martedì 4 ottobre 2016

Per chi ancora non lo avesse capito....




Consiglio di Stato, magistrati amministrativi contro Renzi: “Forzata la legge per nominare la Manzione”. - Ilaria Proietti


Risultati immagini per Antonella Manzione
Matteo Renzi e Antonella Manzione

L’Associazione nazionale magistrati amministrativi (Anma) pronta a dare battaglia. Annunciando ricorsi e minacciando dimissioni dal Consiglio di presidenza di Palazzo Spada. Per la designazione della pupilla del presidente del Consiglio, già a capo dei vigili urbani di Firenze e poi nominata ai vertici del dipartimento affari giuridici della presidenza del Consiglio. “E’ la prima volta che dal governo vengono indicati  nominativi così poco qualificati”. Ma anche per l'emendamento varato in commissione Giustizia alla Camera. Che spalanca le porte dell’organo di autogoverno a due membri di diritto. Uno dei quali è l'ex ministro Patroni Griffi.

Ora basta. Il 7 ottobre al direttivo dell’Associazione nazionale magistrati amministrativi (Anma) si minaccia battaglia. Contro la decisione di Matteo Renzi di indicare per un posto al Consiglio di Stato, Antonella Manzione. Già capo dei vigili urbani a Firenze e poi voluta a Roma dal premier al vertice del Dipartimento affari giuridici della Presidenza del Consiglio (Dagl). “Vogliamo verificare se ci siano i presupposti per un ricorso contro questa nomina. Non si tratta di una questione infondata, anche perché già sulla nomina di Manzione al Dagl erano stati fatti rilievi dalla Corte dei Conti”, spiega a ilfattoquotidiano.it Fabio Mattei, segretario generale di Anma che non nasconde l’amarezza. “E’ la prima volta che dal governo vengono indicati per Palazzo Spada nominativi così poco qualificati. E che nella loro funzione saranno chiamati a giudicare affari milionari. O a dare pareri su provvedimenti dello stesso esecutivo che li ha nominati pur essendo privi dei requisiti previsti”.
TODOS CABALLEROS Possibile  che non ci fossero altre professionalità su cui puntare? E’ la domanda che sollevano dall’associazione. “Per fare spazio a nomine come quella della Manzione si è addirittura forzato la legge”, accusa Mattei. Che aggiunge: “La normativa prevede un requisito minimo di  età, 55 anni che lei non ha. Oltre che preparazione e qualifiche che fino ad oggi avevano portato a scegliere professori universitari ordinari, avvocati di lungo corso, magistrati di corte d’Appello o altissimi dirigenti pubblici. Qui invece, con il rispetto dovuto, siamo al todos caballeros”, spiega il presidente dell’Anma a proposito “dell’ultima infornata governativa. Che ha, come mai prima, una fortissima connotazione politica”.
PALAZZO OCCUPATO.  Ma al direttivo del 7 ottobre sarà esaminata al microscopio quella che più d’uno definisce una strategia del governo per  occupare ‘manu militari’ Palazzo Spada, il cuore della giustizia amministrativa. “Si intravvede un unico filo conduttore nelle decisioni dell’esecutivo Renzi. Che parte da quella di mantenere in servizio alcuni magistrati, spostando solo per loro e quindi in maniera assolutamente anomala anche per la scelta di farlo con decreto legge, il termine per la pensione: è un  fatto grave perchè lede l’imparzialità e l’indipendenza della giustizia”, dice Mattei. Che non fatica a definire questa mossa “un blitz del governo”. Non l’unico, peraltro.
GIUSTIZIA ALL’ATTACCO. Malissimo digerito anche l’emendamento infilato ‘alla chetichella’ in commissione Giustizia alla Camera che spalanca le porte dell’organo di autogoverno della magistratura amministrativa, completamente elettivo con la sola eccezione del suo presidente, a due membri di diritto. “Nessuno si è premurato di consultare il Consiglio di presidenza. A noi, che addirittura siamo stati sentiti in Commissione qualche giorno prima, non avevano detto nulla. Neppure un accenno”, si rammarica  il segretario di Anma: “Con questa decisione si altera  il peso dei membri elettivi del Consiglio di presidenza, incidendo sulla rappresentanza. Insomma, un’ulteriore intromissione che consente di fatto al governo di mettere le mani sulla giustizia amministrativa”. Che ora è pronta a reagire.
DIMISSIONI IN VISTA. La Giunta Anma ha chiesto un incontro urgente al presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. E a David Ermini, altro esponente del Pd che da relatore del decreto ha proposto l’emendamento incriminato. E che consentirà l’ingresso in Consiglio di Presidenza al presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi. E al presidente del tribunale amministrativo regionale con maggiore anzianità di ruolo, il cui identikit sembra corrispondere oggi quello del presidente del tar Toscana Armando Pozzi. “Chiediamo lo stralcio di questa previsione: se dovesse passare anche in aula, i sei membri eletti a Palazzo Spada dai tar si vedrebbero costretti alldimissioni. La loro presenza nell’organo di autogoverno a quel punto, nonostante rappresentino la stragrande maggioranza dei magistrati amministrativi, sarebbe totalmente marginale. Bisogna a tutti i costi impedire questa operazione verticistica dal sapore chiaramente politico”.
Leggi anche:

Opere pubbliche, 14 arresti per tangenti in Lombardia.




Nel mirino sub-appalti, anche collegamento fra terminal Malpensa.


La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito 14 arresti tra cui quelli di un dirigente di una società controllata da Ferrovie Nord nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano con al centro l'acquisizione di sub-appalti di opere pubbliche in Lombardia. Tra le commesse anche quella relativa alla linea ferroviaria che collega il terminal 1 al terminal 2 di Malpensa. Tra i reati, l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata "alla commissione di reati di corruzione diretta all'acquisizione di subappalti di opere pubbliche realizzate in Lombardia". Contestati anche reati di natura fiscale, per presunta "utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti" e "indebite compensazioni", e poi ancora la truffa ai danni dello Stato, la bancarotta fraudolenta, l'intestazione fittizia di beni e complessi societari e la "illecita concorrenza realizzata attraverso minaccia e violenza".
La presunta associazione per delinquere sarebbe stata formata da "imprenditori bergamaschi e calabresi", alcuni dei quali "aventi contiguità ad un contesto criminale di 'ndrangheta". E' quanto emerge dagli atti dell'indagine, condotta dalla Gdf e coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini e dal pm Bruna Albertini, che ha portato in carcere, tra gli altri, Davide Lonardoni, 45 anni di Varese, dirigente di NordIng, società del gruppo Ferrovie Nord Milano. Tra le 11 persone finite in carcere (per tre, invece, sono stati disposti i domiciliari) c'è anche Pierino Zanga, imprenditore bergamasco, "formalmente mero dipendente all'interno delle varie società, ma di fatto 'dominus' di un circuito di società aggiudicatrici dei vari subappalti per la realizzazione di opere pubbliche".
Stando alle indagini, la presunta associazione per delinquere sarebbe stata composta da vari imprenditori "avvalendosi di diverse società operanti nel settore dell'edilizia", anche intestate a prestanome e apparentemente prive di legami tra loro. Gli approfondimenti di indagine, con una complessa attività di polizia giudiziaria e tributaria, hanno portato all'accertamento anche di presunte violazioni di natura penale e tributaria e di "attività distrattive del patrimonio di alcune società coinvolte, in relazione alle quali - come spiega la Gdf - il Tribunale ha dichiarato il fallimento" con ipotesi di bancarotta per i "titolari di fatto". Numerose perquisizioni sono in corso e nel blitz sono impegnati oltre 100 finanzieri.
La corruzione esiste perchè la politica è corrotta.
Per eliminare l corruzione dobbiamo purificare le stanze del potere legislativo. E per purificare le stanze del potere legislativo dobbiamo mandare a casa gli individui che hanno permesso che la corruzione entrasse da padrona nelle istituzioni del paese.
Abbiamo bisogno di cambiare; fino a quando in politica continueranno a circolare gli stessi personaggi che hanno portato la nazione allo sbando, affondando le loro mani nelle casse dello stato per arricchirsi ed assicurarsi una longeva permanenza in parlamento, non vedremo alcun miglioramento, non avremo speranza in un futuro migliore. Cetta

Muraro querela Renzi per diffamazione.

 © ANSA


Avvocato assessore capitolino, fatti indebiti accostamenti.


(ANSA) - ROMA, 3 OTT - L'assessore capitolino all'Ambiente Paola Muraro ha querelato per diffamazione il premier Matteo Renzi per gli "indebiti accostamenti fatti con l'inchiesta su 'Mafia Capitale'". Oggi l'avvocato Alessio Palladino, uno dei difensori della Muraro, ha depositato a piazzale Clodio l'atto.

"La mia assistita - dice il penalista - si è posta da tempo a disposizione degli inquirenti, ma speculare sulla sua vita privata o rappresentare fatti non veri è solo indice, a nostro parere, di una azione diffamatoria".

Questo è il primo ecovillaggio del mondo che genera la propria energia e ricicla i propri rifiuti.



Alla periferia di Amsterdam sarà possibile incontrare il primo villaggio autosufficiente al 100%: produrrà il proprio cibo, genererà la propria energia e riciclerà i propri rifiuti. Così la città olandese trasformerà un vecchio borgo in un villaggio sostenibile che si chiamerà ReGen e che occuperà 15.500 m2. Volete vivere in questo paese, dove ci saranno Passivhaus e che sarà ultimato nel 2017?
Questo sobborgo trasformato in villaggio ecologico avrà una superficie totale di 15.500 m2, distribuiti tra case costruite secondo lo standard Passivhaus, un centro agricolo, un centro per la gestione dei rifiuti, impianti di energia pulita, zone per l’intrattenimento e vie di trasporto.
Gli appartamenti avranno una parte verandata dove realizzare un orto o dove avere un giardino. E nelle aree centrali ci saranno le zone comuni, le serre e le fattorie verticali, in grado di generare più cibo rispetto a quelle tradizionali grazie a metodi innovativi.
Il villaggio produrrà la propria energia elettrica grazie a una combinazione di energie pulite, come l’energia geotermica, solare, eolica e la biomassa. Una rete intelligente distribuirà l’energia in modo efficiente, utilizzando le auto elettriche come sistema di accumulo di energia per i picchi di domanda.
Inoltre, ci sarà un sistema di stoccaggio di acqua che raccoglierà l’acqua piovana e le acque grigie per irrigare giardini stagionali. L’inaugurazione di questo villaggio è prevista per il 2017.








https://www.idealista.it/news/immobiliare/internazionale/2016/06/21/120208-questo-e-il-primo-ecovillaggio-del-mondo-che-genera-la-propria-energia-e?gallery-item=6 

Monte dei Paschi, de Bortoli: “Serve trasparenza sull’accordo tra il governo Renzi e Jp Morgan. Vicenda oscura”.

Monte dei Paschi, de Bortoli: “Serve trasparenza sull’accordo tra il governo Renzi e Jp Morgan. Vicenda oscura”

L'ex direttore, in un editoriale sul Corsera, ripercorre la messa a punto del complesso piano di salvataggio di Rocca Salimbeni: l'incontro tra il premier e il numero uno della banca d'affari a Palazzo Chigi, la cacciata di Viola sostituito con Morelli, i potenziali guadagni dell'istituzione Usa con cui però "per ora non risulta firmato alcun contratto". E il ruolo dell'ex ministro dell'Economia e direttore generale del Tesoro Grilli.

“La memoria del Paese è corta. Quella di risparmiatori,azionisti e lavoratori delle tante banche coinvolte un po’ meno. Rinfrescarla fa bene a tutti”. Così Ferruccio de Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera, chiude un duro editoriale sul piano di salvataggio del Monte dei Paschi di Siena messo a punto con il contributo cruciale del Tesoro, che di Rocca Salimbeni è il primo azionista. Nel fondo, pubblicato lunedì in prima pagina sul quotidiano di via Solferino, de Bortoli auspica “un po’ più di trasparenza nei rapporti” della banca d’affari statunitense Jp Morgan “con il governo e nella ristrutturazione del capitale Mps, specie tenendo conto che la banca americana sarà impegnata anche nell’aumento di Unicredit“. Perché, spiega, il “senso di responsabilità nazionale non ci impedisce, anzi ci impone, di avanzare qualche scomoda questione“.

Una “forzatura figlia di un accordo tra il governo e la banca americana”, accordo stretto dallo stesso Renzi durante un incontro a pranzo a Palazzo Chigi con “il numero uno Jamie Dimon su sollecitazione di Claudio Costamagna, presente l’ex ministro Vittorio Grilli, oggi in Jp Morgan”, nella veste di presidente delle attività di Corporate & investment banking per Europa, Medio Oriente e Africa.
L’intesa prevede che Jp Morgan conceda al Monte un finanziamento ponte da 6 miliardi finalizzato alla successiva cartolarizzazione dei crediti in sofferenza (9 miliardi netti, 28 lordi). Ma “qui la vicenda si complica e si fa oscura“, scrive de Bortoli. Infatti “al momento non risulterebbe firmato alcun contratto tra Mps e Jp Morgan per il prestito e la cartolarizzazione”. C’è “solo un pre underwriting agreement, e solo per l’aumento di capitale: poco più di una stretta di mano”. Questo a fronte di un’operazione che “comporterebbe per Jp Morgan una commissione del 4,75 per cento” sull’aumento più un “margine di guadagno potenziale elevatissimo” sui non performing loans, i crediti deteriorati appunto, visto che “se qualcosa dovesse andare storto prenderebbe tutti i 28 miliardi a un prezzo effettivo di 18 centesimi contro i 33 riconosciuti alla banca, di cui 27 pagati subito”. Mentre “Atlante, cui partecipano 69 istituzioni italiane compresa la Cassa depositi e prestiti con i soldi del nostro risparmio postaleperderebbe tutto”.
Ciliegina sulla torta, “Jp Morgan per fare una valutazione delle sofferenze ai fini del prestito, ha incaricato Italfondiario del gruppo americano Fortress mettendo in discussione la scelta fatta da Atlante che si è affidato a Fonspa. Qui si pone anche un duplice rischio. Il primo che Italfondiario fornisca una valutazione dei crediti in sofferenza inferiore a quella garantita ad Atlante, a tutto vantaggio delle banche creditrici, soprattutto Jp Morgan. Il secondo che si formi una posizione dominante visto che Italfondiario (…) è anche il principale operatore nella gestione e nella riscossione. Tutto ciò sarebbe in contrasto con il memorandum of understanding siglato da Mps con Quaestio, ovvero Atlante, e reso pubblico, che prevede «concorrenza e trasparenza» nella gestione di un mercato delle sofferenze che avrà dimensioni colossali”.
“Può darsi”, chiosa de Bortoli, “che la proposta di Jp Morgan, con Mediobanca in un ruolo minore, sia l’unica percorribile. Ma visto l’attivismo di Renzi e Padoan, se dovesse fallire coinvolgerebbe l’intero governo, complicando la soluzione B (capitale pubblico) che pure si sta studiando”. Infine, occorre chiarire se “nello sbrogliare la matassa di Siena non avrà alcun ruolo chi confezionò, in Jp Morgan, ai tempi di Mussari e Vigni, il famoso, o meglio famigerato, strumento finanziario Fresh per l’acquisto da parte di Mps di Antonveneta. (…) Operazione che ottenne l’avallo dello stesso Grilli, allora direttore generale del Tesoro con supervisione delle Fondazioni”.
A stretto giro Padoan ha replicato sostenendo che sul salvataggio di Mps “non c’è nessun ruolo intromissivo da parte del governo” e che il tesoro è il primo azionista di Mps, ma utilizza la sua posizione, in modo molto soft, di vigile attenzione a ciò che la banca sta facendo”. Il ministro, non entrando nel merito delle puntuali osservazioni di de Bortoli ha quindi invitato a non confondere “il concetto di tempo con quello di fretta. C’è bisogno di un tempo giusto per mettere a posto un sistema europeo che ha molte fragilità”, ha detto sostenendo che “c’è da parte del management della banca, in collaborazione operatori finanziari molto qualificati, la messa a punto di un piano che finirà con la ricapitalizzazione nell’ordine di 5 miliardi”. In quel frangente, sostiene ancora Padoan, “non ci saranno offerte alternative, ma un’offerta al mercato che sono convinto avrà successo”.

Mail, video, messaggi su Facebook Boom di denunce per truffe online. - Monica Panzica

facebook, internet, mail, polizia postale, social network, truffe, twitter, Cronaca, Palermo

Occhio ai virus su Internet. La polizia postale avverte sui rischi "a portata di clic".

PALERMO - Per finire in trappola bastano pochi clic. Una e-mail, un video, un messaggio ricevuto tramite Facebook possono nascondere insidie in grado di manomettere computer e dispositivi mobili. E' la strategia adottata dai truffatori virtuali, il quale meccanismo si ripercuote però, notevolmente, nella vita reale: c'è il rischio, infatti, che qualcuno al di là dello schermo entri in possesso di dati sensibili, compresi quelli bancari.

Il "phishing" è al una delle frodi informatiche più diffuse su Internet. Si tratta di un vero e proprio raggiro che si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli solo apparentemente proveniente da istituti finanziari (banche o società emittenti di carte di credito) o da siti web che richiedono l'accesso previa registrazione (web-mail, e-commerce). Il messaggio invita, riferendo problemi di registrazione o di altra natura, a fornire i propri dati di accesso al servizio. Solitamente nel messaggio, per "rassicurare" l'utente, è indicato un link che rimanda al sito web dell'istituto di credito o del servizio a cui si è registrati. In realtà il sito a cui ci si collega è soltanto simile a quello originale, realizzato ad hoc dai truffatori on line. Nel momento in cui l'utente inserisce i propri dati riservati, questi diventeranno disponibili. 

Il compartimento della polizia postale di Palermo, nell'ultimo anno ha ricevuto quasi quattromila denunce. In molti casi si tratta di utenti che sono stati raggirati su internet o sono caduti nella trappola non appena un virus ha "infettato" il proprio computer. I virus informatici, infatti, rappresentano una minaccia subdola almeno quanto il "phishing". La finalità, anche in questo caso, è quella di ottenere dati di accesso a servizi finanziari on-line. La più diffusa è sempre il classico allegato al messaggio di posta elettronica: i virus si diffondono celati da false fatture, contravvenzioni, avvisi di consegna pacchi. Nel caso si tratti di un “financial malware” o di un “trojan banking”, il virus si attiverà per estrapolare dati finanziari.

In questo contesto rientrano gli allarmi lanciati dalla polizia postale nelle ultime settimane. Un virus, infatti, si diffonde attualmente tramite Facebook, il social network più utilizzato al mondo e, inevitabilmente, quello in cui il più grande numero di utenti è a rischio. "Si viene taggati da un proprio contatto in un video - spiegano dalla polizia postale - in una delle versioni il video in argomento riporta come prima immagine la foto reale del profilo del contatto che ci ha taggati. Una volta cliccato sul video, che potrebbe anche essere di natura pornografica, il virus si installa e viene replicato a tutti i nostri contatti. Il consiglio è di non cliccare sul video, ma di rimuoverlo immediatamente. Poi è bene avvisare il contatto che ci ha taggati della trasmissione del virus e modificare le password di accesso al social network. A quel punto bisogna effettuare una scansione del pc con un antivirus aggiornato".

Gli esperti hanno accertato che ultimamente il pericolo si nasconde anche dietro ad e-mail "che hanno come falso mittente la Procura della Repubblica presso Tribunale. Viene notificato l’avviso di un procedimento penale a carico del destinatario per una serie di illeciti commessi, ma nel messaggio in questione viene invitato il destinatario a seguire un link per scaricare un documento informativo. Se si clicca sul link il pc viene infettato". Insomma, le truffe fioccano e se si considerano quelle messe a segno sui siti di e-commerce, il numero delle denunce, a livello nazionale, sale ad almeno 80 mila. 

Basti pensare a coloro che, credendo di fare un ottimo fare, si ritrovano con un pugno di mosche in mano dopo aver sborsato dei soldi: dalle case vacanze in affitto a prezzi stracciati alle auto "usato garantito", che celano truffe da centinaia di euro. Proprio come è successo ad un gruppo di giovani palermitani la scorsa estate. Su un noto sito di annunci avevano contattato il proprietario di un appartamento a Favignana, ma al loro arrivo sull'isola, dopo aver già versato una caparra di trecento euro, sia della casa che dell'uomo non c'era alcuna traccia.


http://livesicilia.it/2016/10/04/mail-video-messaggi-su-facebook-migliaia-di-denunce-per-truffe-on-line_787498/