martedì 14 luglio 2009

Berlusconi e il successo del G-R-OTTO

2009-07-13 00:35:36
di MICHELE BARREA - Il G8 dell’Aquila ha assunto un significato salvifico e provvidenziale per la maggior parte dei media italici ridotti, ormai, allo zerbino dell’Italia berlusconizzata.

E’ noto come il controllo dei media sia stato lo strumento principale attraverso il quale Berlusconi abbia manipolato l’opinione pubblica costruendo le sue fortune politiche.Questo controllo è servito, di volta in volta, a magnificarne le capacità e le virtù ed a nascondere alla coscienza collettiva le ombre che hanno caratterizzato la sua vita di imprenditore e politico e la costante e continua limitazione delle Istituzioni repubblicane che ha ridotto, drammaticamente, gli spazi di democrazia.Negli ultimi mesi, tuttavia, le miserie del piccolo uomo sono emerse in maniera così evidente ed eclatante da suscitare il giusto interesse dell’informazione di tutto il mondo che, unanimemente e senza distinzioni ideologiche, non ha risparmiato giudizi pesantissimi nei confronti di Berlusconi. Questo stridente contrasto ha riportato alla ribalta la classifica sulla libertà di stampa nel mondo che “Reporter sens frontière” ha pubblicato di recente e nella quale l’Italia figura al 40° posto dopo Cile e Corea del Sud. Ma a togliere dall’imbarazzo i media italiani ed a distrarre l’opinione pubblica ci ha pensato il G8 appena concluso. Non era ancora terminata la inconsistente conferenza stampa conclusiva del Premier che le televisioni e i giornali “zerbino” si affannavano a magnificare la perfetta organizzazione del vertice e lo straordinario successo di Berlusconi che, con i “fatti”, aveva risposto alle denigrazioni della “sinistra” che da mesi cercava di oscurarne la statura (si fa per dire) internazionale.Accuratamente è stata nascosta la rabbia, la sofferenza e la indignazione degli aquilani.La gente ha letto e sentito dello straordinario successo di Berlusconi senza capire da che cosa fosse stato determinato. I giornali hanno evidenziato come, in tempi rapidissimi, la caserma della Guardia di Finanza dell’Aquila sia stata resa adatta ad ospitare un evento internazionale così importante. Abbiamo visto in televisione il gusto e la cura con cui sono state arredate le camere degli ospiti internazionali, i menù raffinati, quanto di meglio il nostro paese sia in grado di offrire.Ma tutto questo che cosa c’entra con le capacità politiche del Premier e con il “presunto” successo del G8 che avrebbe confutato e cancellato lo squallore e le miserie emerse di recente? Semplicemente nulla.Dal punto di vista politico il G8 è stato un fallimento rivelandosi per quello che è. Un club esclusivo, inutile e forse anche dannoso. E’ evidente a tutti che la pretesa dei potenti del mondo di fissare regole valide per tutta l’umanità appare paradossale dal momento in cui questi stessi paesi sono da ritenersi gli unici responsabili dei mali che si intendono curare: la fame nel mondo e gli squilibri sempre più forti tra paesi ricchi e paesi poveri, i problemi ambientali e climatici, la crisi finanziaria e la recessione mondiale che, ancora una volta, dimostra la pericolosità devastante del liberismo economico. E’ come voler affidare il compito di risanare un’azienda fallita ai manager che l’hanno portata al fallimento.Che ciò sia vero è dimostrato dalle parole del Presidente Obama il quale, pur muovendosi ancora con circospezione, ha chiaramente affermato come sia necessario modificare radicalmente questi incontri che, così concepiti, non hanno alcuna utilità. Subito dopo il termine del G8, quasi a volersi purificare, è volato in Ghana, in Africa, dove sono evidenti gli effetti di una primordiale idea dei rapporti tra gli stati e tra i popoli fondata sulla sopraffazione. E’ molto più di una speranza la convinzione del Presidente della principale potenza mondiale che solo un mondo più giusto potrà salvarci e che la prosperità ed il benessere dei più ricchi non possono prescindere dalla necessità e dal dovere di affrancare dalla miseria e dalla sottomissione milioni di persone. Il G8, inoltre, ha oscurato, dando il pretesto ai media per non occuparsene, un’altra vicenda emersa di recente e che coinvolge pesantemente Berlusconi.Nel processo di appello in cui è imputato il Senatore Dell’Utri (PDL, amico e socio storico di Berlusconi) per concorso esterno in associazione mafiosa, Massimo Ciancimino, figlio dell’ex Sindaco di Palermo Vito Ciancimino condannato per mafia ed autore del sacco di Palermo, ha dichiarato che la lettera ritrovata nel 2005 ed indirizzata a Berlusconi sarebbe stata inviata dal boss Bernardo Provenzano. Ciancimino e dell’Utri erano stati incaricati di recapitarla all’Onorevole Berlusconi. In questa lettera, “colpevolmente” dimenticata nella Procura di Palermo, la mafia chiedeva a Berlusconi che le venisse concessa una rete televisiva. La mafia sarebbe stata riconoscente, ma in caso di rifiuto avrebbe rapito ed ucciso un figlio di Berlusconi. La lettera, considerata autentica, è inquietante in quanto proverebbe i legami tra Berlusconi e la mafia. Ebbene, una notizia del genere avrebbe riempito le pagine dei giornali ed i palinsesti televisivi in qualsiasi paese democratico, avrebbe determinato, insieme a tante altre precedenti ed attuali vicende, le dimissioni dei personaggi pubblici coinvolti. Nella nostra “repubblica delle banane” queste notizie vengono addirittura celate. Di contro si magnifica Berlusconi per il niente prodotto al G8 dell’Aquila.Il “bananaro” alla guida della nave bananiera ancora galleggia ma le falle si allargano e si preparano le scialuppe.

http://www.altromolise.it/notizia.php?argomento=e-mail&articolo=39078