Cinquantacinque applausi sono pure pochi per come Sergio Mattarella ha condotto la partita del Quirinale. L’intensa e sapiente campagna mediatica (gli scatoloni, il trasloco) per non essere rieletto (con tutti gli altri che sgomitavano per essere eletti). L’attesa corrucciata e silente, mentre Salvini&C. facevano strame di candidati. La benevola accoglienza ai penitenti dell’unità nazionale (a eccezione di una) recatisi a implorare l’estremo sacrificio, come scrive la grande stampa (anche se il comprensivo accoglimento della supplica avrebbe convinto, scrive Repubblica, il 60% degli italiani ma non un 40%, e non sono pochissimi) Poi, ieri pomeriggio, l’apoteosi in Parlamento a cui egli si è sottoposto apparendo sorridente e in gran forma (ma quale stanchezza! Presidente lei ci sotterra tutti). Quindi un discorso d’insediamento ricco di spunti, toccante in quei ripetuti e sinceri richiami alla tutela delle tante “dignità” offese di questo Paese. Ma anche abile nell’essere onnicomprensivo, ecumenico (forse è mancato soltanto un saluto ad Amadeus e alla campagna acquisti della Juve). Un testo dal quale non traspariva nessuna intenzione di accorciare il secondo mandato, in stile Napolitano. Perché ci sembra chiaro che (e glielo auguriamo di cuore) nei prossimi sette anni (e fanno 14) lui sarà ancora lì al Quirinale, fresco come un bocciolo. Non avremmo, invece, le medesime certezze per i comprimari che in questi giorni gli hanno fatto la ola. Soprattutto perché il Mattarella Bis attraverserà tre legislature e con i chiari di luna della politica italiana scommettereste un euro che (a parte l’immarcescibile Casini) i vari Salvini, Letta, Conte, Renzi nel 2029 saranno ancora lì, in prima fila? Per non parlare di Mario Draghi, che soltanto un paio di mesi fa sembrava l’asso pigliatutto e che oggi guida un governo uscito azzoppato dalla battaglia del Colle. Con un interrogativo su tutti: in queste condizioni quanto potrà resistere il Migliore a Palazzo Chigi? Presidente Mattarella, perdoni l’impertinenza, ma se l’aveva davvero pensata così lei è un genio.
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 4 febbraio 2022
Per i non udenti. - Marco Travaglio
Traduzione simultanea, con sottotitoli, dei passi principali del discorso di reinsediamento di re Sergio Bis.
“È per me una nuova chiamata – inattesa – alla responsabilità, alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi”. In realtà potevo benissimo rimandarvi in Parlamento a fare il vostro dovere. Ma, siccome non ne volevate sapere di eleggere Draghi, la Restaurazione avviata un anno fa rischiava di fallire, con una presidente appena sessantenne e pure donna. E ho dovuto tornare io.
“Vi ringrazio per la fiducia”. Che poi, per la precisione, si chiama “stipendio e vitalizio”.
“Alla Costituzione… ho cercato di attenermi in ogni momento per sette anni”. Salvo quando rimandai indietro il premier indicato dalla maggioranza perchè mi sta antipatico Savona e incaricai tal Cottarelli, noto frequentatore di se stesso; e quando mandai a casa il governo appena fiduciato dal Parlamento senza rinviarlo alle Camere e incaricai un ex banchiere mai indicato da nessuno.
“Uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio…”. Non so cosa sia saltato in mente a Draghi di tentare la fuga al Quirinale e di confondere la maggioranza del suo governo con quella del nuovo capo dello Stato, ma che volete che vi dica: so’ creature.
“La lotta contro il virus non è conclusa”. Vero, Mario?
“La ripresa di ogni attività è legata alla diffusione dei vaccini che aiutano a proteggere noi stessi e gli altri”. Che proteggano gli altri è una balla sesquipedale, ma mi hanno detto di dire così.
“I regimi autoritari o autocratici rischiano ingannevolmente di apparire, a occhi superficiali, più efficienti di quelli democratici, le cui decisioni… sono ben più solide”. Noi comunque, per non saper né leggere né scrivere, abbiamo optato per l’autocrazia.
“È cruciale il ruolo del Parlamento… La forzata compressione dei tempi parlamentari è un rischio”. Per chi non lo sapesse, il Parlamento è quell’aula sorda e grigia che i decreti non fa più neppure in tempo a timbrarli.
“Un profondo processo riformatore deve interessare la giustizia”. Questa l’ho copiata dal mio precedente discorso di insediamento e da quelli dei miei predecessori, da De Nicola in poi.
“I cittadini non devono avvertire timore per decisioni arbitrarie o imprevedibili in contrasto con la certezza del diritto”. Càpita ancora che qualche potente venga disturbato da indagini e condanne senza prescrizione e che qualche poveraccio venga assolto, ma la Cartabia ci sta lavorando.
“Poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico”. E qui mi fermo, sennò poi Draghi s’incazza.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/02/04/per-i-non-udenti/6480721/
MEDIA & REGIME Il Giornale sul tavolo di Angelucci. In dote alle nozze con Libero e Il Tempo porterebbe anche 2 milioni di debiti garantiti dallo Stato. - Gaia Scacciavillani
A fine luglio l'editrice di Paolo Berlusconi si aspettava una chiusura d'anno con un rosso di oltre 6 milioni, peggio del previsto. E a settembre i soci hanno deliberato l'ennesimo versamento in conto capitale. Intanto la concorrenza del "gruppo Belpietro" si fa sentire.
Il passaggio di mano del Giornale è a un bivio, secondo La Stampa che nel numero in edicola giovedì 3 febbraio dà per imminente l’addio della famiglia Berlusconi al quotidiano fondato da Indro Montanelli la cui parabola viene assimilata a quella dell’anziano leader di Forza Italia, con una cessione che il giornale degli Agnelli traduce in un simbolo della fine del berlusconismo. Tanto più che a comprare sarebbe la famiglia Angelucci, animata dall’intento di creare un polo editoriale di destra insieme ai suoi Libero e Il Tempo.
Bisogna vedere quale destra e con quali potenzialità, visto che la salviniana Verità di Maurizio Belpietro in edicola tallona Il Giornale da molto vicino e ha una potenza di fuoco, in termini di audience, che include anche le testate settimanali ex Mondadori a partire da Panorama. Senza contare i piani di espansione che, come lo stesso Belpietro ha recentemente dichiarato confermando le indiscrezioni di Dagospia, prevedono il lancio di un quotidiano finanziario.
E proprio la finanza è la nota stonata del nascente polo editoriale della destra targato Angelucci. La parabola del Giornale è infatti costellata di versamenti in conto capitale da parte degli azionisti, essenzialmente Pbf (Paolo Berlusconi) e Mondadori oltre al gruppo Amodei. Il 2020 si è chiuso con una perdita di 8,7 milioni, dopo il rosso di 15 milioni dell’anno prima. Tra i debiti bancari di 7 milioni di euro, la società editrice del quotidiano ne contava uno di 2,2 milioni con la Popolare di Sondrio garantito dalla società pubblica Sace in virtù del decreto liquidità.
A fine agosto 2021, poi, i conti della Società Europea di edizioni evidenziavano una perdita di quasi 5 milioni di euro, tanto che il 30 settembre l’assemblea ha approvato su proposta del cda di procedere a un versamento di altri 3 milioni in conto capitale, dopo i 9 deliberati nel 2020 e i 16 l’anno prima. Inoltre lo stesso cda a luglio 2021 si aspettava di chiudere l’esercizio con una perdita di 6,7 milioni, “in miglioramento rispetto all’esercizio precedente per € 2.002.000 ma peggiorativa rispetto al budget per € 931.000”. La previsione, si legge nel verbale del consiglio del 23 luglio, “registra una contrazione nelle vendite in edicola rispetto sia all’esercizio precedente sia al budget mentre prevede un sostanziale equilibrio come ricavi da raccolta pubblicitaria; complessivamente si rileva una riduzione dei ricavi di € 421.000 rispetto all’esercizio precedente e di € 626.000 rispetto al budget 2021”.
Poi bisognerà vedere la disponibilità del personale, che pure scende sensibilmente di anno in anno e a fine 2021 contava 36 poligrafici e 66 giornalisti, rispettivamente 4 e 12 in meno dell’anno prima, per un costo complessivo annuo di 11,7 milioni (-5 milioni sull’anno prima).
Nokian Tyres presenta un concept tire realizzato con il 93% di materiali riciclati o rinnovabili. - Bruno Allevi
Novità in casa Nokian Tyres.
Per decenni Nokian Tyres ha cercato di rendere il mondo più sicuro. Adesso l’azienda raggiunge un altro traguardo, presentando lo pneumatico più sostenibile prodotto finora. Il concept Nokian Tyres Green Step è un capolavoro di innovazione sostenibile grazie alla sua ambiziosa progettazione che include il 93% di materiali riciclati o rinnovabili. In questo modo, l’azienda si avvicina di più al suo obiettivo: entro il 2030, il 50% di tutte le materie prime utilizzate per gli pneumatici Nokian Tyres sarà riciclato o rinnovabile.
Nokian Tyres Green Step apre la strada a una guida più sostenibile.
Nel 2021, Nokian Tyres ha fissato un obiettivo ambizioso: entro il 2030, il 50% di tutte le materie prime utilizzate per gli pneumatici Nokian Tyres sarà riciclato o rinnovabile. Lo pneumatico Nokian Tyres con concept Green Step testimonia l’ingegnosità della divisione Ricerca e Sviluppo dell’azienda e la sua ambizione di rendere la guida più sostenibile.
Tutta la gomma usata nel concept Green Step è naturale e si usano anche oli rinnovabili come l’olio di canola. Quasi tutti i plastificanti, le resine e i coadiuvanti di fabbricazione provengono da risorse rinnovabili. Inoltre, la silice naturale della lolla di riso funziona come riempimento principale per il battistrada e il fianco, e la fibra di corda rinnovabile è usata per rendere lo pneumatico più resistente.
La quota di materiali riciclati aumenterà in futuro.
Quasi ogni componente del Green Step include anche alcuni materiali riciclati. Per esempio, il nerofumo usato nelle mescole di gomma è stato ricavato da pneumatici fuori uso, e il butile usato nella superficie interna così come l’acciaio delle cinghie e dei cerchietti nella struttura sono principalmente riciclati.
Vantaggi per gli automobilisti di tutto il mondo.
Il Nokian Tyres Green Step è uno pneumatico invernale che può essere utilizzato su neve e ghiaccio. Alcuni dei materiali utilizzati in questo concept tire sono comuni a vari modelli precedenti, prodotti dall’azienda. La gomma naturale è un materiale importante in tutti gli pneumatici per i vantaggi che offre e fonti alternative alla gomma naturale, come la pianta di guyule, sono oggetto di ricerca per Nokian Tyres. Inoltre, gli oli rinnovabili sono comuni nei suoi pneumatici, dato che Nokian Tyres è stato il primo produttore di pneumatici al mondo a smettere di usare oli altamente aromatici nel 2005.
Azioni concrete per un mondo più sicuro.
Dal giorno in cui è stato inventato il primo pneumatico invernale al mondo nel 1934, gli pneumatici invernali premium di Nokian Tyres sono stati apprezzati da generazioni di automobilisti che desiderano guidare con tranquillità in ogni condizione. Tuttavia, Nokian Tyres non si concentra solo sulla protezione degli automobilisti; l’azienda lavora incessantemente per aiutare a proteggere il mondo che ci circonda. Questo è dimostrato in tutte le sue azioni, dalla progettazione degli pneumatici alla produzione: Nokian Tyres è stata la prima azienda di pneumatici a far approvare gli ambiziosi Science Based Targets per la riduzione delle emissioni di CO2, oltre ad avere abbassato la resistenza al rotolamento degli pneumatici mediamente dell’8,5% dal 2013, risparmiando carburante e diminuendo le emissioni di CO2. Lo pneumatico Nokian Tyres Green Step è l’ennesima dimostrazione di questa passione e l’innovazione che ha portato alla realizzazione dello pneumatico andrà a beneficio delle generazioni a venire. È un altro passo nel viaggio verso un mondo più sicuro.
Nokian Tyres Green Step concept tire:
93% di materiali riciclati o rinnovabili
I materiali rinnovabili includono gomma naturale, oli rinnovabili e silice naturale di lolla di riso
Materiali riciclati sono utilizzati in quasi tutti i componenti dello pneumatico
I materiali riciclati includono acciaio riciclato e nerofumo
Le innovazioni create per il concept tire saranno incorporate negli pneumatici futuri
L’obiettivo è che entro il 2030 il 50% di tutte le materie prime utilizzate per gli pneumatici Nokian Tyres sia riciclato o rinnovabile