martedì 21 dicembre 2021

Meloni, meno lagne e pensi (molto) di più alla classe dirigente. - Andrea Scanzi

 

In una involontariamente comica intervista concessa due giorni fa a La Stampa, Donna Giorgia Meloni ha dato nuovamente il meglio (?) di sé. Ripercorriamola insieme.

Silvio al Quirinale. Così Meloni: “Penso che Berlusconi sia stato l’uomo più processato della storia d’Italia, e credo che in questo abbia avuto un ruolo il suo impegno politico. Al mio identikit (di patriota al Quirinale, nda) corrisponde, poi bisogna vedere se ci sono i numeri perché quelli del centrodestra non bastano”. Berlusconi, secondo Meloni, ha il record di processi, ma Donna Giorgia si dimentica di dire per cosa sia stato processato (e in alcuni casi condannato). Giova poi sottolineare come per la Meloni, che fino all’altroieri riteneva (giustamente) Paolo Borsellino espressione massima di “patriota”, lo sia anche Berlusconi. Una curiosa concezione inclusiva del concetto di “patriota”. È però anche vero che la Meloni è la stessa che votò Ruby nipote di Mubarak. Ed è sempre la stessa che propose Vittorio Feltri al Quirinale. Quindi vale tutto.

Aperitivi sbagliati. “Dovevo cacciare Chiara Valcepina perché è andata a un aperitivo con le persone sbagliate?”. Questa cosa dell’“aperitivo sbagliato” è meravigliosa. Meloni, quando vuole, caccia. È appena successo due giorni fa nei confronti di tal Raj Ducci (ex) responsabile del circolo di Fratelli d’Italia di Fino Mornasco (Como) che aveva scritto un post schifoso e vomitevole. Brava Meloni. Su Valcepina, però, il suo comportamento è imbarazzante. Valcepina, avvocatessa eletta in consiglio comunale a Milano, nell’inchiesta di Fanpage non aveva “sbagliato aperitivo”. Aveva pronunciato battute sessiste; aveva fatto il saluto romano; aveva dimostrato feeling totale con Jonghi Lavarini; e aveva riso all’ipotesi di un suo interlocutore che aveva appena proposto di risolvere il problema migranti facendoli saltare in aria. Questo non è “sbagliare aperitivi”, ma sbagliare tutto. E tenere ancora dentro il partito certa gente squalifica interamente Fratelli d’Italia.

Il fior fiore. Gran finale: “La verità è che c’è il fior fiore del giornalismo italiano che passa le giornate a esaminare qualsiasi profilo Facebook vicino a Fratelli d’Italia. Se lo facessero con gli altri cosa troverebbero?”. Un altro passaggio sublime, perché tradisce tutto il fastidio della Meloni per questo tema. Ringrazio anzitutto per quel “fior fiore”, che a volerlo tradurre letteralmente suona così: “C’è perfino gente come Scanzi che spulcia i nostri social e poi ci scrive sopra i libri, gne gne gne!”. Vorrei poi rassicurarla: tutte le pagine vengono esaminate, non solo quelle di Fratelli d’Italia. E infatti, di casi umani, se ne trovano in continuazione. Tra i renziani (ove esistenti), tra i 5 Stelle, nel Pd. Ma solo nelle pagine di Fratelli d’Italia, oppure della Lega, oppure di figuri legati alla destra, si trovano (non sempre, ma neanche così di rado) esimi gaglioffi che fanno il saluto romano; che pronunciano battute antisemite; che non festeggiano il 25 aprile; che non si dichiarano antifascisti; che esultano per la morte di Gino Strada, che flirtano con la frangia più criminale no-vax. Eccetera. Cara Meloni, un consiglio: frigna di meno e seleziona di più (e soprattutto meglio) la tua classe dirigente. Se attorno a te hai così tanti impresentabili moralmente, la colpa non è del fior fiore della stampa, ma tua. Una “colpa” ben ponderata, perché quel tuo cadere ogni volta dal pero (facendo poi la brava democratica una volta l’anno ad Atreju) ti porta voti. E lo sai bene, perché tutto sei fuorché impreparata o scema. Ossequi.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/21/meloni-meno-lagne-e-pensi-molto-di-piu-alla-classe-dirigente/6433065/

In attesa...

 

Ieri, in attesa che mio figlio facesse la terza dose di vaccino, mi sono seduta su di una panchina posta al di fuori del padiglione. Accanto a me s'è seduta una signora che ha trascorso tutto il tempo al telefono.
Intanto ho dovuto dirle di rispettare le distanze e che avrebbe dovuto alzare la mascherina fin sopra il naso. Non deve averla presa bene, anche se le ho chiesto tutto con molto garbo, perchè mi ha chiarito di essersi regolarmente vaccinata, al che le ho risposto che anche io lo avevo fatto, compreso il booster, ma che, nello stesso tempo, facevo attenzione ad eseguire i consigli dettati dalla logica.
Di lei, che chiamerò signora "ciccina" perchè chiamava così tutti gli interlocutori telefonici, ora so tutto, so come e dove trascorrerà le feste natalizie, che questa mattina sarebbe andata a "farsi le mani" e nel pomeriggio avrebbe accompagnato i bambini a fare il vaccino, quali regali comprerà e dove, cosa preparerà per il pranzo....
Mi mancava di apprendere che cosa avrebbe indossato per l'occasione perchè, nel frattempo, fortunatamente, mio figlio è uscito dal padiglione con il suo booster fatto e siamo andati via...

cetta.

Alla ricerca del pass per il Colle. - Antonio Padellaro

 

L’obbligo vaccinale è l’ultimo rifugio di chi non sa più che pesci prendere. Compreso Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio – regione modello nella somministrazione delle fiale – che sollecita un atto d’imperio del governo per arginare la variante Omicron e l’offensiva no-vax. Peccato che, come per tutti gli estremi rimedi, bisognava pensarci un attimino prima, quando i mali non erano così estremi. Quando, cioè, si accertò che nella campagna di vaccinazione passavano i mesi ma non si riusciva a coprire quella quota del 20 per cento indifferente se non apertamente ostile a ogni sollecitazione della medicina e dei poteri costituiti. Eravamo all’inizio di agosto e si preferì aggirare lo scoglio con l’istituzione del Green pass che, tuttavia, non fece altro che duplicare i problemi e gli argomenti dei protestatari. Poiché a chi contestava la presunta dittatura sanitaria si unirono, Costituzione alla mano, i combattenti delle libertà conculcate, a loro avviso, dal passaporto verde. Fu l’autunno dell’assalto fascista alla sede della Cgil, dei portuali di Trieste convinti di girare il seguito della corazzata Potëmkin, dei cortei nei centri storici osteggiati dai negozianti imbufaliti. Tutte manifestazioni rientrate in casa complice l’arrivo di un inverno piuttosto inclemente. Con qualche eccezione, tipo l’irruzione dei medici no-vax nella sede dell’Ordine di Roma, rinfocolato a quanto sembra da ruggini pregresse tra gli iscritti. Tutto questo per dire che se alla richiesta dell’assessore D’Amato dovessero seguire i fatti, no-vax e no-pass avrebbero uno straordinario pretesto per tornare a fare un casino triplo. E poi siamo sicuri che il campione del mondo dei rospi ingoiati Matteo Salvini possa mandarne giù anche uno di tali dimensioni? Senza contare che un obbligo è tale se viene fatto rispettare. Controlli a campione, si dice, e se non ti sei vaccinato paghi un’ammenda. Figuriamoci che paura. Con l’avanzata di Omicron molto probabilmente ci si limiterà a dare un’altra stretta al Green pass. Difficile prevedere qualcosa di più energico, e impopolare, con l’elezione del nuovo capo dello Stato alle porte. Quirinal pass.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/21/alla-ricerca-del-pass-per-il-colle/6433060/

Cosa fatta capo non ha. - Marco Travaglio

 

Roma, domenica pomeriggio: una donna-iena insulta due ragazzi che, in una strada semideserta del centro, osano camminare senza mascherina. Quelli accennano a rispondere che sono all’aperto senza folla intorno. Ma poi, terrorizzati dal climax vocale dell’erinni, estraggono di tasca l’ffp3, mentre quella si allontana maledicendo la gioventù di oggi. Uno mi riconosce e mi chiede chi ha ragione. Panico. Controlliamo sul loro smartphone (io ho un vecchio Nokia), digitando su Google le parole chiave. Apriti cielo: c’è tutto e il contrario di tutto. Il sindaco che annuncia l’obbligo di mascherina, ma solo nelle vie dello shopping e nei giorni delle feste; articoli che dicono che è già in vigore, altri che lo sarà, altri che scatta tra poco; dichiarazioni dell’assessore regionale che chiede al governo di fare di più (ma di più rispetto a cosa? boh). Alla fine facciamo la media e ci regoliamo sul buonsenso: mascherina solo in luoghi affollati, con buona pace di Mrs. Iena.

Quando si insediò il governo Draghi, ci fu assicurato che questi erano Migliori, mica come i peggiori di prima: questi parlano solo a cose fatte, basta annunci, detti e contraddetti, cacofonie di esperti veri o presunti che vanno in tv a spacciare opinioni per leggi e disorientano la gente. Invece, mai visto tanto casino. Ah, quelle belle conferenze stampa quotidiane di Borrelli, affiancato ora da Brusaferro, ora da Locatelli, ora da Rezza! E quegli appuntamenti serali o notturni con Conte che, a ogni dpcm, ci metteva la faccia e veniva a spiegarci cosa aveva fatto e perché, cosa dovevamo fare e perché. Ora Draghi fa piovere tutto dall’empireo, forse perché nessuno riuscirebbe a spiegare – restando serio – astruserie come il combinato disposto fra Green Pass per lavorare (o Super turbo diesel) e il tampone per vaccinati alle frontiere. Meglio non metterci la faccia per non perderla e mandare avanti i ministri che non decidono nulla. E briglia sciolta al Cts, dove non si trovano due scienziati che la pensino uguale; più il viceministro Costa e il sottosegretario Sileri (cane a gatto); più i consulenti di Speranza: Ricciardi (mai d’accordo con Speranza) e Zampa (sempre d’accordo con Speranza); più Rasi, “consulente di Figliuolo” (tra virgolette per evitare querele dall’interessato, che si spera non sia mai d’accordo col generalissimo, ma non ce lo dica per carità di patria); senza contare l’esercito di virologi ed epidemiologi sfusi. A sentirli parlare, c’è chi s’è convinto che da settembre abbiamo l’immunità di gregge, che siamo primi al mondo per vaccini e ultimi per morti e contagi, che il vaccino rende invulnerabili e i tamponi sono una cosa brutta. Infatti ora sente parlare di tamponi ai vaccinati e sta pensando seriamente al suicidio.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/21/cosa-fatta-capo-non-ha/6433022/