venerdì 15 febbraio 2013

Genocidio cattolico in Canada, ecco perchè il Papa ha abdicato.



Di seguito riporto due testi, uno dell’Aprile del 2010 dove vengono riportate le torture e gli abusi fatti su 50.000 bambini nelle scuole cattoliche Canadesi, e l’altro è del 13 Febbraio 2013, un bollettino ufficiale del ITCCS – International Tribunal into Crimes of Church and State di Bruxelles, dove viene spiegata un’imminente azione del Governo europeo, che ha spiccato un mandato di arresto contro Ratzinger.
Primo testo
Abusi sessuali, sterilizzazioni di massa, decine di migliaia di bambini morti nelle scuole cattoliche del Canada dal 1922 al 1984. Un caso che sta per arrivare a Romadi Marco Cinque il manifesto“, 4 aprile 2010
IL MENÙ DELLE TORTURE
Dai capelli strappati alle bastonature, dall’isolamento all’acqua ghiacciata
Decine e decine di sopravvissuti provenienti da dieci diverse scuole residenziali degli stati canadesi della British Columbia e dell’Ontario hanno descritto, tutti sotto giuramento, le seguenti torture, inflitte fra il 1922 ed il 1994, a loro stessi e ad altri bambini, alcuni di solo cinque anni di età:
• stringere fili e lenze da pesca attorno al pene dei bambini;
• inserire aghi nelle loro mani, guance, lingue, orecchie e pene;
• tenerli sospesi sopra tombe aperte minacciando di seppellirli vivi;
• costringerli a mangiare cibo pieno di vermi o rigurgitato;
• dire loro che i genitori erano morti o che stavano per essere uccisi;
• denudarli di fronte alla scolaresca riunita e umiliarli verbalmente o sessualmente;
• costringerli a stare eretti per oltre 12 ore di seguito sino a quando non crollavano;
• immergerli nell’acqua ghiacciata;
• costringerli a dormire all’aperto durante l’inverno;
• strappare loro i capelli dalla testa;
• sbattere ripetutamente le loro teste contro superfici in muratura o in legno;
• colpirli quotidianamente senza preavviso tramite fruste, bastoni, finimenti da cavallo, cinghie metalliche decorate, stecche da biliardo e tubi di ferro;
• estrarre loro i denti senza analgesici;
• rinchiuderli per giorni in stanzini non ventilati senza acqua né cibo;
• somministrare loro regolarmente scosse elettriche alla testa, ai genitali e agli arti.
IL CASO CANADESE
Dal consiglio delle tribù sette domande al Vaticano

Le richieste rivolte al Papa Ratzinger e ai vertici vaticani da dodici anziani del Consiglio
che rappresentano le nazioni Cree, Squamish, Halda e Metis
1. Identificare il posto dove sono sepolti i bambini morti in queste scuole cattoliche, e ordinare che i loro resti vengano restituiti ai loro familiari per una degna sepoltura.
2. Identificare e consegnare le persone responsabili per queste morti.
3. Divulgare tutte le prove riguardanti questi decessi e i crimini commessi nelle scuole residenziali, consentendo il pubblico accesso agli archivi del Vaticano ed altri registri delle altre Chiese coinvolte.
4. Revocare le bolle pontificie “Romanus Pontifex” (1455) e “Inter Catera” (1943), e tutte le altre leggi che sanzionarono la conquista e la distruzione dei popoli indigeni non-cristiani nel Nuovo Mondo.
5. Revocare la politica del Vaticano, in parte formulata dall’attuale Papa, che richiede che vescovi e preti tengano segrete le prove degli abusi subiti da bambini indigeni nelle loro chiese invitando le vittime al silenzio.
6. Venire in Canada di persona per visitare i quartieri più poveri, dove abitano i sopravvissuti
delle scuole residenziali, e chiedere perdono a queste persone per il genocidio e per la politica
messa in atto dalla sua Chiesa nei loro confronti, e giurare pubblicamente che tali azioni e politiche non si ripeteranno mai più.
7. Presentarsi davanti al Tribunale Internazionale sui Crimini di Guerra e sul Genocidio in Canada per rispondere alle accuse che lui e la sua chiesa siano responsabili per la distruzione
e la morte di milioni di Nativi Americani.

Secondo Testo

Joseph Ratzinger è stato costretto ad annunciare le sue dimissioni senza precedenti storici dalla carica di Papa a causa di un’imminente azione delGoverno europeo, che ha spiccato un mandato di arresto contro Ratzinger e, entro Pasqua, emetterà un lien commerciale pubblico sopra le proprietà del Vaticano.

L’Ufficio centrale dell’ITCCS – International Tribunal into Crimes of Church and State di Bruxelles è stato costretto, dall’improvvisa abdicazione di Benedetto XVI, a rivelare i dettagli seguenti:
1. Venerdì 1 febbraio 2013, sulla base delle prove fornite dalla nostra affiliata Corte di Giustizia Common Law (itccs.org), il nostro ufficio ha concluso un accordo con i rappresentanti di una non specificata nazione europea e dei suoi giudici, a garanzia di un mandato di arresto contro Joseph Ratzinger, alias Papa Benedetto XVI, per crimini contro l’umanità ed associazione a deliquere.
2. Questo mandato d’arresto sarà consegnato all’ufficio della Santa Sede di Roma il giorno venerdì 15 febbraio 2013. La suddetta nazione ha concesso il permesso di trattenere Ratzinger, come criminale sospettato, all’interno del territorio sovrano della Città del Vaticano.
3. Lunedì 4 febbraio 2013, detta nazione ha consegnato una nota diplomatica nelle mani del Segretario di Stato Vaticano, Card. Tarcisio Bertone, informandolo dell’imminente mandato di arresto e invitando il suo ufficio a farlo rispettare. Nè il card. Bertone nè il suo ufficio hanno fornito alcun riscontro immediato a questa nota, tuttavia, solo sei giorni più tardi, papa Benedetto si è dimesso.
4. L’accordo tra il nostro Tribunale e i tribunali della nazione in parola comprende, come seconda disposizione, quella di emettere un lien commerciale sopra le proprietà e le ricchezze della Chiesa Cattolica Romana con effetto a partire dalla domenica di Pasqua, 31 marzo 2013. Questo lien sarà accompagnato a livello globale dalla pubblica Campagna Pasquale di Rivendicazione (“Easter Reclamation Campaign”, n.d.t.), in base alla quale le proprietà della Chiesa Cattolica saranno occupate e rivendicate dai cittadini come beni pubblici ed incamerate ai sensi del Diritto Internazionale e dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.
5. È decisione del nostro Tribunale e del governo della nazione in parola, quella di procedere all’arresto di Joseph Ratzinger e alla sua rimozione dall’incarico di Pontefice Romano, con l’accusa di crimini contro l’umanità e associazione a delinquere.
6. È altresi nostra nuova decisione quella di procedere come previsto anche all’incriminazione e all’arresto del pontefice successore di Joseph Ratzinger, secondo le stesse accuse, e di imporre il lien commerciale e la Campagna Pasquale di Rivendicazione contro la Chiesa cattolica romana.
In chiusura, il nostro Tribunale riconosce che, a causa della complicità di Papa Benedetto XVI nelle attività criminali della Banca Vaticana IOR, quest’ultimo è stato persuaso alle dimissioni dai più alti funzionari del Vaticano. Secondo le nostre fonti, è stato il Segretario di Stato Tarcisio Bertone a costringere Joseph Ratzinger a rimettere immediatamente il suo incarico, in risposta diretta alla nota diplomatica relativa al mandato d’arresto a lui notificata il 4 febbraio 2013 da parte del governo della suddetta nazione.
Facciamo appello a tutti i cittadini e ai governi affinchè supportino i nostri sforzi per demolire legalmente e direttamente la corporation Vaticana ed arrestare i principali ufficiali e membri del clero complici in crimini contro l’umanità e nella cospirazione criminale in corso per proteggere ed insabbiare la tortura e il traffico di bambini.
Questa settimana, il nostro ufficiò pubblicherà ulteriori bollettini di aggiornamento sugli eventi dellaCampagna Pasquale di Rivendicazione.

ITCCS – Ufficio Centrale di Bruxelles Bollettino pubblicato il 13 febbraio 2013
ore 12:00 GMT (ore 13:00 italiane)


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Io non so se quanto riportato risponda a verità, ma mi incomincia a sorgere il dubbio che possa esserlo.

Edison, le bollette degli italiani arricchiscono le casse statali francesi. - Costanza Iotti


Corrado Passera


Dopo un triennio di maxiperdite, il primo anno del passaggio sotto il controllo al 100% del colosso pubblico transalpino Edf con il "lodo Passera", per Foro Bonaparte si chiude con il ritorno all'utile e un forte contributo ai margini della controllante francese. Ad di là delle Alpi tornano anche i dividendi, da questo lato restano i debiti.

Edison macina profitti sulle bollette dei cittadini italiani. E i francesi di Edf ringraziano Roma che l’anno scorso gli ha permesso di ottenere il controllo della più antica società energetica d’Europa particolarmente forte nel segmento gas. Come infatti spiegano i cugini d’Oltralpe, alla crescita del margine operativo lordo 2012 del gigante pubblico francese dell’energia ha contribuito “la forte performance” dell’Italia grazie ai risultati realizzati da Edison dopo la rinegoziazione del prezzo dei contratti di fornitura di gas a lungo termine. Grazie al tributo italiano, Edf, che ha la totalità del capitale Edison nelle proprie mani, è riuscita ad archiviare il 2012 con un margine operativo lordo da 16,1 miliardi in crescita del 7,7% sull’anno precedente. Un risultato che ha permesso alla società guidata da Henri Proglio, che si prepara ad effettuare 12 miliardi di investimenti, di portare a casa 3,3 miliardi di utili con un balzo del 5,3 per cento.
Numeri importanti cui Edison, per ragioni di timing, non ha potuto contribuire ancora di più. Foro Buonaparte è infatti diventata totalmente controllata dai francesi solo dopo la metà dell’anno con l’Opa chiusa il 3 agosto 2012 seguita all’accordo di vendita concluso con gli ex azionisti di Delmi, società controllata (51%) dalla multiutility milanese A2A e partecipata da Iren (15%), Dolomiti Energia (10%), Sel (10%), Mediobanca(6%), Fondazione Crt (5%) e Banca Popolare di Milano (3%). Un’operazione di cui è stata consulente la stessa Piazzetta Cuccia e che si allineò ai desiderata del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che, negli incontri che ebbe anche con i soci delle municipalizzate, puntò sull’italianità della genco Edipower in cambio del passaggio di mano di Edison ai francesi.
Non a caso proprio all’indomani dell’accordo, il 27 dicembre 2011, Passera dichiarava a Il Sole 24 Ore: “Sono particolarmente soddisfatto per l’esito delle trattative tra il gruppo Edf e il gruppo A2A , unitamente ai suoi principali soci italiani. Due protagonisti del mondo energetico italiano chiariscono le rispettive strutture azionarie e rafforzano validi e trasparenti rapporti di collaborazione operativa. A2A, con l’impegno in Edipower, diventa il secondo produttore nazionale di energia elettrica”. Ma mentre A2A è alle prese con l’abbattimento del debito che nel 2012 dovrebbe attestarsi fra i 4,5 e 4,6 miliardi, Edison non solo lo scorso anno è tornata in utile per 81 milioni, ma ha anche distribuito ai suoi soci un dividendo da 15 centesimi dopo tre anni di digiuno e un 2011 di maxiperdite (871 milioni). Il tutto grazie alla rinegoziazione dei contratti di gas in Qatar e Libia.
E intanto gli italiani, in assenza di un vero piano strategico energetico, continuano a pagare care le proprie bollette dell’energia anche a causa del fatto che, secondo quanto sospetta l’Authority per l’energia, ben 1,6 miliardi di margini in più sono stati fatti sulla pelle degli utenti traslando la Robin tax sui consumatori.

Ironizzando...



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Meteorite Russia, pioggia di frammenti sugli Urali: 514 feriti di cui 82 bimbi.



Secondo l’agenzia Interfax sono sei le città in cui sono stati riscontrati danni. La caduta dei pezzi ha provocato l'esplosione dei vetri delle case ed è stato questo che ha causato i ferimenti. Alcuni testimoni avevano pensato all'esplosione di un aereo in volo. Nessun danno alla centrale nucleare, Putin critica sistema di allerta. Inviata la Protezione civile.

Una pioggia inattesa e violenta dal cielo. Sono 514 le persone sono rimaste ferite o contuse a causa dei frammenti di un meteorite caduti nella regione di Cheliabynsk, sui monti Urali (Russia), a 1500 chilometri da Mosca. Lo ha riferito il ministero dell’Interno russo. I frammenti dell’oggetto celeste hanno fatto esplodere i vetri della case e provocato il ferimento dei residenti. Molti i bambini feriti di cui due gravi.
Tra i feriti anche 82 bambini, nessun danno alla centrale nucleare. “Secondo le prime informazioni moltissime persone hanno fatto ricorso all’assistenza medica, la maggioranza a causa di tagli causati dai frammenti” ha spiegato un portavoce. Fonti ufficiali russe hanno spiegato che si è trattato di frammenti di un meteorite che “si è disintegrato nella parte bassa dell’atmosfera“. Tre dei feriti sono gravi, ma in totale sono quattordici quelli che sono stati ricoverati in ospedale. I cristalli avrebbero provocato violente esplosioni a bassa quota nell’atmosfera negli Urali e nelle regioni centrali della Russia. Secondo l’agenzia Interfax sono sei le città in cui sono stati riscontrati danni. 
Pattuglie della polizia stanno ispezionando gli edifici danneggiati. Il fenomeno si è verificato a circa 80 chilometri dalla città di Satka, nell’omonimo distretto, alle 9.20 ora locale, le 4.20 in Italia. Alcuni testimoni in un primo momento avevano pensato all’esplosione di un aereo in volo. Secondo i servizi di emergenza il fenomeno non ha causato un innalzamento dei livelli di radiazioni, che sono rimasti nei parametri abituali per la regione. L’agenzia russa per l‘energia atomica Rosatom ha riferito che le installazioni negli Urali (c’è una centrale nella zona) non hanno subito danni. Come hanno riferito le autorità russe di Chelyabinsk, citate dall’agenzia di stampa Interfax, tra i feriti ci sono anche 82  bambini.
La maggior parte delle persone, ha spiegato il ministero dell’Interno, è rimasta ferita dai vetri che sono andati in frantumi a causa dell’impatto. I pezzi del meteorite hanno infatti colpito numerose case, distruggendo tetti e finestre. Oggi tutte le scuole della zona rimarranno chiuse, ha aggiunto da Mosca il responsabile del servizio sul controllo della salute pubblica, Genadi Onishchenko. Il fenomeno è stato registrato anche a Tyumen, Kurgan, nella regione di Sverdlovsk, e nel Kazakhstan settentrionale.
Nessun legame con l’asteroide 2012 DA14 in avvicinamento alla Terra. Non c’è nessun legame comunque tra la pioggia di meteoriti e il passaggio ravvicinato dell’asteroide 2012 DA14. Secondo l’esperto di meccanica celeste Andrea Milani, dell’università di Pisa e responsabile del gruppo di ricerca NeoDyS, specializzato nel calcolare le orbite degli asteroidi più vicini alla Terra “tra i due eventi non c’è alcuna relazione”. Le immagini della pioggia di meteoriti che stanno circolando su Internet “mostrano una scia che sembra caratteristica dell’impatto di un asteroide”, ha detto Milan. E’ quindi probabile che a causare la pioggia di meteoriti sia stato l’impatto di un asteroide, naturalmente diverso da 2012 DA14, e probabilmente più piccolo di questo. Le immagini mostrano una scia luminosa, una lunga traccia discontinua che si allarga e si restringe, interrotta da più esplosioni. “Una scia del genere è provocata da un oggetto che scarica parte della sua energia frammentandosi”, ha spiegato Milani. I frammenti più grandi a loro volta si spezzano, generandone altri. E’ così che un asteroide che eplode nell’impatto con l’atmosfera terrestre si trasforma in una pioggia di meteoriti. Anche l’Esa, l’agenzia spaziale europea conferma che non ci sono legami tra l’evento avvenuto in Russia e l’asteroide che si sta avvicinando alla Terra. 
Il presidente Putin preoccupato invia Protezione civile. La pioggia di meteoriti “è la prova che non solo l’economia è vulnerabile, ma l’intero pianeta” dice il premier russo Dmitri Medvedev dal Forum Economico di Krasnoyarsk, augurandosi che l’evento non causi gravi conseguenze. Allo stesso tempo Medvedev, come riportato dalla radio Kommersant FM, ha ipotizzato che la caduta dei corpi celesti diventi “un simbolo del forum” economico in corso in Siberia. Il presidente Vladimir Putin è preoccupato per la situazione e ha chiesto di inviare sul luogo dell’incidente un gruppo di specialisti della protezione civile, in aggiunta al personale già presente, per “valutare i danni e prestare maggiore aiuto alla gente”. Il leader del Cremlino lo ha dichiarato in un incontro a Mosca con il ministro delle Emergenze Vladimir Puchkov, come riferisce l’agenzia russa Itar-Tass. Putin ha criticato il sistema esistente di monitoraggio come “non del tutto efficace”: a suo avviso, la pioggia di frammenti cosmici sugli Urali “ci deve interessare non dal punto di vista astronomico, pure importante per gli specialisti, ma da quello del sistema di allerta della popolazione su tali fenomeni, per quanto possibile”. 
Questa mattina la città nella Russia Centrale di un milione di abitanti si è risvegliata tra lampi di luce e violente esplosioni a bassa quota, presumibilmente causate dall’onda d’urto dei frammenti nell’atmosfera. Secondo l’Accademia delle Scienze russa, la massa del meteorite era di circa 10 tonnellate: è entrato nell’atmosfera alla velocità di 15-20 km al secondo, e si è distrutto all’altezza di 30-50 km. Tre schegge sono già state individuate, annuncia il ministero degli Interni, nei distretti circostanti di Chebarkul e di Zlatust. Panico tra i malcapitati, alcuni dei quali hanno temuto una “fine del mondo” in ritardo sul calendario Maya; ma anche ironia sul web: “E’ un segnale per Putin: dopo il papa, deve dimettersi”. Non mancano le teorie del complotto: per il leader nazionalista Vladimir Zhirinovski non di meteoriti si tratta, ma del collaudo di una nuova arma realizzato