domenica 27 ottobre 2019

Andrea Scanzi: “Il cazzaro rosè”.

Brindate, compagni del Pd: finalmente vi siete levati di culo Renzi. L’uomo, da sempre il peggio del peggio mai accaduto alla sinistra italiana, se n’è andato al suo minimo storico come un piccolo ruttino irrisolto e – conscio della propria evanescenza – ha dato in esclusiva la notizia della mini-scissione a nessuno. Cioè a Sallusti. Il sondaggista Noto ha accreditato il Renzie Party del 5%, per giunta in calo: un successone. Senza di lui, che avete colpevolmente avallato per troppi anni oltremodo osceni, non potrete che migliorare. Andandosene, per giunta col peggio dei parlamentari che avevate, il Cazzaro Rosé vi ha fatto un gran regalo. Di fatto si è creato una squisita bad company per farvi sembrare più belli: quel che si dice un amico vero. Ha pure detto che se ne va perché “il Pd è troppo di sinistra”, che oltre a essere una gran battuta è un complimento che per ora non meritate.
Mi direte: “Eh, ma ora il Mazinga rischia”. Certo, ma rischiava anche prima. Non cambia nulla, anzi una cosa sì. Se Renzi lo farà cadere al Senato coi suoi 12/15 scissionisti, farà la fine di Bertinotti (che morì politicamente con Turigliatto nel 2008) e risponderà di fronte alla Storia per avere consegnato il paese a quell’altro Matteo non meno improponibile. Ha il potere contrattuale del poro schifoso. Aprite i migliori Champagne che avete, o magari quei bei Lambrusco che bevevate quando eravate di sinistra sul serio. La Diversamente Lince di Rignano non è mai stata nessuno e dal 4 dicembre 2016 non ne indovina mezza, proprio come Capitan Reflusso dopo l’8 agosto 2019. Sono le due facce della stessa medaglia stitica. E’ un gran giorno: gioite, fate cortei. E finalmente stupiteci in positivo. Viva!
(Che estate bellissima!)
https://infosannio.wordpress.com/2019/09/16/andrea-scanzi-il-cazzaro-rose/

Il Cazzaro Rosé. - Marco Travaglio



Uno fa di tutto per dimenticare, rimuovere, archiviare, poi apre Repubblica e trova un titolone a caratteri di scatola, manco fosse scoppiata la terza guerra mondiale: “Migranti, io accuso il Pd”. Perbacco, sarà rinato Emile Zola e avrà lanciato un nuovo J’accuse? No, è Renzi che manda una lettera. E propone -udite udite- “dieci piccoli spunti di riflessione”. Non un paio. Dieci, come i piccoli indiani. Voi direte: avrà scritto per spiegare come mai proprio l’altroieri è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 15mila euro al Comune di Firenze per un danno erariale di 125mila a furia di assunzioni inutili? Per darci la giusta lettura di quelle strane frasi di Lotti, intercettato con Palamara, sulla sua spedizione in Qatar per vendere la Roma agli emiri? Per raccontarci che fine han fatto i 6,6 milioni di dollari sottratti ai bambini africani da suo cognato e dai di lui fratelli appena rinviati a giudizio per un mega-furto ai danni di Unicef e altri enti benefici, malgrado la sua legge salva-appropriazione indebita che nel frattempo ha salvato pure Bossi? Per soddisfare la curiosità di grandi e piccini sul vero mestiere dell’amico Lotti, fra spedizioni a Londra per il business dei diritti sportivi, traffici con Palamara sulle Procure di Roma e Firenze, e convegni di corrente nel partito da cui si sarebbe “autosospeso”? Per scusarsi di aver candidato Cosimo Ferri, il pm berlusconiano, anche lui pizzicato nello scandalo Csm? O di averci insultati chiamandoci “Falso quotidiano” perchè osavamo raccontare l’incontro fra il babbo e Romeo, poi accertato dagli stessi pm romani che han chiesto di archiviare papà Tiziano?

Macchè, ha scritto per farci sapere che “non possiamo arrenderci allo tsunami sovranista”. E vabbè. E che “resistere e rilanciare si può”. Mo’ me lo segno. Ma anche per il solito mea culpa battuto sul petto altrui. Il vestra culpa. Di chi? Di Gentiloni e Minniti, premier e ministro dell’Interno del Pd sostenuti dal partito che aveva come segretario lui, Renzi. Che han fatto, i due manigoldi? Nel “funesto 2017” (funesto perchè il premier non era più lui) hanno “sopravvalutato la questione immigrazione”, che a suo dire si riduceva a “qualche decina di barche”. In effetti nel 2016 e nel 2017, grazie a Renzi, sbarcarono in Italia 181.436 e 119.369 migranti, mentre la cura Minniti li fece calare nel 2018 a 23.370. Ma, si sa, Minniti li sopravvalutava, mentre Renzi se ne fregava. Infatti al Viminale non aveva messo nessuno (Alfano) e si occupava dei veri problemi del Paese. Abolire le elezioni per il Senato, rimpinzarlo di sindaci e consiglieri regionali. Far rimpiangere il Porcellum con l’Italicum.

Fabbricare altri precari col Jobs Act. Leccare Marchionne e Boccia. Premiare gli evasori. Inciuciare con B. & Verdini. E tante altre belle cose. Invece Minniti sopravvalutò gli sbarchi e impose alle Ong di darsi una regolata, lavorò per stabilizzare la Libia e guardacaso gli sbarchi si ridussero a un quinto. Ma sentite quest’altra: “Il crollo nei sondaggi del Pd comincia quando si esaspera il tema arrivi dal Mediterraneo e allo stesso tempo si discute lo Ius soli senza avere il coraggio di mettere la fiducia… Il successo di Salvini inizia da lì”. Ora, a parte il dettaglio che il segretario del Pd era lui, il tapino dimentica che il primo boom di Salvini nei sondaggi (dal 5% a oltre il 10) si registrò quando il suo governo non faceva nulla contro l’immigrazione selvaggia, anzi mercanteggiava flessibilità dall’Europa per le sue mancette elettorali in cambio dell’impegno a prendersi e tenersi tutti gli sbarcati (Bonino dixit), mentre la Lega calò un po’ quando al Viminale si vide finalmente qualcuno. E il Pd precipitò definitivamente grazie al suo geniale RefeRenzum (lui dice che furono le “fake news”: ciao core). Quanto allo Ius Soli, Salvini sperò che il Pd lo approvasse a fine legislatura, regalandogli una campagna elettorale che l’avrebbe portato non al 17, ma al 30%. Ma fu un bel pezzo del Pd renziano, con gli ottimi alfaniani, a non volerne sapere. E, con l’aria che già tirava, fu una scelta azzeccata, altrimenti il 4 marzo il Pd non sarebbe finito al 18, ma al 10%.

Il bello è che, mentre Minniti e Gentiloni “sopravvalutavano” i migranti, il segretario Renzi li applaudiva a scena aperta. “Dobbiamo uscire dalla logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi. Se qualcuno rischia di affogare in mare, è ovvio che abbiamo il dovere di salvarlo. Ma non possiamo accoglierli tutti noi… Vorrei che ci liberassimo da una sorta di senso di colpa. Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico… Abbiamo il dovere morale di aiutarli davvero a casa loro… L’immigrazione indiscriminata è un rischio che non possiamo correre. Sostenere la necessità di controllare le frontiere non è un atto razzista, ma un dovere politico… Un eccesso di immigrazione non fa bene a nessuno”, “Ci dev’essere un numero chiuso di arrivi… Nel 2018 si discuterà del bilancio, se altri paesi che si sono impegnati ad accogliere non lo fanno, l’Italia dica che non contribuirà a pagare 20 miliardi al bilancio Ue”. “Si è fatto bene a bloccare gli sbarchi. Non c’è divisione nel Pd su questo”. Frasi che sembrano uscite dalle fauci del Cazzaro Verde, invece sono di Renzi, il Cazzaro Rosé, nel suo libro Avanti (7.7.2017) e nel suo discorso alla Festa dell’Unità di Bologna (1.9.17). Ora, a un occhio superficiale, Renzi potrebbe apparire il solito incoerente. Errore: da quando giurò di lasciare la politica in caso di sconfitta referendaria e invece restò perchè “solo il vigliacco scappa”, è la coerenza fatta persona. Il suo guaio è un altro: ormai sta sulle palle a tutti, ma soprattutto a se stesso.

https://infosannio.wordpress.com/2019/07/06/il-cazzaro-rose/

Auto travolge ciclisti, pollici alzati e sorrisi in foto.


Foto da "ilgazzettino.it"

Incidente nel veneziano, investitori incuranti dei soccorsi. 

Incuranti dei soccorsi a due ciclisti che avevano da poco travolto e ferito, e dei rilievi dell'incidente in corso, gli occupanti di una potente automobile hanno sorriso e scherzato, con tanto di pollice in alto, all'indirizzo della fotografa che ritraeva la scena per il giornale.
La scena - raccontata oggi da Il Gazzettino - si è svolta ieri a Vigonovo, località veneziana ai confini con la provincia di Padova, dove nella mattinata di ieri la vettura, una Audi Coupé guidata da un giovane di Cavallino Treporti (Venezia), in fase di sorpasso ha urtato un gruppo di ciclisti che stavano percorrendo in senso opposto la Statale della Riviera del Brenta, scaraventandone a terra due, di Noventa Padovana.
Mentre i ciclisti venivano portati in ospedale a Dolo (Venezia) dopo l'impatto, il guidatore e altri due passeggeri si sono dapprima appoggiati al guard-rail di fianco alla carreggiata, poi quando hanno visto arrivare una fotografa si sono messi in posa, pollici alzati e sorrisi.
Fortunatamente, i due ciclisti travolti non hanno riportato conseguenze gravi: il primo, preso di striscio, è stato medicato e dimesso dal nosocomio, mentre per l'altro si è reso necessario il ricovero, ma comunque non si trova in gravi condizioni. I rilievi dell'incidente sono stati svolti dalla Polizia locale e dai Carabinieri di Vigonovo, che applicheranno al conducente una sanzione e la decurtazione di punti dalla patente. Ma pare che dell'atteggiamento irriverente degli investitori non se ne siano accorti.  



E' come quando vedi un film il cui finale è inesistente e tu ti domandi che cosa avesse voluto significare...
Questi avvenimenti sono inspiegabili con la logica, forse potrebbero trovare una spiegazione nell'uso di stupefacenti. E chi usa queste sostanze è, solitamente, una persona che non sa o si rifiuta di affrontare la dura realtà e preferisce vivere in un mondo irreale come quello dei videogiochi dove, se abbatti qualcuno guadagni punti...Cetta

GIUSTIZIA & IMPUNITÀ Cosenza, chiesto processo per Oliverio, Occhiuto, Adamo nell’inchiesta Passepartout. Contestata l’associazione a delinquere. Lucio Musolino

Cosenza, chiesto processo per Oliverio, Occhiuto, Adamo nell’inchiesta Passepartout. Contestata l’associazione a delinquere

Turbata libertà degli incanti, corruzione, abuso d'ufficio e frode in pubblica fornitura sono i reati contestati al governatore e al sindaco di Cosenza, entrambi candidati alle Regioni. Al centro dell’indagine, ci sono i bandi di gara per la costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana di superfice e del Museo di Alarico.
Amministratori pubblici, politici e imprenditori in Calabria. Tutti insieme nell’associazione a delinquere che, secondo la Procura di Catanzaro, aveva “lo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione”. Appalti truccati e corruzione. Ma anche nomine telecomandate alla Regione Calabria e traffico di influenze.
Per i venti indagati nell’inchiesta “Passpartout”, il procuratore Nicola Gratteri e il sostituto Vito Valerio hanno chiesto il rinvio a giudizio. Nell’elenco ci sono i due aspiranti candidati alla presidente della Regione Calabria, l’uscente Mario Oliverio (Pd) e il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto (Forza Italia).
Il processo è stato chiesto pure per l’ex deputato del Pd Nicola Adamo e per il consigliere regionale Luigi Incarnato. Quest’ultimo è accusato di traffico di influenze illecite perché, nel febbraio 2016, sfruttando le sue relazioni politiche con molti consiglieri comunali di Cosenza, li avrebbe convinti a dimettersi per fare cadere il sindaco Occhiuto. In cambio si è fatto promettere “incarichi pubblici e istituzionali da Nicola Adamo e Mario Oliverio”.
Incarichi che, secondo la Procura, poi sono anche arrivati: la sua “mediazione illecita”, infatti, sarebbe stata ripagata con la nomina a commissario liquidatore della Sorical spa (Società Risorse Idriche Calabresi).
Della partita era anche Luca Morrone, l’ex presidente del Consiglio di Cosenza che, per le sue dimissioni, avrebbe accettato la promessa “effettuata da Adamo e Oliverio di ricoprire alternativamente o la carica di vicesindaco in seno alla compagine politica eventualmente vincitrice nelle successive elezioni o, comunque, un incarico di ingegnere presso la Regione Calabria”.
Al centro dell’indagine, ci sono i bandi di gara per la costruzione del nuovo ospedale, della metropolitana di superfice e del Museo di Alarico, ma anche il ripristino della tratta ferroviaria turistica della Sila.
Dietro tutto, secondo la Procura, c’era un’associazione a delinquere di cui avrebbero fatto parte il presidente Oliverio, come promotore, il suo fedelissimo Nicola Adamo, il dirigente della Regione Luigi Giuseppe Zinno, il direttore di Ferrovie Calabria Giuseppe Lo Feudo e gli imprenditori Pietro Ventura e Rocco Borgia.
Il “punto di riferimento” sarebbe stato proprio Nicola Adamo, l’ex vicepresidente della Regione ritenuto “l’elemento di raccordo tra esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori privati”. L’obiettivo, secondo gli inquirenti, era quello di mantenere il controllo sulle procedure di aggiudicazione delle principali opere pubbliche e di favorire la realizzazione delle stesse, attraverso il coinvolgimento di imprese amiche e sponsorizzate dagli indagati. Il tutto attraverso “collusioni, accordi, promesse e mezzi fraudolenti”.
In sostanza, secondo gli inquirenti, Nicola Adamo sarebbe stato il consigliori di Mario Oliverio. Per la costruzione del nuovo ospedale, la politica e la burocrazia regionale avrebbero prima concertato la strategia di partecipazione alla gara d’appalto, “orientando raggruppamenti di imprese interessate in modo da pre-individuare la ‘cordata’ vincitrice’”, e poi avrebbero turbato la procedura aggiudicando lo studio di fattibilità del nosocomio alla società Steam srl.
Nell’affare del sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza, Rende e l’Unical, invece, è rimasto impigliato il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, oggi accusato di corruzione. Secondo i pm di Catanzaro, in cambio della firma sull’accordo di programma per la realizzazione di un sistema di mobilità sostenibile, Occhiuto avrebbe accettato “la promessa avanzata da Oliverio per il tramite del dirigente Luigi Zinno, di ottenere da parte della Regione Calabria i finanziamenti e la copertura amministrativa per la realizzazione del Museo di Alarico, oggetto di gara d’appalto (illegittima) indetta dal Comune di Cosenza”.
Dalle carte dell’inchiesta “Passpartout” emerge che in Calabria la cosa pubblica sarebbe stata gestita come un interesse privato. I politici calabresi coinvolti ne escono a pezzi. Gli stessi che, nei rispettivi schieramenti di centrosinistra e centrodestra, oggi scalpitano per ripresentarsi alle prossime regionali.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/26/cosenza-chiesto-processo-per-oliverio-occhiuto-adamo-nellinchiesta-passepartout-contestata-lassociazione-a-delinquere/5534888/?fbclid=IwAR2jLmkOlUvPCCi3mIQFKrqLLs3991chtD_dgdP_C8RPLDWwokDQUXWFlmQ


Questa gente va allontanata definitivamente dalla politica; è, ormai, lampante il motivo che li spinge ad entrare in politica: arricchire illecitamente. E chi gli da fiducia è fatto della stessa pasta. E' anche chiaro che la corruzione in politica non ha più un'etichetta di destra o di sinistra, perchè sono gli uomini a scegliere come comportarsi, non il partito al quale hanno scelto di aderire. Cetta

L’ora del cretino. - Marco Travaglio

Siccome la mamma dei cretini è sempre incinta, pare che i “malpancisti” 5Stelle stiano aspettando con ansia una bella sconfitta oggi in Umbria per chiedere domani a Casaleggio (che non si sa cosa c’entri) un’assemblea in cui “ridiscutere tutto”. Per “malpancisti” s’intendono ex ministri e (specialmente) ministre che a settembre hanno scoperto improvvisamente insanabili dissensi da Di Maio per il più nobile degli ideali: hanno perso la poltrona. Da allora non fanno che rilasciare dichiarazioni e interviste, ma soprattutto a insufflare maldicenze all’orecchio dei retroscenisti dei giornaloni sempre a caccia di “rivolte”, “scissioni”, esodi di massa. Mai un’autocritica o una proposta di linee politiche o di leader alternativi. Si limitano a frignare, rosicare, fare le faccette malmostose, secernere bile, seminare zizzania. Cosa vogliano – a parte il recupero delle cadreghe – non lo sa nessuno, tantomeno loro.
Il fatto che i 5Stelle, precipitati al 17% alle Europee e poi più giù per l’alleanza con la Lega e tornati sopra al 20% col governo giallorosa, non li riguarda. Il fatto che un anno fa fossero lì a parlare di condoni, spread alle stelle, procedure di infrazione, porti chiusi (per finta) e ruberie leghiste, mentre ora hanno ottenuto il taglio dei parlamentari, le manette e altri dissuasori anti-evasione, salvato il reddito di cittadinanza e la blocca-prescrizione che Salvini voleva cancellare, non li tange. Il fatto di essere protagonisti di un governo senza impresentabili, guidato da un premier serio come Conte che ha ricompattato il movimento dopo anni di duelli fra Di Maio, Fico, Di Battista&C., e ha riportato Grillo in prima linea, non li smuove. L’idea di avere alleati che li rispettano anziché umiliarli pubblicamente e fregarli sottobanco come il Cazzaro Verde, non li rallegra, anzi li irrita. Accusano Di Maio di comandare da solo proprio quando ha smesso di farlo, mentre quando lo faceva gli leccavano i piedi dalle loro poltrone. Ora che ha gestito una crisi potenzialmente mortale coinvolgendo tutti, dagli altri big ai gruppi parlamentari agli iscritti, e ottenendo il massimo possibile, ne chiedono la testa, come se avessero pronto un Cavour o un Churchill da mettere al suo posto. Pare che non abbiano digerito l’alleanza civica in Umbria e non vogliano replicarla nelle altre regioni al voto: oh bella, pensano di vincere da soli, dopo aver perso in 10 anni di vita tutte le Regionali? E come sperano di far rieleggere sindache forti come Raggi e Appendino, senza dialogare col Pd su governatori forti (e presentabili) come Bonaccini in Emilia ed Emiliano in Puglia? Il problema dei “malpancisti” non è la pancia. È la testa.
Il commento di una lettrice - Viviana ha detto:
Intanto che malpancisti del M5S cercano difetti inesistenti per far fuori il proprio partito a cui evidentemente si sono iscritti per sbaglio o per usarlo come trampolino per altri futuri professionali, prosegue indisturbata l’ascesa allucinante di Salvini col plauso e l’aiuto dei media.
Non è la prima volta che uno che sembra un cretino ma è un delinquente sale al potere aizzando odio contro un nemico e parlando alla pancia della gente di cose quasi rudimentali fatte apposta per sembrare ‘uno de noantri’.
La storia passa ma i dittatori e i cretini rimangono.
E i peggiori vanno al potere suppergiù con gli stessi intramontabili sistemi per addestrare pecore e capre.
Nemmeno servirà Report, visto solo da un paio di milioni di italiani mentre tanti si sono scusati dicendo che non lo avevano visto ma nemmeno hanno cercato di informarsi.
Domani avremo la seconda puntata di Report su Rai3 e scopriremo altre nefandezze a carico del presunto innocente Salvini.
Intanto abbiamo scoperto chi lo finanzia e gli permette di fare manifestazioni di piazza con maxischermo, pulman gratis con accluso pacco viveri e 50 € a testa, e di averee una cricca di influencer modernissimi con i più moderni sistemi di analisi delle masse, di propaganda occulta e di hacker addestrati a penetrare nei social.
Dopo 14 mesi passati a farsi propaganda in giro per l’Italia a spese dello Stato, con 70 giorni di presenza al Governo mentre gli altri hanno lavorato 5.791 giorni e una sola presenza su 22 convegni Ue sui flussi migratori, di fronte allo Stato italiano Salvini ha la faccia di dichiarare che la Lega non ha soldi per rimborsare i 49 milioni rubati da Bossi, si rifiuta di essere parte civile contro chi ha rubato al suo partito, riesce non si sa come a farsi dilazionare la resa del bottino in 89 anni, premia con vera faccia tosta il ladro Bossi facendolo senatore, ma, stranamente, dopo tante dichiarazioni di miseria, spende cifre iperboliche in propaganda e salta fuori che è finanziato da una rete di neonazisti la cui etica fa rabbrividire,che vuole resuscitare la dittatura hitleriana in Europa e lega ricchissimi oligarchi russi al 5° uomo più ricco del mondo americano per diffondere un cristianesimo da Ku Klux Klan fatto di misoginia, omofobia, creazionismo, razzismo, manipolazione delle masse, propaganda becera, antidemocrazia e uso strumentale e perverso della religione… .insomma tutto un armamentario fanatico e allucinante, che ci farebbe arretrare di qualche secolo.
Nonostante questa pericolosità sfacciata e super evidente criminosità, il bravo e democraticissimo popolo elettorale italiano lo fa salire al primo posto per gradimento e questo Paese, che presume di essere democratico, civile, cattolico e moderno, rischia di farci tornare ai tempi della Santa Inquisizione o delle camice brune hitleriane.
E nessuno fa nulla per contrastarlo????!!!!!