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sabato 22 novembre 2025

Stop ai politici inutili.

 

Meloni dovrebbe prendere esempio dalla Merkel e dalle sue asserzioni: sono una dipendente del mio popolo e non una modella” non mi servono tanti vestiti! La Germania dice addio a una grande donna, con sei minuti di applausi calorosi, per le strade, balconi, finestre, in televisione, nei bar tutto il Paese ha applaudito per 6 minuti un esempio spettacolare di leadership a difesa dell'umanità e dei diritti civili ovunque nel Mondo.
Il popolo l'ha eletta a guidarli e ha guidato 80 milioni di tedeschi per 18 anni con abilità, dedizione e sincerità. Non ha detto sciocchezze. Non è apparsa nei vicoli di Berlino per essere fotografata. È stata soprannominata "La Signora del Mondo" ed è stata descritta come l'equivalente di sei milioni di uomini.
Durante questi diciotto anni della sua guida nel suo paese, nessuna trasgressione è stata registrata contro di lei.
Non ha assegnato a nessuno dei suoi parenti un posto di governo. Non ha affermato di essere una creatrice di glorie.
Non ha ricevuto milioni di dollari in pagamento di appalti o altro, nessuno ha applaudito la sua esibizione, non ha ricevuto statue Oscar o promesse, non ha combattuto coloro che sono venuti prima di lei.
La Merkel ha lasciato la posizione di leadership del partito e l'ha consegnata ai suoi successori, e la Germania e il suo popolo tedesco sono nelle migliori condizioni.
La reazione dei tedeschi non ha precedenti nella storia del paese.
L'intera popolazione è uscita dai balconi delle proprie case e l'ha acclamata spontaneamente per 6 minuti consecutivi.
La Germania ha detto addio al suo leader, un fisico chimico che non è stato tentato dalla moda o dall'illuminismo e non ha acquistato immobili, automobili, yacht e aerei privati, sapendo che "lei viene dall'ex Germania dell'Est.
Ha lasciato il suo posto dopo aver lasciato la Germania al vertice.
Se n'è andata ed i suoi parenti non hanno chiesto di più.
Diciotto anni e non ha mai cambiato guardaroba.
Possa Dio premiare questo leader silenzioso.
In una conferenza stampa, un giornalista ha chiesto alla Merkel: ``Notiamo che indossi lo stesso abito, non ne hai uno diverso? Lei ha risposto: "Sono un dipendente,del mio popolo, del governo e non una modella"
In un'altra conferenza stampa, gli hanno chiesto: hai delle domestiche che puliscono la casa, preparano i pasti, ecc.? La sua risposta è stata: "No, non ho servitori e non ne ho bisogno. Mio marito ed io facciamo questo lavoro a casa ogni giorno da 30 anni.
Poi un altro giornalista ha chiesto: chi lava i panni, tu o tuo marito?
La sua risposta: "Dispongo io i vestiti, ed è mio marito che fa funzionare la lavatrice, e di solito lo faccio di sera tardi, perché l'elettricità è più disponibile e non c'è pressione, la cosa più importante è prendersi cura del possibile inconveniente per i vicini fortunatamente il muro che separa il nostro appartamento dai vicini è spesso.
Ha detto loro: "Mi aspettavo che mi chiedeste dei successi o dei fallimenti del nostro lavoro nel governo??"
La signora Merkel vive in un appartamento normale come qualsiasi altro cittadino. “ non come Meloni che si e’ comprata una villa con piscina di oltre un milione di euro!
Ha vissuto in questo appartamento prima di essere eletta Cancelliere della Germania, ha fatto sempre la spesa da sola.
Non l'ha lasciato e non possiede ville, servitù, piscine o giardini».
La signora Merkel, l'ormai ex Cancelliere tedesco della più grande economia d'Europa!!
Per favore condividi per illuminare ed educare la nostra gente all'onestà, alla trasparenza,servire il popolo e non servirsi del popolo,questa è la vera politica.
Meloni, la sua spocchia, la sua presunzione, la sua ignoranza, la propensione al nepotismo che ha manifestato ed il suo divorante opportunismo politico, meriterebbero un oblio assoluto e risoluto per il bene del popolo italiano tutto, anche se qualcuno s’illude ignorantemente che si tratti di una leader. Noi aggiungiamo che se leader può definirsi, e’ una leader votata a soddisfare un ego smisurato nel riempirsi le tasche e perseguire propri interessi personali e di partito ma sara’ certamente ricordata nella storia quale autentica nullità nel perseguire gli interessi dei cittadini. L’antitesi della patriota con cui amava definirsi prima delle elezioni! Stop!
(Karim Nasir)

https://www.facebook.com/photo?fbid=882549947622887&set=a.131453279399228

venerdì 21 novembre 2025

Garofani ha servito ai melones un bell’assist per il premierato.

 

Finanziaria-laccio emostatico per i poveri e manna per i ricconi; Sanità pubblica da Paese sottosviluppato; 70 miliardi in più all’anno per le armi; salari fermi da 30 anni. […]
Daniela Ranieri
Finanziaria-laccio emostatico per i poveri e manna per i ricconi; Sanità pubblica da Paese sottosviluppato; 70 miliardi in più all’anno per le armi; salari fermi da 30 anni.
Per fortuna i funzionari del Quirinale straparlano del governo in luoghi pubblici facendosi registrare dal primo che passa (e che riferisce a La Verità), consegnando al governo un mega-regalo di Natale.
Facendo evocare dal suo capogruppo alla Camera Bignami il complotto contro di lei, Meloni non intende attaccare il Quirinale, che semmai, nella persona di un suo alto funzionario, ha attaccato un partito votato dagli italiani, ma seminare dubbi sulla terzietà della figura del presidente della Repubblica così come prevista dal nostro ordinamento.
Nel quadro persecutorio compulsivo che sostiene la narrazione meloniana, non sfigura un Quirinale infestato da agenti dell’opposizione, peraltro in un contesto in cui l’opposizione reale sembra farle il solletico.
Il promesso presidenzialismo – poi diventato premierato perché il fondamentale appoggio di Renzi e frattaglie è vincolato al sogno del “sindaco d’Italia”, cioè un premier votato direttamente dai cittadini – darebbe al nuovo presidente della Repubblica il potere di sciogliere le Camere come “atto dovuto”,
una facoltà che a un partito inspiegabilmente altissimo nei sondaggi farebbe comodo adesso,
senza aspettare la fine della legislatura, quando le rovine saranno troppe.
Il consigliere per la Difesa del Quirinale Garofani, che a pranzo esprime l’auspicio di uno “scossone” per impedire alla Meloni di ri-vincere le elezioni (laddove lo scossone sarebbe la vittoria di Ernesto Maria Ruffini a capo di un *partito catto-dem: praticamente un golpe armato coi passamontagna),
non viene indicato come un funzionario a dir poco incauto, ma subito reclutato da FdI come attore del suo teatro ansiogeno, in cui non passa giorno senza che il governo sventi un attentato contro la Meloni.
La quale Meloni ha preso i voti promettendo di far “finire la pacchia” per le élite economiche e politiche, schiave dei poteri forti sovranazionali che negli ultimi anni hanno succhiato sovranità al popolo.
Non che questo sia falso: i governi tecnici e di larghe intese sono serviti precisamente a ignorare o a ribaltare la volontà popolare (infatti le ultime elezioni le ha vinte l’unico partito che non faceva parte del governo Draghi) e fare la volontà dell’Ue e dei mercati.
Peccato che Giorgia si sia rivelata una draghetta anche fuori dal mondo fantasy che ama, una che viene baciata in testa da Biden, abbracciata dalla Von der Leyen, elogiata da Trump, benvista da Netanyahu (che Tajani ospiterebbe volentieri in Italia con garanzia di non essere arrestato) e ringraziata da Zelensky per le armi che continuiamo a mandargli su ordine della Nato, a cui lei (e non solo lei) ha allegramente acconsentito di dare il 5% del Pil sottraendolo allo Stato sociale.
A bilancio: è quasi fatta per la cosiddetta riforma della Giustizia, che dopo l’abolizione dell’abuso di ufficio, il depotenziamento del traffico di influenze, il bavaglio alla stampa, il limite alle intercettazioni e altre volgarità si completerà con la inutilissima e dannosa separazione delle carriere.
Resta l’iniqua e per niente nazionalista Autonomia differenziata, su cui i leghisti pressano per avere la loro scodella di cibo, ma non si mette bene.
Forse rileva troppo che nel giorno del casino sul Quirinale Meloni in un comizio a Padova abbia detto: “Vogliamo una riforma che dica basta agli inciuci, ai giochi di palazzo, ai governi che passano sopra la testa dei cittadini”.
È il presidenzialismo (o premierato che sia: basta che si elegga qualcuno), dove l’arbitro lo scelgono i cittadini (fosse pure La Russa o Pino Insegno) e i suoi consiglieri non vanno nelle osterie ad augurarsi che a fermare la destra sia un exploit elettorale dell’ex capo dell’Agenzia delle entrate (come no: con 100 miliardi di evasione totale in Italia).
ilfattoquotidiano.it

*Un "partito catto-dem" non è un termine ufficiale, ma si riferisce informalmente a Cattodem, un'associazione di ex politici e membri del vecchio partito della Democrazia Cristiana e di altri partiti di centro-sinistra, come i Democratici, che avevano radici cattoliche. Non si tratta di un nuovo partito politico, ma di un gruppo che si è riformato per esprimere il proprio impegno politico e istituzionale dopo una fase di assenza. 

lunedì 20 ottobre 2025

Luciana Littizzetto ha dedicato la sua letterina a Giorgia Meloni, da donna a donna. - Lorenzo Tosa

 

Ieri sera, durante “Che tempo che fa”, Luciana Littizzetto ha dedicato la sua letterina a Giorgia Meloni, da donna a donna, sull’imbarazzante momento di sessismo di Trump a Sharm el-Sheik.
Senza risparmiarle nulla, ma anche con un garbo invidiabile e la solita, grande, ironia.
“All'attenzione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni,
(…) Chi ti scrive è una donna come te, una donna alla tua altezza, cioè suppergiù un metro e 57, che ti ha vista Sharm in quella storica giornata, ancora una volta impallata da Trump, quell’enorme braciola di carne pettinato come Donatella Rettore, costretta a un continuo e snervante gioco di tronco per farti vedere dalla platea e dai fotografi.
Anche nella foto ufficiale stavi all'estrema destra, il che forse ti avrà fatto anche piacere, ma è talmente di lato che stavi per sconfinare in Libia. Ma perché lasci che ti trattino così, tu che nel tuo partito tieni tutti sull'attenti come il sergente di Full Metal Jacket.
Biden ti considerava la sua nipotina e ti baciava sulla testa.
Il premier albanese di
Rama si è presentato in ginocchio come un tuo spasimante.
Erdogan ti ha detto che ti farà smettere di fumare, che detto da un turco è il massimo.
E infine Trump, con i suoi modi da lumacone, il playboy col fisico da Playmobil che ti ha guardato e ti ha detto: “Posso dirti che sei bellissima, non ti dispiace, no?”
Cosa potevi fare con gli occhi del pianeta puntati addosso?
Persino io che ho il fanc*** più veloce del West sarei rimasta senza parole. Forse potevi dirgli: “Sono bellissima? Allora levami i dazi del 100% sulla pasta”. Ma ti pare?
Non è che Trump va a dire a Macron “sei un bel gnocco”, va da Putin e gli dice “stai benissimo pettinato così”. Fai attenzione, ma non farti intortare da questi qua, non farti blandire. Sono un gruppo di maschi in andropausa, con i modi e il cervello piantati ancora nel patriarcato.
Per loro tu puoi essere il Presidente del Consiglio vincitrice di un Nobel, vescovo o papessa, gran regina, matriarca del Regno delle Giovani Marmotte. Se non gli dici basta, loro guarderanno sempre e solo come sei fatta e a lungo andare conterai meno di un labubu appeso lo zainetto.
Se fai solo le faccine, anziché mandarli un po’ a stendere, non ne usciamo e tu lo devi fare per te e per tutte noi che abbiamo un'unghia del tuo potere e del tuo carisma.
Se no finisce che all'estero sei un angioletto, un putto biondo con le ali. Poi quando varchi la soglia di casa sei Annibale, Attila e Pappalardo messi assieme. Sembri Hulk quando si infervora, ma diventi nera e non verde che fa troppo Lega.
Allora ricordatelo, dentro ‘sta gente qua, ‘sti capi di stato vecchio stampo, si nasconde un Cro-Magnon, l'uomo del Paleolitico. Quando vedono una donna riescono a pensare solo questo.
Dire bella a una donna è un bel complimento e tu te lo meriti, ma non in una circostanza del genere. In un momento così ufficiale serve solo a tenerti sotto, a relegarci a un ruolo subordinato, ad annullare i tuoi meriti e le tue capacità.
Trump non sta solo facendo il galante, sta tracciando confini, sta marcando il territorio come un labrador sui lampioni di una via del centro.
Succede anche a noi, dappertutto, anche a chi non è Presidente del Consiglio, nei luoghi di lavoro, nelle università, nello sport, in televisione, dappertutto. Se provavano a dire sei bellissima alla Thatcher o alla Merkel, un minuto dopo gli facevano ingoiare la cravatta.
È vero che non è che fossero proprio le Kessler, ma con i Cro-Magnon devi essere dura dal minuto uno, perché capiscono solo quella roba lì. L'idea che si possa fare politica con gentilezza e senza usare il pene come sciabola nemmeno gli sfiora il neurone cranico. Ma tu pensa a me.
Non so se fossi stata tu a fare i complimenti a un collega, sai che bordello sarebbe successo? “Ciao Erdogan, sei contento di vedermi o hai una stecca di Malboro nei pantaloni?”
Ahhhhhhhh! Il mondo va avanti, le cose cambiano, per fortuna.
Prima o poi bisognerà farlo capire anche a Trump. Immagino quanto sia complicato, ma dammi retta, la prossima volta che fa il cicisbeo, poi dopo lo prendi da parte sorridendo e gli dici: “Donald, però così mi metti in imbarazzo. Quale bella! Dillo Melania, sempre se ti ricordi come è fatta, visto che ha dei cappelli grossi come i lampadari della Kartell”.
Bella ce lo dovrebbero dire i nostri mariti, i nostri compagni, le nostre compagne, gli amanti, Jovanotti quando canta ‘Bella’. Al lavoro invece non siamo belle, siamo brave, intelligenti, preparate o scarse, inette, pasticcione.
Siamo affidabili o da lasciar perdere, ma per quello che dice il nostro lavoro, non lo specchio.
Comunque poteva anche andarti peggio. Pensa se oltre a dirti bella ti avessero salutato con bella ciao come è successo a me”.
Solo una donna poteva pronunciare parole del genere.
Luciana è riuscita anche a farci ridere e insieme sorridere amarissimo.

martedì 13 maggio 2025

Ma la Russia ha risposto : "Non si parla in questa maniera alla Russia, non si "tratta" così." - GiuseppeSalamone

 

"Non si parla in questa maniera alla Russia, non si "tratta" così."
Ha fatto proprio bene.
Una migliore risposta non poteva esserci.
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Siamo davvero oltre il limite del ridicolo.
Giorgia Meloni, appena ha capito cosa dire dopo aver aspettato che parlassero tutti, ha sentenziato così:
"L'Ucraina ha accettato subito di incontrare Putin a Istanbul giovedì, chiarendo in pochi minuti, rispetto a una certa propaganda, quale tra le parti coinvolte nel conflitto sia certamente a favore della pace e quale, invece, sia ancora una volta responsabile della guerra".
È da quando Putin ha invitato Kiev a Istanbul che le stanno provando tutte per boicottare il potenziale negoziato, mettendo la precondizione del cessate il fuoco di 30 giorni, sapendo di non essere nella posizione di poter imporre una beata mazza.
Però continuano a propagandare una narrazione
davvero insopportabile.
Intanto oggi, a Londra, si sono incontrati i ministri degli Esteri dei Paesi del gruppo Weimar+: Spagna, Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito, insieme alla guerrafondaia e russofoba Kallas.
Questo hanno dichiarato: “Finora la Russia non ha mostrato alcuna intenzione seria di voler fare progressi. Deve farlo senza indugio”. Inoltre, giusto per gettare benzina sul fuoco, hanno dichiarato che continueranno a pompare aiuti a Zelensky.
Ora ditemi voi, a queste condizioni, come la Russia debba accettare una tregua di 30 giorni.
Non poteva mancare la guerrafondaia Ursula, che fa sapere che la Commissione europea sta discutendo l'introduzione di sanzioni contro il Nord Stream 2 nel caso in cui la Russia non accetterà la tregua di 30 giorni. A parte il fatto che sul Nord Stream 2 potremmo aprire un libro, visto che per metà è stato costruito con i soldi dei tedeschi (praticamente si autosanzionano!), ma queste parole non vi sembrano dei ricatti che nulla portano di buono alla diplomazia?
Non sentite quell'odore di voler far saltare il banco?
A proposito, come ciliegina sulla torta, sempre la Commissione di Ursula ci informa che hanno pronto un bel miliardino di euro per acquistare armi e munizioni da mandare a Zelensky, e un altro miliardino per incrementare la produzione di droni e missili in Ucraina.
E da dove arrivano questi soldi? Ma certo, dai profitti derivanti dagli asset russi congelati.
Soldi letteralmente rubati ai russi, che usano per sparare ai russi nel momento in cui i russi gli dicono di incontrarsi per negoziare.
Poi però, a fare propaganda e a non voler negoziare, secondo Giorgia Meloni e compagnia, sarebbe la Russia. Mica loro, eh...

mercoledì 16 aprile 2025

ONU contro Decreto Sicurezza Meloni - Lorenzo Tosa

 

È intervenuto persino l’ONU per smontare il Decreto Sicurezza del governo Meloni approvato con un blitz di palazzo in barba a qualunque principio democratico e parlamentare.

Lo ha fatto con parole inequivocabili.

Nel metodo.

"Siamo allarmati da come il governo abbia trasformato il disegno di legge in un decreto d'urgenza, rapidamente approvato dal Consiglio dei Ministri, aggirando il Parlamento e il vaglio pubblico".

E pure nel merito:

"Il decreto include definizioni vaghe e ampie disposizioni relative al terrorismo che potrebbero portare a un'applicazione arbitraria. Metterà inoltre a rischio la libertà di espressione e potrebbe colpire in modo sproporzionato gruppi specifici, tra cui minoranze razziali o etniche, migranti e rifugiati, con il rischio di discriminazioni e violazioni dei diritti umani".

Parole pesantissime che non arrivano da qualche sindacato, centro sociale o qualche pericolosa “toga rossa” ma dalla massima e più autorevole organizzazione intergovernativa mondiale.

Ormai l’Italia di Giorgia Meloni è diventata un caso studio di violazione sistematica dei diritti umani e del diritto internazionale, in (pessima) compagnia degli Orban e dei Trump.

Ma questo nessun tg telemeloniano ve lo dirà mai.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=1235598241268964&set=a.281497466679051

Decreto "Sicurezza" Meloni.

E mentre tutti discutono di dazi, il governo Meloni fa il golpetto....
𝘥𝘪 𝘈𝘨𝘢𝘵𝘢 𝘐𝘢𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘭'𝘈𝘯𝘵𝘪𝘋𝘪𝘱𝘭𝘰𝘮𝘢𝘵𝘪𝘤𝘰
E mentre tutti discutono di dazi, il governo fa il golpe.
Il Ddl Sicurezza,(https://tg24.sky.it/.../11/30/ddl-sicurezza-senato-novita) arenato da oltre un anno sui banchi parlamentari, cambia veste e diventa un nuovo decreto ministeriale.
La sua trasformazione in decreto legge lo rende subito applicabile, seppur poi da convertire in legge entro 60 giorni. Le modifiche non sono di sostanza, ma solo di forma.
Cosa prevede?
Si potenzia la tutela legale per polizia e militari.
Cioè l'immunità per le forze dell'ordine che commettono abusi.
Altro che kit di sopravvivenza...
In vista di una autocrazia dichiarata e non più di una democrazia di facciata, dei tagli sempre più lacrime e sangue allo stato sociale, alla scuola e alla sanità per sostenere un'economia di guerra, si temono manifestazioni di piazza e scioperi?
Niente di meglio che militarizzare sempre più la repressione assicurando l'impunità (scudo legale) a polizia e esercito.
Siamo insicuri?
Abbiamo paura della miseria, della disoccupazione, della guerra, della microcriminalità destinata ad aumentare?
Lo Stato ti protegge, ti offre "sicurezza" da scambiare con la libertà.
Ricordate Porte Aperte di Sciascia?
Rileggetelo con gli occhi di oggi e guardatevi intorno.
Il codice Rocco è servito.
Con il blitz del DM sicurezza il Governo dimostra di avere fretta nella accelerazione della strategia del terrore.
Perché questa fretta?
Il DM sicurezza introduce una serie di interventi che annullano de facto la Costituzione Italiana e lo Stato di diritto.
Carcere.
I detenuti non potranno dimostrare il disagio, neppure passivamente, (aumentano a dismisura i suicidi nei penitenziari sovraffollati) e le donne dovranno avere con sé in prigione i bambini.
Restrizioni per l'immigrazione.
A parte il divieto per i minori di avere una SIM per comunicare con i genitori, sono previsti limiti più stringenti per i permessi di soggiorno, con la cancellazione della protezione speciale per i casi umanitari.
Potenziamento del Daspo Urbano.
"Estensione delle aree dove è possibile allontanare individui considerati pericolosi per la sicurezza pubblica, includendo piazze e zone di aggregazione sociale."
Cioè controllo per chi partecipa a manifestazioni o flash mob e allontanamento, fermo ed espulsione per chi fosse schedato come attivista politico, (tipo aver partecipato ad una occupazione scolastica o ad un picchetto in fabbrica), avesse semplicemente con sé una bandiera palestinese o abbia osato esprimere anche preoccupazione con sit-in per l'inquinamento ambientale.
Ricordiamo che il presidente dell'associazione nazionale palestinese, API, (Mohammad Hannoun), ha ricevuto il foglio di via da Milano poco tempo fa per aver parlato contro il genocidio del suo popolo.
Diventa reato anche la resistenza passiva.
Norme dette "anti accattonaggio".
Introduzione di sanzioni più severe per chi pratica l’accattonaggio, cioè per i senza tetto e per chi chiede l'elemosina, associato alla "percezione di degrado urbano".
Arresto ped occupazione abusiva con pene maggiorate.
Controllo e videosorveglianza.
Installazione di nuovi dispositivi di controllo nei centri abitati, con una raccolta e gestione dati che violano le garanzie sul diritto alla privacy.
Chi gestirà poi questi dati?
Abbiamo parlato più volte degli accordi con Israele sulla gestione della cybersicurezza..
Università
"Riguarda l’estensione del potere delle agenzie di informazione (servizi di intelligence) in riferimento alle università e agli enti pubblici di ricerca."
Non bastava la militarizzazione delle scuole con le amene gite nelle basi NATO vestiti in tuta mimetica. Gli universitari dovranno essere sotto controllo e sorveglianza dei servizi segreti.
E, dulcis in fundo, (ma non è tutto, approfondiremo ancora), l'articolo di cui nessuno parla.
L’estensione a una serie di reati con finalità di terrorismo delle «condotte scriminabili, previste dalla legge come reato, che tuttavia il personale dei servizi di informazione per la sicurezza può essere autorizzato a porre in essere».
Tra queste condotte ci sono la partecipazione ad associazioni sovversive, l’arruolamento con finalità di terrorismo e la banda armata.
Per assurdo, nella mia ingenua ignoranza semi-complottista, ipotizzavo in passato che i servizi segreti (detti però deviati) fossero dietro le stragi di Stato e gli omicidi eccellenti...
Da adesso, invece, potranno impunemente organizzare bande armate, arruolare terroristi e provvedere a opportune stragi falsa bandiera (false flag), per dare la colpa al capro espiatorio di turno o ad una nazione straniera che "ci vuole invadere" e far si che la popolazione chieda più sicurezza, più controllo, più difesa, più riarmo......
Agata Iacono (5aprile2025)
Sociologa e antropologa

lunedì 8 gennaio 2024

La Meloni e il bavaglio sull'ordinanza di arresto.




 "La Meloni non vede bavagli nel divieto di pubblicare i contenuti dell’ordinanza di arresto..."

La Meloni dovrebbe sapere che noi, in quanto suoi datori di lavoro, abbiamo il pieno diritto di sapere tutto ciò che avviene nel Nostro paese, e lei, lavoratrice pagata da noi, non ha alcuna voce in capitolo per decidere che cosa sia lecito farci sapere.
Mi sa tanto che non abbia capito quale sia il suo ruolo e si senta in grado di sentenziare, in autonomia, tutto ciò che più le aggrada.

cetta

giovedì 31 agosto 2023

Il regime Meloni: democratura, familismo amorale e conflitti d’interesse. - Salvatore Palidda

 

Nella sua occupazione di tutti i posti di potere in tutti i campi, il partito della signora Meloni e la coalizione delle destre che governa mostrano sempre più i loro tratti salienti: democratura (miscuglio di democrazia apparente e autoritarismo violento), familismo amorale (i suoi famigliari al potere) e conflitti d’interesse senza limiti, con solo il 26% dei voti ottenuti.

La parola democratura risale alla Spagna degli anni 1929-30, ma è a Edoardo Galeano che si deve il suo impiego a proposito della coesistenza di democrazia e autoritarismo o di democrazia e dittatura, come Predrag Matvejevic descriveva i regimi apparentemente costituzionali ma di fatto oligarchici. In realtà questa democratura non è che il fascismo “democratico”, un regime generato dal processo di eterogenesi della pseudo democrazia, processo che dura da decenni e che è sempre più peggiorato a seguito della controrivoluzione del capitalismo liberista che comincia negli anni 1970. Un processo che non ha smesso di erodere le conquiste economiche, sociali e civiche degli anni 1968 e 1970 grazie anche alla conversione liberista della sinistra tradizionale. Così è possibile governare con una piccola minoranza di voti degli aventi diritto di voto e da qui la pretesa di «democrazia» e quindi di costituzionalità che permette a questi governanti di fare e sfare quello che vogliono, senza alcuna vergogna. Ne conseguono misure fra le più liberticide (divieto di riunione, criminalizzazione della solidarietà ecc.). In Italia non si ha bisogno del 49.3 usato dal governo Macron per imporre la sua famigerata riforma delle pensioni odiata dal 75% dei francesi. Il governo procede a colpi di decreti e può contare su una larga maggioranza del Parlamento e una quasi inesistente opposizione, compresi i sindacati (che invece in Francia, insieme alle sinistre unite, sono stati uniti contro il regime Macron). L’accanimento particolare del regime Meloni ha preso di mira i poveri sistematicamente stigmatizzati e odiati dalle destre (ma anche da una parte dell’ex-sinistra: il reddito di cittadinanza è stato abolito nonostante la stessa Comunità europea lo difenda e le statistiche ufficiali mostrino un netto aumento della povertà, dei senza casa, della gente che non può curarsi). In Italia il potere d’acquisto si è svalutato più che in tutti gli altri paesi europei e la rivalutazione dei salari rispetto all’inflazione è stata abolita. I salari italiani sono tra i più bassi d’Europa e sono persino diminuiti del 12% rispetto al 2008 (lo attesta il Global Wage Report 2022-2023 de l’ILO).

Il ministro della “sovranità alimentare” (SIC !), cognato della signora Meloni, si è permesso anche di dichiarare che l’alimentazione dei poveri è migliore di quella dei ricchi, mentre altri politicanti non hanno smesso di dire che il reddito di cittadinanza non farebbe che mantenere degli oziosi sui divani di casa loro, davanti alla tv o ai supermercati a fare spesa coi soldi dello Stato. Le destre hanno così scatenato una campagna contro la popolazione bollata come parassita che non vorrebbe lavorare… e questo in un paese in cui si contano circa otto milioni di lavoratori che oscillano tra precariato e impieghi al nero e persino neo-schiavitù e un numero crescente di incidenti e morti sul lavoro. A questo s’accompagna l’accanimento contro i migranti (il far morire e lasciar morire) che conduce la signora Meloni a fianco della signora Ursula van der Leyen e del presidente della Tunisia Kaïs Saïed a un accordo da crimine contro l’umanità.
Puntando suoi più fedeli – anche se palesemente incolti e ignoranti l’ABC delle regole di governo – la signora Meloni si è circondata di famigliari e amici: suo cognato che non smette di suscitare il ridicolo e lo scandalo per la sua indigenza intellettuale e il suo disinvolto linguaggio fascistizzante, la sorella nominata capa del suo partito, suo marito piazzato nel primo canale della tv pubblica, i suoi amici più fidati nei ministeri o ai posti istituzionali. Peggio che all’epoca di Mussolini, la signora Meloni ha dovuto far ricorso a un familismo amorale sfacciato e a dei conflitti d’interesse a non finire poiché ha paura di non farcela e non può contare su un personale politico sperimentato e qualificato (ma questo è diventato abituale sin dal 1994 e anche con governi di centro-sinistra). Nella sua epopea sta mantenendo la promessa della «pace fiscale» fortemente voluta anche da suoi alleati Salvini e i discepoli di Berlusconi. Si è così approdati al trionfo della tolleranza dell’evasione fiscale, così come del lavoro nero e di ogni sorta di raggiro delle leggi che avrebbero dovuto proteggere i lavoratori e lo Stato di diritto democratico. E questo in un paese in cui la frode fiscale ha raggiunto il 35% del PIL, cioè 530 miliardi (stima Eurispes ignorata anche dai sindacati). Non è casuale che il governo Meloni comprenda una ministra del turismo conosciuta per le sue discoteche e locali di divertimento e infine sotto processo per sistematica frode fiscale e di contributi sociali.

Sarebbe troppo lungo elencare in dettaglio gli scandali provocati dai membri di questo governo e del su entourage e dai suoi zelanti sostenitori. Ma nulla di tutto ciò sembra scalfire la tenuta del regime Meloni a cui nel frattempo quasi tutti i media continuano ad accreditare largo consenso. In tale contesto non mancano i colpi mediatici inimmaginabili qualche anno fa, per esempio un generale che pubblica un libro zeppo di tutta la panoplia di ignominie contro LGBT, poveri, militanti di sinistra, semplici democratici e propositi fascisti. Un libro che sembra essere diventato il best-seller del popolo di destra e che anche ministri e personalità di questa maggioranza dichiarano di apprezzare sebbene il ministro della difesa sia stato costretto a dimissionare tale generale senza però espellerlo dall’Esercito.
In realtà la garanzia della durata del regime Meloni è assicurata dal suo totale allineamento alla NATO, agli Stati-Uniti e all’Europa, a fianco dell’Ucraina. E in tale allineamento il governo Meloni ha anche la pretesa di giocare l’intesa con gli Stati Uniti contro la Francia nella scena del Niger e dell’Africa sub-sahariana (un gioco che ha ben poco speranze di successo visti i mezzi, le capacità e gli spazi di manovra dell’Italia). Nel frattempo, la competizione tra Salvini e Meloni sembra farsi sempre più acuta anche in vista delle prossime elezioni europee. Meloni pensa di continuare ad arraffare i voti del partito di Berlusconi e anche della Lega che ormai si attesta con un profilo sfacciatamente fascista, razzista e sessista, profilo di cui Fratelli d’Italia pretendeva il monopolio. Nulla esclude dei passi falsi degli uni e degli altri; ma, purtroppo, di fatto non c’è opposizione che possa impensierirli. In Italia non c’è più sinistra, nulla di comparabile all’unione delle sinistre in Francia.

https://www.micromega.net/il-regime-meloni-democratura-familismo-amorale-e-conflitti-dinteresse/

martedì 25 luglio 2023

Quel grazie obbligato. - Massimo Erbetti

 

C'è una cosa che mi ha sempre infastidito nella politica ed è quella di prendersi meriti anche non propri…funziona così, è sempre funzionato così…e funzionerà così anche in futuro…ci sta, ma a me non piace.
Un politico secondo me deve sempre fare ciò che ritiene giusto e ciò che fa il bene del cittadino…utopia? Sì certo è utopico, ma io ci spero.
In questi giorni sta accadendo qualcosa che va anche oltre il prendersi i meriti…ci si vuole prendere i meriti (che sicuramente ci sono), ma si pretende anche che vi sia riconoscenza…e non solo riconoscenza reale…ma anche e soprattutto mediatica.
Perché forse voi non lo sapete…ma se non ci sono le foto che girano sui social e sui giornali, un fatto non esiste, non è mai avvenuto…e siccome Patrick Zaki non ha voluto un volo di stato per rientrare in Italia…si è verificato un enorme problema…che ha addirittura assunto le dimensioni di un fattaccio di lesa maestà…
Se tu non prendi il volo di stato e rientri con un volo di linea…non può esserci il governo ad aspettarmi all'aeroporto…non ci può essere la stretta di mano…i
baci
…gli abbracci…i grazie di rito mentre tutti sorridono…e questo è un problema…un enorme problema…un problema così grande che porta i "gregari"...o portatori di acqua (chiamateli come volete) in cerca di notorietà a fare esternazioni abbastanza forti "hai visto mai il capo mi nota e me ne è riconoscente?"
Accade così che:
Imola, il consigliere della Lega chiede di revocare la cittadinanza a Zaki: "Ha offeso il governo, non merita di far parte della nostra comunità"
(Open 24 luglio 2023)
O anche:
Il "difensore dei diritti" scorda la sua salvatrice
Ha omaggiato Bologna, i suoi prof e le ong, ma si è guardato bene dal citare Giorgia Meloni
(Il Giornale 24 Luglio 2023)
Per cui…o chiedi (e la parola chiedere è voluta) grazie come si deve…e non basta dire:
"ringrazio i vertici dello stato italiano fino al Presidente del Consiglio"...e no caro Zaki…devi inchinarti pubblicamente…oppure diventi un ingrato da colpire…
Caro Zaki e fallo un selfie con Giorgia…che ti costa? Lei ci tiene veramente tanto…ma non tanto per te, ma per quello che rappresenti…sai? Ci sono molte coscienze da vestire a festa…e maschere da indossare per apparire ciò che non si è…e quelle foto servono veramente tanto.