sabato 4 giugno 2016

Curarsi il cancro con 20 euro: la terra del Molise restituisce la speranza


TERMOLI. “La ricerca è partita due anni fa – spiega all’Adnkronos Salute Stefania Meschini, ricercatrice dell’Istituto superiore di sanità che ha testato l’estratto di Prunus – ed è nata da una collaborazione con l’azienda Biogroup. Queste è una pianta italiana che, soprattutto in Molise, ha trovato un habitat particolarmente efficace per sviluppare al meglio le proprietà antiossidanti, ma contiene anche molti flavonoidi. Siamo partiti con la sperimentazione in laboratorio trattando le cellule cancerose di pazienti con cancro al colon, polmone e cervice uterina con l’estratto della pianta. Ma da solo non funzionava pur non essendo tossico. Quindi – prosegue – l’abbiamo addizionato a un particolare complesso a base di aminoacidi, minerali e vitamine, denominato Can

Questo ’mix’ è stato in grado di ridurre la sopravvivenza delle cellule tumorali e di eliminare tra il 70% e il 78% delle cellule cancerose nell’arco di 24 ore”.
Ed è così che il Molise irrompe nelle speranze di tutto il Mondo. La notizia (quanto vi riportiamo è estratto dell’Adnkronos salute) dell’integratore, messo a punto dalla collaborazione tra l’Iss e l’azienda Biogroup, da giugno in vendita in farmacia nella formulazione in pasticche, verrà presentato ufficialmente il 27 giungo all’Expo di Milano è quanto di meglio ci si poteva aspettare. L’antidoto ai tumori starebbe proprio nella più dimenticata regione d’Italia che, per molti, addirittura non “esiste”.
“Sono molte le piante ’antitumorali’ che studiamo all’Iss e che possono aiutare le terapie oncologiche tradizionali – ricorda Meschini – è un settore che potrà offrire ancora molte possibilità, ma servono fondi per studi e ricerche. Senza lasciar fuori da questo discorso le aziende”.
Bello smarco per la nostra Regione ma al di là di tutto, resta la speranza di poter ripartire da questa scoperta per tentare di “sconfiggere” o quantomeno indebolire uno dei mali più incurabili che la storia ricordi.
Lo studio sul Prunus – riporta l’AdnKronos salute – è stato presentato al IV Congresso internazionale di Medicina biointegrata a Roma. “Le qualità di questa pianta sono note nel territorio del Molise – osserva Mastrodonato – dalle bacche, drupe in dialetto, si produce il liquore Trignolino. Quello che abbiamo fatto grazie a questa collaborazione con l’Iss e la Biogroup è stato trovare la giusta formulazione del complesso attivatore nutraceutico, poi brevettato, che ’accende’ l’effetto antitumorale del Prunus. I test in vitro – prosegue Mastrodonato – su linee cellulari umane colpite da cancro a colon, polmone e cervice uterina ne hanno dimostrato l’efficacia. Abbiamo un’arma in più per medici e pazienti – conclude – da aggiungere alle terapie oncologiche tradizionali”.
Torna attuale, quindi, la grande conoscenza dei nonni che, per l’appunto, da generazioni conoscono le proprietà benefiche delle foglie e dei suoi frutti dal colore blu di questa pianta, tanto da utilizzarli per produrci il liquore trignolino.
Ma non solo, le stesse sono anche utilizzate in aggiunta al tabacco della pipa. Adesso al via la sperimentazione … obiettivo “sperare di abbattere questo male”.
In fase di realizzazione del prodotto, quanto viene estratto dal Prunus viene abbinato a un composto studiato e brevettato ad hoc a base di aminoacidi, minerali e vitamine, denominato Can, per poter penetrale sin dentro la cellula.
Infine, il presidente della Società italiana di medicina biointegrata (Simeb), Franco Mastrodonato, ha precisato a Tgcom24 che “per motivi etici abbiamo ottenuto che il prezzo a confezione sia assolutamente accessibile, intorno ai 20 euro, rispetto ad un costo inizialmente stimato come molto più elevato”. In occasione dell’Expo di Milano, poi, “lo studio sulle potenzialità del prugnolo – annuncia l’esperto – sarà presentato, il 25 giugno, alla comunità scientifica internazionale, nell’ambito di un convegno sulle terapie oncologiche integrate”.