martedì 10 novembre 2020

Armatori, gas e cliniche: chi finanzia mr. donazioni. - Valeria Bianchi e Stefano Vergine

 

È stato il politico italiano più finanziato dai privati quest’anno. Su Giovanni Toti hanno scommesso parecchie imprese con grandi interessi in regione. Lo dicono i rendiconti del suo comitato elettorale. Da gennaio a settembre, il Comitato Giovanni Toti ha ricevuto 530mila euro dai privati, una cifra che i partiti non riescono a racimolare in un intero anno.

Dopo aver lasciato Forza Italia per fondare Cambiamo, Toti si è ricandidato alla guida della Liguria a fine settembre e ha fatto il pieno di donazioni da aziende. Molte delle quali interessate, per ovvie ragioni commerciali, alle decisioni del governatore e del suo fedelissimo Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità che gestisce tutti i porti più importanti della Liguria. A partire proprio da quello di Genova, interessato da un piano di rilancio che, varato per contrastare il crollo del Ponte Morandi, dovrebbe portare sullo scalo più di 1 miliardo di euro di investimenti, in buona parte pubblici.

Aponte l’imprenditore italo-Svizzero.

Gianluigi Aponte è uno dei più importanti armatori al mondo, patron del gruppo internazionale Msc oltreché che dalla compagnia di navigazione italiana Gnv. Attraverso una delle sue società, la Agenzia Marittima Le Navi, ad agosto di quest’anno l’imprenditore campano con residenza svizzera ha donato 10mila euro a Toti. Spiccioli, per un uomo a cui Forbes attribuisce un patrimonio da 8,7 miliardi di dollari, ma pur sempre utili per la campagna elettorale del governatore. Tanto più che Aponte ha recentemente beneficiato di un generoso contratto pubblico: 1,2 milioni di euro pagati dalla Regione Liguria alla sua Gnv per utilizzare, da metà marzo alla fine di aprile, un traghetto della compagnia come ospedale galleggiante per i positivi al Covid.

Ma tra i finanziatori di Toti c’è anche la concorrenza: la famiglia Grimaldi, attiva sia sul porto di Genova che su quello di Savona, ha donato infatti 13mila euro al comitato elettorale di Toti. Mentre ha scelto di scommettere 50mila euro il Gruppo Messina, che a Genova è di casa: ha in concessione un terminal del porto da oltre 300mila metri quadri e ha appena fatto entrare nel proprio capitale con il 49% delle quote proprio la Msc di Aponte. Altri 5mila euro sono arrivati dalla famiglia di armatori Fratelli Cosulich, e poi da parecchie altre aziende che hanno interessi nello scalo genovese. Scorrendo i rendiconti pubblici si contano 10mila euro dalla C.M.A. Sistemi Antincendio; 10mila dalla Rimorchiatori Riuniti; 40mila euro da aziende della holding Gin (Grandi riparazioni navali) – Officine Meccaniche Navali (15mila), Fonderie San Giorgio (15mila), Ortec (5mila) e Gerolamo Scorza (5mila) – che con la Regione hanno a che fare necessariamente per il rinnovo delle concessioni.

Mense e petrolieri quei 54mila euro prima delle elezioni

Una delle donazioni più generose è arrivata però dalla famiglia Costantino, proprietaria di Europam, un gruppo energetico che spazia dalle forniture di gas e luce alle pompe di benzina, con 250 impianti di rifornimento e circa mezzo migliaio di dipendenti. Appalti pubblici e forniture private. Attraverso le loro aziende i Costantino hanno regalato 54.500 euro a Toti poco prima delle ultime regionali in Liguria. Già nel 2017 la famiglia di petrolieri genovesi aveva infatti donato 80mila euro al Comitato Change di Toti, finito in un’inchiesta della procura di Genova. “Io sono libero di finanziare i politici che a mio avviso possono migliorare le condizioni del popolo degli abitanti e delle imprese, questo non significa che l’ho fatto per avere qualcosa in cambio”, ha spiegato lo scorso gennaio Mario Maria Costantino, presidente di Europam.

Un altro contributo importante è arrivato da Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter e patron dell’omonimo gruppo della ristorazione aziendale. Il 21 luglio la Pellegrini Spa ha infatti staccato un assegno da 30mila euro per la campagna elettorale del governatore ligure. Due giorni più tardi il gruppo milanese ha annunciato la firma di un accordo economico molto importante: l’acquisto della Industrial Food Mense, azienda molto presente in Liguria grazie a parecchi contratti di fornitura pubblici, da Fincantieri a Leonardo, da Ansaldo Energia a Hitachi fino alla Amt, la municipalizzata di Genova che gestisce il trasporto pubblico in città.

Sanità privata 10 mila da Villa Montallegro

Pietro Colucci, a capo del gruppo Waste Italia, gestore di una discarica a Vado Ligure, ha regalato 9 mila euro a Toti. Il suo nome è emerso nell’inchiesta giudiziaria sul Comitato Change per via di una segnalazione di operazione sospetta dell’Antiriciclaggio di Banca d’Italia. Tra le donazioni provenienti dal settore sanitario spiccano i 10mila euro della Villa Montallegro, clinica privata genovese di rilievo nazionale. Non è un mistero che da tempo Toti porti avanti una politica di apertura alla sanità privata in Liguria, progetti per ora congelati dopo l’emergenza coronavirus.

Massimo Pollio è il fondatore del progetto filantropico Flying Angels, che organizza viaggi per bambini malati che necessitano di cure in Europa. A marzo, in piena emergenza Covid, attraverso una sua società, la Imagro, ha fornito un lotto da 170mila euro di mascherine ad Alisa, stazione appaltante della sanità in Liguria. La stessa Imagro ha donato 20mila euro al comitato elettorale del presidente della Regione.

Aep Costruzioni sta realizzando la prima storica Esselunga della Liguria, nel quartiere genovese di Albaro. In un post dell’agosto scorso il presidente della Regione posava davanti al cantiere dove sorgerà il nuovo complesso: “Più concorrenza vuol dire prezzi più bassi, più soldi che restano nelle tasche delle famiglie”. Aep Costruzioni intanto ha versato 50mila euro sui conti del Comitato Toti. La San Lorenzo Spa lo ha sovvenzionato invece con 30mila euro. È una delle società interessate al progetto Miglio Blu, a La Spezia: un investimento da 4 milioni di euro annunciato nel giugno scorso, che prevede la creazione di un distretto nautico e una riqualificazione urbanistica. Qualche donazione è arrivata anche da privati cittadini. Ha versato 3.450 euro Sandro Biasotti, senatore ed ex presidente della Regione Liguria, fondatore della catena di concessionarie Autobi. E Marco Vinicius Amaral Garcia, che ha regalato 10mila euro.

È il direttore di Terre di Luni, parte del gruppo energetico Canarbino: sta sviluppando un progetto di riqualificazione edilizia ad Ameglia, in provincia di La Spezia.

Contattati per un commento sui possibili conflitti d’interessi dei suoi finanziatori, dallo staff del governatore fanno sapere che “non ci sia evidenza di alcun conflitto di interessi: tutti i finanziamenti risultano inoltre regolarmente registrati, e dichiarati, come previsto dalla normativa vigente”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/10/armatori-gas-e-cliniche-chi-finanzia-mr-donazioni/5997873/

Canzoni stonate sul Covid. - Gaetano Pedullà

 

Mentre Angela dalla spiaggia di Mondello ci canta che non ce n’è Coviddi (nella foto), con lo stesso sprezzo del ridicolo di un altro urlatore che però si esibisce al Papeete, altre cinque regioni – Abruzzo, Liguria, Umbria, Basilicata e Toscana – diventano zona arancione, e oggi la stessa sorte può toccare alla Campania. A precedere erano state venerdì scorso Sicilia e Puglia (arancioni) con Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta zone rosse. In un Paese che dunque ha sotto gli occhi di tutti la gravità della situazione, impazzano ugualmente negazionisti, fancazzisti e sobillatori di piazza, con l’incredibile seguito di idioti che poi si assembrano agli aperitivi, o di politicanti con i loro giornali di complemento che alimentano la paura e la frustrazione di chi è in difficoltà economica.

A questi agitatori si sono rivolti il Presidente della Repubblica, il Governo, molte istituzioni, uomini di cultura, personaggi pubblici, chiedendo una tregua mentre il Paese sta combattendo una guerra terribile, con i medici al fronte e migliaia di morti dall’inizio della pandemia. Tutto inutile. Neppure la scomparsa di tanti protagonisti del nostro tempo, campioni dello sport e artisti adorati, o i racconti angosciati di chi è finito in rianimazione e non si sa come ce l’ha fatta a uscirne, riescono a mettere in pausa la polemica politica. Un virus meno letale del Covid, certo, ma di cui allo stesso modo non ci riusciamo a liberare, con l’effetto di aumentare la confusione e il disorientamento di tutti.

Così Regioni, partiti di opposizione, plotoni di virologi, opinionisti e giornalisti irresponsabili stanno sfregiando il buonsenso, moltiplicando l’ansia e dividendo le energie necessarie per rafforzare la Sanità, fare arrivare prima possibile i sostegni finanziari previsti dallo Stato e accompagnare il Paese verso un’uscita più veloce possibile da questa tragedia. Poi ci sarà tempo per litigare e recriminare. Ma adesso questo livello di conflittualità non è più normale dialettica tra forze parlamentari e – se vogliamo abusare del termine – culturali, ma alto tradimento degli italiani che dalla classe dirigente si aspettano serietà e non collaborazione col nemico. E che nemico!

https://www.lanotiziagiornale.it/editoriale/canzoni-stonate-sul-covid/

The Donald non è matto, ma un uomo pericoloso. - Gad Lerner

 

L’esercizio di diagnosi psichiatriche a distanza è ripreso a pieno ritmo dacché Donald Trump, a urne ancora aperte, si è messo a twittare: “Ho vinto queste elezioni, e di molto”. Dichiarandosi vittima di una macchinazione pianificata addirittura con milioni di schede false, senza riscontro alcuno.

Anche in Italia non sono mancate interpretazioni di autorevoli esperti sul delirio di onnipotenza da cui sarebbe afflitto l’inquilino che si rifiuta di sloggiare dalla Casa Bianca. Lo scrittore Gianrico Carofiglio, sul Domani, chiama in causa gli specialisti di salute mentale per sostenere che Trump crederebbe sul serio di avere vinto, in quanto affetto da una sindrome che lo induce a adattare la realtà a una visione grandiosa di sé. Lo psicanalista Massimo Recalcati, su La Stampa, ricorre alla categoria classica della ferita narcisistica: Trump rincorrerebbe affannosamente l’immagine ideale di se stesso nello specchio del suo narcisismo. Ammetto di non avere competenze in merito, ma ci andrei piano. La campagna di delegittimazione del voto americano è scattata con perfetto tempismo in base a un calcolo assolutamente razionale. Trump si accinge a fronteggiare una mole tale di indagini giudiziarie e fiscali che gravano su di lui, una volta spossessato dell’immunità che la carica istituzionale gli ha garantito, da obbligarlo a predisporre una forza d’urto sufficiente a proteggerlo in futuro. La sopravvivenza del trumpismo come movimento antipolitico organizzato è l’unico salvacondotto su cui potrà contare, per non uscire stritolato dall’avventura presidenziale.

Ricordate quando Berlusconi impose ai suoi centurioni di coprirsi di ridicolo votando che la minorenne Ruby fosse nipote di Mubarak? Se avesse ammesso la propria sconfitta, Trump sarebbe politicamente già morto. Sbaglierò, ma a me pare tutt’altro che scemo. Ciò lo rende ancor più pericoloso.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/10/the-donald-non-e-matto-ma-un-uomo-pericoloso/5997899/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-11-10

Palermo covid, Ospedale Civico. - Salvatore Bucchieri

 

Avete visto il servizio di Casa Minutella  dall'area covid del PS civico? (link nei commenti)

Quello che di straordinario si vede nel servizio è scioccante.

Tutti i posti di intensiva e sub-intensiva occupati da pazienti in ossigeno terapia.

Le fonti di ossigeno ove non bastevoli suddivise per due malati.

Pazienti in trattamento con maschere e caschi per la ventilazione non invasiva.
Praticamente un area di pronto soccorso trasformata in sub-intensiva e intensiva.

Non è una novità che quell'area sia così piena, succede ogni anno e maggiormente in periodo influenzale (che in atto qui non è ancora iniziato), ma quelli sono tutti malati #COVID19 e no non è normale!

Quello che è più triste è che un paziente proprio quel giorno non ce l'abbia fatta e i familiari, grati e rincuorati per l'assistenza ricevuta dal loro caro, ringrazino Minutella e il personale e richiedano le immagini in chiaro perché sono le ultime immagini del loro caro.

Non lo rivedranno mai piú.
Sono in isolamento anche loro.

Io ringrazio loro per le belle parole rivolte ai colleghi e ringrazio i colleghi per quello che fanno.

Ringrazio 
Massimo Minutella e la sua troupe per aver dato visibilità alla realtà cui molti non credono (alcuni incresciosi commenti li trovate a destra in foto) e aver dato lustro al lavoro del personale sanitario e non che si sta facendo in quattro per fronteggiare una situazione catastrofica.


Ringrazio se la sorte o la perizia mi porterà a non contrarre questo virus.

Ringrazio di non essere, come quelli che commentano a destra, una sciagura per l'umanità.

https://www.facebook.com/photo?fbid=10221422770272610&set=a.1108125237253

Non fermarti... - Massimo Erbetti

 

Alzati, corri, esci...non fermarti...non puoi fermarti...devi correre, devi muoverti, perché se ti fermi sei perduto e insieme a te perdiamo tutti. Oltre il dolore e la disperazione di chi si ammala e di chi ha a che fare con la malattia, questo virus, ci ha dimostrato quanto sia fragile il mondo in cui viviamo, di quanto sia fragile il sistema economico in cui viviamo...non possiamo fermarci, perché se ci fermiamo salta tutto...devi alzarti la mattina, devi uscire, andare al bar perché se non vai al bar il barista non mangia, devi prendere l'auto e fare il pieno perché se non lo fai il benzinaio non mangia, devi comprare un vestito perché se non lo compri il negoziante non mangia, nella pausa pranzo devi andare a mangiare alla tavola calda perché se non lo fai il titolare non mangia...e la sera devi andare a fare l'aperitivo e poi a cena al ristorante o in pizzeria perché altrimenti i ristoratori non mangiano....e anche la tua bella macchina, quella nuova che ti sei comprato se non la avessi comprata il produttore e i suoi dipendenti non avrebbero mangiato...ma poi perché la hai comprata? Per andare al lavoro vero? E anche quei bei vestiti? Sempre per andare a lavoro...per cui tu ti affanni, ti stressi, ti angosci, per trovare un lavoro che ti permetterà di guadagnare dei soldi che spenderai per far sopravvivere gli altri...e non puoi fermarti...non puoi stare male...non puoi avere paura...non puoi fermarti, non puoi essere quel granello di sabbia che blocca l'ingranaggio...corri..corri...guadagna e poi spendi, perché se non spendi sei responsabile della fame di altri....corri,.. corri...non ti fermare, perché se corri non hai tempo di pensare, perché se corri sei distratto, perché se corri, non ti rendi conto che è tutto un castello di carte che può crollare da un momento all'altro...è il "sistema"...e il sistema funziona così...non siamo più esseri umani siamo solo consumatori...dobbiamo consumare...non possiamo permetterci il lusso di fermarci e anche quando ci fermiamo e anche quando ci mettiamo seduti e crediamo di rilassarci...magari aprendo Facebook e scorriamo lentamente la home con il dito per vedere cosa scrivono i nostri contatti...stiamo consumando...si perché c'è un algoritmo che calcola quanto vai velocemente su alcune notizie e quanto ti fermi su altre...se ti fermi a guardare quello che ti interessa, qualcuno saprà cosa ti interessa e cercherà di venderti quello che tu pensi ti interessi...e mentre tu pensi di rilassarti...non stai facendo altro che pensare a consumare...corri...corri...non fermarti...
E se un giorno ci fermassimo tutti? Cosa accadrebbe?...Fermatevi un attimo e pensateci...

https://www.facebook.com/photo?fbid=10218696383626374&set=a.2888902147289

“È falso”: ora cominciamo a dirlo forte. - Antonio Padellaro

 

“Non esiste nessuna contea degli Stati Uniti nelle quali ci siano stati più voti che votanti. L’informazione fornita da Matteo Salvini venerdì scorso, in chiusura di questa trasmissione, era una notizia falsa. Punto e basta”. Questa puntuale rettifica di Simone Spetia, conduttore di 24 Mattino su Radio 24, rappresenta una difesa efficace del diritto vitale dei cittadini alla corretta informazione, ora più che mai minacciata dalla bomba atomica delle fake news. Non è difficile immaginare, infatti, cosa potrebbe diventare avanti di questo passo la sala ovale della Casa Bianca nei settanta giorni che separano l’America e il mondo dall’ingresso di Joe Biden: una centrale di contaminazione permanente e ossessiva della realtà dei fatti. A meno che, come molti si augurano (ma pochi ci sperano) Donald Trump non ascolti chi, nel Partito Repubblicano e perfino nelle stanze accanto, starebbe cercando di convincerlo ad accettare il verdetto delle urne e a ritirarsi in buon ordine senza gettare altra benzina sul fuoco. Perché la strategia presidenziale della menzogna, oltre a fomentare le milizie dei pazzoidi che si aggirano per l’America muniti di armi automatiche, può motivare i numerosi avvelenatori di pozzi che prosperano dappertutto sul negazionismo complottista. Non desta infatti grande sorpresa che il cosiddetto leader italiano impegnato a spargere disinformazione sulla legittimità del voto negli Stati Uniti, sia il medesimo che sulla pericolosità del Covid ha detto tutto e il contrario di tutto, togliendosi e mettendosi la mascherina. Giorgia Meloni ha ragione quando sostiene che il populismo non è affatto finito, come dimostra l’accresciuto consenso ottenuto da Trump. E che la sinistra, oltre a esultare per la vittoria di Biden farebbe bene a non descrivere l’avversario come “un mostro pericoloso”, accettando invece di “confrontarsi sulle proposte” con partiti e movimenti che al di qua e al di là dell’oceano continuano a raccogliere un vasto consenso popolare. Altro discorso però è l’intossicazione delle false notizie di cui gli stregoni del populismo sovranista (e certi apprendisti nostrani) si servono per i loro scopi, e i loro spot. Si può fare un tifo sfegatato per Trump senza per questo negare la realtà, come Edward Luttwak che su La Verità dice: “Veri e propri brogli non ne vedo, al massimo qualche irregolarità qua e là”. Anche per i dottor Stranamore c’è un limite all’indecenza.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/10/e-falso-ora-cominciamo-a-dirlo-forte/5997898/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-11-10

Charlie Hebdo, d’accordo o no, il diritto di blasfemia va difeso. - Daniela Ranieri

 

In merito al dibattito sulla “libertà di blasfemia” apertosi in Europa in seguito alla decapitazione da parte di un terrorista franco-ceceno del maestro Samuel Paty a Conflans-Sainte-Honorine e all’uccisione di tre persone a Nizza, sembra prevalere una posizione di buon senso. Barbara Spinelli sul Fatto cita il fisico Carlo Rovelli: “Non costa proprio niente evitare di offendere i musulmani pubblicando immagini offensive di Maometto”, e conclude che l’eccesso di laicità sfocia nell’islamofobia e alimenta la violenza, da cui segue che sarebbe meglio non venissero mostrate a scuola le vignette di Charlie Hebdo. Si dà per scontato che un’opera dell’ingegno possa essere oggettivamente definita offensiva, e che quella presunta oggettività debba essere interiorizzata e costituire un auto-limite. Ma chi stabilisce cos’è un’offesa? Chi decide quando qualcosa è oltraggioso, cioè a cominciare da quale tratto, stilema, allusione? Questo non possono deciderlo quelli col kalashnikov; non possono stabilirlo nemmeno governi e parlamenti, che in contesti culturali diversi darebbero di “offensivo” una definizione diversa, aprendo a una discrezionalità senza limiti.

Se deroghiamo a questo principio, cioè all’impossibilità di stabilire cosa costituisce un’onta passibile di essere lavata col sangue, entriamo in un territorio pericoloso. Lupi solitari vitaminizzati con video cruenti di YouTube e del tutto ignari dell’insegnamento del Corano possono decretare offensivo che un vignettista o un insegnante nomini Maometto invano, e vendicarsi uccidendolo. Autoregolarsi sulla base del terrore vuol dire che ciò che si può scrivere e disegnare lo stanno decidendo i fondamentalisti islamici. Desacralizzare ciò che è considerato sacro è uno dei compiti della satira: una società che lo consente non è una società sacrilega, bensì una società democratica. Dire che l’insegnante non avrebbe dovuto mostrare le vignette presuppone che non solo l’autore, non solo il direttore e l’editore del giornale che pubblica le vignette, ma anche chi ne spiega i codici, che ne condivida o meno l’atmosfera morale, deve censurarsi. Questo, ha detto bene Macron, è incompatibile con la democrazia. Un insegnante che volesse mostrare oggi quelle vignette per spiegare ai suoi alunni il delitto di Samuel Paty lo farebbe a rischio di finire decapitato. Deve forse operare una censura alla memoria collettiva? Come ha detto il filosofo Alain Finkielkraut a Repubblica: “Il libretto (con le caricature di Charlie Hebdo, ndr) è l’iscrizione nel marmo di questo fatto inaudito: delle persone sono state assassinate per aver pubblicato o commentato in classe dei disegni”. Il mondo occidentale progressista e blandamente laico ha ormai operato l’equivalenza tra islamofobia e delitto. Possiamo dire che essere islamofobi (o cristianofobi, etc.) non è una bella cosa, che non è civile, non è evoluto provare repulsione per i fedeli di una religione; ma non è un delitto. Parimenti non lo è non avere una sensibilità religiosa. Se approviamo come limite la suscettibilità di svitati armati, accettiamo la logica tribale, introiettiamo la legge del taglione. “Non ci costa niente non offendere” è un’asserzione di buon senso, ma fuori fuoco. Ci costa tutto. L’argomentazione su cui si basa è solo una: che essere rispettosi è meglio che non essere rispettosi. Ma questa legge di civiltà non può essere stabilita dai carnefici. A essa sono superiori il pensiero critico, la libertà creativa, la contemplazione di livelli del discorso più profondi di quelli immediati. Le vendette dei jihadisti vanno condannate senza alcuna riserva (“Eh, ma Charlie Hebdo ha esagerato”), altrimenti si rovescia la colpa del carnefice sulla vittima, quando semmai la colpa di Charlie Hebdo è quella di aver spesso nascosto sotto la libertà di blasfemia la conformità all’ideologia dominante e l’adozione dei suoi codici di insensibilità e cinismo.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/10/charlie-hebdo-daccordo-o-no-il-diritto-di-blasfemia-va-difeso/5997895/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-11-10&fbclid=IwAR1wL5JnhjUfEb6E7O4x5hDDEporJ5FIFPS5xctQvV8eVMwiviMSxPAcWhk

Non può esserci diritto di blasfemia o fare appello alla democrazia per esercitare il diritto di blasfemia, quando chi pretende di esercitarlo non permette che si faccia blasfemia sul proprio Dio.
In Italia, la legge non considera reato la blasfemia, ma prevede un'ammenda amministrativa di 300 euro per chi bestemmia Dio.
Trovo assurdo, stupido e senza senso fare ironia sulla sacralità di ogni individuo, come trovo assurda la reazione di chi reagisce all'ironia uccidendo chi l'ha esercitata.
C.


Leopolda chi? - Marco Travaglio














Cinque domandine facili facili. 

1) Chi ha accusato i pm che indagano su di lui di “cercare la battaglia, la ribalta e la visibilità mediatica”, di “seguire la viralità sui social più che le sentenze della Cassazione”, di essere “ossessionati” da lui e famiglia come “affetti stabili”, di avergli inviato “un avviso di garanzia” anziché “una lettera di scuse” e di “passare le informazioni” a giornalisti? Ve lo dico io: l’Innominabile, indagato da mercoledì con Boschi&Lotti per 7,2 milioni di finanziamenti illeciti tramite la fondazione Open.

2) Secondo voi, cos’hanno fatto o detto il Quirinale, il Csm e l’Anm, giustamente prodighi di “pratiche a tutela” e note di solidarietà ai pm insultati e calunniati da B. e Salvini? Ve lo dico io: nulla. L’Anm non s’è mai riavuta dal marasma post-Palamara. E il Csm è vicepresieduto da David Ermini, amicone dei tre indagati, ai quali (oltreché a Palamara) deve la poltrona. L’unico consigliere che avrebbe l’autorevolezza per chiedere una pratica a tutela dei pm aggrediti è Davigo, infatti l’han cacciato.

3) Avete mai visto la faccia o sentito la voce dei pm fiorentini Luca Turco e Antonino Nastasi, accusati dall’Innominabile di indagare lui e i suoi cari per “visibilità mediatica” e “viralità sui social”? Ve lo dico io: mai.

4) È vero che fior di “sentenze della Cassazione” hanno già assolto gli indagati, “smentito” il reato e trasformato gli inviti a comparire in “assurdo giuridico”? Ve lo dico io: la Cassazione non ha mai smentito i finanziamenti illeciti contestati dai pm sul caso Open. Ha accolto i ricorsi di tre renziani perquisiti (gli indagati Carrai e Donnini e il non indagato Serra) contro i decreti di sequestro firmati dal gip e confermati dal Riesame, ritenuti troppo vaghi. E ha invitato i giudici a motivarli meglio, perché il finanziamento illecito richiede la prova che la fondazione Open – usata per incassare da gruppi privati 7,2 milioni in 6 anni senza dichiararli nei registri parlamentari – agisse in “concreta simbiosi operativa” con la corrente renziana in “assenza di diversa concreta operatività”.

5) Secondo voi, che ci fece Open con quei 7,2 milioni mai dichiarati dai renziani grazie alla privacy che copre i foraggiatori delle fondazioni? Ve lo dico io: finanziava i raduni annuali alla Leopolda e il comitato del Sì al referendum 2016, oltre a distribuire carte di credito a parlamentari renziani per le loro spese. Cioè pareva proprio agire in simbiosi operativa con la corrente renziana in assenza di diversa operatività.

Ci sarebbe pure una sesta domanda: chi ha detto che “la Leopolda non era un’iniziativa di partito né di una corrente Pd, ma di una fondazione dove c’era gente del Pd e di altri partiti?”. Ma a questa non riesco proprio a rispondere, perché mi scappa da ridere.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/10/leopolda-chi/5997856/