L'imprenditore gioisce di fronte alla tragedia. La scossa avrebbe sbloccato i progetti con Finmeccanica
FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
Nella sua corsa sfrenata agli appalti, forte del sostegno di un premier che gli vuole bene (e ora sappiamo il perché), Gianpi Tarantini a un certo punto s’imbatte nel terremoto dell’Aquila. Ecco la sua reazione al telefono: «Una fortuna». La dice talmente grossa che persino il suo interlocutore, Domenico Lunanuova, un dirigente di Finmeccanica che s’è messo a tappetino da quando ha capito quale Grande Protettore il Gianpi ha alle spalle, reagisce: «È una conquista che sono riuscito a fare io senza l’aiuto di nessuno, no? Ma per culo, per culo tra virgolette, perché là è successo il terremoto e hanno bisogno di questa cosa».
Accadeva il 6 maggio 2009. La terra ancora tremava in Abruzzo e l’emergenza stava facendo sbloccare un progetto di Finmeccanica, tra gli altri, a cui il Comitato d’affari pugliese teneva moltissimo: la modernizzazione di Isoradio. Peccato che le cose fossero un po’ più complicate di quanto pensassero Tarantini e i suoi. Ma poi, di colpo, è arrivato il sisma. E si sono allentati i cordoni della borsa. Per qualche settimana le notizie sugli appalti si accavallano tumultuose come le colonne dei soccorsi. Il gruppo dei pugliesi viene informato da Rino Metrangolo: l’intero progetto Isoradio è sbloccato. A quel punto il gruppo si fa sotto freneticamente. Tarantini si fa aiutare dal Cavaliere perché l’amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, incontri l’imprenditore suo socio Enrico Intini. Ma è un errore, appunto, perché la Protezione Civile intende dare il suo placet solo per l’Abruzzo. Questo è il colloquio di quel giorno tra Tarantini e l’ingegner Lunanuova.
Tarantini: «Abbiamo fatto una figura di merda».
Lunanuova: «La cosa più importante era che in questo momento non facevano la gara. Quindi noi andavamo ad assegnazione diretta».
Tarantini: «Sì, ma al di là di questo... sulle modalità delle attività, a me non me ne frega niente, riguarda Guarguaglini... Però oggi abbiamo fatto una figura di merda perché siamo andati (riferendosi all’incontro dello stesso giorno tra Intini e Guarguaglini, ndr) convinti a dire: "Vedi che le attività sono pronte". E quello ha detto: "Ragazzi, se sono pronte, così come io ho detto una cosa... sono a voi"».
Lunanuova: «Io conto domani sera alle cinque... ascolta... di farmi firmare solo Isoradio, perché io sto facendo il diavolo a quattro e forse riesco... non so se ci riesco eh, ma forse sì: solo Isoradio, primo; e secondo, me lo faccio firmare secondo un criterio di non gara europea... vediamoci martedì sera».
Lunanuova è però preoccupatissimo di una lavata di capo da parte di Guarguaglini. «A quel livello... andare a raccontare cose che non sono vere... mo’ che cazzo succede? Io, mo’, a questo (all’amministratore delegato, ndr), se mi chiama, perché mo’ mi ha già chiamato e mi ha fatto mandare una relazione, che cosa gli dico? Mica posso pigliare per il culo.... quello è l’amministratore delegato di Finmeccanica, mica è una persona qualsiasi».
Ma a Tarantini dei patemi di Lunanuova non interessa granché. E nemmeno dei terremotati. Quello che gli preme è capire quali mosse deve fare per accaparrarsi l’affare. Tarantini: «Mannaggia la miseria... Diciamo una cosa... Diciamo che siamo pure fortunati sui tempi perché in linea di massima quello (il coordinatore della Protezione Civile, ndr) domani dovrebbe firmare, no?». E Lunanuova: «Per culo, tra virgolette, perché là è successo il terremoto e hanno bisogno di questa cosa».
Quale sia la «cosa», Tarantini non lo sa nemmeno. L’ingegner Lunanuova glielo deve spiegare per l’ennesima volta: «A ‘sto punto abbiamo la necessità immediata di iniziare i lavori a valle dell’ok di domani, perché a luglio... anzi, a giugno questi impianti devono essere già installati. A giugno, eh!». Tarantini: «Una ventina?». Lunanuova: «Sono una quarantina... Domani, tra l’altro, approfittando della mia attivazione, Leonetti, che è amministratore delegato di Sel Proc (altra società Finmeccanica a cui il gruppo Tarantini faceva la corte, ndr) sta andando lì e dice: “Oh signori, ma volete sbrigarvi a firmare tutto il resto? Vedete qua come sono stati bravi questi di Isoradio?”. Qui ognuno ovviamente si è mosso per cercare di portare a casa il proprio pane».
Per la cronaca, il contratto tra Finmeccanica e la Protezione Civile valeva cento milioni di euro, cinquanta «secretati» e cinquanta no, appunto per Isoradio. Ma l’affare non andò mai in porto.
Nella sua corsa sfrenata agli appalti, forte del sostegno di un premier che gli vuole bene (e ora sappiamo il perché), Gianpi Tarantini a un certo punto s’imbatte nel terremoto dell’Aquila. Ecco la sua reazione al telefono: «Una fortuna». La dice talmente grossa che persino il suo interlocutore, Domenico Lunanuova, un dirigente di Finmeccanica che s’è messo a tappetino da quando ha capito quale Grande Protettore il Gianpi ha alle spalle, reagisce: «È una conquista che sono riuscito a fare io senza l’aiuto di nessuno, no? Ma per culo, per culo tra virgolette, perché là è successo il terremoto e hanno bisogno di questa cosa».
Accadeva il 6 maggio 2009. La terra ancora tremava in Abruzzo e l’emergenza stava facendo sbloccare un progetto di Finmeccanica, tra gli altri, a cui il Comitato d’affari pugliese teneva moltissimo: la modernizzazione di Isoradio. Peccato che le cose fossero un po’ più complicate di quanto pensassero Tarantini e i suoi. Ma poi, di colpo, è arrivato il sisma. E si sono allentati i cordoni della borsa. Per qualche settimana le notizie sugli appalti si accavallano tumultuose come le colonne dei soccorsi. Il gruppo dei pugliesi viene informato da Rino Metrangolo: l’intero progetto Isoradio è sbloccato. A quel punto il gruppo si fa sotto freneticamente. Tarantini si fa aiutare dal Cavaliere perché l’amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, incontri l’imprenditore suo socio Enrico Intini. Ma è un errore, appunto, perché la Protezione Civile intende dare il suo placet solo per l’Abruzzo. Questo è il colloquio di quel giorno tra Tarantini e l’ingegner Lunanuova.
Tarantini: «Abbiamo fatto una figura di merda».
Lunanuova: «La cosa più importante era che in questo momento non facevano la gara. Quindi noi andavamo ad assegnazione diretta».
Tarantini: «Sì, ma al di là di questo... sulle modalità delle attività, a me non me ne frega niente, riguarda Guarguaglini... Però oggi abbiamo fatto una figura di merda perché siamo andati (riferendosi all’incontro dello stesso giorno tra Intini e Guarguaglini, ndr) convinti a dire: "Vedi che le attività sono pronte". E quello ha detto: "Ragazzi, se sono pronte, così come io ho detto una cosa... sono a voi"».
Lunanuova: «Io conto domani sera alle cinque... ascolta... di farmi firmare solo Isoradio, perché io sto facendo il diavolo a quattro e forse riesco... non so se ci riesco eh, ma forse sì: solo Isoradio, primo; e secondo, me lo faccio firmare secondo un criterio di non gara europea... vediamoci martedì sera».
Lunanuova è però preoccupatissimo di una lavata di capo da parte di Guarguaglini. «A quel livello... andare a raccontare cose che non sono vere... mo’ che cazzo succede? Io, mo’, a questo (all’amministratore delegato, ndr), se mi chiama, perché mo’ mi ha già chiamato e mi ha fatto mandare una relazione, che cosa gli dico? Mica posso pigliare per il culo.... quello è l’amministratore delegato di Finmeccanica, mica è una persona qualsiasi».
Ma a Tarantini dei patemi di Lunanuova non interessa granché. E nemmeno dei terremotati. Quello che gli preme è capire quali mosse deve fare per accaparrarsi l’affare. Tarantini: «Mannaggia la miseria... Diciamo una cosa... Diciamo che siamo pure fortunati sui tempi perché in linea di massima quello (il coordinatore della Protezione Civile, ndr) domani dovrebbe firmare, no?». E Lunanuova: «Per culo, tra virgolette, perché là è successo il terremoto e hanno bisogno di questa cosa».
Quale sia la «cosa», Tarantini non lo sa nemmeno. L’ingegner Lunanuova glielo deve spiegare per l’ennesima volta: «A ‘sto punto abbiamo la necessità immediata di iniziare i lavori a valle dell’ok di domani, perché a luglio... anzi, a giugno questi impianti devono essere già installati. A giugno, eh!». Tarantini: «Una ventina?». Lunanuova: «Sono una quarantina... Domani, tra l’altro, approfittando della mia attivazione, Leonetti, che è amministratore delegato di Sel Proc (altra società Finmeccanica a cui il gruppo Tarantini faceva la corte, ndr) sta andando lì e dice: “Oh signori, ma volete sbrigarvi a firmare tutto il resto? Vedete qua come sono stati bravi questi di Isoradio?”. Qui ognuno ovviamente si è mosso per cercare di portare a casa il proprio pane».
Per la cronaca, il contratto tra Finmeccanica e la Protezione Civile valeva cento milioni di euro, cinquanta «secretati» e cinquanta no, appunto per Isoradio. Ma l’affare non andò mai in porto.