lunedì 11 ottobre 2021

I no al vaccino costano alla Sanità 70 milioni al mese. - Francesca Cerati

 

(illustrazione di Laura Cattaneo)

La ricerca di Altems-Università Cattolica di Roma fotografa anche l’andamento settimanale sia dell’infezione sia dei ricoveri tra chi è vaccinato e chi no. Il 92% avrebbe potuto evitare la terapia intensiva.

In un solo mese (dal 13 agosto al 12 settembre 2021), i ricoveri per Covid-19 dei pazienti non vaccinati sono costati al Servizio sanitario nazionale 70 milioni di euro. È quanto emerge da una nuova analisi, elaborata in esclusiva per Il Sole 24 Ore, dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma (Altems). La cifra non include il costo delle cure di follow-up o le prestazioni mediche a lungo termine, noto come Long Covid.

«Partendo dai dati forniti dal Bollettino sulla sorveglianza epidemiologica del Covid-19, rilasciato settimanalmente dall’Istituto superiore di sanità, abbiamo calcolato i costi del paziente ricoverato in ospedale (in Area medica, come Medicina interna, Pneumologia, Malattie infettive) e il paziente ricoverato in terapia intensiva (in Area Critica) per mancata vaccinazione – premette Americo Cicchetti, direttore di Altems – Il costo giornaliero di ospedalizzazione è stato stimato pari a 709,72 euro, mentre quello in terapia intensiva è pari a 1.680,59 euro».

Nell’analisi, Altems ha differenziato, in base alla gravità del paziente, anche la degenza media: pari a 11,3 giorni per i pazienti ricoverati in Area medica e 14,9 per coloro che transitano dalla terapia intensiva.

Infezioni e ricoveri.

Ma la ricerca fotografa nel dettaglio anche l’andamento settimanale dell’infezione e dei ricoveri tra chi si è vaccinato e chi no.

«Valutando sempre l’incidenza settimanale ogni 100mila abitanti, calcolata tenendo separate la popolazione non vaccinata, vaccinata incompleta e vaccinata (si veda la tabella sopra), è possibile vedere che siamo di fronte a due pandemie diverse che corrono assieme - commenta Cicchetti -. Le infezioni nella popolazione vaccinata si fermano a 28,29, mentre nella popolazione non vaccinata l’incidenza è pari a 159,74».

«Sotto il profilo delle ospedalizzazioni - continua Cicchetti - considerando i non vaccinati - ogni settimana su 100mila abitanti - 12,58 persone finiscono in Area Medica e 1,44 in terapia intensiva. Gli stessi parametri applicati ai vaccinati scendono a 1,58 in Area medica e 0,11 in terapia intensiva». Ma c’è un altro dato che emerge dalla ricerca da considerare: l’87% dei non vaccinati ospedalizzati non sarebbe stato ricoverato in ospedale se avesse fatto la vaccinazione e il 92% avrebbe evitato il ricovero in terapia intensiva.

«Gli ospedalizzati non vaccinati evitabili, nel periodo considerato, cioè dal 13 agosto al 12 settembre, sono ben oltre 6mila (5.932 in area medica e 715 nell’area critica, ndr) - conclude Cicchetti -. Quindi, se ogni paziente non vaccinato ospedalizzato ha un costo medio pro capite pari a 17.408 euro, il totale dei costi ammonta a 69.894.715 euro di cui, 51.166.079 euro per le ospedalizzazioni in Area Medica e 18.728.636 euro per le ospedalizzazioni in terapia intensiva».

Da un’analoga indagine condotta negli Stati Uniti, 15 giorni fa, è risultato che i ricoveri prevenibili per Covid tra i non vaccinati sono costati negli ultimi tre mesi (giugno-agosto) al Sistema sanitario americano 5,7 miliardi.

Nei prossimi mesi le stime dei costi dovranno comprendere anche l’impatto del Long Covid, cioè gli strascichi che l’infezione lascia anche a mesi di distanza dalla guarigione. Un primo segnale arriva dal Cardarelli di Napoli, dove si sono riuniti gli esperti provenienti da tutta Italia che confermano un aumento dei casi di cardiopatia dilatativa post Covid. «Iniziamo ad avere un quadro chiaro del danno prodotto dalla pandemia e stiamo registrando una vera e propria emergenza per quel che riguarda questa malattia, che in ambito cardiologico potremmo definire la malattia del futuro», ha detto Ciro Mauro, direttore della struttura complessa di Cardiologia con Utic del Cardarelli di Napoli. E poi ci sono le complicanze neurologiche, dall’alterazione combinata dell’olfatto e del gusto (che colpisce il 40% circa dei pazienti) all’encefalopatia acuta, che riguarda secondo l’analisi preliminare italiana dello studio Neuro-Covid (condotto a Milano dall’Università Bicocca, dall’Università Statale e dall’Istituto Auxologico), circa il 25% dei pazienti.

IlSole24Ore

Potente esplosione solare, nube di particelle scagliata verso la Terra: previsione d’impatto. - Daniele R.

 

Potrebbero esserci conseguenze tra l’11 e il 12 ottobre in seguito al brillamento solare di classe M 1.6 prodotto da una macchia solare. È stato scagliato quasi direttamente verso la Terra

C’è molta attenzione da parte degli esperti in merito alla nube di particelle scagliata dal Sole direttamente verso la Terra. Il fenomeno si è verificato il 9 ottobre quando un intenso brillamento solare è stato generato, intorno alle 8.40, ora italiana, dalla macchia solare denominata AR2882. L’espulsione di massa coronale ha una traiettoria molto chiara e si prevede che raggiunga il nostro pianeta tra l’11 e il 12 ottobre: potrebbe dunque generare tempeste geomagnetiche di classe G1 ma non è da escludere che possano raggiungere anche il livello G2. A conferma di quanto accaduto vi sono le immagini del Solar and Heliospheric Observatory recentemente diffuse che mostrano l’emissione nota come “alone” o “aureola” dal momento che, visivamente, sembra circondare la nostra stella completamente.

Il lampo ultravioletto è stato inoltre catturato dal Solar Dynamics Observatory della NASA e come spiegato dagli esperti la parte superiore dell’atmosfera terrestre è stata “ionizzata” dalle radiazioni del brillamento. Si è, di conseguenza, verificato un blackout radio a onde corte sull’Oceano Indiano. Chi si trovava in quest’area, dalle navi agli aviatori ai radioamatori, potrebbe aver notato strani effetti di propagazione a frequenze inferiori a 25 MHz. Nelle prossime ore verrà fornita una precisa stima dell’orario di arrivo della nube di particelle. Gli esperti della NOAA stanno effettuando una accurata modellazione computerizzata dei previsori.

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