lunedì 16 settembre 2019

Freno al contante in quattro mosse: bonus e sanzioni nel piano del Mef. - Marco Mobili

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Detrazioni e deduzioni fiscali riconosciute solo se pagate con moneta elettronica. Taglio delle commissioni su bancomat e carte di credito, obbligatori i pagamenti tracciati alla Pa.

Bonus e sconti fiscali riconosciuti in dichiarazione solo se il costo è tracciato o pagato con moneta elettronica. Abolizione delle commissioni dovute dagli esercenti per micro pagamenti o per quelli sotto una determinata soglia. Un sistema sanzionatorio efficace e soprattutto operativo per chi rifiuta il Pos. Infine, pagamenti elettronici obbligatori nei rapporti con la Pa. Sono alcune delle direttrici su cui a breve potrebbe essere orientata la lotta al contante inserita nel programma su cui il Governo ha incassato la fiducia delle Camere.

Tra i dossier consegnati al neo ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sotto la voce lotta all'evasione, c’è dunque anche quello sul contrasto al sommerso e ai pagamenti in nero. Un dossier su cui i tecnici e i rappresentanti dei Cinque Stelle hanno lavorato già dalla primavera scorsa e che da sempre rappresenta una battaglia dei nuovi alleati di Governo. Al momento si tratta di ipotesi di lavoro: saranno il ministro e l’Esecutivo ad avviare il lavoro di quantificazione, sia in termini di possibile recupero di gettito e allo stesso tempo di eventuali oneri, e quello di definizione delle norme e delle misure da mettere in campo.

La digitalizzazione dei pagamenti, a ben vedere, non è che l’altra faccia della lotta all’evasione “2.0” avviata dal Pd e resa operativa dal 2019 con la fatturazione elettronica e gli scontrini telematici. Una lotta che, con la moneta elettronica e la tracciabilità dei pagamenti, va al di là della sola evasione fiscale, estendendosi al riciclaggio, alle mafie e alla criminalità organizzata.

La strada che si vorrebbe percorrere è quella già battuta del contrasto di interessi e che in Portogallo dal 2013 ha consentito in un anno di far crescere il gettito Iva del 13 per cento. A Lisbona, ad esempio, chiedere la fattura elettronica in albergo, al ristorante, dal parrucchiere o a un meccanico d'auto consente di ottenere una detrazione del 15% dell’importo pagato e da utilizzare l’anno successivo al momento della dichiarazione dei redditi. Lo stesso potrebbe avvenire ora in Italia riconoscendo il diritto ad alcune deduzioni e detrazioni solo a chi utilizza moneta elettronica o traccia il pagamento. Sulla falsa riga di quanto già avviene con i bonifici per le spese di ristrutturazione edilizia o riqualificazione energetica degli edifici o per l’acquisto di mobili, i contribuenti potrebbero vedersi riconoscere detrazioni o deduzioni di spese mediche, canoni di locazione prima casa, istruzione, spese funebri, per addetti all’assistenza personale o per attività sportive dei giovani solo se l’onere sostenuto è stato pagato con moneta elettronica o con bonifico.

Una misura che non può prescindere da altre due azioni mirate e ritenute imprescindibili per incentivare l’uso della moneta elettronica: l’eliminazione delle commissioni per gli esercenti per i pagamenti al di sotto di determinate soglie (la carota); l’introduzione di sanzioni mirate per chi non accetta pagamenti elettronici e non attiva il Pos (il bastone). Per quanto riguarda “la carota” l’idea è quella di sottoscrivere con Abi un protocollo a cui dovrebbero aderire sempre su base volontaria i principali circuiti di pagamento e di emittenti carte di debito/credito con l’obiettivo di eliminare le commissioni per pagamenti sotto determinate soglie. Il sì di massima del mondo bancario è già arrivato: c’è ora da definire le soglie. Si parlava ad esempio dai 5 ai 25 euro, anche se poi il tetto sarà fissato solo al momento della piena operatività della misura e dell’accordo con gli istituti di pagamento. Sul fronte della sanzioni, invece, la strada è già tracciata. Esiste già l’obbligo per tutti gli esercenti di dotarsi di Pos e quindi di accettare pagamenti con carte di credito e debito. Al momento però non esiste l’importo della sanzione perché bocciato dal Consiglio di Stato in quanto privo di una norma specifica.

La quarta mossa per provare a dare scacco matto al contante potrebbe passare, infine, per l’introduzione dell’obbligo per la Pa di accettare solo pagamenti elettronici. In molte città gli sportelli dell’anagrafe già oggi accettano pagamenti solo elettronici. Un obbligo che potrebbe essere esteso a tappeto a tutta la Pubblica amministrazione includendo anche le società che forniscono servizi pubblici.

https://www.ilsole24ore.com/art/freno-contante-quattro-mosse-bonus-e-sanzioni-piano-mef-ACIfSvj

Intascava i soldi di una onlus a tutela della donne e le minacciava: arrestata ex presidente.

Intascava i soldi di una onlus a tutela della donne e le minacciava: arrestata ex

Speculava sfruttando le vittime di violenza sessuale, di maltrattamento in famiglia, le giovani madri in fuga da ex mariti violenti. A quelle donne, facilmente
vulnerabili, chiedeva soldi in cambio dell’aiuto che avrebbe dovuto fornire gratuitamente per volontariato.
Clarissa Matrella, 35 anni di Foggia, presidente di una Onlus contro la violenza di genere, denominata “Butterfly” con sede a Riccione, è stata arrestata nella mattina di ieri, giovedì 12 settembre, per reati che vanno dalla truffa all’estorsione.
Nascondendosi dietro l’associazione senza scopo di lucro, guadagnava soldi e favori. Si era accreditata presso gli enti pubblici e aveva vinto un bando per gestire una casa rifugio. Con un passato da investigatrice privata, una laurea triennale a Bologna e il paravento dell’impegno sociale, prendendo parte a manifestazioni pubbliche e fiaccolate, si era fatta conoscere come attivista contro la violenza sulle donne.
Diverse decine di migliaia di euro i suoi guadagni illeciti, tanto che il gip Benedetta Vitolo, che le ha concesso i domiciliari, ha accolto un sequestro preventivo per equivalente di circa 30 mila euro. Non è stato semplice per i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, conquistare la fiducia delle donne, un centinaio quelle venute in contatto con l’associazione, in venti hanno denunciato.
Grazie al tatto della marescialla dei Cc, Rita Pellegrino, le vittime hanno trovato il coraggio di parlare. La prima denuncia è del 2017, a fine di quell’anno, con una perquisizione nella sede della Butterfly, gli investigatori scoprono nominativi e rendicontazioni che porteranno ad un paio di mesi di distanza alla chiusura della
onlus da parte della stessa indagata.
Gli inquirenti hanno anche appurato che Matrella, con i soldi concessi dal Comune di Cattolica e Regione Emilia-Romagna per la casa protetta, pagava l’affitto, il parrucchiere, le cene e le uscite. La 35enne che resta al momento l’unica indagata, fungeva per la Butterfly da presidente, avvocato e psicologa, investigatore privato e tecnico informatico. “Se le accuse saranno confermate, ci tuteleremo in ogni sede legale” e se vi sarà “fondamento saremo durissimi”, ha commentato l’assessore regionale alle Pari Opportunità, Emma Petitti.
Non solo fondi pubblici finivano per le spese personali ma anche quelli estorti alle donne. Da una vittima di violenza sessuale si era fatta pagare 900 euro per una perizia informatica, da un’altra tremila per un brutto divorzio. Per non essere cacciata dalla casa protetta, una straniera aveva pagato 1500 euro. Qualche tempo fa infine, era riuscita a sottrarre l’abitazione ad una vittima di maltrattamenti. In quella stessa casa, Matrella vi ha trasferito il proprio domicilio e l’ultima sede legale dell’associazione Butterfly.
Nei prossimi giorni la 35enne, assistita dall’avvocato Alessandro Sarti, sarà interrogata in merito ai capi di imputazione che sono truffa, estorsione, tentata estorsione, minacce, falso e malversazione.