mercoledì 24 ottobre 2018

Denunciati Moscovici-Oettinger: "Hanno manipolato lo spread". - Bartolo Dall'Orto



Depositato a Roma in procura un esposto contro i due commissari Oettinger e Moscovici: "Hanno alterato lo spread italiano".

Due denunce, una dietro l'altra. La prima recapitata a Pierre Moscovici e la seconda a Guenther Oettinger, i due componenti della Commissione Ue che negli ultimi giorni hanno più volte criticato l'Italia (e il suo governo) per le scelte fatte nella legge di bilancio.
A presentarle sono stati due giornalisti, Francesco Palese e Lorenzo Lo Basso, che questa mattina si sono presentati negli uffici della Procura della Repubblica per depositare il loro esposto. L'accusa è chiara: aver manipolato il mercato azionario italiano con le loro dichiarazioni sulla manovra.
I due cronisti parlano di un "pesante turbamento" del mercato dovuto alle parole dei due commissari. Si tratta di "dichiarazioni rese alla stampa (non quindi comunicazioni ufficiali come il loro ruolo istituzionale imporrebbe) a mercati aperti che hanno manifestamente modificato l’andamento degli stessi, incidendo in modo significativo sulla fiducia e l’affidamento che il pubblico pone della stabilità patrimoniale di banche e gruppi bancari, alterando contestualmente il valore dello spread italiano".
Nella denuncia si legge che le dichiarazioni "sono state rese prima che i detti commissari ricevessero l'intera documentazione da parte del governo italiano avvenuta in data 16/10/2018 con il Documento programmatico di bilancio". Come a dire: un processo alle intenzioni. "In tal modo - continua la denuncia - hanno diffuso notizie false e posto in essere operazioni simulate sulle conseguenze per l’Italia da tale manovra di bilancio provocando l’alterazione del prezzo di strumenti finanziari (violazione art. 185 TUF E ART. 501 C.P.). 
Lo Spread, che incide sui risparmiatori italiani, è infatti cominciato a salire. Si consideri che a fine Settembre era sul livello di 240 punti mentre è cominciato a salire vertiginosamente unitamente alle dichiarazioni dei due funzionari".
Ci sono anche esempi "pratici". A Moscovici vengono contestate le frasi citate lo scorso 28 settembre alla tv francese Bfm. Dopo le frasi del commissario, secondo cui "fare rilancio economico quando uno è indebitato si ritorce sempre contro chi lo fa, ed è sempre il popolo che paga alla fine, "lo spread, partito a 236, arrivò a toccare i 282 punti per poi chiudere a 267". Lo stesso, secondo i querelanti, sarebbe avvenuto il 1 ottobre in Lussemburgo. In quella occasione Moscovici disse che "‘Il 2,4% – affermò il commissario – una deviazione molto molto ampi". E "dopo queste affermazioni lo spread chiuse a 282 punti, partendo da 267".
Ottinger invece viene contestato questo passaggio di una intervista del 17 ottobre allo Spiegel quando preannunciò la bocciatura della commissione."La lettera ufficiale della Commissione – scrivono gli autori della denuncia - sarà recapitata al Governo italiano in serata (a mercati chiusi) ma Oettinger avverte la necessità di anticiparne i contenuti nel primo pomeriggio ad un giornale tedesco on-line!”
****(Moscovici critica l'Italia, da ministro violava le regole Ue.Il commissario agli Affari economici europei ha bocciato la manovra italiana. Ma quando era ministro delle Finanze con Hollande, la Francia sforava il 3% del deficit/pil in violazione delle norme Ue.- Bartolo Dall'Orto)****
Fonte: ilgiornale del 24/10/2018

Italia? No, è la Francia il Paese più indebitato dell’area euro. - Vito Lops

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Nella classifica del debito pubblico in rapporto al Pil (che in Italia fa 130%, in Francia e Usa 100%, e nella media dell’Eurozona 90%) l’Italia ne esce, da tempo, come tra le economie più “a leva” del pianeta. Ma se si amplia lo sguardo al debito aggregato, ovvero ai livelli di indebitamento di tutti gli attori economici (Stato, imprese, banche e famiglie) l’Italia si rivela d'emblée un Paese nella media, senza grossi problemi di debito.
Sempre seguendo questa classifica - che però al momento non fa parte delle griglie con cui l’Unione europea giudica l’operato dei suoi membri - si scopre che è la Francia il Paese più esposto finanziariamente; il Paese che ricorrendo al debito sta vivendo l’oggi più di tutti con i mezzi del domani. È vero, il debito pubblico in rapporto al Pil è più contenuto rispetto all’Italia ma se si somma l’esposizione delle società (circa 160% del Pil), delle banche (90% ) e delle famiglie (60%) vien fuori che il sistemaFrancia viaggia con una leva enorme, che supera il 400% del Pil, pari a 9mila miliardi di debiti cumulati. L’Italia, sommando tutti gli attori economici, supera di poco il 350% a fronte del 270% della Germania.
Questi numeri devono far riflettere, in particolare i tecnocrati europei che elaborano le soglie che stabiliscono se un Paese è virtuoso o no. Ignorare - o non pesare come probabilmente meriterebbe - il debito privato è un doppio errore. Sia perché c’è una stretta correlazione storica tra debito pubblico e debito privato (è dimostrato che laddove i Paesi sono chiamati a ridurre il debito pubblico con forme di austerità, sono quasi costretti ad andare a “pescare” la crescita attraverso l’aumento della leva privata). E sia perché, se con l’introduzione del bail-in (che stabilisce che i privati partecipano con i propri risparmi ai salvataggi delle banche) passa il principio che il risparmio privato è un “asset istituzionale”, allora forse sarebbe più logico considerare tale anche il debito privato.

Fonte: mobile.ilsole24ore del 31/8/2017

Parma, arrestato per corruzione e truffa il sindaco di Polesine Zibello Andrea Censi.



Le indagini coordinate dalla Procura della città emiliana hanno coinvolto anche un noto imprenditore avicolo e altri vertici dell'amministrazione che avrebbero falsificato le delibere di Giunta e truccato un concorso pubblico per alti dirigenti.

Andrea Censi, sindaco di Polesine Zibello, nella bassa parmense, è stato arrestato con l’accusa di corruzione, falso, truffa e peculato. La misura cautelare è scattata martedì mattina all’alba ed è stata eseguita dai carabinieri di Parma. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica della città emiliana ha permesso di scoprire un “pervicace sistema di gestione della cosa pubblica, assolutamente asservito agli interessi privatistici del sindaco”. Il primo cittadino, eletto nel 2016 in una lista civica appoggiata dal Pd, si trova ora gli arresti domiciliari.
Deve rispondere del reato di corruzione anche un noto imprenditore del settore avicolo che, secondo le ricostruzioni, avrebbe pagato per ottenere agevolazioni ampliare il sito del proprio allevamento. Dalle indagini è emerso il coinvolgimento anche di altri tre amministratori ritenuti responsabili di aver falsificato numerose delibere della giunta, violando i principi di trasparenza e collegialità e di aver truccato un concorso pubblico per l’assunzione di uno degli alti dirigenti del Comune.
Nell’operazione sono stati inoltre sequestrate decine di migliaia di euro, soldi provenienti dalle violazioni contestate e versati agli istituti di credito delle province di Parma e Piacenza. Sequestri e perquisizioni anche negli uffici comunali, dove gli inquirenti cercano ulteriori prove dei reati contestati.
Andrea Censi è il sindaco della provincia con all’attivo il maggior numero di mandati amministrativi. Nel 2004 viene eletto per la prima volta sindaco di Polesine Parmense, poi riconfermato nel 2009. Nel 2014 si candida alla guida del comune di Zibello, vincendo e proponendo nel 2015 il referendum per la fusione dei comuni di Polesine Parmense e Zibello. Il 5 giugno 2016, l’ex Pd, viene eletto primo cittadino del neonato comune, candidandosi a capo di una lista civica.
Fonte: ilfattoquotidiano del 23/10/2018

Le gigantesche Teste di un popolo venuto forse dalle Stelle.



Lungo la costa del Golfo del Messico all’inizio del secondo millennio a.C., vide la luce la civiltà più antica e misteriosa perduta di tutti i tempi: gli Olmechi. Questo popolo, raggiunse il massimo splendore intorno al 1500/1200 a C.

A loro si devono le prime forme di scrittura glifica, il sistema di numerazione fatto di punti e linee, le prime iscrizioni relative al calendario di Lungo Conto, con la misteriosa data d’inizio nel 3113 a.C.
I primi esempi di grande scultura artistica e monumentale; il primo utilizzo della giada; le prime raffigurazioni di armi o utensili; i primi centri cerimoniali; i primi orientamenti celesti… tutto questo fu opera degli Olmechi.
Con tutti questi primati, non sorprende che qualcuno abbia paragonato la civiltà olmeca a quella dei Sumeri che vanta primati simili in Mesopotamia. Tra l’altro, entrambe le civiltà apparirono improvvisamente nella storia. Nei loro testi, i Sumeri parlavano della loro civiltà come di un dono ricevuto dagli dèi, i visitatori della Terra che potevano vagare per i cieli e che perciò venivano spesso rappresentati come esseri alati.
Ma chi era questo popolo? Stranieri in una terra straniera, provenienti dall’altra parte del mare, addirittura da un altro continente? Forse sì. Essi lasciarono dietro di sé monumenti in pietra che ancora oggi lasciano senza parole e che ritraggono proprio loro stessi.
Davvero uniche sotto tutti gli aspetti, sono delle enormi teste in pietra scolpite con incredibile maestria e con strumenti che non conosciamo, raffiguranti i vari capi olmechi. Il primo a vedere una di queste teste, fu J. M. Melgar y Serrano nel 1869, che così le descrisse: “un’opera d’arte… una scultura stupenda che rappresenta stranamente un etiope”.
Nel 1925, gli studiosi occidentali confermarono la scoperta di altre teste enormi, una delle quali era alta 2,5 metri per m. 6,5 di circonferenza e pesava circa 24 tonnellate. Non vi è dubbio che raffiguri un negroide africano con un elmetto in testa.
Ad oggi sono circa 16 le teste ritrovate: vanno da una altezza di un metro e mezzo a tre metri, e pesano fino a 25 tonnellate. Ognuna raffigura un individuo diverso e anche gli elmetti sono tutti diversi. L’esame al radiocarbonio le ha datate al 1200 a.C. circa, ma non si esclude che possano essere più antiche, in quanto l’esame prende in considerazione lo strato organico presente sul sito del ritrovamento.
Tutte le pietre basaltiche usate per le teste, vennero portate dal luogo di origine fino al luogo dove poi sarebbero state scolpite, e talvolta la destinazione definitiva si trovava anche ad un centinaio di chilometri di distanza dal luogo di origine, e per giunta la distanza da percorrere era costituita da giungla ed acquitrini. Come sia stato, quindi, possibile trasportare i giganteschi massi e infine scolpire e levigare queste enormi statue, resta ancora oggi un vero mistero.

Fonte: conoscenzealconfine del 24/10/2018