://www.facebook.com/photo/?fbid=2098568480324908&set=a.397017047146735

Reddito energetico 2022: scopri come avere i pannelli solari gratis, tutte le novità in merito. - Maria Longo

 

Reddito energetico 2022: scopri come avere i pannelli solari gratis, tutte le novità in merito per non farsi trovare impreparati su questa importante materia. 

Reddito energetico, a che punto siamo? Una manovra che doveva esplodere nel 2020 ma che ancora oggi pare assopita. Di cosa di tratta? Della possibilità di avere i pannelli solari gratis in casa. Sarebbe veramente incredibile visto soprattutto il caro energia. Questo è un periodo molto delicato, segnato da un caro vita notevole e che si sta ripercuotendo soprattutto sulle bollette.

Sul web ma anche sui social si assiste alle scene di persone che mostrano con incredulità le loro spropositate bollette. Come fare quindi per affrontare quella che appare come una piaga sociale? Affidarsi ai pannelli fotovoltaici è certamente una valida soluzione e se si potessero ottenere gratis beh, sarebbe un’esultanza maggiore.

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Il reddito energetico è una misura volta alla tutela delle famiglie con un basso reddito, dimostrabile con foglio ISEE. Questo avrebbe consentito ai beneficiari la possibilità di installare presso le proprie abitazioni i pannelli solari, un modo per favorire anche il passaggio alle fonti rinnovabili unito all’esigenza di abbattere i costi delle bollette. Un’esigenza questa che si fa ancora più pressante oggi, nel 2022, anno caratterizzato come tristemente noto dal rincaro della vita.

Ma che fina ha fatto questa manovra? Erano stati stanziati 200 milioni di euro per aiutare numerose famiglie italiane che non arrivano a fine mese, ma tutto è rimasto nel silenzio. “Fondo sviluppo e coesione 2014-2020. Piano operativo imprese e competitività. Modifica ed integrazione finanziaria finalizzata a misure per il reddito energetico” questo quanto previsto dalla delibera del Cipe n. 7 del 17 marzo 2020, a ridosso della pandemia.

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE ->  Installare i pannelli solari sarà un gioco da ragazzi, ora tutto diventa più semplice, era ora!

A distanza di due anni è sorta la domanda su che fine abbia fatto tale intervento, un’interrogazione parlamentare nella quale si chiedono i motivi per i quali non è stato attuato quanto previsto, non è pervenuta ancora nessuna risposta. Armatevi di pazienza, si spera che l’attesa della normativa ministeriale atta ad attivare gli interventi previsti possa avere i giorni contati.

https://www.orizzontenergia.it/2022/05/05/reddito-energetico-2022-pannelli-solari-gratis-novita/?fbclid=IwAR00UCURWhgqjWAMFmuBxvWTy7tEiF1sd-HJE9nUvQgDxudd8u3sPPvB12A

Inps: cambiano i servizi per i pensionati - 11 Maggio 2022 - Autore: Denise Ubbriaco


L’Inps ha avviato un percorso di trasformazione culturale, tecnologica e organizzativa, nell’ambito del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), mettendo a punto una serie di soluzioni su misura per i pensionati. Misure progettate secondo il principio ‘One click by design’, cioè d’ora in poi sarà tutto a portata di click. Ma come cambiano i servizi per i pensionati?

Non sempre questo bacino di utenza ha dimestichezza con le nuove tecnologie digitali, pertanto i nuovi servizi digitali Inps accompagnano i pensionati nel mare magnum di informazioni presenti sull’argomento. Innanzitutto, l’Istituto propone un’esperienza personalizzata volta a disegnare nuovamente i classici modelli, spesso inadeguati rispetto alle necessità del cittadino, attraverso l’offerta di servizi semplici e veloci da consultare.

Vediamo dunque quali sono i nuovi servizi Inps per i pensionati.

Domanda di reversibilità precompilata e automatizzata

Quando viene a mancare il coniuge, per essere vicino al cittadino colpito dal lutto, l’Inps ha semplificato la procedura richiedere la pensione di reversibilità.

In sintesi, un sms inviterà l’utente ad accedere alla propria area MyInps in cui troverà la domanda di reversibilità precompilata.

Con questo progetto digitale si punta a:

  • implementare la creazione automatizzata delle domande precompilate di reversibilità;
  • evolvere i sistemi di calcolo della misura delle prestazioni pensionistiche;
  • liquidare in modalità automatica le prestazioni agli aventi diritto;
  • ridurre le attività per le sedi territoriali.
  • Pensioni: servizio di consulenza digitale

Probabilmente, non tutti sanno che l’Istituto nazionale della previdenza sociale fornisce anche prestazioni aggiuntive collegate alla pensione, che attualmente sono:

  • bonus quattordicesima;
  • supplemento di pensione;
  • integrazione al trattamento minimo.

Grazie al servizio di consulenza digitale, i pensionati possono scoprire se hanno diritto o meno a queste prestazioni e come richiederle. Basterà seguire un percorso virtuale guidato, semplice e intuitivo.

vantaggi del consulente virtuale consistono:

  • nell’aiutare i cittadini a godere di diritti inespressi;
  • nel migliorare la comunicazione nei confronti dei pensionati al fine di rendere più trasparenti ed efficienti i servizi;
  • nella semplificazione del flusso di domande di prestazioni aggiuntive da parte di pensionati in possesso dei requisiti;
  • nella limitazione del numero di richieste di prestazioni aggiuntive da parte da coloro che non hanno i requisiti.

Avviato nel mese di aprile, il servizio di consulente digitale dovrebbe raggiungere nel breve periodo circa 700 mila utenti, a cui sarà suggerito, tramite notifica MyInps e via email, di verificare il diritto a prestazioni integrative.

Servizi di informazione personalizzata

Il progetto Inps mira a fornire informazioni più efficienti e su misura per rispondere alle esigenze dei pensionati. In che modo? Grazie alla creazione di modalità innovative di comunicazione e proattività rispetto ai canali tradizionali.

Una video guida personalizzata accompagna il pensionato in un percorso interattivo alla scoperta dei servizi online a sua disposizione sul sito web dell’Istituto. Gli utenti possono accedere alla video guida anche tramite MyINPS o l’App IO. Sul canale YouTube dell’Inps è disponibile un video che spiega come accedere alla video guida personalizzata.

Servizio PensAMI

Come essere aggiornati sulla propria situazione pensionistica? Grazie al servizio PensAMI. Si tratta di un simulatore che consente a tutti gli utenti, anche senza autenticazione, di verificare i possibili scenari pensionistici sulla base dell’attività lavorativa svolta.

Come funziona il simulatore di scenari pensionistici? Innanzitutto, è possibile accedervi rispondendo ad alcune domande; dopodiché, il simulatore fornirà informazioni:

  • sulle prestazioni pensionistiche a cui si può avere diritto;
  • sulla data per accedere alla pensione;
  • sulla comparazione prestazioni pensionistiche con vantaggi e svantaggi legati alle proprie scelte.

Per approfondire le singole tematiche e chiarire ogni altro dubbio è possibile cliccare sui link diretti alle schede delle prestazioni pensionistiche presenti sul sito dell’Istituto.

https://www.laleggepertutti.it/568510_inps-cambiano-i-servizi-per-i-pensionati

Massimo Fini: “Quando Putin eravamo noi, i Veltroni dov’erano?” - Massimo Fini

 

Nell’orgia di retorica che ci ha investito dopo l’aggressione della Russia all’Ucraina, credo che la Palma d’Oro – ed era davvero difficile primeggiare in una competizione in cui si sono cimentati tutti o quasi – spetti di diritto a Walter Veltroni.

Mettendosi sulle spalle di Elie Wiesel (fa sempre comodo appoggiarsi a un ebreo anche se in questo caso gli ebrei non c’entrano nulla) l’onorevole Veltroni bolla l’indifferenza con cui gli occidentali, categoria cui mi onoro di non appartenere, stanno assistendo alla tragedia ucraina. A me non pare proprio. Ma quale indifferenza? L’Europa, totalmente sottomessa ai voleri di Joe Biden che sta conducendo, attraverso il burattino Zelensky, una sua personale guerra contro l’ex Unione Sovietica, sta riempiendo di sanzioni la Russia e di armi l’Ucraina.

Scrive l’indignato Veltroni, promosso per demeriti politici a editorialista della Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera, autore di film inguardabili: “Ci sembrano normali, davvero normali, l’invasione di un Paese sovrano, i bombardamenti sui civili – tremila morti dice l’Onu – le fosse comuni, gli stupri di donne e bambini, la sistematica distruzione di case e acquedotti? Siamo talmente narcotizzati da non stupirci più?” (Corriere della Sera, 6.5.22).

Certo che non sono normali. Ma siamo “narcotizzati” dalle violenze occidentali perpetrate negli ultimi vent’anni. Come non era normale l’invasione e l’occupazione dell’Afghanistan nel 2001, durata vent’anni, che ha causato 300 mila morti civili, cifra per difetto perché nessuno si è mai preso la briga di calcolarli in modo serio, e di 70 mila combattenti talebani che però non si sono mai abbandonati ai piagnistei di Zelensky né se la sono data da catilinari votati alla morte come quel comandante o sub comandante del dubbio battaglione Azov intervistato l’altro giorno da Sky Tg 24.

Al contrario, il capo dell’Emirato Islamico d’Afghanistan, il Mullah Omar, legittimamente al potere, se è legittimo un potere che si conquista dopo una guerra combattuta contro i prepotenti, è stato regolarmente infamato e accusato di ogni genere di nefandezze insieme ai suoi talebani che continuano a esserlo. Chi era allora l’aggredito? L’Emirato Islamico d’Afghanistan. Chi erano allora gli aggressori? Gli americani col codazzo dei loro servi occidentali e anche non occidentali (la nobilissima e democratica Turchia). Eppure per i bombardamenti a tappeto su Kabul, su Kandahar, su Mazar-i Sharif, su Kunduz, “la sistematica distruzione di case e acquedotti”, la cancellazione a suon di bombe di ospedali come quello di Medici Senza Frontiere a Kunduz, l’uso di gas tossici e armi chimiche, i proiettili all’uranio impoverito, l’onorevole Veltroni, e tutti i Veltroni dell’Occidente, non si è mai indignato. Quando siamo noi gli aggressori vale tutto. Anche le torture abbondantemente utilizzate a Guantanámo. Del resto i Talebani erano dei “terroristi” e forse nemmeno propriamente degli esseri umani. Come oggi, per la Russia di Putin, gli ucraini sono solo dei “nazisti”. Peraltro in vent’anni, prima che gli occupanti, fra cui c’erano anche gli italiani, fossero cacciati nel più ignominioso dei modi, nessuna voce, nemmeno quella del Papa che è pronto a chiagne per ogni cosa, si è mai levata a difesa degli afghani, tantomeno quella di Walter Veltroni.

Scrive ancora l’onorevole Veltroni: “Ma la comunità e il diritto internazionale non possono prescindere dall’integrità dell’Ucraina e dalla sua sovranità, dalla riconquista della possibilità per quel popolo di tornare a vivere e a decidere autonomamente il suo destino”. Evidentemente gli afghani non avevano il diritto di “decidere autonomamente del proprio destino”, se lo sono dovuti riprendere con la forza delle armi e del loro coraggio.

L’onorevole Veltroni si indigna perché con la sua aggressione la Russia ha violato l’integrità di uno Stato sovrano. Vero. Ma non era uno Stato sovrano l’Iraq di Saddam Hussein? Non era uno Stato sovrano la Libia del colonnello Muammar Gheddafi? Eppure l’Iraq e la Libia nel momento in cui sono stati aggrediti (2003 e 2011) erano Stati accreditati all’Onu. Evidentemente per l’onorevole Veltroni, e per tutti i Veltroni dell’Occidente, Stati sovrani sono solo i nostri o quelli dei nostri amici o quelli di chi ci fa comodo (come l’Egitto del molto commendevole Abdel Fattah Al Sisi o, perché ha il gas, l’Algeria dei generali tagliagole che nel 1991 con un colpo di Stato occuparono il potere o piuttosto se ne riappropriarono dopo decenni di una dittatura sanguinaria). Non era uno Stato sovrano la Serbia di Slobodan Milosevic? Eppure una grande Capitale europea come Belgrado fu bombardata dagli americani per 72 giorni a favore dell’indipendentista Kosovo. Il che non legittima i bombardamenti di Putin su Kiev, ma gli offre un prezioso precedente per bombardarla a favore degli indipendentisti del Donbass (la situazione Serbia-Kosovo e Ucraina-Donbass è simmetrica).

Veltroni scrive anche di “oceaniche manifestazioni” quando fu invaso e occupato l’Iraq nel 2003. Le ha viste solo lui, forse in sala di montaggio.

Veltroni scrive che l’indifferenza è una brutta cosa. Ma peggiore dell’indifferenza è la retorica di cui l’onorevole Veltroni, e tutti i Veltroni dell’Occidente, utilizza a piene mani piegando e falsificando, a suo uso e consumo, i dati della realtà.

https://infosannio.com/2022/05/12/massimo-fini-quando-putin-eravamo-noi-i-veltroni-doverano/

Draghi a mani vuote. Usa: sempre più armi. - Wanda Marra

 

NEL COMUNICATO CONGIUNTO IL “NEGOZIATO” SPARISCE - “Biden non lo giudico”. Il premier: “Alleati con visioni diverse”. Ma non dice la sua. “Costruire la pace”. Ma non dice come. Usa: più armi che a Kabul.

Mentre Mario Draghi si stava addentrando a spiegare che “bisogna riflettere sugli obiettivi di questa guerra”, viene decretata la fine della conferenza stampa all’Ambasciata italiana a Washington. Eppure il ragionamento sull’Europa che è “l’alleato degli Usa, quindi le sue visioni non sono in contrasto ma stanno cambiando e dobbiamo parlarne” sarebbe stato effettivamente cruciale per leggere la visita del premier italiano negli States.

Ieri un Draghi visibilmente stanco ha risposto (da solo, perché la Casa Bianca non ha voluto fare una conferenza stampa congiunta) alle domande dei giornalisti italiani, raccontando i contenuti del bilaterale con il presidente degli States, Joe Biden. Più di un’ora, con gli ultimi 10 minuti di faccia a faccia. Ne aveva dato già notizia un comunicato congiunto della Casa Bianca e di Palazzo Chigi. Nel testo salta agli occhi soprattutto un’assenza: non compare la parola negoziato. Si parla di “pace” che però va ricercata “attraverso il sostegno all’Ucraina e l’imposizione alla Russia dei costi”. Nessun impegno comune per il dialogo.

Davanti alla stampa italiana, il premier mette una serie di punti fermi: non si può più considerare la Russia come “Golia” davanti a Davide. E dovranno essere gli ucraini a decidere cosa considerare vittoria. Un modo per chiarire anche che non spetta agli States decidere. Implicito, però. Perché poi alla domanda se abbia condiviso i toni di Biden (che ha evocato il “regime change”) risponde: “Non siamo venuti qui per giudicarci a vicenda”. Anche a fini interni, parlando con la stampa italiana, Draghi il negoziato lo mette sul tavolo. Genericamente, però. “Bisogna cominciare a pensare come costruire la pace”, dice, a due mesi e mezzo dall’inizio della guerra. Poi, chiarisce che anche gli Usa devono fare uno sforzo per sedersi a un tavolo e che “bisogna riattivare i contatti a tutti i livelli” (rispondendo a chi gli chiede se serve una telefonata di Biden a Putin per sbloccare la chiusura dei porti alle navi che trasportano grano).

Nelle sue parole si sente il bisogno sia di rappresentare le ragioni dell’Europa, più schierata sul negoziato rispetto agli Usa, sia di non distanziarsi troppo dall’Alleato americano. Per inciso, le affermazioni di Draghi non bastano a Giuseppe Conte, che ribadisce la richiesta al premier di riferire in Parlamento. Draghi lo farà giovedì prossimo con un’informativa (e non con un question time) su richiesta di FdI, ma comunque senza voto. Mentre il terzo decreto interministeriale per l’invio di artiglieria pesante appare imminente e quello per le missioni richieste da Biden in Ungheria e Bulgaria arriverà in Parlamento tra qualche settimana.

Sul fronte energetico, Draghi non sembra portare a casa troppe garanzie dagli States. Nessun cenno davanti alla stampa a prezzi e quantità del Gas liquido da acquistare dagli Usa per sostituire la dipendenza dal gas russo. Anche se parla della necessità di investire su rigassificatori e rinnovabili. L’ipotesi di un tetto al prezzo del gas – battaglia dell’Italia a Bruxelles – è stata “accolta con favore”, dice. Ma deve precisare: “L’Amministrazione Usa sta riflettendo più su un tetto al prezzo del petrolio, ma ne riparleremo presto”. Poi svela l’ipocrisia europea sul pagamento di gas in rubli, che si sta già facendo. C’è “una zona grigia”, con “il più grande importatore, la Germania”, che “ha già pagato in rubli e la maggior parte degli importatori di gas che hanno già aperto dei conti” con la moneta di scambio russa. Non senza aver rassicurato sul fatto che non teme l’inflazione, Draghi conclude la visita con un incontro con la speaker della Camera, Nancy Pelosi e poi all’Atlantic Council, che assegna a lui il riconoscimento di uomo politico dell’anno, mentre Claudio Descalzi, ad dell’Eni, quello di imprenditore.

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