domenica 16 novembre 2025

Separazione delle carriere, Zagrebelsky: “Questa riforma ha come scopo intimidire i pm”. -

 

Folla per il dibattito con il giurista e Travaglio.

di Andrea Giambartolomei - FQ 12/11/2025
“Alla fine il punto è questo –dice Gustavo Zagrebelsky–: il senso di questa riforma è l’intimidazione nei confronti dei magistrati”. Seguono applausi. Sono quasi le 23 di lunedì sera, gli occhi di molti sono puntati verso la partita di Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino, ma nella stessa città qualche centinaia di persone affollano nella gran sala del Palazzo della Luce dove l’Anm del Piemonte e della Valle d’Aosta ha organizzato un dialogo tra il presidente emerito della Corte costituzionale, Zagrebelsky, e il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, intorno alla separazione delle carriere. Sono passate quasi due ore e il pubblico –composto da molti magistrati ed ex tra cui Gian Carlo Caselli, ma c’erano anche volti comuni, qualche ventenne, alcuni avvocati e qualche politico, come la senatrice Pd Anna Rossomando e l’assessore Jacopo Rosatelli – non accenna ad andarsene. I 250 posti a sedere sono tutti occupati. Un centinaio di persone restano in piedi lungo le pareti. Alcuni cercano di ascoltare da fuori. A questa platea Zagrebelsky e Travaglio, moderati da Flavia Panzano, presidente Giunta Anm Piemonte e Valle d’Aosta, hanno spiegato loro le insidie e i paradossi della riforma Nordio.
“La domanda alla quale con questo referendum siamo chiamati a rispondere è: a chi serve? –premette il giurista– Secondo voi, nel nostro Paese, i politici hanno troppo potere o ne hanno troppo poco? Questa riforma, secondo me, si basa anche sulle dichiarazioni ufficiali di quelli che dicono ‘Bisogna contenere le tendenze dei magistrati a invadere il campo della politica’. Quindi coloro che hanno proposto questa riforma dicono: ‘La magistratura ha troppo potere e noi troppo poco. Quindi facciamo la riforma per averne di più’”. Secondo Zagrebelsky, “già oggi la magistratura è troppo intimorita dal potere politico” ed evidenzia quanti siano pochi i potenti in galera rispetto ai non potenti: “L’eguaglianza di fronte alla legge è davvero realizzata?”, si chiede. Ai magistrati, i due interlocutori danno dei consigli. “Non dite che la magistratura è un contropotere –dice il presidente emerito della Consulta–. Usate un’immagine chiara, quella di un fiume che scorre nel suo letto, la politica, e poi ci sono gli argini, la magistratura”.
“Insisterei molto sul fatto che le vittime siano i cittadini”, sottolinea Travaglio, mettendo in guardia da uno dei possibili effetti della separazione, cioè la creazione di un “super pm” a cui interessa soltanto arrestare, rinviare a giudizio e poi alle condanne, senza valutare le prove a discarico degli indagati.
Unica sostanziale divergenza tra i due riguarda il sorteggio per la scelta dei componenti del Csm: Travaglio a favore, Zagrebelsky –pur riconoscendo i danni della deriva delle correnti della magistratura– contrario: “L’estrazione a sorte farebbe sì che i magistrati estratti sarebbero in una condizione debole nei confronti dei loro colleghi. Il Csm deve essere formato da persone estremamente autorevoli, nei confronti della magistratura e della politica, per difendere l’indipendenza. Questa riforma combatte il correntismo, ma riduce l’autorevolezza. È una sconfitta della ragione e una rinuncia alla qualità”.