domenica 31 gennaio 2010

Il PD mi fa godere (ma anche no) - Andrea Scanzi

Sono affascinato, ragazzi. No, non dalle autoreggenti della Brambilla, per quanto io e Gigi (è così che chiamo Amicone) sogniamo California quando le guardiamo.

Sono affascinato dal Pd. Più ancora, da quelli che hanno scoperto solo adesso cosa sia il Partito Democratico. Benvenuti sul Pianeta Terra, cari (cari, cit) polli di allevamento.

La prodigiosa lentezza mentale di certi soloni è per me, da sempre, fonte di giubilo. L’hanno capito ieri, i cantori della sinistra riformista, in data 19 dicembre 2009, chi siano (veramente) D’Alema, Bersani e i massimalisti dell’inciucio. Wow, che velocità, che prontezza di riflessi, che guittezza. Neanche Gabor Talmacsi nella MotoGp uno scatto così. Bravi, cari (cari, cit) polli di allevamento. Alla fine ci siete arrivati anche voi. E’ già qualcosa.

Quando vi siete svegliati del tutto, tra un greatest hits della Mannoia, un miserere di Jovanotti e un’omelia di quel mattacchione di Scalfari, fatemi un fischio.

Il fatto, però, è che – una volta scoperta the dark side of the Baffetto (che poithere’s no dark side of Baffetto really, matter of fact it’s all dark, cit) – adesso avvertite il desiderio di abbandonare la zattera che affonda. Quella zattera affonda dal giorno in cui incollarono i tronchi con la Coccoina, ma ognuno ha i suoi tempi.

E così vi sentiti delusi, ingenui, traditi. Derisi e disgregati. Da qui la voglia (inaccettabile) di emigrare altrove.

Non sia mai, compagni: il Pd è ancora un luogo meraviglioso. Per almeno 14 motivi – e dico 14 perché mi sono un po’ rotto le palle di questa cosa del dieci.

Vado a elencarli, con la dovizia di sempre. Ecco 14 motivi per cui sarà bello morire piddini. Ecco perché il Pd mi fa godere (ma anche no).

  • Militando nel Pd non hai l’obbligo di dire cose intelligenti. Non hai neanche l’obbligo di dire cose. Più che altro, militando nel Pd non hai proprio l’obbligo. Non hai. E basta.

  • Il risotto mantecato di D’Alema è tuttora meraviglioso, e – se hai un po’ di fortuna – a tavola potrai trovare anche Vissani, Violante e i pizzini autografi di Latorre. Daje.

  • Nel Pd uno come Jovanotti è derubricato alla voce intellettuale. Questo, a una prima analisi, suona frustrante. Ma a una seconda, no: se Jovanotti è un intellettuale, c’è speranza per tutti.

  • Il Pd è una panacea placida e assonnata. Rassicurante. Per aderire al progetto, basta non prendere mai posizione (se non sbagliata). E quando qualcuno – i soliti cacadubbi giustizialisti – vi farà notare che così fate il gioco di Berlusconi, potrete sempre rispondergli – citando l’Enciclica Proraso di Polito o il Vangelo secondo Macaluso – che “noi siamo per il dialogo”, “noi siamo per la democrazia”. “Noi siamo buoni”. Hasta Bicamerale Siempre.

  • Il Pd era il partito perfetto di Rutelli.

  • Il Pd è il partito perfetto della Binetti.

  • La linea politica del Pd è l’impalpabile. Però ammantato di sicumera (altrimenti poi non fai pendant con Nanni Moretti).

  • Il Pd è l’acqua calda che tarda a uscire dal rubinetto (cit). Non un difetto, bensì l’ulteriore stimmate della vostra santità democratica. Perché voi sietre puri e casti: come l’acqua (appunto). Mentre gli altri sanno solo criticare; dicono solo no: e voi lo sapete, che così non si risolve nulla. Voi siete per costruire, mica (solo) per distruggere. Ebbene, cari (cari, cit) polli di allevamento, rampognate costoro – i disfattisti – con parole di fuoco, battezzandoli - all’acme dell’invettiva – con un epidittico (?): “Andate a sculacciare i billi con quell’analfabeta di Di Pietro e quel terrorista mediatico di Tartag… ah ehm Travaglio”.

  • Il Pd gode di buona stampa. E ancor più buoni salotti. Se sei triste, puoi farti invitare dalla Dandini. Se sei ancora più triste, puoi farti invitare da Fazio. Se sei ancora ancora più triste, puoi comunque ridere a caso per una battuta della Littizzetto. Ognuno ha le amache (cit) che si merita.

  • Solo dentro il Pd puoi provare l’ebbrezza che dà il rimpianto per Veltroni. Non è nostalgia, non è passatismo: è canna del gas. Lisergico spinto. Meglio del peyote.

  • Il Pd è così vecchio che chiunque abbia meno di 87 anni (età cerebrale) sembra gggiovane.

  • Il Pd è un Vic 20 in attesa di formattazione, così lento all’avvio che qualsiasi file chiamato Serracchiani pare l’ultima versione di Adobe Photoshop.

  • Il Pd è così tardo che in confronto Debra Morgan è una guitta.

  • Il Pdmenoelle è la polizza per la vita di Silvio Berlusconi e del berlusconismo.

Vamos.

E ora andiamo tutti a chiedere l’amicizia a Massimo D’Alema, sempre ammesso che sappia cosa sia Facebook (voi lo sapete: un covo di brigatisti).

http://scanzi-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/12/20/il-pd-mi-fa-godere-ma-anche-no/


Lui ricandida le veline, il Pd risponde con gli imputati -di Marco Travaglio.

Da sinistra: l'ex meteorina Giovanna Del Giudice, oggi assistente del senatore Enzo Ghigo, poi la modella pugliese Graziana Capone, detta l'Angelina Jolie di Bari. Infine Angela Sozio, già protagonista di una stagione del Grande Fratello e tra le ospiti del Cavaliere in Sardegna a Villa Certosa.


Mentre nel Pdl è di nuovo rivolta contro le ragazze di Berlusconi, per la Campania niente primarie e via libera al plurinquisito sindaco di Salerno.



S’ode a destra una squillo che tromba, a sinistra tintinnan manette. La nuova classe dirigente selezionata dai due poli per le regionali è tutta qui. Il Banana, liberatosi di Veronica, depenna dalle liste i candidati con pancia, riporto, orecchie a sventola, e soprattutto privi di poppe, per rimpiazzarli con giovani e procaci veline ingiustamente sacrificate un anno fa quando la first lady le definì "ciarpame senza pudore".

E non si esclude qualche incursione nel ramo escort, sempre fiorente a Palazzo Grazioli. I coordinatori del Pdl, armati di metro e body scanner d’ordinanza, stanno visionando book e calendari per selezionare, anzi misurare il meglio che c’è sul mercato.

Il Pd, sempre in ritardo, insegue trafelato pescando nella categoria imputati, ormai abbandonata persino dal Banana. Nasce così la candidatura unica a governatore della Campania di Vincenzo De Luca, ex deputato Ds e sindaco di Salerno, rinviato due volte a giudizio per associazione a delinquere, concussione, falso e truffa. Quisquilie.

Per sostituire degnamente il dalemiano Antonio Bassolino, imputato una sola volta per truffa, si pensa a un dalemiano imputato due volte per accuse ancor più gravi. Sempre più in alto. L’ideale sarebbe stato un ergastolano, ma al momento non se n’è trovato uno disposto a giocarsi la faccia.

Qualche ingenuo aveva pure proposto le primarie, ma è stato prontamente silenziato: non c’è tempo. Pare che i vertici del Pd abbiano appreso che si votava in Campania solo nelle ultime ore e, colti alla sprovvista, han dovuto fare tutto in fretta e furia. E poi le primarie si sa come vanno: dici agli elettori chi devono votare e quelli, per dispetto, votano sempre qualcun altro.

Dunque il Pd lancia un forte segnale di rinnovamento della classe dirigente proprio dalla Campania, simbolo della questione morale a sinistra. Il governatore Bassolino è sotto processo per aver truffato la regione che egli stesso presiede per lo scandalo della monnezza. E la presidente del consiglio regionale, Sandra Mastella, non può rimetter piede in Campania essendo indagata per concussioni e lottizzazioni assortite.

Ora arriva De Luca che, se eletto, si dividerà fra il palazzo della Regione e il palazzo di Giustizia: è stato rinviato a giudizio a Salerno nel 2008 con altri 47 imputati per concussione, truffa e associazione per delinquere a proposito dei maneggi urbanistici per il parco marino Sea Park; e nel 2009 con altri 13 imputati per truffa e falso a proposito della delocalizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali nella nuova zona industriale di Salerno. Entrambi i processi sono in corso. Nel secondo è pure imputato Gianni Lettieri, presidente degli industriali di Napoli, che sarebbe stato favorito da De Luca.

Lettieri è in corsa per la candidatura a governatore nel Pdl, che però pare preferirgli il craxiano Stefano Caldoro, incensurato. Peccato: De Luca e Lettieri avrebbero potuto farsi campagna elettorale direttamente dal tribunale, facendo compagnia a lady Mastella, che si ricandida nonostante il divieto di dimora in Campania e sarà costretta a tenere i comizi in videoconferenza dall’esilio romano. Dopo anni di scandali, si spalanca per la Campania un futuro di legalità.

L’altra sera ad Annozero, a proposito della schizofrenia del Pd che fa dimettere il sindaco di Bologna per un avviso di garanzia dovuto a un sexy-scandaletto da pochi euro e poi candida un plurimputato per accuse ben più gravi, Bersani ha biascicato: "A Salerno bisogna vedere di che tipo di cose si parla. Se un sindaco va in un guaio per salvare una fabbrica tipo Termini Imerese e fa un accordo con Fiat per valorizzare una certa area, il partito deve poter puntare sulla sua onestà".

Forse Bersani, colto alla sprovvista dalla notizia delle elezioni in Campania, non è stato correttamente informato sui processi a De Luca. Qualcuno dovrebbe spiegargli la differenza fra un piccolo abuso e una concussione, una truffa, un’associazione per delinquere. Onde evitare che, al processo breve, segua il candidato breve.

Da il Fatto Quotidiano del 31 gennaio