domenica 23 giugno 2013

VITA DA PARLAMENTARE.



Lei è la deputata PDL Gabriella Giammanco. L'altro giorno, avvertita di una imminente seduta mattutina alla Camera, ha esclamato: "Ma mi devono montare lo scaldabagno."

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=597292796970302&set=a.299496286749956.75296.172736606092592&type=1&theater

Debbono averle detto che fare la parlamentare del Pdl non le avrebbe comportato alcun impegno e che era come aver ottenuto un posto a tempo determinato e a part time molto ben remunerato.

Finmeccanica usava la mafia. - Lirio Abbate e Paolo Biondani



Per vendere i suoi elicotteri in Africa, il colosso statale italiano si rivolgeva a un potente tesoriere di Cosa Nostra, Vito Roberto Palazzolo, che faceva da 'mediatore' con i governi locali. E' la nuova pista dei pm.

Mafia, armi, tangenti, faccendieri italiani e politici africani. C'è una nuova istruttoria che scotta sugli affari internazionali di Finmeccanica e che potrebbe creare presto problemi per la vecchia gestione del colosso degli armamenti. La procura di Palermo infatti ha trasmesso altri atti ai pm di Napoli ed insieme stanno indagando sui contratti ottenuti dal colosso statale dell'aeronautica nel Continente nero. Ora nell'occhio del ciclone c'è un manager che fino a pochi mesi fa rappresentava Finmeccanica in tutta l'Africa sub-sahariana. Ed è pure sospettato di essersi fatto sponsorizzare da uno dei più ricchi e potenti riciclatori di Cosa nostra: Vito Roberto Palazzolo, grande tesoriere della mafia siciliana diventato un magnate in Sud Africa nonostante le condanne. 

La svolta nell'African Connection è arrivata dalle dichiarazioni di un nuovo testimone, un manager italiano di una società mista che produce aerei, creata da Finmeccanica con un gruppo straniero. Anche lui afferma di aver incontrato Palazzolo a un vertice d'affari, probabilmente in Angola, con due dirigenti di Finmeccanica. «Ce lo ha presentato Chabrat», gli dissero i due colleghi, spiegando che fu lo stesso superiore a farli viaggiare insieme a quello strano «collaboratore del gruppo per l'Africa del Sud». Presentandosi, il signor Von Palace gli lasciò un biglietto da visita, con annotazioni scritte di suo pugno. E ora il testimone ha consegnato tutto agli inquirenti, mettendoli in grado di riscontrare il suo racconto anche con una perizia grafica.

Di qui la svolta. La procura di Palermo comincia a indagare direttamente su Chabrat, che dal 2000 è il fiduciario in Africa di Luigi Orsi, a lungo numero uno di Agusta e poi amministratore delegato di tutta Finmeccanica, fino all'arresto per le presunte tangenti sulla vendita di elicotteri all'India. Dagli accertamenti degli inquirenti sono emersi nuovi elementi, considerati pesanti. Chabrat ora viene accusato di aver parlato apertamente di fondi neri da creare attraverso triangolazioni societarie all'estero: soldi necessari a pagare «ministri africani». Insomma, un altro giro di tangenti milionarie gestite da Finmeccanica, una nuova accusa che chiama in causa un manager legato a Orsi. 


L'inchiesta è un calderone di veleni. Chabrat è sospettato tra l'altro di essere l'ispiratore di una serie di minacce che hanno spaventato il secondo manager italiano: quando ancora nessuno sapeva che fosse un testimone d'accusa, si è sentito dire che, per salvarsi la vita, gli sarebbe servito un bel «programma di protezione». Dopo l'arresto di Orsi, Chabrat è stato allontanato per volontà del nuovo numero uno di Finmeccanica, Alessandro Pansa. 

Ora a Palermo gli inquirenti attendono soprattutto di poter tornare a interrogare Palazzolo, il custode di mille segreti economici di Cosa nostra, che in Thailandia ha già ammesso senza esitazione di conoscere bene Chabrat. Il miliardario mafioso è stato arrestato il 30 marzo 2012 all'aeroporto di Bangkok: tradito da un viaggio d'affari, da una soffiata e da incauti messaggi su Facebook. Certo, a differenza dei normali detenuti ristretti in camerate da 20 persone, Palazzolo ha una stanza singola nell'infermeria del carcere. Ma la Corte suprema thailandese ha già autorizzato l'estradizione in Italia: la difesa ha tentato un estremo ricorso, che dovrebbe decidersi entro sei mesi. 

Appena arrestato in Thailandia, Palazzolo si era detto pronto a farsi interrogare «sui fatti fino al 1984». I pm di Palermo non vogliono porre limiti. Sembrava un principio di collaborazione, in cambio di una "permanenza" agiata nei penitenziari italiani, senza essere sottoposto al 41 bis, il carcere duro. Ma quando gli è stato chiesto dei suoi rapporti con Finmeccanica si è chiuso a riccio. Ha ritirato la sua velata collaborazione e non ha più aperto bocca.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/finmeccanica-usava-la-mafia/2209532

IDEM … - Francesco Briganti



Jerry Zucher, nel film Ghost con Patrick Swaize e Demy Moore,  caratterizza il protagonista del film con la risposta “ … idem …” al “ … ti amo …” dell’innamorata. Idem è un pronome latino (idem, eadem, idem; ndr) la cui traduzione italiana è “ lo stesso, la stessa, la stessa cosa; più sinteticamente detto vale un “ anche io! “. Fatta questa premessa, viene gioco sin troppo facile dire ce l’aspettavamo. Il tutto è chiaramente riferito alla vicenda della nostra amatissima campionessa dello sport Josefa Ancheio che, vincitrice di ben trenta medaglie olimpiche è, a tutt’oggi, ministro di questa repubblica. Dal particolare dell’accaduto si evince che la ministra ha dimenticato, lei dice i suoi amministratori, di versare il balzello dell’imu su di una abitazione palestra che, guarda caso, figura come una prima casa. La ministra, assicura noi tutti che, essendo stata da lei, ma io azzarderei nel dire “soprattutto da noi”, scoperta la cosa rimedierà immediatamente provvedendo al pagamento del dovuto maggiorato delle more e degli interessi eventualmente maturati.  Bisogna, è d’obbligo, dire che non potrebbe, neanche volendo, esimersi dal farlo perché se non lo faceseci penserebbe l’autorità costituita ad obbligarla; ragione per cui non v’è alcun merito in questo così come non è una scusante il dire “… non ne sapevo nulla!”. La legge non ammette ignoranza e questo è già esaustivo di per sé: quando poi si ha la furbizia di avere due prime case, una intestata a proprio nome ed un'altra rogitata al proprio marito diventa difficile credere che la cosa non sia stata studiata a tavolino e concordata con quegli amministratori che hanno dimenticato di avvertirla. E’ d’obbligo ancora fare un’altra riflessione e cioè che la ministra Ancheio pagherà oggi con tanta sofferta penitente contrita solerzia quella tassa che non ha pagato prima, ma lo farà con i nostri soldi e cioè traendo la spesa dagli introiti ricevuti come ministra. Oh, so bene che la ministra Ancheio ha di certo soldi suoi al di fuori dello stipendio da parlamentare e ministra, ma è un fatto che, comunque, tale stipendio va ad ingrassare il conto in banca di qualcuno che quel conto in banca l’ha già bello e che oliato evadendo il dovuto al fisco e quindi il così vantato redde rationem alla fin fine non ha alcun costo se non per le nostre tasche. La ministra ANCHEIO si deve dimettere?; “… e perché?” rispondo io.  La Idem, nome omen, ha già dimostrato di essere un’ottima italiana evadendo l’imu, dunque perché esaltare la sua parte tedesca costringendola ad un gesto che di italiano non avrebbe nulla?. La ministra Ancheio deve fare esattamente come i tanti esempi che questo parlamento ci mostra quotidianamente e cioè restare al suo posto come se niente fosse successo  continuando a giurare sulla propria onestà redenta e vidimata, d’altronde, da una confessione e da un capo, per il bene della nazione, coperto di cenere, ma impegnato ai massimi livelli contro la disonestà, la rivalutazione e la salvaguardia delle donne. Idem o Ancheio come vedete non fa differenza!. E poi, siamo sinceri, chi di noi non almeno due prime case quando non tre o quattro; chi di noi potendo evadere un centesimo non lo fa tranquillamente senza troppi complessi di colpa; chi di noi non preferisce dare un pezzo di pane ai propri figli piuttosto che darlo all’erario; chi di noi, ancora, non accende un cero alla Madonna ogni volta che riesce a mettere qualche migliaio di euro nel salvadanaio riservato alla vecchiaia?. Chi di noi, infine, una volta scoperto non si pente e ne riceve benevola acquiescenza dallo stato il quale apprezza e dice a Strozzitalia di trattarci con riguardo?. Come dite?. Lo stato non apprezza il nostro comportamento e non intercede con gli strozzini legalizzati?; non riucite a mettere qualche miglio di euro da parte per la vecchiaia?; siete così fessi da sacrificare i vostri figli per pagare le tasse? . Beh!, che volete farci, VOI MICA AVETE VINTO ALLE OLIMPIADI. 

https://www.facebook.com/notes/francesco-briganti/ancheio-/141535136050424