Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 15 luglio 2025
La Portulaca.
domenica 23 giugno 2024
“Il cancro è scomparso” Malato terminale guarisce dal tumore grazie ad una nuova cura innovativa.
A Paulo Peregrino, 61 anni, è stato detto che non c’era alcuna possibilità che il suo cancro migliorasse prima di sottoporsi al trattamento innovativo ad aprile. Domenica l’uomo è stato dimesso dall’Hospital das Clínicas della Facoltà di Medicina dell’Università di San Paolo (USP) in Brasile. A dare la notizia Radioagência Nacional. Il 61enne aveva ricevuto la terapia cellulare CAR-T , uno dei trattamenti antitumorali più avanzati sviluppati fino ad oggi.
Implica la rimozione e l’isolamento delle cellule immunitarie conosciute come linfociti T, o cellule T, dal corpo. Queste cellule sono responsabili della lotta contro i patogeni e dell’uccisione delle cellule infette. Una volta rimosse, le cellule vengono “riprogrammate” per diventare più efficaci nel prendere di mira e distruggere le cellule tumorali. Vengono quindi reinfusi nel corpo del paziente. L’intero processo può richiedere circa 60 giorni.
La terapia cellulare CAR-T è emersa negli Stati Uniti e ha iniziato a essere utilizzata sperimentalmente per il trattamento di pazienti con cancro terminale all’inizio degli anni 2010. È stato approvato dalla Food and Drug Administration nel 2017. Sebbene la terapia abbia dimostrato di essere efficace, è costosa, costando centinaia di migliaia di dollari per paziente, e attualmente può essere utilizzata solo per trattare alcuni tipi di cancro, come il linfoma, la leucemia e il mieloma.
Inoltre, al momento è disponibile solo in alcuni paesi, tra cui Stati Uniti, Cina, Regno Unito e Australia. Peregrino è uno dei pochi brasiliani sottoposti al trattamento innovativo, con la disponibilità della terapia cellulare CAR-T molto limitata nel suo paese d’origine.
A Peregrino è stato diagnosticato un cancro alla prostata nel 2010 e poi un linfoma non Hodgkin circa dieci anni dopo, ha riferito l’agenzia di stampa A24. Aveva esaurito le opzioni a sua disposizione per il trattamento del suo linfoma, sottoponendosi a 45 sedute di chemioterapia in un periodo di cinque anni, oltre a un trapianto di midollo osseo. Poi è stato selezionato per sottoporsi alla terapia CAR-T e l’intero tumore è scomparso a seguito della terapia innovativa.
“Ora dobbiamo seguire il caso. Sappiamo che dopo un certo tempo la malattia può ripresentarsi. Si parla solo di una cura totale del cancro dopo cinque anni. Tuttavia, questo è già molto incoraggiante perché non c’era più alcun tipo di terapia per lui”, ha detto ad A24 il medico e ricercatore Vanderson Rocha della Facoltà di Medicina dell’USP, che ha partecipato al trattamento di Peregrino. Dei pochi pazienti che sono stati trattati con questa terapia in Brasile, il 60% ha visto scomparire il cancro in soli 30 giorni.
giovedì 28 gennaio 2021
Scoperto il 'tallone d'Achille' delle cellule tumorali.
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| Cellule metastatiche di melanoma (fonte: Julio C. Valencia, NCI Center for Cancer Research, National Cancer Institute, NIH) |
E' in una modifica a livello genetico, può essere usata come bersaglio per colpire il cancro.
Individuato il tallone d'Achille del cancro: si tratta di una modifica che subiscono a livello genetico le cellule tumorali, detta aneuploidia, che può essere usata come bersaglio per colpire il tumore attraverso alcune molecole.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve ad un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall'università di Tel Aviv, a cui hanno partecipato anche l'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e l'Università Statale di Milano.
L'aneuploidia è un cambiamento nel numero delle copie di cromosomi: tutte le cellule umane hanno 46 cromosomi, mentre quelle tumorali ne hanno spesso di più o di meno. Finora però questo segno distintivo del cancro non era mai stato sfruttato come bersaglio di cura, perché mancavano gli strumenti per creare dei modelli in vitro di cellule aneuploidi.
"Abbiamo dimostrato che l'aneuploidia, che si trova nel 90% dei tumori solidi e nel 75% di quelli ematologici, può essere di per sé un bersaglio - chiarisce Stefano Santaguida, uno dei ricercatori - Non solo: abbiamo trovato delle molecole, gli inibitori del cosiddetto Sac (spindle assembly checkpoint), capaci di interferire con l'aneuploidia e sfruttarla per mirare e colpire le cellule cancerose".
I ricercatori dello Ieo hanno creato "delle librerie di linee cellulari aneuploidi - spiega Marica Ippolito, del gruppo di ricerca- e dimostrato un'alta dipendenza delle cellule aneuploidi dai geni coinvolti nel corretto funzionamento del Sac, il macchinario cellulare deputato alla divisione cellulare, attraverso cui ogni cellula genera due cellule figlie.
Inibendo il Sac, le cellule aneuploidi muoiono.
Si apre quindi la prospettiva di usare questi inibitori come terapia anticancro". I ricercatori stanno anche cercando di capire se l'aneuploidia c'entri in qualche modo con lo sviluppo di resistenze alla chemioterapia.
mercoledì 5 agosto 2020
Foreste, il professor Vacchiano: “Non basta piantarli, gli alberi vanno aiutati a resistere”. - Elisabetta Ambrosi

"I boschi mettono in atto strategie di adattamento e resilienza proprie, ma anche noi possiamo aiutarle, prevenendo mortalità, incendi e parassiti".
soprattutto ai trend incoraggianti sull’energia rinnovabile, sulla decarbonizzazione dei trasporti e sull’economia circolare. Molte aziende ormai hanno capito che la conservazione del capitale naturale è parte integrante del loro business, e non un accessorio a cui dedicare rimasugli di bilancio o azioni di CSR di mera facciata. Se poi dovesse arrivare, come credo, una tassa sul carbonio le cose miglioreranno ulteriormente, ma già oggi è tecnicamente possibile una alimentazione energetica al 100% da fonti rinnovabili, anche in Italia (www.thesolutionsproject.org) . Arrivarci non è più tanto una questione di convenienza economica quanto di volontà politica. E il grande movimento popolare dei giovani per la lotta al cambiamento climatico potrebbe fornire la spinta che finora è mancata.
giovedì 4 febbraio 2016
Il pericoloso declino del ceto medio. - Carlo Carboni
Nella letteratura socioeconomica internazionale si è ormai diffuso lo scenario di declino/crisi dei ceti medi nel Primo Mondo: un bel guaio dato che, da Aristotele in poi, si è condivisa l’idea che «la comunità politica migliore è formata dai cittadini delle classi medie. Il declino e poi l’aperta crisi hanno conosciuto tempi diversi tra i paesi.
Negli Usa i mr. Smith sono già sottopressione dagli anni Novanta, tanto che Krugman, nel 2003, scrisse “Requiem per la gloriosa classe media”.
Cosa era successo? Fondamentalmente che le nuove tecnologie labour saving della new economy avevano iniziato a erodere non solo i posti e le retribuzioni dei blue collar workers, ma anche quelli dei white collars durante il take off della nuova economia.
Si trattava di classe medie inferiori, ma sempre ceto medio era.
Al contrario di mr. Smith, il sig. Rossi d'Europa ha conosciuto un processo che è andato più a rilento e ha iniziato a barcollare seriamente (dopo più di un decennio rispetto agli Usa) con la crisi economico finanziaria, con la riduzione dei privilegi per chi dispone di una solida attività lavorativa Gli arretramenti dei welfare e le politiche austere di bilancio, più che la computerizzazione traversale dei settori occupazionali, sono cause delle penalizzazioni subite dai ceti medi europei e, in particolare, dallo strato inferiore di lavoro dipendente e indipendente.
A esempio, in Italia il Sig Rossi ha visto diminuire l'occupazione dipendente, perdere e poi stagnare le retribuzioni e, infine, la pesante revisione delle pensioni. Anche il sig. Rossi microimprenditore (l'Italia ha un vasto ceto medio produttivo autonomo) è stato fortemente colpito dalla crisi dei consumi e del credito. A conti fatti, i ceti medi europei per ora hanno perso meno di quelli statunitensi, ma il futuro è più impervio visto il vantaggio tecnologico indiscusso degli Usa (occupazione in nuovi settori).
Il declino/crisi dei ceti medi procede pari passo non solo con l'automazione, con l'intelligenza artificiale o con la globalizzazione dei mercati del lavoro, ma anche con l'aumento delle disuguaglianze: più forte è la disuguaglianza, maggiore è la distanza tra upper middle class e la lower middle. Questo si è verificato negli States ben prima della crisi, a causa di un'intensa innovazione tecnologica (connessione e automazione) e un mercato del lavoro che risentiva del clima globale. In Europa la disuguaglianza ha invece conosciuto un aumento solo dal 2008: non ha solo ridotto di un 4-10% l'incidenza delle famiglie di ceto medio negli anni di crisi, ma ha rispecchiato dinamiche retributive stagnanti. In questo scenario, il crollo della percezione delle famiglie di appartenere ai ceti medi (meno 20-30%) dipinge uno stato d'animo peggiore di quel dovrebbe essere.
A dare pensiero, non c'è, dunque, solo la faglia della disuguaglianza socio-economica che spacca a metà i ceti medi, ma c'è anche una percezione di appartenenza - termometro dell'emotività sociale - che indica delusione. Ingannati nelle tradizionali speranze, i ceti medi di oggi hanno più difficoltà forse a sbarazzarsi del proprio glorioso fantasma che a risolvere il loro status di reale deprivazione. Quello che prima andava bene per quel lavoro routinario nella società tecnologica non va più bene: un guaio quasi esistenziale, irreversibile, che non puoi certo tamponare con gli 80 euro o con l'abolizione dell'IMU. Anche perché si aggiunge ad altri guai che il Sig. Rossi ha attraversato con il sistema creditizio prima nella veste di microimprenditore in sofferenza e, poi, come piccolo risparmiatore punito dalla privatizzazione del rischio bancario. Delusi dalla scuola e dall'università che a stento “fanno la differenza” sul mercato del lavoro per i propri figli, i ceti medi, soprattutto nell'Europa meridionale, si sono spinti fino a scaricare i loro umori in piccoli terremoti elettorali, dando nuova linfa all'astensione e all'indignazione, a un certo orientamento ambivalente che premia il radicalismo sia di esperienze come Podemos in Spagna e il M5S in Italia sia di partiti nazionalpopulisti.
Non c'è dubbio che, con la crisi, sia andata peggio agli strati già in precedenza a disagio o ai nuovi esclusi, i giovani. Sta di fatto che i ceti medi hanno le loro melanconiche sofferenze e le loro delusioni da deprivazione. Continuare a ingoiarle produrrebbe risentimento e comportamenti cinici. Sarebbe un guaio per tutti.
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-02-02/il-pericoloso-declino-ceto-medio-081908.shtml?uuid=AC5uytLC
mercoledì 7 ottobre 2015
10 modi per alcalinizzare il corpo: ecco come combattere le malattie.
lunedì 12 maggio 2014
martedì 19 novembre 2013
La ricetta per salvare il cuore è il sugo.
Il trucco per un cuore sano e forte è nel sugo di pomodoro classico, con olio extravergine d'oliva e aromatizzato da cipolla o aglio. Una volta di più la scienza conferma i benefici per la salute delle preparazioni della dieta mediterranea. Lo studio è stato condotto dall'Università di Barcellona e pubblicato su Food Chemistry.
Grazie ai polifenoli - La salsa di pomodoro contiene circa quaranta sostanze antiossidanti (meglio note come polifenoli) che proteggono il cuore dallo stress ossidativo e quindi dall'invecchiamento.
Gli studiosi sottolineano: "Perché l'effetto "salva cuore" sia efficace, gli ingredienti che compongono il sugo vanno consumati insieme". Assunti separatamente, infatti, olio extravergine d'oliva, aglio, cipolla e pomodoro non darebbero gli stessi benefici, secondo i ricercatori spagnoli, che utilizzando una tecnica chiamata spettrometria di massa ad alta risoluzione hanno scoperto anche che il soffritto utilizzato come base per il sugo contiene oltre ai polifenoli anche altre sostanze antiossidanti, come i carotenoidi.
http://www.tgcom24.mediaset.it/salute/2013/notizia/la-ricetta-per-salvare-il-cuore-e-il-sugo_2010473.shtml
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