Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
sabato 19 ottobre 2024
Lo scorpione blu.
martedì 15 agosto 2023
venerdì 4 agosto 2023
Gli scienziati hanno sviluppato una pillola che potrebbe eliminare tutti i tipi di tumori.
La nuova molecola - nome in codice AOH1996 - prende di mira una proteina presente nella maggior parte delle neoplasie che le aiuta a crescere e moltiplicarsi nel corpo. E significativo perché questa proteina - l'antigene nucleare cellulare proliferante (PCNA) - era precedentemente ritenuta "non controllabile".
Il farmaco è stato testato in laboratorio su 70 diverse cellule tumorali, comprese quelle derivate dal cancro al seno, alla prostata, al cervello, alle ovaie, al collo dell'utero, alla pelle e ai polmoni. Ed è risultato efficace contro tutte.
La pillola innovativa è il culmine di 20 anni di ricerca e sviluppo da parte del City of Hope Hospital di Los Angeles, uno dei più grandi centri oncologici d'America.
[#IlMessaggero] #cancro #tumore #cura
https://www.facebook.com/photo/?fbid=668243375329948&set=a.602503655237254
mercoledì 10 maggio 2023
Michela Murgia come affrontare un cancro. - Professor X - G. Middei
«Il cancro non è una cosa che ho; è una cosa che sono. Me l’ha spiegato bene il medico che mi segue, un genio. Gli organismi monocellulari non hanno neoplasie; ma non scrivono romanzi, non imparano le lingue, non studiano il coreano. Il cancro è un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere.»
Cosa rispondere alle parole di una donna che con tanta fierezza e semplicità affronta un momento tanto difficile? A una donna che ha accettato la sua malattia e ha capito che la «morte è parte della vita stessa?» In questo momento mi sento in grande difficoltà. Una riflessione va fatta, so che sarà impopolare, ma bisogna farla.
È vero, i tumori sono sempre esistiti. Vi sono casi documentati che risalgono all’Antica Roma, perfino all’Antico Egitto. Però oggi i casi di tumore sono tanti, troppi. E sì la scienza ci dice che la colpa è del fumo, dei cibi industriali e di tutte quelle sostanze che mangiano, beviamo, respiriamo, ma allora se le cose stanno così, se questa vita moderna che «mette il guadagno delle industrie prima della salute», che pensa al profitto dei pochi ma non alla vita dei molti, forse questo sistema in cui viviamo andrebbe messo in discussione. E vorrei che la gente queste cose se le chiedesse. Perché quando una donna, quando dieci, cento, mille, migliaia di donne e di uomini e di bambini si ammalano tanto gravemente, non dovremmo limitarci a dargli una pacca sulla spalla e ad augurare loro «buon viaggio».
Certo, i media e i giornali ci fanno vedere che i malati sono sempre coraggiosi. Affrontano la malattia con serenità e con un sorriso sulle labbra. E non è sbagliato, non è assolutamente sbagliato. Però non possiamo raccontare soltanto queste storie. Sì, perché vorrei dire alla gente che soffre che anche essere arrabbiati, anche essere tristi, anche quei giorni in cui «non riesci proprio ad alzarti dal letto», anche attraversare momenti di scoramento e di sconforto, e poi vincerli, senza negare la tristezza, senza fingere che non esista, anche questo va bene! Rispetto e ammiro chi sorride e affronta con coraggio il suo dolore, ma rispetto anche chi piange, chi ha il coraggio di farsi vedere mentre piange.
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X
#vita #vivere #societa #murgia
https://www.facebook.com/photo?fbid=799864608173980&set=a.655388085954967
domenica 2 ottobre 2022
Tumori gastrointestinali, troppe diagnosi in ritardo: poca attenzione ai sintomi e alla prevenzione. - Vera Martinella
Colon, stomaco, pancreas, colangiocarcinoma delle vie biliari insieme contano oltre 78mila nuovi casi annui. Un terzo si potrebbe evitare con stili di vita sani.
Dolore addominale persistente, perdita di peso senza causa evidente, nausea, inappetenza, un generale senso di debolezza e stanchezza, sangue nelle feci o diarrea. Sintomi spesso sottovalutati o confusi con quelli di altre patologie, ma che per 78mila italiani ogni anno preannunciano la scoperta di un tumore gastro-intestinale. Tanti sono i nuovi casi diagnosticati ogni anno nel nostro Paese di cancro al colon retto, allo stomaco, al pancreas o alle vie biliari. Malattie che se da un lato vengono troppo spesso individuate tardi, quando sono ormai in fase avanzata, più difficili da curare e con meno probabilità di guarire, d’altro canto possono pure in gran parte essere prevenute con corretti stili di vita. E che è importante siano trattate in centri di riferimento, dove lavorano specialisti di esperienza e che si confrontano in gruppi multidisciplinari. Per questo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) ha deciso di lanciare una nuova campagna informativa, presentata oggi a Roma durante la seconda giornata del congresso nazionale Aiom. «Come sempre in oncologia bisogna puntare sulle diagnosi precoci e le terapie efficaci – ricorda Giordano Beretta, presidente di Fondazione Aiom -. Il tempo è prezioso e individuare una neoplasia ai primi stadi significa poter intervenire in modo meno invasivo, con maggiori possibilità di eradicarla del tutto».
Colon: 8 su 10 si potrebbero evitare.
Ecco perché è importante non trascurare sintomi, seppur vaghi e parlare con un medico che deciderà se e quali accertamenti fare in base al singolo caso. C’è poi un semplice esame che può salvare la vita: il test del sangue occulto nelle feci (Sof) viene offerto dal Servizio sanitario nazionale a tutti i cittadini fra i 50 e i 70 anni che ricevono, ogni due anni, una lettera da parte della propria Asl con l’invito ad andare nella farmacia più vicina a ritirare un piccolo contenitore nel quale raccogliere un campione di feci, per poi restituirlo e ricevere la lettera con il referto a casa nell’arco di un paio di settimane. «Con 43.700 nuovi casi annui è il secondo tipo di cancro più frequente nel nostro Paese ed è anche il secondo nella poco ambita classifica dei più letali – aggiunge Beretta -: 8.700 casi l’anno sono individuati quando hanno già sviluppato metastasi, ma nove tumori del colon su 10 potrebbero essere evitati individuando adenomi e polipi prima che evolvano in un carcinoma vero e proprio. Ci vogliono anni, ma la metà degli italiani butta l’invito a fare il test Sof nel cestino».
Stomaco, pancreas, colangiocarcinoma: tante diagnosi in ritardo.
«Per le altre patologie invece non esistono esami di screening da poter fare a tappeto su tutta la popolazione di una certa età – spiega Saverio Cinieri, Presidente Nazionale AIOM. Anzi sono malattie oncologiche silenti e che tendono a comparire con segnali evidenti quando ormai è tardi. Ogni anno in Italia sono 14.500 le diagnosi di tumore allo stomaco, 14.300 quelle al pancreas e 5.400 i colangiocarcinomi, rari tumori delle vie biliari. Sono tutte malattie che ancora troppo spesso vengono individuate in stadio avanzato, non di rado metastatico, quando abbiamo meno trattamenti efficaci a disposizione, anche se negli ultimi anni le cose sono un po’ cambiate e in alcuni casi, grazie alle nuove terapie migliora l’aspettativa di vita dei pazienti, in qualità e quantità». I numeri inquadrano il problema: soltanto il 7% delle neoplasie gastriche è diagnosticato nelle fasi iniziali, così la sopravvivenza dei pazienti a cinque anni è attorno al 30% (rispetto al 65% del colon), per il colangiocarcinoma scende purtroppo al 15% e per il pancreas è di poco superiore al 10%.
L’importanza dell’esperienza.
«La ricerca scientifica ha messo a punto, nel corso degli ultimi anni, dei trattamenti chemioterapici e farmaci innovativi che stanno migliorando progressivamente le opportunità di cura e aumentando l’aspettativa di vita - dice Nicola Silvestris, membro del consiglio direttivo Aiom -. Vogliamo dare speranza a malati e familiari e sottolineare l’importanza di gestire le quattro neoplasie in stadio avanzato solo in centri di riferimento e che garantiscano un reale approccio multidisciplinare. Sono diverse le figure professionali coinvolte: oncologo, chirurgo, anatomo-patologo, radioterapista, nutrizionista e psicologo. Le strutture sanitarie devono avere le giuste competenze e tecnologie soprattutto per la somministrazione dei trattamenti chirurgici. Sono operazioni difficili e che possono presentare molte complicanze. Emblematico in questo senso è il tumore del pancreas che può essere curato con il bisturi nel 20% dei casi: diverse ricerche, anche italiane, hanno chiaramente dimostrato che la mortalità è più elevata nei centri che operano poco».
Cibo, sovrappeso, alcol, fumo, sedentarietà: così nasce un terzo dei tumori.
I tumori del tratto gastro-intestinale risentono di stili di vita scorretti a partire dall’alimentazione. «Alla cattiva alimentazione è riconducibile più del 30% di tutti i carcinomi solidi - ricorda Filippo Pietrantonio, membro del Direttivo Aiom – e ciò che mettiamo nel piatto influisce pesantemente anche sulle neoplasie dell’apparato digerente Fattori dietetici quali il consumo di carni rosse e di insaccati, farine e zuccheri raffinati e il consumo di cibi salati, conservati o affumicati fanno salire il pericolo di ammalarsi, come l’eccessivo consumo di bevande alcoliche e il fumo. Le probabilità aumentano anche per chi è sovrappeso, obeso e per chi fa scarsa attività fisica». L’iniziativa informativa Aiom «Qualità di vita nel Paziente con Neoplasia Avanzata nei Tumori Gastro-Intestinali» (resa possibile da un educational grant del Gruppo Servier in Italia) partirà nelle prossime settimane e prevede una campagna social specifica sugli account ufficiali della società scientifica. Verranno poi organizzati quattro webinar a ridosso delle giornate mondiali dedicate alle neoplasie (novembre per pancreas e stomaco; febbraio per colangiocarcinoma e marzo per colon-retto).
venerdì 23 settembre 2022
Così il virus dell’herpes può sconfiggere il cancro: i risultati promettenti nello studio clinico in fase iniziale.
Nonostante i test sull’uomo siano cominciati da poco i tassi di risposta sono eccezionalmente positivi.
Arriva dal Regno Unito la notizia di nuovo tipo di terapia contro il cancro. Quest’ultima si avvarrebbe di una forma indebolita del virus dell’herpes labiale, l’herpes simplex, per infettare e distruggere le cellule dannose. Nonostante saranno necessari studi più ampi e più lunghi, la Bbc parla di risultati molto promettenti nei primi test sull’uomo: il cancro di un paziente è scomparso, mentre altri hanno visto i loro tumori ridursi. Il 39enne Krzysztof Wojkowski, a cui nel 2017 era stato diagnosticato un cancro alle ghiandole salivari, ha per esempio deciso di prendere parte allo studio di fase uno sulla sicurezza in corso, condotto dall’Institute of Cancer Research presso il Royal Marsden NHS Foundation Trust. Un breve ciclo di terapia del virus, a base di iniezioni ogni due settimane, sembra aver eliminato il suo cancro.
Risultati promettenti.
Le iniezioni, praticate direttamente nel tumore, agirebbero in due modi: invadendo le cellule cancerose e facendole scoppiare, e attivando parallelamente il sistema immunitario. Circa 40 pazienti hanno provato il trattamento come parte dello studio. Ad alcuni è stata somministrata l’iniezione del virus, chiamata RP2, da sola. Altri hanno anche ricevuto un altro farmaco antitumorale, chiamato nivolumab. I risultati mostrano che 3 pazienti su 9 trattati solo con RP2, incluso Krzysztof, hanno visto i loro tumori ridursi. Anche sette su 30 che avevano ricevuto un trattamento combinato sembravano trarne beneficio. Gli effetti collaterali, come la stanchezza, sono stati generalmente lievi. «È raro vedere tassi di risposta così buoni negli studi clinici in fase iniziale», ha dichiarato il professor Kevin Harrington, a capo della ricerca.
https://www.open.online/2022/09/23/regno-unito-studio-herpes-cancro/
lunedì 8 agosto 2022
Burioni e le cure per il cancro: il caso dei 12 pazienti guariti da un tumore del colon-retto senza chemioterapia e chirurgia.
l professore del San Raffaele parla della terapia sperimentale con il farmaco Dostarlimab.
Il professor Roberto Burioni oggi su Repubblica parla delle cure contro il cancro. E racconta della ricerca del Memorial Sloan Kettering Cancer Center (MSK) su dodici pazienti con un tumore del colon-retto localmente avanzato e con un deficit di funzionalità del sistema di riparazione del Dna (MMR). Che ha avuto risultati straordinari: dopo sei mesi di terapia con il farmaco Dostarlimab il cancro è scomparso. Senza chemioterapia, radioterapia o chirurgia. Il professore del San Raffaele avverte che il tumore potrebbe tornare negli anni e le sue alterazioni genetiche lo rendevano più vulnerabile. Ma l’ottimismo c’è lo stesso: «Il farmaco che è stato somministrato impedisce al tumore di bloccare le cellule immunitarie. Non si vede più niente, i pazienti appaiono completamente guariti».
La ricerca.
«Ecco, la scomparsa completa di 12 cancri del retto in 12 pazienti, senza neanche l’intervento chirurgico, è qualcosa che non si era mai visto prima, e che non può non lasciarci a bocca aperta», conclude Burioni. La vicenda è stata raccontata all’ultimo Congresso Mondiale di Oncologia. I ricercatori hanno condotto uno studio su 12 pazienti con età media di 54 anni (il 62% donne). La loro diagnosi era di un adenocarcinoma rettale di stadio 2 e 3 con deficit di riparazione del mismatch. A questi pazienti è stato somministrato un anticorpo monoclonale anti-PD-1, il dostarlimab in monoterapia, ogni tre settimane per sei mesi a cui far seguire poi chemioradioterapia standard o chirurgia.
Tutti i 12 pazienti che hanno iniziato il trattamento hanno ottenuto una risposta clinica completa senza evidenza di tumore dalla risonanza magnetica, dalla PET, dall’endoscopia, dall’esame rettale o dalla biopsia. In Italia vengono diagnosticati ogni anno 44 mila casi di tumore al colon-retto. Colpisce preferibilmente le persone con più di 60 anni. I fattori di rischio sono il fumo, l’obesità, la scarsa attività fisica e il consumo di carni rosse e insaccati. Il 65% dei pazienti sconfigge la malattia, ma quando il tumore è individuato in fase avanzata, le possibilità di batterlo sono limitate.
https://www.open.online/2022/08/08/roberto-burioni-tumore-colon-retto-pazienti-guariti/
lunedì 18 luglio 2022
Pronti i batteri-cyborg, modificati per combattere i tumori.
Combinano robotica e biologia per portare i farmaci solo dove servono.
Li hanno realizzati ricercatori dell’Istituto tedesco Max Planck, che hanno pubblicato il risultato sulla rivista Science Advances. Secondo gli autori dello studio, coordinato da Birgül Akolpoglu, la terapia basata su batteri-cyborg sarebbe minimamente invasiva per il paziente, indolore, e i farmaci svilupperebbero il loro effetto dove necessario e non all'interno dell'intero organismo.
Inoltre, sono attratti da ambienti con bassi livelli di ossigeno e alta acidità, due caratteristiche tipiche del tessuto tumorale. Queste capacità sono sfruttate da oltre un secolo nelle terapie anti-cancro basate sui batteri, che si basano sul fatto che i microrganismi, raggruppandosi e crescendo nel punto in cui si trova il tumore, attivano il sistema immunitario dei pazienti. Da tempo si cerca quindi di potenziare i batteri, ma aggiungere componenti artificiali non è un compito semplice, a causa delle complesse reazioni chimiche in gioco.
martedì 14 giugno 2022
Congelare il tumore: la crioterapia cura 6 pazienti a Bologna. - Antonella Barone
Congelare il tumore potrebbe essere la nuova frontiera di cura del cancro. Per ora 6 pazienti al Rizzoli di Bologna sono stati trattati con crioterapia, ottenendo i risultati sperati.
Si stima che in Italia vi siano in un anno 377.000 nuove diagnosi di tumore, circa 195.000 fra gli uomini e circa 182.000 fra le donne. Nel corso della vita circa un uomo su 2 e una donna su 3 si ammalerà di tumore. Proprio a causa della costante crescita di casi di cancro la scienza continua nella sua frenetica ricerca a una cura definitiva. La crioterapia, o crioablazione, che consiste nel congelare il tumore è una tecnica innovativa che andrebbe a sostituire e/o affiancare la chemioterapia e l’intervento di rimozione della massa tumorale. All’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, già 6 pazienti sono stati trattati con successo con la crioterapia.
Crioterapia eseguita sui 6 pazienti
Congelare il tumore sembrava impensabile, eppure è ciò che ha permesso di curare 6 pazienti a Bologna. Essi erano tutti affetti da fibromatosi desmoide, un raro tumore benigno che può crescere in forme maligne nei tessuti provocando dolori e difficoltà motorie. Il primo paziente al quale è stato possibile congelare il tumore ha 39 anni ed era affetto da fibromatosi desmoide. Il 39enne è stato sottoposto a una seduta di crioterapia nel luglio 2020 e ha visto la massa scomparire quasi del tutto. Dopo il primo intervento, avvenuto con successo, sono stati trattati altri pazienti.
Leggi anche: AstroPath: dall’astronomia un aiuto alla lotta contro i tumori
Quali sono i vantaggi della crioablazione
Congelare il tumore porta con sé svariati vantaggi rispetto alla chemioterapia o alla rimozione chirurgica della massa tumorale. Infatti, la chemioterapia, sebbene blocchi la riproduzione cellulare e ne induca la morte, colpisce anche tessuti sani, rivelandosi una terapia molto aggressiva. Anche se, è bene sottolineare, che grazie alla chemioterapia, molte forme di tumore oggi sono curabili totalmente. Invece, la rimozione chirurgica della massa tumorale ha il rischio di provocare una recidiva più aggressiva e di danneggiare organi adiacenti. La crioablazione non ha nesusno di questi importanti effetti collaterali e sembra essere altamente efficace.
Sebbene la notizia del Rizzoli di Bologna abbia fatto molto scalpore dal sito della ASL di Cagliari, si apprende che la crioablazione è già stata sperimentata con successo per il cancro della prostata, del rene e dell’osso. Inoltre, spiegano sul sito, è indicata soprattutto per i pazienti affetti da tumore del polmone non trattabile chirurgicamente, o con metastasi che non rispondono più a chemioterapia. Pertanto, a quanto pare, la crioablazione è adatta anche ad altre forme di tumore rispetto a quelle trattate al Rizzoli, portando maggiori speranze per la cura contro il cancro.
Leggi anche: Le cellule tumorali vanno in letargo per sfuggire alla chemioterapia
https://biomedicalcue.it/congelare-tumore-crioterapia/33436/
venerdì 10 settembre 2021
Tumori: approvato il farmaco jolly che sarà efficace contro vari tipi di cancro senza gravi effetti collaterali. - Germana Carillo
Un’alterazione genetica rara ma che si presenta in svariati tipi di tumori: potrà essere “spenta” grazie al nuovo farmaco “jolly” appena approvato dall’Aifa. Si tratta del larotrectinib, che non agirà sull’organo dove il cancro ha avuto origine ma su quella stessa alterazione genica, la NTRK, che può essere comune alle cellule cancerose di molti tipi di cancro, e che non avrà gravi effetti collaterali.
I tre studi registrativi (cosiddetti studi basket) hanno coinvolto pazienti adulti e pediatrici con neoplasie caratterizzate da fusione genica NTRK e hanno evidenziato un miglioramento rapido e duraturo della risposta tumorale e della qualità di vita, con un elevato tasso di risposta globale, pari al 75%. Larotrectinib può essere considerato un farmaco “jolly”, perché colpisce in maniera selettiva alcune mutazioni genetiche, indipendentemente dall’organo interessato dalla malattia.
Primo nella classe degli inibitori orali di TRK, è un farmaco che nel gergo tecnico è definito “agnostico” – dal momento che non ha come bersaglio un organo particolare ma agisce indipendentemente dalla localizzazione del tumore –, primo del suo genere: la molecola agisce sui tumori solidi in stadio avanzato o metastatico nei pazienti adulti e pediatrici per i quali un intervento chirurgico sarebbe troppo rischioso e che presentano quella particolare alterazione genica definita fusione genica di Ntrk. Un’alterazione rara ma che in Italia riguarda circa 4mila pazienti ogni anno.
Le fusioni geniche di Ntrk sono alterazioni presenti in una vasta gamma di neoplasie che danno luogo a un’attivazione incontrollata del recettore TRK (Tropomyosin Receptor Kinase) e alla crescita del tumore. Il larotrectinib (LOXO-101) agirà sulle proteine di fusione della chinasi del recettore della tropomiosina (TRK).
Con questa molecola gli studiosi hanno registrato una riduzione del 30% della massa tumorale nel 79% dei pazienti valutati (su un campione di 153) e nel 75% di quelli con metastasi cerebrali, e una sopravvivenza media superiore ai 3 anni.
Nello specifico, larotrectinib è stato preso in esame in diverse istologie di tumori solidi, inclusi quelli del polmone, della tiroide, nel melanoma, nei tumori gastrointestinali stromali, nel tumore del colon, nei sarcomi dei tessuti molli, nei tumori delle ghiandole salivari e nel fibrosarcoma infantile. Ha mostrato anche di essere efficace nei tumori primitivi del sistema nervoso centrale, così come in pazienti con metastasi cerebrali, in età e istologie tumorali diverse.
GreenMe
giovedì 26 agosto 2021
Tumori, scoperto nuovo meccanismo per 'affamare' il cancro.
Lo studio, sostenuto dall'Associazione italiana ricerca sul cancro (Airc), condotto presso l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia.
Scoperto un nuovo meccanismo per 'affamare' i tumori. Si tratta di una nuova variante proteica, espressa unicamente dai vasi sanguigni tumorali, che contribuisce a rendere il cancro più aggressivo e dunque rappresenta un nuovo marcatore tumorale e un possibile bersaglio molecolare. La scoperta arriva da uno studio, sostenuto dall'Associazione italiana ricerca sul cancro (Airc), e condotto presso l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Communications, forniscono così nuove informazioni importanti per rendere gli approcci terapeutici più efficaci.
"La crescita dei tumori - spiega Claudia Ghigna, dell’Istituto di genetica molecolare 'Luigi Luca Cavalli Sforza' del Cnr di Pavia (Cnr-Igm), che ha diretto lo studio, condotto in collaborazione con diversi centri di ricerca e università italiane e internazionali - è strettamente correlata ai nutrienti forniti dai vasi sanguigni associati al tumore: limitare lo sviluppo di questi ultimi rappresenta quindi una possibile strategia terapeutica per 'affamare' il tumore e renderlo maggiormente suscettibile alla chemioterapia”.
La ricerca - spiega una nota Cnr-Igm - mostra come, attraverso il meccanismo noto come ‘splicing alternativo’, le cellule dei vasi sanguigni producano una nuova variante della proteina UNC5B mai descritta prima, chiamata UNC5B- 8. “Lo splicing alternativo è un meccanismo cosiddetto di ‘taglia e cuci’, che consente ai mattoni che formano i geni umani di essere assemblati in vari modi e, come conseguenza, di generare proteine differenti a partire dallo stesso stampo iniziale”, prosegue Ghigna. “I risultati della ricerca accendono i riflettori sul ruolo ancora poco conosciuto dello splicing alternativo durante lo sviluppo dei vasi sanguigni tumorali”.
La formazione dei vasi sanguigni avviene attraverso un processo chiamato angiogenesi ed è indispensabile perché i diversi tessuti e organi ricevano l’ossigeno e i nutrienti necessari alla loro sopravvivenza. “L’angiogenesi è però determinante anche nella progressione tumorale: fin dalle prime fasi di sviluppo, le cellule cancerose stimolano la formazione di nuovi vasi, sostenendo così la propria crescita e la formazione di metastasi in altri organi o tessuti”, chiarisce la ricercatrice.
"Dallo studio dell’angiogenesi sono emerse terapie in grado di fermare o far regredire il tumore, bloccato nella formazione dei vasi sanguigni e privato così di ossigeno e nutrienti. Sfortunatamente, finora, queste terapie hanno mostrato risultati modesti nei pazienti, che spesso sviluppano meccanismi di resistenza. Maggiori informazioni sui vasi sanguigni che nutrono il tumore sono pertanto fondamentali per rendere questi approcci terapeutici più efficaci. In questo studio abbiamo scoperto che la nuova variante proteica UNC5B- 8 è prodotta unicamente dalle cellule dei vasi sanguigni e preferenzialmente da quelle associate a tumori più aggressivi e con prognosi meno favorevole. Quindi tale variante offre un ottimo strumento diagnostico e prognostico, che potrebbe essere sfruttabile sia come nuovo marcatore dell’angiogenesi tumorale, sia come possibile bersaglio molecolare per terapie anti-cancro di maggior efficacia”.
“A guidare la macchina che genera la proteina UNC5B- 8 è il fattore NOVA2”, conclude Davide Pradella, assegnista presso Cnr-Igm di Pavia grazie a una borsa di ricerca sostenuta da Airc. “NOVA2, come UNC5B- 8, ha un’espressione alterata nei vasi sanguigni che nutrono il tumore, mentre è assente o è espresso a bassi livelli nei vasi sanguigni dei tessuti sani. NOVA2 attiva direttamente lo splicing alternativo del gene UNC5B inducendolo a produrre la nuova variante”, conclude Pradella.
AdnKronos
giovedì 28 gennaio 2021
Scoperto il 'tallone d'Achille' delle cellule tumorali.
Cellule metastatiche di melanoma (fonte: Julio C. Valencia, NCI Center for Cancer Research, National Cancer Institute, NIH) |
E' in una modifica a livello genetico, può essere usata come bersaglio per colpire il cancro.
Individuato il tallone d'Achille del cancro: si tratta di una modifica che subiscono a livello genetico le cellule tumorali, detta aneuploidia, che può essere usata come bersaglio per colpire il tumore attraverso alcune molecole.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve ad un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall'università di Tel Aviv, a cui hanno partecipato anche l'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e l'Università Statale di Milano.
L'aneuploidia è un cambiamento nel numero delle copie di cromosomi: tutte le cellule umane hanno 46 cromosomi, mentre quelle tumorali ne hanno spesso di più o di meno. Finora però questo segno distintivo del cancro non era mai stato sfruttato come bersaglio di cura, perché mancavano gli strumenti per creare dei modelli in vitro di cellule aneuploidi.
"Abbiamo dimostrato che l'aneuploidia, che si trova nel 90% dei tumori solidi e nel 75% di quelli ematologici, può essere di per sé un bersaglio - chiarisce Stefano Santaguida, uno dei ricercatori - Non solo: abbiamo trovato delle molecole, gli inibitori del cosiddetto Sac (spindle assembly checkpoint), capaci di interferire con l'aneuploidia e sfruttarla per mirare e colpire le cellule cancerose".
I ricercatori dello Ieo hanno creato "delle librerie di linee cellulari aneuploidi - spiega Marica Ippolito, del gruppo di ricerca- e dimostrato un'alta dipendenza delle cellule aneuploidi dai geni coinvolti nel corretto funzionamento del Sac, il macchinario cellulare deputato alla divisione cellulare, attraverso cui ogni cellula genera due cellule figlie.
Inibendo il Sac, le cellule aneuploidi muoiono.
Si apre quindi la prospettiva di usare questi inibitori come terapia anticancro". I ricercatori stanno anche cercando di capire se l'aneuploidia c'entri in qualche modo con lo sviluppo di resistenze alla chemioterapia.
lunedì 23 novembre 2020
Ingenuo. - Massimo Erbetti
Eh sì…sono un ingenuo, un sempliciotto, un inesperto, uno sprovveduto, un allocco…mi sono fatto fregare…ci sono cascato anche io, un po' come tutti del resto…sono due giorni che non facciamo altro che cercare di andare in soccorso di Morra, quando invece dovevamo parlare di altro.
La difesa di Morra è sacrosanta, è dovuta, è d'obbligo, Morra non ha detto altro che la pura verità, ma noi abbiamo, anzi io ho sbagliato, sono stato inconsapevole mezzo della distrazione di massa…
“Con i farmaci faremo 100 milioni l'anno”. “Giovà…, gli antitumorali che costano 2 mila euro, gli ospedali li comprano a mille, e nell’Inghilterra li vendono a 5 mila. Quindi tu compri a mille e vendi a 5 mila. Allora se noi entriamo con due ospedali, che ti danno 10 farmacie…”
Queste sono alcune frasi tratte dalle intercettazioni emerse nelle indagini calabresi e noi di questo dovevamo parlare…solo di questo…quanta gente non avrà potuto curarsi a causa della sottrazione dei farmaci? Quanta sofferenza? Quanto dolore, quanta disperazione può creare una cosa del genere? Qualcuno sarà morto a causa dei farmaci dirottati altrove? Qualcuno avrà dovuto provvedere in altro modo? E se si come?
Le parole di Morra sono gravi? Sì forse per qualcuno lo sono state, la famiglia della Santelli si sente offesa? Sì, sicuramente. È stato forse incauto? Sì, forse…
Ma qui il problema è un altro: questi si fregavano i farmaci antitumorali…capito? Gli antitumorali!! Mica le aspirine…100 milioni di euro l'anno…sulla pelle della gente…sui malati di cancro!!
"Cento milioni"...e io mi sono fatto fregare, distrarre, sono caduto nella trappola di questi maledetti…io parlo di Morra e questi mostri speculano sulla vita delle persone.
Che siate maledetti, che siate stramaledetti voi e la vostra avidità, voi e la vostra ingordigia, voi e la vostra schifosa fame di soldi. Spero che i calabresi insorgano contro tutto questo, spero abbiano un sussulto d'orgoglio e d'amor proprio, che chiedano giustizia, che pretendano giustizia per loro stessi e per tutti quei poveri cristi che non possono usufruire di una sanità degna di un popolo civile. È arrivato veramente il momento di dire basta…vi prego alzate la testa e ribellatevi a tanto schifo, a tanta ingiustizia…la vita è una…la salute è la prima cosa…e tutelarla è un diritto, non permettete a degli schifosi delinquenti di privarvene.
https://www.facebook.com/photo?fbid=10218775354080586&set=a.2888902147289
venerdì 20 dicembre 2019
Cancro al fegato, la cura rivoluzionaria su una paziente di 42 anni.
A Taranto una cura innovativa per i tumori. È stata provata per la prima volta in Puglia, su una donna di 42 anni, una nuova metodologia per la cura di carcinomi neuroendocrini. Al Santissima Annunziata una paziente di 42 anni della provincia di Taranto, affetta da tumore al fegato con metastasi, è stata sottoposta nei giorni scorsi a una innovativa metodica di cura presso l’Unità Complessa di Medicina Nucleare.
Si tratta della prima paziente in Puglia sottoposta a questo trattamento con un radiofarmaco disponibile in regione solo da maggio scorso e somministrabile solo in alcuni centri regionali (per ora Taranto e Barletta). La metodica si chiama Radioterapia metabolica (PRRT Peptide Radio Receptorial Therapy) e può essere effettuata a pazienti con carcinomi neuroendocrini gastro-entero-pancreatici (NET-GEP) ben differenziati (G1 e G2) progressivi, non asportabili o metastatici, positivi ai recettori della somatostatina.
I carcinomi neuroendocrini sono dei tumori ubiquitari, la cui incidenza è 0,4-0,9% del totale e che nel 60% dei casi si sviluppano in sede gastro-enterico-pancreatico: è stimato che in Puglia le persone interessate da questo ultimo tipo di patologia sono circa 50/60 all’anno e ora potranno avere una metodica innovativa per affrontare la malattia. Questo tipo di cura finora era possibile in Italia solo nei centri pilota di Reggio Emilia e Meldola (FC).
Il trattamento è indicato a pazienti adulti che presentano metastasi e già sottoposti a terapia con altri farmaci che però non sono riusciti a bloccare la progressione della malattia; il radiofarmaco utilizzato (Lutezio 177LU) si lega ai recettori della somatostatina ed è in grado di determinare la lisi o morte delle cellule tumorali, viene somministrato in 4 cicli a distanza di 8 settimane in ricovero protetto (in stanze schermate) della durata di un paio di giorni. Ogni ciclo è preceduto da esami diagnostici per valutare le condizioni del paziente e seguito da una scintigrafia per verificare il legame del radiofarmaco nelle sedi della malattia. Pur non avendo controindicazioni, è importante che i pazienti sottoposti a questo trattamento si idratino abbondantemente nei giorni successivi al trattamento per eliminare la radioattività del farmaco.
https://www.quotidianodipuglia.it/taranto/cancro_fegato_cura_rivoluzione_paziente_salva-4936702.html?fbclid=IwAR0zs7tKnbNA162Ndoy2zdUq_UBhA27962NvTYCBFgceJhiTXy_Oarb0RP0
martedì 8 ottobre 2019
Nobel per la Medicina a Kailin, Ratcliffe e Semenza.
Il premio è per la scoperta del modo in cui le cellule utilizzano l'ossigeno. Questo meccanismo ha un'importanza cruciale per mantenere le cellule in buona salute e averlo scoperto ha aperto la strada alla comprensione di molte malattie, prime fra anemia e tumori.
Il processo che permette alle cellule di adattarsi al livello di ossigeno è fondamentale sia per capire molti processi fisiologici (a sinistra) sia per affrontare molte malattie (fonte: Fondazione Nobel)