Visualizzazione post con etichetta titoli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta titoli. Mostra tutti i post

giovedì 12 maggio 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Spie russe ovunque. “L’addetta alle pulizie irrompe a RaiNews24. ‘Scusi signora, siamo in onda’” (Giornale, 1.5). E il Copasir che fa?

Autoritratto. “La fabbrica delle fake news” (Repubblica, prima pagina, 8.5). Un numero speciale autocelebrativo.

Appena Nato. “Pronti a trattare con la Russia rinunciando alla Crimea” (Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, 6.5). “Stoltenberg: ‘Gli alleati non accetteranno mai di dare la Crimea ai russi’” (Repubblica, 8.5). Si avvicina il giorno in cui Zelensky userà le armi della Nato per liberare l’Ucraina dagli invasori della Nato.

Compra una consonante. “Il conduttore di Zona Bianca: ‘Su Lavrov nulla da rimproverarci’. Ma da Mediaset garanzie al ministro di Putin (Repubblica, 3.5). Sono abituati a Ladrov.

La neolingua. “Se il pacifismo, se è senza se e senza ma, e senza armi, sempre e comunque, per rifugiarsi in un’impassibile neutralità, rischia di diventare un pacifismo senza testa e senza cuore” (Mattia Feltri, Stampa, 6.5). Era ora che qualcuno inventasse il pacifismo armato. Seguirà il bellicismo disarmato.

Mejo de Putin/1. “Così Draghi potrebbe dover restare più a lungo a Palazzo Chigi”, “Il Colle e quell’ipotesi di Draghi premier fino a giugno 2023” (Foglio, 7.5). Dài che adesso aboliscono le elezioni.

Mejo de Putin/2. “La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso è stata la puntata del 26 aprile. Quando a Cartabianca, talk condotto da Bianca Berlinguer, oltre al solito Alessandro Orsini e alla filosofa Donatella Di Cesare, noti per un antiamericanismo venato di indulgenza per Mosca, è stata invitata Nadana Fridrikhson, giornalista della tv del ministero della Difesa russo… accolti con fastidio a Palazzo Chigi. Da qui l’accelerazione di Fuortes – anticipata mercoledì scorso in Vigilanza, dopo un incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e il capo di gabinetto Antonio Funiciello – per modificare l’attuale forma dei talk” (Giovanna Vitale, Repubblica, 8.5). Dragov è infastidito, quindi Garofolov e Funiciellov convocano Fuortov per tappare la bocca alla dissidente e ai suoi ospiti, chiudendole direttamente il programma. Ma soprattutto per insegnare ai russi cos’è la liberaldemocrazia.

Com’è umano lui. “Draghi: ‘Va superata l’unanimità Ue’” (Sole-24 ore, 4.5). Ah ecco, in Italia no.

Giustizia alla ucraina. “Torture, stupori e sevizie: le violenze contro i civili sono sistematiche” (Iryna Venediktova, procuratrice ucraina, Stampa, 6.5). “Aiutateci a trovare le prove dei crimini” (Venediktova, Corriere della sera, 6.5). Prima emette la sentenza, poi cerca le prove.

Premio Tank. “Germania, dai cortei per la pace al sì alle armi in Ucraina: i Verdi voltano pagina” (Repubblica, 5.5). Il famoso verde militare.

Premio Attila. “Realacci: ‘L’inceneritore a Roma non è tabù’” (Foglio, 4.5). Il famoso verde merda.

Gelosone. “Più che un’intervista, quella di Lavrov a Rete4 era un comizio” (Mario Draghi, presidente del Consiglio, 2.5). Pensava di avere l’esclusiva.

Propaganda Live. “‘Guarda caso, gli americani e gli inglesi sono gli unici che non avrebbero le radiazioni di una guerra atomica, mentre le radiazioni come al solito arriverebbero sulle nostre teste…’, dice Marco Travaglio a Otto e mezzo… L’analisi dei venti applicata all’opinionistica bellica mancava, ma più la guerra va avanti più ci si avventura in nuovi inesplorati campi di in comprensibile supponenza” (Diego Bianchi, Venerdì-Repubblica, 6.5). No, gioia, non sono i venti: sono le distanze. Hai presente il metro? E il mappamondo?

Rondolingua. “Elio Germano, Sabina Guzzanti, don Fabio Corazzina, Marco Tarquinio, Luciana Castellina, Michele Santoro. Ricordatevi questi nomi. Hanno scelto gli assassini, i torturatori, gli stupratori. Non lo dimenticheremo” (Fabrizio Rondolino, Twitter, 5.5). Brrr che paura.

I titoli della settimana/1. “Letta s’è stufato di Conte” (Foglio, 3.5). “Il premier è stufo dei Cinquestelle” (Pietro Senaldi, Libero, 4.5). Oh no, povere stelle, e adesso come facciamo?

I titoli della settimana/2. “Mps: tutti assolti in appello. Bye-bye Grillo e Travaglio” (Paolo Comi, Riformista, 7.5). Il primo era il pm, il secondo il gup.

I titoli della settimana/3. “L’Italia ha regalato a Putin il virus per l’affare Sputnik… gratuitamente, senza chiedere in cambio le royalties” (Andrea Casadio, Domani, 5.5). Uahahahahahah.

I titoli della settimana/4. “Il termovalorizzatore di Gualtieri è la grande occasione per Roma” (Francesco Merlo, Repubblica, 8.5). Ma soprattutto per il cancro.

I titoli della settimana/5. “Gli altolà del Movimento nascondono le debolezze” (Massimo Franco, Corriere della sera, 5.5). “I distinguo M5S segni di debolezza” (Stefano Folli, Repubblica, 5.5). Bibì e Bibò.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/05/09/ma-mi-faccia-il-piacere/6584655/

lunedì 25 aprile 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Autodeterminazione. “Gli Usa: ‘Reagiremo se la Cina aprirà basi militari alle Isole Salomone’” (Tgcom 24, 22.4). In quel caso, noi a chi mandiamo le armi: alle Isole Salomone, agli Usa o alla Cina? Chiedo per un amico.

Tempismo. “Le armi ‘su misura’ degli Usa: ‘Ora arrivano in tempo reale’” (Repubblica, 22.4), Come se fossero già lì.

Forza nazi/1. “L’Italia non chiami nazisti i combattenti di Azov” (Stampa, 23.4). “Un fiore per il battaglione Azov” (Giuliano Ferrara, Foglio, 13.4). “Mariupol, il comandante di Azov: ‘Non siamo nazisti, combattiamo per la libertà contro il fascismo di Putin. La svastica è un antico simbolo slavo, pan-europeo, persino indiano. Per noi non ha alcun rapporto col nazismo’” (Corriere della sera, 18.4). Si tatuano le svastiche perché arredano.

Forza nazi/2. “I partigiani non avrebbero avuto dubbi sull’Ucraina” (Gianfranco Pasquino, Domani, 20.4). Avrebbero sparato al battaglione Azov.

Opposti nazismi. “’Provo imbarazzo per l’Anpi’. Dice così Maurizio Verona, sindaco di Sant’Anna di Stazzema, la Mariupol d’Italia, lì dove il 12 agosto 1944 le SS massacrarono 560 civili” (Foglio, 19.4). Prima di trasferirsi a Mariupol sotto le svastiche del battaglione Azov.

Smemorgnini. “Pochissimi italiani avevano sentito, in vita loro, la guerra così vicina… Chi possiede questi ricordi è prossimo ai 90 anni, o li ha superati” (Beppe Severgnini, Corriere della sera, 23.4). Oppure di anni ne ha pure 40 ma, diversamente da lui, si ricorda della guerra scatenata dalla Nato nel 1999 nell’ex Jugoslavia, ancor più vicina dell’Ucraina.

Prezzi modici. “Zelensky al G7: servono subito 50 miliardi” (Repubblica, 19.4). Aspetta che controllo in tasca.

Slurp. “La metamorfosi di Draghi: da ‘nonno a disposizione’ a nuovo Cincinnato” (Francesco Damato, Dubbio, 19.4). Quindi si leva da piedi?

Merlate. “Questa guerra di liberazione, questa guerra di popolo, è troppo di sinistra per non rivelarsi, martirio dopo martirio, come la ‘guerra giusta’ che tormentò sino alla fine Norberto Bobbio” (Francesco Merlo, Repubblica, 21.4). “Oggi anche Totò, come Berlinguer, si sentirebbe sicuro solo sotto l’ombrello della Nato” (Merlo, ibidem, 19.4). E Peppino e Macario, allora?

Cazzullate. “Vi confesso che non ne posso più di tutte queste sottigliezze, dei tanti, troppi distinguo” (Aldo Cazzullo, Corriere della sera, 15.4). Oh, povera stella, e adesso come facciamo?

Disinformatija. “Il dietrofront dell’Anpi. Dopo le polemiche, Pagliarulo frena: ‘La resistenza armata ucraina è legittima’” (Stampa, 24.4). “Anpi, Pagliarulo corregge il tiro: ‘Quella ucraina è resistenza’” (Repubblica, 24.4). “La svolta dell’Anpi: in Ucraina doverosa la resistenza armata” (Corriere della sera, 24.4). “Pagliarulo ‘rieducato’ dall’effetto Mattarella. Dietrofront dell’Anpi: ‘Resistenza ucraina giusta’” (Giornale, 24.4). Il 10 marzo Pagliarulo scriveva a Repubblica: “La differenza tra l’invio di armi ai partigiani dagli Alleati e l’invio di armi alla resistenza ucraina dal nostro Paese è molto semplice: mentre gli Alleati erano in guerra da anni col blocco nazifascista, e quindi con la Germania occupante, l’Italia non è in guerra con la Russia. Ciò non cambia di una virgola la legittimità e la necessità della resistenza ucraina, ma rende questo paragone pericolosissimo perché l’invio di armi in Ucraina potrebbe esser letto come… cobelligeranza”. Ora ripete la stessa cosa: ma per i giornaloni è dietrofront, svolta, frenata, rieducazione. Poi questi cialtroni si stupiscono se metà degli italiani non si fidano di loro.

L’ideona. “Draghi deve opporsi a questa riforma fiscale così iniqua” (Innocenzo Cipolletta, Domani, 23.4). Probabile, visto che l’ha fatta lui.

L’esperto. “Sul Russiagate Conte ha mentito al Copasir. I rinfreschi si fanno dopo la prima comunione” (Matteo Renzi, leader Iv, Stampa, 21.4). Col dessert all’autogrill di Fiano Romano.

In fondo a destra. “Amministrative: centrodestra a caccia di candidati ex Pd” (Repubblica, 21.4). Tanto nessuno noterà la differenza.

Bateau mouche. “’Non possiamo che tifare per Macron’, ci dice Battelli (M5S), vicino a Di Maio” (Foglio, 23.4). Lo diceva già Di Maio ai Gilet Gialli.

Esclusi i presenti. “L’indignazione social trasferita nella vita. L’esibizione di sé come prova dell’esistenza. Un tribunale in servizio permanente tutto attorno a noi. La gogna democratica. È il format dei talk di successo” (Concita De Gregorio, Repubblica, 14.4). Quindi non del suo.

Il titolo della settimana/1. “La strategia della Ue: ‘Puzziamo di più e Putin perderà’” (Libero, 24.4). Decisivo il contributo di Libero.

Il titolo della settimana/2. “Gualtieri sfida l’immobilismo: basta monnezza” (Foglio, 21.4). Ma non mi dire.

Il titolo della settimana/3.“Questo tempo di guerra premia la forza tranquilla del Pd” (Domani, 15.4). Pare che dorma.

Il titolo della settimana/5. “No di Letta al gas dall’Egitto. Ci mancava Regeni” (Libero, 15.4). Non poteva evitare di suicidarsi?

Ma mi faccia il piacere - Il Fatto Quotidiano

lunedì 28 marzo 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Neolingua/1. “Escalation anti-armi del capo M5S” (Corriere della sera, 25.3). “L’escalation grillina: ‘Se il Def aumenta i fondi alla difesa, pronti a bocciarlo’” (Repubblica, 27.3). Quindi l’escalation la fa chi vuole meno armi e la de-escalation chi ne vuole di più. Orwell, dove sei?

Neolingua/2. “Pronte le nuove armi per Kiev. Draghi: ‘Cercare la pace’” (Repubblica, 25.3). “Le armi fanno vivere la pace” (Enrico Letta, segretario Pd, 27.3). È il disarmo che la ammazza.

La sfiga. “È la sfida decisiva fra democrazie e regimi” (Francis Fukuyama, storico americano, Corriere della sera, 22.3). Vince chi ne ammazza di più.

Filo-spinato. “Orsini, sociologo filoputiniano” (Domani, 24.3). “Docente filorusso” (Giornale, 24.3). “La Rai straccia il contratto del filo-Putin Orsini” (Repubblica, 25.3). “Orsini, il professore idolo dei putiniani” (Salvatore Merlo, Foglio, 25.3). ”Orsini, il sociologo filo-Putin” (Giornale, 25.3). “Orsini, il Paladino di Putin” (Francesco Merlo, Repubblica, 25.3). “La fauna da talk che piace al Cremlino. La Tass loda Orsini” (Repubblica, 26.3). Per la cronaca, Orsini non ha mai detto un monosillabo a favore di Putin in vita sua: solo durissime parole di condanna.

Turbe. “Alla Luiss c’è una fronda piuttosto nutrita di prof, nel cui novero spiccano personalità illustri come Sabino Cassese, decisamente turbati dal fatto che il collega Orsini si fregi in tv del brand Luiss” (Repubblica, 26.3). Oh no, Cassese è turbato perché un docente della Luiss risulta docente della Luiss: e adesso come facciamo?

Cerasa invade il Vaticano. “Caro Papa, la pazzia è solo quella di Putin” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 25.3). Francesco: mo’ me lo segno.

L’arma segreta. “E ora mettiamo Putin con le spalle al muro” (Roberto Formigoni, Libero, 20.3). Putin cambia la combinazione della cassaforte.

Il pazzo ringrazia. “Draghi ringrazia il Papa” (Corriere della sera, 26.3). Che aveva dato dei “pazzi” ai capi di governo che vogliono aumentare la spesa militare al 2% del Pil, cioè a lui. Pazzo, ma riconoscente.

Come passa il tempo. “Erdogan è un dittatore di cui però si ha bisogno” (Mario Draghi, presidente del Consiglio, 8.4.21). “Draghi vede Biden ed Erdogan” (Corriere della sera, 25.3.22). Bisogno di qualcosa?

Modestamente. “Berlusconi ha definito Salvini ‘il politico più coerente, trasparente e affidabile’” (Giornale, 21.3). Dopo di lui.

Doni. “Medvedev e Putin sono un dono di Dio per la Russia” (Silvio Berlusconi, FI, presidente del Consiglio, 11.9.2010). “Il Cavaliere definisce Marta Fascina ‘dono di Dio’” (Repubblica, 20.3). Ma non saranno troppi, ’sti doni?

Mestiere incerto. “Non ho capito quale fosse la reale missione degli ufficiali russi a Bergamo nel marzo 2020, in piena pandemia… Compiti sanitari, di intelligence? Conte potrebbe forse spiegarlo” (Concita De Gregorio, Repubblica, 25.3). Mentre lei scriveva, Conte lo spiegava al Copasir, dopo averlo già fatto in una dozzina di interviste, confermate dai vertici dei Servizi, dal sottosegretario delegato Gabrielli e dallo stesso Copasir. Ma lei fa la giornalista, mica è tenuta a saperlo.

Un vero analista. “La retromarcia dei populisti” (Giovanni Orsina, Stampa, 23.3). Meloni primo partito, Lega terzo: praticamente estinti.

Una tantum. “Fermare la guerra si può. Per il Donbass serve un accordo sul modello Trentino Alto Adige, che garantisca autonomia e libertà. L’Europa prenda una iniziativa diplomatica, non lasciamo la responsabilità del dialogo solo a Turchia o Cina. #StopWar” (Matteo Renzi, leader Iv, 8.3). Segnatevela, perché ne dice una giusta ogni dieci anni. Fino al 2032 siamo a posto.

Genny ’a Poltrona. “La querela è un atto intimidatorio e strumentale verso un giornalismo libero” (Gennaro Migliore, deputato Iv, 26.3). Ce l’ha con le querele al Fatto di Renzi e Migliore?

Parmigiano grattato. “Vignali ci riprova a Parma: rivincita su toghe e grillini. L’ex sindaco di centrodestra, costretto a lasciare a causa di un’inchiesta giudiziaria, è stato assolto e riabilitato” (Libero, 27.3). Infatti ha patteggiato 2 anni di carcere per corruzione e peculato e restituito al Comune mezzo milione di euro rubati.

È andata così. “Mascherine: la Procura grazia Arcuri” (Giornale, 26.3). È il modo garantista per dire che le accuse di corruzione e peculato sono state archiviate perché Arcuri era innocente.

Il titolo della settimana/1. “Verso un nuovo scontro di civiltà” (Paolo Guzzanti, Giornale, 27.3). Per trovarne almeno una.

Il titolo della settimana/2. “Giusto pregare, ma facciamolo armati” (Fausto Carioti, Libero, 27.3). Giusto: tutti in chiesa col bazooka.

Il titolo della settimana/3. “I valori della Nato” (Kurt Walker, Repubblica, 23.3). In dollari o in morti?

Il titolo della settimana/4. “Ecco cos’ha in testa Berlusconi” (Libero, 22.3). Catrame?

Il titolo della settimana/5. “Cari amici, sarà ora di capire cosa è stata davvero Tangentopoli?” (Giuseppe Gargani, Dubbio, 23.3). Sì: rubavano.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/28/ma-mi-faccia-il-piacere-262/6539284/

giovedì 3 marzo 2022

Il Cretino Collettivo. - Marco Travaglio

 

“La prima vittima della guerra è la verità” (Eschilo). Dopo i civili innocenti, si capisce. Ma poi ci sono l’intelligenza, la logica, il senso dell’umorismo e anche del ridicolo. Visto come siamo messi in Italia, siamo in piena guerra pure noi, anche se non sta bene dirlo. Il Cretino Collettivo ha cacciato dalla Scala uno dei migliori direttori d’orchestra del mondo, Valery Gergiev, perché è russo e fan di Putin (ma entrambe le cose erano note prima che lo chiamassero). Una delle migliori soprano, Anna Netrebko, ha annunciato che diserterà Scala per non finire come lui, essendo pure lei orripilantemente russa. Il Festival della fotografia europea di Reggio Emilia ha annullato la partecipazione della Russia, che esponeva le opere di Alexandr Gronskij: un altro fottuto putinista? Mica tanto: la polizia l’ha appena arrestato a Mosca mentre manifestava contro Putin. E vabbè, pazienza, effetti collaterali. È russo pure Daniil Medvdev, il tennista n. 1 del mondo, che la Federazione ucraina chiede di escludere dal Grande Slam anche se si è pronunciato contro la guerra. E lo è soprattutto quel tal Dostoevskij, sedicente scrittore che, con Tolstoj, Cechov, Puskin, Gogol’ e altri putribondi figuri, minacciava di diffondere la propaganda putiniana alla Bicocca. Così l’ateneo ha sospeso il seminario del loro studioso Paolo Nori per “evitare qualsiasi forma di polemica”. Poi ci ha messo una toppa peggiore del buco: “Volevamo provare ad aggiungere anche autori ucraini”. La par condicio applicata alla letteratura, per giunta postuma. Ora nel mondo della tv, trema Carmen Russo.

Intanto dal Tg1 è sparito il corrispondente Marc Innaro, reo di conoscere bene la Russia visto che la segue da 40 anni e soprattutto di aver mostrato la cartina dell’allargamento della Nato nell’Est Europa: ma benedett’uomo, chi glielo fa fare di mostrare cartine? Pensi alle ragazze, invece. Noi, avendo sempre scritto contro Putin, anche quando Rep ospitava la sua propaganda a pagamento e Giornale, Libero, Foglio e tutto il cucuzzaro berlusconiano rilanciavano le fellatio del padrone al “dono del Signore”, dobbiamo sorbirci le lezioncine di antiputinismo da quei ridicoli tartufi. Francesco Merlo, la lingua più felpata del West, ce l’ha con “gli stessi ‘Italiban’ che tifavano per i tagliagole afghani”. Che poi sono gli eroici “mujaheddin” armati dall’Occidente per scacciare l’Armata Rossa dall’Afghanistan e divenuti improvvisamente “tagliagole” talebani quando usarono le nostre armi per scacciare le nostre truppe. A proposito: le armi che stiamo festosamente inviando agli ucraini, se vince Putin le userà contro di noi. Che in fondo gli somigliamo sempre di più. Perché le guerre presto o tardi finiscono: il Cretino Collettivo mai.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/03/il-cretino-collettivo/6513621/

martedì 1 febbraio 2022

Autopsia della fu stampa. - Marco Travaglio

 

Pubblichiamo in esclusiva il referto autoptico dell’informazione italiana, venuta a mancare all’affetto dei suoi cari, ma ancora attivissima a piangere la “morte della politica” per nascondere la propria.

L’amuleto. “Per un Draghi al Quirinale. Cinque mesi sono tanti, ma è ora di costruire un whatever it takes per spedire Draghi al Colle” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 24.8).

Buona questa. “Draghi al Quirinale e Franco premier: la strategia M5S” (Stampa, 28.10).

Ne avesse azzeccato uno. “Salvini, Meloni e Conte: lo strano trio che vuole Draghi al Quirinale” (Repubblica, 2.11).

Logica cartesiana/1. “Il timore dei partiti: governo al capolinea se Draghi non va al Colle” (Stefano Cappellini, Repubblica.it, 12.11).

Tutto normale. “Draghi al Quirinale serve per tornare alla normalità” (Marco Damilano, Espresso, 21.11).

Al primo colpo. “Draghi eletto al primo scrutinio, Cartabia premier e poi presidente dopo il settennato di Draghi” (Paolo Mieli, Tagadà, La7, 25.11).

Wanna Marchi. “Draghi al Colle conviene a tutti, anche a chi non lo vuole” (Domani, 3.12).

Il Grandissimo Elettore. “Il premier al Colle: la scelta di Bonomi” (Francesco Verderami, Corriere, 18.12).

È fatta. “‘Cartabia premier e Draghi al Colle’. C’è il patto per convincere le Camere” (Stampa, 22.12).

Adotta un nonno/1. “Il cambio di stagione da SuperMario a ‘nonno d’Italia’. Ha trovato un nome che rimanda al valore nazionale, la famiglia come patria, con echi da Manzoni a Banfi… L’implicita prossima uscita di scena da Palazzo Chigi e il ritmo dell’entrata in scena del nonno d’Italia al Quirinale in una strana atmosfera da grande futuro dietro le spalle… Delegittimarlo… sarà difficile. Si possono delegittimare i padri, mai i nonni” (Francesco Merlo, Repubblica, 23.12).

L’angelo del focolare. “‘Io, un nonno al servizio del Paese’: dalla Bce al focolare degli italiani” (Mario Ajello, Messaggero, 23.12).

Effetto dominus. “Draghi è il solo dominus dei partiti, quindi può andare al Quirinale” (Salvatore Vassallo, Domani, 23.12).

Senza di lui il diluvio. “O la maggioranza manda Draghi al Quirinale oppure salta tutto” (Domani, 23.12).

Adotta un nonno/2. “Draghi disegna il suo Quirinale: nasce il ‘nonnopresidenzialismo’” (Foglio, 23.12).

Adotta un nonno/3. “Non mandate nonno Draghi ai giardinetti… Dopo la sua quasi subliminale ‘discesa in campo’, al momento è il candidato più credibile per il Colle” (Massimo Giannini, Stampa, 24.12).

Ecco il nuovo governo. “Totopremier. Con Draghi al Quirinale… in pole Cartabia, Franco, Franceschini, Giorgetti e Carfagna” (Stampa, 24.12).

Non avrai altro dio/1. “Verrà l’ora in cui a tutti sarà chiaro che per il Colle c’è solo il premier” (rag. Cerasa, Foglio, 28.12).

Non avrai altro dio/2. “Solo Draghi può farcela” (Antonio Polito, Corriere, 28.12).

San Mario Incoronato. “Il ritorno della politica. Draghi ha cambiato schema e frenato il dominio dell’economia. L’elezione al Colle il coronamento” (Guido Maria Brera, Stampa, 29.12).

Il portafortuna. “SuperMario verso il Colle. Anche Renzi lo spinge” (Claudia Fusani, Riformista, 29.12).

Eran 300, eran giovani e forti. “Sondaggio: sono 300 i parlamentari che vogliono Draghi al Colle” (Foglio, 31.12).

Tutti per uno. “Il patto per eleggere Draghi. L’asse M5S-Pd-LeU si allarga ai leghisti fedeli a Giorgetti e ai centristi Renzi e Toti. Meloni spera che col premier al Quirinale si vada al voto” (Stampa, 5.1).

Quello giusto. “Il Cav. può passare alla storia spianando la strada al migliore, Draghi” (Franco Debenedetti, Foglio, 5.1).

Quelli giusti. “Intesa Salvini-Meloni: prima Silvio, poi Mario” (Pietro Senaldi, Libero, 6.1).

Tovarish Mariov. “In Italia la sinistra c’è: si chiama SuperMario” (Michele Prospero, 6.1).

Come s’offre. “Draghi ai partiti: io ci sono, tocca a voi” (Cuzzocrea, Stampa, 14.1).

Spingitori. “Alleanza per Draghi. La settimana prossima incontro Pd-M5S-LeU per spingere SuperMario” (Annalisa Cuzzocrea, Stampa, 16.1).

Patto ricco mi ci ficco. “Il patto di legislatura: meno tecnici al governo con Draghi al Quirinale” (Messaggero, 17.1).

I dragogrilli. “I 5Stelle inchiodano Conte su Draghi” (Giornale, 17.1).

Colao Meravigliao. “L’ipotesi di Colao premier con Draghi al Colle” (Messaggero, 19.1).

Fattore Metsola. “Il partito di Draghi lavora alla stessa larghissima maggioranza che ha spinto Metsola alla guida del Parlamento europeo” (rag. Cerasa, Foglio, 19.1).

Ripartenza. “Si riparte da Draghi” (Stampa, 19.1).

L’Invariabile. “Ci sarebbe una invariabile che rende oziosi i giri di valzer e di parole intorno alla scelta del prossimo presidente. L’invariabile si chiama Mario Draghi” (Carlo Verdelli, Corriere, 20.1).

The Mario After. “Palazzo Chigi: è già dopo Draghi?” (Stampa, 20.1).

M5D. “Ecco il Movimento 5Draghi” (Foglio, 20.1).

È ufficiale. “Berlusconi ha già deciso: il centrodestra voterà Draghi” (Paolo Mieli, Tagadà, La7, 20.1).

Tandem. “Il piano B.: salgono le quote del tandem Draghi-Cartabia” (Libero, 20.1).

Petaloso. “Petalo dopo petalo, l’ultimo sarà quello di Draghi” (Alessandro De Angelis, Huffington Post, 21.1).

Mai più senza. “L’Italia non può rinunciare a Draghi” (Ajello, Messaggero, 21.1).

La somma che fa il totale. “La somma delle percentuali di chi vorrebbe Draghi al Quirinale e di chi lo vorrebbe a Palazzo Chigi è probabilmente 100… Una ragione in più per mandare Draghi al Quirinale alla prima votazione” (Franco Debenedetti, Foglio, 21.1).

Todo Mario. “Tutte le strade che portano a Draghi”, “Il negoziatore Draghi”, “Il partito di Draghi”, “Chigi dopo Draghi” (Foglio, 21.1).

Rassegnatevi. “I partiti si stanno rassegnando a mandare Draghi al Quirinale” (Daniela Preziosi, Domani, 21.1).

Soccorso nano/1. “Il Cav. punta su Draghi” (Claudia Fusani, Riformista, 21.1).

Ci siamo. “I dubbiosi tra i dem ora virano sull’ex capo della Bce” (Maria Teresa Meli, Corriere, 21.1). “Le grandi manovre su Palazzo Chigi. Spinta per una squadra in stile Draghi. I nomi di Cartabia e Colao” (Corriere, 21.1.).

Ha già traslocato. “Passi avanti su Draghi, si cerca il sostituto” (Cuzzocrea, Stampa, 21.1). “Si rafforza l’ipotesi Draghi: anche i deputati M5S convinti ad appoggiarlo” (Stampa, 21.1).

Soccorso nano/2. “Berlusconi: voci di un passo indietro, con indicazione per Draghi” (Verderami, Corriere, 21.1).

Favorito. “Quirinale, ora il favorito è Draghi” (Stefano Cappellini, Repubblica, 21.1).

Incastro. “L’incastro degli incarichi. L’ipotesi di Casini come alternativa a Draghi” (Verderami, Corriere, 22.1).

Avanzi. “Partiti in tilt, avanza Draghi” (Repubblica, 22.1).

Nonno in fuga. “Credo che la Senectus ciceroniana, fatta di sapienza e autorità, sia adatta al ruolo di neutralità e garanzia che la Costituzione assegna al ‘nonno d’Italia’, come ha detto Mario Draghi… nonno lucido e saggio che lunedì eleggeremo” (Merlo, Repubblica, 22.1).

Schema Oronzo Canà. “Quando Berlusconi si convincerà che… il Colle resta precluso, è ragionevole immaginare una larga convergenza su Draghi. È lo schema a cui sta lavorando Enrico Letta” (Francesco Bei, Repubblica, 22.1).

Un bel guadagno. “Chi ci guadagna con Draghi al Colle (tutti): Meloni, Letta, Renzi, Salvini, Conte, il Cav. Perché il reset draghiano conviene a ogni leader” (rag. Cerasa, Foglio, 22.1).

Allucinazioni. “Gli italiani vedono Draghi sul Colle” (Stampa, 22.1).

Come no. “Grillo gela Conte e apre a Draghi” (Repubblica, 23.1).

Tomba. “Lo slalom del premier tra i veti dei partiti” (Repubblica, 23.1).

Lo vota pure lo Spirito Santo. “Il ‘Creator Spiritus’ che manca alla politica… Tutto si può permettere l’Italia di oggi, meno che di lasciare in panchina l’uomo che le sta ridando credibilità e fiducia, dopo averla rappresentata ai più alti livelli alla Bce” (Giannini, Stampa, 23.1).

Caos creativo. “Il rischio caos che potrebbe portare al premier” (Verderami, Corriere, 23.1).

Ha capito tutto. “Belloni premier: la trattativa che può aprire la via a Draghi” (Tommaso Ciriaco, Repubblica, 24.1).

DeBenedixit. “PERCHÉ DRAGHI” (Domani, 24.1).

Logica cartesiana/2. “Se Draghi non trasloca al Colle, a rischio anche il governo” (Alessandra Sardoni, Foglio, 24.1).

Chiamami, Mario. “SuperMario si può salvare se fa almeno tre telefonate” (De Angelis, Stampa, 24.1).

Decide lui. “Solo con Mattarella o Amato, Draghi può restare premier” (Stampa, 24.1).

Così schivo. “Draghi resiste al pressing di chi lo invita a ‘trattare’” (Corriere, 24.1).

È un bel Presidente! “Il nome favorito resta, fin qui, quello del premier, per caratura internazionale, indipendenza, sondaggi, curriculum, ma gli gioca contro giusto l’importanza del ruolo di skipper Pnrr” (Gianni Riotta, Stampa, 24.1).

Partita doppia. “Il bivio Casini-Draghi tra 4° e 7° voto” (Verderami, Corriere, 24.1).

Ah saperlo. “Si può rinunciare a Draghi?” (Foglio, 25.1).

Manca poco. “Per convinzione o per consunzione: 24 ore per capire come si arriverà a Draghi al Colle” (De Angelis, Huffington, 25.1).

Referendum. “Il Quirinale ora è un referendum su Draghi” (rag. Cerasa, Foglio, 25.1).

Logica cartesiana/3. “Se Draghi non va al Quirinale rischia di cadere il governo” (Massimo Giannini, Otto e mezzo, La7, 25.1).

Venghino belle signore! “I mercati votano Draghi” (Stampa, 25.1).

Povera stella. “Draghi si affida a Letta, è l’ultima speranza per tentare la scalata al Quirinale. Salvini non chiude del tutto. I tentativi di un colloquio telefonico con Berlusconi” (Stampa, 26.1).

Assassini. “Perché è ancora possibile una prova di maturità per Salvini”, “Chi avrà l’onore di appuntarsi il draghicidio sul CV politico? Le possibilità che Draghi faccia il passo da Palazzo Chigi al Colle sono ancora alte” (rag. Cerasa, Foglio, 26.1).

Buona la quinta. “Ora il premier si muove sottotraccia per rientrare in gioco al 5° scrutinio” (Ciriaco, Repubblica, 26.1).

L’oracolo Giggino. “Rabbia 5S su Conte, si muove Di Maio: calma, si arriverà a Draghi per inerzia” (Giornale, 26.1).

L’ideona. “Draghi per vincere minacci di mollare” (Vittorio Feltri, Libero, 26.1).

Respira ancora. “La candidatura Draghi non è ancora morta: se parte, nessuno la ferma” (Dubbio, 27.1).

La guerra mondiale. “Draghi è comunque una figura centrale e difficilmente sacrificabile senza provocare contraccolpi anche sul piano internazionale” (Massimo Franco, Corriere, 27.1).

Che carino. “È deciso ad andare avanti chiunque venga eletto” (Corriere, 27.1).

Inutile votare. “L’esito è scontato: sarà Mario Draghi il prossimo capo dello Stato” (Paolo Mieli, Piazzapulita, La7, 27.1).

Il Divino Rutelma. “Io dico Draghi” (Francesco Rutelli, Repubblica, 27.1).

En plein. “Ora la sfida è tra Draghi e Casini” (Stampa, 27.1).

E le risalite. “Risale Draghi” (Stampa, 28.1).

Inconsolabili. “Perché Salvini vince solo con Draghi” (rag. Cerasa, Foglio, 28.1). “L’unico modo per uscire dallo stallo alla messicana è Draghi” (Giuliano Ferrara, ibidem).

Dai che ce la fa. “La telefonata di Draghi a Berlusconi: prove di disgelo con FI. La speranza che si aggiunga a Meloni” (Ciriaco, Repubblica, 28.1).

Il jolly. “Ma sul tavolo restano le carte Casini e Draghi” (Verderami, Corriere, 28.1).

Tonno Inevitabile. “L’alternativa al meno peggio. L’inevitabile Draghi” (Nadia Urbinati, Domani, 28.1).

Mi ha cercato nessuno? “Lo stupore di Draghi: ‘Mi atterrò alla decisione del Parlamento, salvo che qualcuno faccia una mossa decisiva’” (Stampa, 29.1).

Ultima speme/1. “Colle, l’accordo è più vicino. Ancora in campo Draghi e Casini” (Messaggero, 29.1).

Ultima speme/2. “È probabile che Draghi la spunti sui concorrenti e si insedi sul Colle, l’unico non politico più bravo dei politici” (Feltri, Libero, 29.1).

Ultima speme/3. “Le carte di Draghi: resta in corsa”, “Forza Draghi, un elogio di chi ci ha provato”, “Draghi è il ‘portone di sicurezza’ di Salvini” (rag. Cerasa, Foglio, 29.1).

Cerrrto che è lui! “Secondo me sarà Draghi” (rag. Cerasa, Damilano e De Angelis, MaratonaMentana La7, 29.1, tardo pomeriggio).

Roberto Fico (presidente della Camera, 30.1): “Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 983, astenuti nessuno, hanno ottenuto voti Mattarella 759, Nordio 90, Di Matteo 37, Berlusconi 9, Belloni 6, Casini 5, Draghi 5”..

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/01/autopsia-della-fu-stampa/6475787/

venerdì 28 gennaio 2022

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Vergogna l’è morta. “Quanto costa curare un No Vax. Solo in Piemonte il conto dei ricoveri in rianimazione arriva a quasi 500 mila euro al giorno” (Stampa, 20.1). Vergognarsi mai, eh?

Gli oracoli di Delfi. “L’operazione Scoiattolo è finita, ora il Cavaliere indichi lui Mario Draghi” (Vittorio Sgarbi, deputato FI, 20.1). “Berlusconi, voci di un passo indietro, con indicazione per Draghi” (Francesco Verderami, Corriere della sera, 21.1). “Il Cav. punta su Draghi” (Claudia Fusani, Riformista, 21.1). A questi Nostradamus gli fa una pippa.

Adotta un nonno. “O sul Colle o a Palazzo Chigi, l’Italia non può rinunciare a Draghi” (Mario Ajello, Messaggero, 21.1). “I rischi di non avere Draghi né al Quirinale né a Palazzo Chigi” (rag. Cerasa, Foglio, 18.1). “Attenti a non sprecare Draghi” (Lilli Gruber, Sette-Corriere, 21.1). “Draghi va tutelato: non averlo al Colle né al governo sarebbe una rovina” (Andrea Romano, deputato Pd, Riformista, 21.1). “Per i mercati Draghi deve restare da qualche parte” (Libero, 23.1). Ma infatti: c’è sempre l’Abi, o la Federcaccia.

Suicidio assistito. “Tandem Letta-Di Maio in pressing su Conte: il nome giusto è Draghi” (manifesto, 20.1). Come alternativa alla classica clinica svizzera.

Autopressing. “Csm, Cartabia in pressing: ‘Riforme non più rinviabili’” (Stampa, 22.1). La riforma del Csm fu varata da Bonafede e licenziata in Consiglio dei ministri dal Conte 2 nell’agosto 2020. Ora, dopo che ci ha messo le mani la Cartabia, è di nuovo bloccata da sei mesi dal governo Draghi: infatti la Cartabia ce l’ha con noi.

Muri. “Ministra Cartabia, sul carcere ora rompa quel muro di gomma” (Dubbio, 15.1). Purchè non rompa quelli di cemento armato.

Mani.“Mattarella e Cartabia bandiera bianca: la giustizia resta in mano ai pm” (Piero Sansonetti, Riformista, 20.1). Per darla in mano agli imputati bisogna attendere la prossima riforma.

Senti chi parla/1. “Archivio Genchi, Berlusconi: ‘Intercettazioni, presto ci sarà un’enorme scandalo’” (Giornale, 25.1.2009). “Si sgonfia la bufala dell’‘archivio Genchi’” (Giornale, 18.1.2022). Indovinate chi l’aveva fabbricata.

Senti chi parla/2. “Grave la sfiducia a giallorossa a Fuortes. I 5Stelle quale idea hanno mai avuto della televisione pubblica?” (Claudio Petruccioli, Pd, ex presidente Rai, Riformista, 18.1). Lui invece un’idea ce l’aveva: quella di Mediaset.

Facce da Mef. “Il cashback contro l’evasione è stato uno spreco di soldi, dice il Mef” (Foglio, 18.1). Infatti, contro l’evasione fiscale, il Mef ha fatto un bel condono fiscale.

Segretissimo. “Renzi pensa a Gentiloni. È la sua carta segreta” (Libero, 17.1). Talmente segreta che la sa persino Libero.

Chi è Stato. “Andreotti grande statista, ma dello Stato Vaticano” (Corriere della sera, 18.1). Capitale: Palermo.

Libertà di lingua. “Cesara Buonamici: ‘Mi volevano Rai e La7. Ma la libertà è al Tg5’. Pier Silvio: ‘Credibili dal ’92’” (Libero, 13.1). Siccome non glielo dice nessuno, se lo dicono da soli.

Raggieri. “Gualtieri: ‘Alla Capitale arrivano pochi fondi’” (Repubblica, 21.1). Sembra di sentire la Raggi quando chiedeva i fondi a Gualtieri.

La quinta Evangelista. “Doppia morale da M5S sulle questioni giudiziarie. Non potevo più restare” (Elvira Evangelista, senatrice eletta con i 5Stelle e passata a Italia Viva, Messaggero, 21.1). Molto meglio l’unica morale renziana.

Reato grillino. “Grillo vittima del grillismo. Sotto inchiesta per traffico d’influenze, il reato ‘preferito’ dal M5S” (Giornale, 19.1), “La nemesi di Beppe: nei guai per il reato più amato dai grillini” (Dubbio, 19.1). “Grillo indagato per traffico d’influenze, il reato che al M5S piace tanto condannare” (Foglio, 19.1). “L’accusa: traffico d’influenze. Il reato grillino colpisce Grillo” (Aldo Torchiaro, Riformista, 19.1). Talmente grillino che ce l’ha tutta Europa e in Italia lo portò il governo Monti con la legge Severino, quando i grillini non erano neppure in Parlamento.

Chi può e chi no. “Ucraina, aperto il primo fronte: gli Usa contro le fake news russe” (Stampa, 21.1). In attesa che qualcuno apra il secondo fronte contro le fake news americane.

Il consulente incompreso. “In otto giorni fuori dalla pandemia se facciamo il test a tutti” (Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Repubblica, 21.1). È un peccato che nessuno gli dia mai retta, sennò il Covid manco arrivava.

Il titolo della settimana/1. “Camici: Fontana verso l’archiviazione. Respinte dalla Svizzera le rogatorie italiane. Sbugiardato Travaglio” (Libero, 23.1). Uahahahahah.

Il titolo della settimana/2. “Conte untore Covid in Europa” (Giornale, 22.1). “Il virus si è diffuso in tutto il mondo a causa dei ritardi del governo Conte” (Franco Battaglia, Verità, 23.1). In Europa, in tutto il mondo, ma soprattutto nella galassia.

24 gennaio, 2022

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/01/24/ma-mi-faccia-il-piacere-254/6466120/

giovedì 25 novembre 2021

Rapsodie ungheresi. - Marco Travaglio


Per la serie “tutti ladri, nessun ladro”, grandi festeggiamenti a edicole unificate per la richiesta di rinvio a giudizio contro Piercamillo Davigo, accusato a Brescia insieme al pm milanese Paolo Storari di rivelazione di segreto per aver consegnato o comunicato ai vertici del Csm i verbali dell’avvocato Amara sulla presunta loggia Ungheria. Giornale: “Colpo finale ai giustizialisti”. Libero: “Caro Davigo, ora tocca a te. Da inquisitore a inquisito”. Foglio: “Processo alla malagiustizia”. Verità: “Contrappasso: chiesto il processo per Davigo”. Riformista: “Davigo è finito come i pifferi di montagna”, “È uno squarcio su Mani Pulite”. Il sillogismo del partito degli imputati è avvincente: Davigo è uno dei pm che scoperchiarono Tangentopoli; ora è imputato a Brescia (per la 27ª volta); dunque tutti i colpevoli di Tangentopoli erano innocenti. E ricorda quello di Montaigne: il salame fa bere; bere disseta; dunque il salame disseta. Ora, le eventuali colpe di Davigo non cancellerebbero quelle dei tangentari neppure se fosse stato scoperto a prendere tangenti. Ma il reato a lui contestato non c’entra nulla con soldi, interessi personali o altre condotte eticamente infamanti. Attiene a una sua doverosa denuncia in base all’interpretazione letterale di una circolare del Csm: quella per cui ai suoi membri non si può opporre il segreto.

È la primavera 2020: Storari confida a Davigo che i vertici della Procura di Milano non indagano i personaggi accusati da Amara. Davigo si fa dare i verbali (a lui non si può opporre il segreto) e ne avvisa alcuni colleghi del Csm. A voce e non tutti, perché due sono accusati da Amara e non devono sapere delle indagini. Sta commettendo un reato? I colleghi del Csm ritengono di no, sennò lo denuncerebbero per non commetterne uno a propria volta (omessa denuncia del pubblico ufficiale). Neppure il vicepresidente Ermini, che corre ad avvertire il presidente Mattarella, senza che questi eccepisca nulla, poi distrugge i verbali avuti da Davigo (cioè la prova del possibile reato che, se fosse tale, lo renderebbe colpevole di favoreggiamento, oltreché di correità nella rivelazione di segreti al capo dello Stato). Anche Salvi, Pg di Cassazione e titolare dell’azione disciplinare, si guarda bene dall’avviarne una contro Davigo. Anzi, usa le sue informazioni per chiamare il procuratore di Milano e sollecitare le iscrizioni di cui Storari lamenta l’assenza. Al processo, quando Davigo chiamerà tutti a testimoniare, ci sarà da divertirsi. Intanto, oltreché del dito (Davigo), magari qualcuno magari si occuperà della luna (la loggia Ungheria). Sempreché i confratelli e le consorelle ungheresi, che nel frattempo continuano a far carriera, non siano arrivati al Quirinale.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/25/rapsodie-ungheresi/6404627/

martedì 2 novembre 2021

Il flop trionfale. - Marco Travaglio




















Il flop del G20 sulla stampa internazionale: “Vertice debole” (Cnn), “non riesce a colmare le divisioni” (Los Angeles Times), “progressi limitati… le possibilità di rimanere al di sotto di 1,5 gradi stanno svanendo” (The Guardian), “I Paesi del G20 non riescono a concordare obiettivi climatici più ambiziosi” (Frankfurter Allgemeine Zeitung). Il flop del G20 sulla stampa italiana di domenica: “Obiettivo 1,5 gradi senza più una data” (Corriere), “La strada è in salita” (Repubblica), “Trattativa in stallo” (Stampa). Il flop del G20 sulla stampa italiana di lunedì, dopo che Draghi si è autoelogiato per il “successo” e il “passo in avanti”: “La tattica dell’empatia. Così Draghi ha ‘smosso’ anche Pechino e Mosca ed evitato il fiasco finale”, “Il premier tessitore che consolida i nuovi equilibri… Difficile negare il successo del G20. Voto 9” (Corriere), “Un passo avanti per curare il clima”, “Il tessitore Draghi: ‘È stato un successo, teniamo vivi i sogni, è la vittoria del multilateralismo con Russia, Cina e India’”, “Draghi sottolinea giustamente il successo”, “Greta ragazza incontentabile… Draghi è stanco: qualcosa ha costruito” (Repubblica), “Successo di Draghi, ma spiccioli per il clima” (sic), “Bentornato multilateralismo”, “Ora Cina e Russia vanno recuperate”, “Il premier è il faro del dopo Merkel” (Stampa), “Passo avanti sul clima”, “Nuovo corso mondiale e l’Italia guida la svolta”, “Il multilateralismo soppianta i populismi” (Messaggero). Il flop del G20 di Roma secondo la stampa italiana, se a presiederlo fosse stato Conte: “Il G20 di Giuseppi senz’anima né visione”,“Disastro/catastrofe/ flop/caos/figuraccia mondiale del Conte Casalino”, “Disfatta della pochette populista in mondovisione”, “Ciancia di multilateralismo per nascondere che è un servo di Putin e Xi Jinping, che però lo snobbano e non vengono”, “Multilateralismo? No, trasformismo: lo schiavo di Casalino ci svende a Mosca e Pechino, come già a Caracas, e stringe la mano a Erdogan dopo avergli dato del dittatore”, “Da Trump a Biden, gli Usa lo elogiano per compassione”, “I Grandi del mondo sfilano al funerale dei 5Stelle”. Roma sede del G20 con la Raggi: “I Grandi accolti da topi e cinghiali”, “Slalom dei Venti tra buche e rifiuti”, “I Grandi con la mascherina per non sentire la puzza”, “Biden si porta 50 Suv perché ne perderà la metà nelle buche e nei roghi dei flambus”, “Caos Roma”, “Raggi vattene”. Roma sede del G20 con Gualtieri, ma senza giunta: “Boom di turisti”, “Il Centro torna ai romani. C’è persino chi si sposa”, “Gualtieri fa da guida alle first lady: ‘La città ha superato la sfida’”, “Vince la grande bellezza” (Messaggero). Sempre sia lodato.