venerdì 14 maggio 2010

"Sabina se non c’è Bondi con te ci siamo noi" - Arrigo di Sant Agata


da Cannes

I giornalisti riportano i minuti di applausi piovuti dal buio in sala sulla pelle di Sabina Guzzanti alla fine del suo “Draquila”.

Saranno tre o saranno quattro i minuti poco importa.

Perche’ cio’ che conta in quella sala e’ il sapore di quel battere le mani, pieno di terra, detriti, luci lasciate accese fuggendo in quella notte da terremoto d’aprile, sangue e dolore.

E macerie.

E il pubblico si alza con lo stomaco chiuso, con rabbia e profonda tristezza esce dalla sala di proiezione in silenzio, dopo aver visto un paese, l’Italia, descritto come venduto alla mafia e alla corruzione e una citta’ d’arte di gente orgogliosa, l’Aquila, messa in ginocchio prima dal terremoto poi dalla ricostruzione e dall‘ assedio mediatico.

E dall’avidita’ di chi vede in un terremoto solamente possibilita’ di lucro.

Svetta l’abito d’argento da sera di Guzzanti in mezzo a un pubblico impegnato, attento e poco simile a quel « barnum » che e’ il festival di Cannes.

Il direttore del festival, Thierry Fremauux, sostiene Guzzanti dall ‘inizio del film «inconcepibile l’atteggiamneto della politica italiana verso la liberta’ di espressione » e poi sulle scale rosse di moquette nel finale tra gli applausi, mentre ragazze italiane urlano « Sabina se non c’ e’ bondi con te ci siamo noi ».

Come un grande ufficio stampa il ministro fa salire gli incassi del film con le sue dichiarazioni e forse promuove proprio un passa parola che non si potra’ piu’ fermare : cosa e’ stata realmente la ricostruzione in Abruzzo.

Con la sua gente felice di entrare nelle case consegnate lo scorso settembre e con quelle persone disperate di non poter entrare piu’ nel centro antico, nella vita centenaria della propria, bella citta’.

La vita nelle tende regolata da una protezione eccessiva : no caffe’ no coca cola, no alcol.

Gli accampati non si possono agitare.

Ne possono entrare da una tendopoli all’altra, non possono uscire dal campo quando e come vogliono.

Né possono protestare.

Chi scrive e’ un terremotato friulano, un abitante della « piccola patria » di Pasolini che ha visto cadere interi paesi e poi in vent’anni ha visto un territorio assistito, aiutato e ricostruito pietra su pietra.

Giorni in cui non esisteva nemmeno la protezione civile.

Giorni in cui, nel 1976, lo stato affidava ai sindaci dei comuni crollati il 6 maggio l’incarico di decidere « come » ricostruire il proprio paese.

« Draquila » racconta questo : l’impossibilita’ di decidere cosa fare della propria casa e del vivere insieme, solidale, di una comunita’ che ha vissuto tanto, tanto dolore.

Un mese fa a Udine ho sentito un ingegnere sessantenne esclamare : « il periodo piu’ bello della mia vita ? quello dopo il terremoto, vivevamo tutti insieme, ci aiutavamo gli uni con gli altri.

Ci volevamo bene, ci eravamno perdonati tutto ».

A l’ Aquila forse hanno rubato anche questo.


http://www.articolo21.org/1140/notizia/sabina-se-non-ce-bondi-con-te-ci.html



ue: olaf, frodi tolgono 20 mld l'anno a fondi ue


Roma, 13 mag. - (Adnkronos) -

Giro d'affari ghiotto per i furbetti delle truffe europee, che ogni anno sottraggono ai fondi Ue quasi 20 miliardi di euro.

Un fenomeno dilagante, gestito in buona parte dalle mafie.

L'Italia occupa i primi posti della lista, tra i paesi in cui vengono messe in campo le frodi, ma anche grazie ai controlli che sono molto piu' scrupolosi rispetto ad altri Stati.

Nel Belpaese i fondi che finiscono nelle mani sbagliate, nel 50% dei casi vengono incassati dalla criminalita'.

Ad essere colpito dal fenomeno non e' solo il sud, ma tutto il paese.

E' quanto evidenzia l'Olaf, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode, al termine del ciclo di seminari che si sono tenuti presso la Corte dei conti sulle risorse comunitarie.

I fondi europei ammontano a 180 miliardi di euro l'anno, di questi l'11% finisce nel giro delle frodi.

In Italia dal 2007 al 2009 le citazioni in giudizio sono state 294, mentre i fondi recuperati sono stati pari a 82 milioni nel primo biennio e 136 milioni nel 2009 per un totale di 218 milioni di fondi europei e nazionali.

Il lavoro di contrasto alle frodi rischia pero' di venire vanificato in buona parte: a causa delle norme sulla prescrizione in questo momento un caso su due e' destinato a non essere riscosso. 'Il problema delle frodi -spiega il procuratore generale della Corte dei conti, Mario Ristuccia- e' estremamente rilevante.

Non e' possibile che vengano utilizzati dalle strutture mafiose'.

Stesso problema viene evidenziato anche dal direttore generale dell'Olaf, Nicholas Ilett, che sottolinea: 'sono oggetto del desiderio perverso di appropriazione della criminalita' organizzata e dei piccoli frodatori'.

Il presidente della commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo, Luigi De Magistris, spiega che viene data 'grandissima importanza a come vengono gestiti i fondi perche' siamo consapevoli che si realizza un perverso meccanismo criminale tra politica, strutture che fanno da tramite e criminalita''.

In particolare, per quanto riguarda il caso Italia, De Magistris mette in evidenza l'anomalia delle procedure che vengono utilizzate nei casi di emergenza ambientale, con la procedura d'urgenza che sostituisce il normale iter, attraverso la Protezione civile.

'Se non c'e' una classe onesta diventa un modo per affidare i lavori agli amici', dice il presidente.

Nella gestione del denaro pubblico 'negli ultimi anni si e' istituzionalizzata la criminalita' organizzata', prosegue De Magistris, sottolineando che il discorso riguarda tutta l'Europa e non solo l'Italia.

'Bisogna darsi una regolata perche' molti stati membri non tollerano piu' che immani risorse siano destinate a paesi, per costatare poi che i risultati raggiunti sono modesti rispetto a quanto dato.

Bisogna dare delle certezze sul fatto che questi soldi non vadano ad arricchire la borghesia mafiosa'.




prof picchia con violenza studente di 13 anni


Mi domando cosa avrà imparato il ragazzino dalla sua insegnante.