La scadenza corrisponde al giorno in cui esauriamo il nostro budget ecologico annuale, mettendo la terra in condizioni di produrre risorse oltre la sua naturale capacità di rinnovarle. Un prestito dagli effetti devastanti per gli equilibri del pianeta, secondo i responsabili del GFN: “dalla capacità di filtraggio dell’anidride carbonica a quella di produrre cibo, chiederemo alla terra di consumare stock di risorse aggiuntive accumulando ulteriori gas a effetto serra in atmosfera”.
A misurare il numero massimo di giorni che la biosfera può approvvigionare in un anno è il rapporto tra l’“impronta ecologica” globale – indice statistico di 150 Paesi che mette in relazione il consumo annuo di risorse ecologiche con la loro disponibilità – e la capacità della natura di rigenerarsi nel corso dello stesso arco temporale.
Un indicatore di sostenibilità che precipita di anno in anno, trascinando con sé i buoni intenti di uno stile di vita più eco-compatibile. Dai trend annuali dell’organizzazione, nel 1987, primo anno in cui fu calcolato l’“Earth Overshoot Day”, il sorpasso avvenne con soli dieci giorni di anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre. Nel 1995 fu il 21 novembre mentre dieci anni dopo il pianeta andò in riserva già il 20 ottobre. Negli ultimi due anni la deadline per l’equilibrio della terra è stata anticipata di un mese – da settembre a agosto – e forse ora è davvero arrivato il momento di fermarsi. “Quando si esauriscono in nove mesi le risorse di un anno si dovrebbe essere seriamente preoccupati”, afferma Mathis Wackernagel, presidente di Global Footprint Network. “La situazione non è meno urgente sul fronte ecologico: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e carenza di cibo e acqua sono tutti chiari segnali di come non potremo più continuare a consumare ‘a credito’”.
Vedi anche: I paesi creditori e debitori ecologici
http://www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/page/ecological_debtors_and_creditors/