venerdì 19 agosto 2016

Al fratello della Boschi incarico "rosso" a Bologna. - Franco Grilli


Un incarico da 150mila euro per il fratello del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Consulenza per il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna.
Emanuele Boschi, 33 anni, commercialista, ha ricevuto una ricca consulenza dalla CCC, il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna. A quanto pare quegli incontri segreti di cui aveva già parlato ilGiornale a luglio col fratello della Boschi per salvare le coop, hanno dato vita ad un incarico "rosso" nel capoluogo Emiliano-romagnolo. I dettagli della consulenza però restano per il momento top secret. 
Secondo quanto riporta il Fatto, il fratello della Boschi da un lato si occuperà della due diligence sulle attività della CCC, dall'altro lato seguirà, affiancato da altri quattro professionisti, le problematiche fiscali e tutte le operazioni che hanno dato vita al nuovo Consorzio Integra che sarà composto da 116 soci industriali (tra i quali le maggiori realtà della Legacoop, come Cmc e Camst). La Ccc in questo momento attraversa una profonda crisi. Di fatto Integra nasce dall'idea del presidente Vincenzo Onorato con l'aiuto di tre soci che sono anche i finanziatori. Tra questi spicca Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop alla cui guida c'è Mauro Lusetti.
L'obiettivo dichiarato è quello di salvare tutti gli utili della Ccc. E a questa nuova avventura parteciperà anche Emanuele Boschi con un compenso probabile, come detto, di 150 mila euro.

Aeroporto di Firenze, il Tar boccia l’ampliamento. - Claudio Bozza e Marzio Fatucchi


La pista dell’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze, inaugurata nel 2014 (Ansa)


Il potenziamento dello scalo fiorentino risale all’inizio della corsa di Renzi per Palazzo Vecchio. La sentenza è un brutto colpo anche per il consigliere del premier Marco Carrai.


La corsa a Palazzo Vecchio di Matteo Renzi, primo atto della sua scalata verso Palazzo Chigi, era cominciata nel 2008 mettendo mano ad un progetto fermo da venti anni: il potenziamento dell’aeroporto di Firenze, a Peretola, con una pista parallela all’autostrada che lo rendesse più efficiente e lo portasse da 2 a 4 milioni di passeggeri. L’obiettivo era creare un city airport che favorisse le imprese (a due passi c’è il colosso General Electric) e creasse nuovi posti di lavoro: ma in realtà, dietro le quinte, si giocava anche la sfida per limitare lo strapotere del Galilei di Pisa con i voli low cost.

Renzi era riuscito a vincere tutte le opposizioni, a partire da quelle che dagli Anni 90 avevano bloccato tutto, in Toscana, da parte degli ex ds che guidavano all’epoca ancora il Pd. Ma lunedì 8 agosto, a un passo dal traguardo, è arrivata la doccia fredda: il Tar ha annullato in blocco la delibera della Regione guidata da Enrico Rossi, sfidante di Renzi per il rinnovo della segreteria pd (ma che su questo punto aveva trovato un’intesa con l’allora sindaco), che autorizzava il potenziamento dell’aeroporto. I motivi? Troppe lacune nelle soluzioni proposte per limitare l’impatto dell’opera. In altre parole, i giudici del Tar affermano che prima di decidere se costruire o meno la nuova pista bisognava approfondire molto di più i problemi e trovare le soluzioni adeguate.

La sentenza è una brutta tegola anche per Marco Carrai: l’amico e fidatissimo consigliere del premier, dato per mesi in corsa come consulente del governo sulla cyber intelligence, fu nominato presidente di Aeroporto di Firenze (Adf) già nel 2013. Con Renzi sindaco iniziò a gestire politicamente l’iter per lo sviluppo dello scalo, fino a quando entrò in contatto con Eduardo Eurnekian, magnate argentino che ha scommesso sullo scalo di Firenze e relativa fusione con Pisa sotto un’unica società di gestione: Toscana Aeroporti, presieduta dal luglio 2015 dallo stesso Carrai.

Lo stop imposto dai giudici scombina però tutto il maxi piano di investimenti di Corporacion America (braccio operativo di Eurnekian), che si regge su un importante aiuto dello Stato: potenziare Peretola costa infatti circa 320 milioni, di cui la metà dovrebbero arrivare dal governo (per ora ne sono stati erogati solo 50 milioni) ed il resto dai soci privati. Intanto gli oppositori del progetto, dai comitati al M5S passando dal sindaco di Sinistra italiana di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, che ha sconfitto clamorosamente il Pd due mesi fa, brindano: «Una notizia strepitosa». Ma il governo, per scongiurare uno scivolone nella città del premier, sta già preparando una contromossa: la firma del ministero dell’Ambiente sulla Valutazione d’impatto ambientale, atto che potrebbe aggirare lo stop del Tar.

Mps, indagati Viola e Profumo; per banca atto dovuto.


Mps, indagati Viola e Profumo; per banca atto dovuto

Si tratta dell'onda lunga di Alexandria e Santorini.


Roma, 18 ago. (askanews) - "Un atto dovuto": così Mps sulla vicenda che vede indagati per falso in bilancio e manipolazione del mercato l'Ad di Mps, Fabrizio Viola e l'ex presidente della banca Alessandro Profumo. Il fascicolo è stato trasferito per competenza territoriale da Siena a Milano.
L'oggetto dell'indagine - a quanto si apprende - è la non corretta rappresentazione contabile dei derivati Santorini e Alexandria.
I bilanci 2012, 2013 e 2014 approvati sotto la gestione Viola e Profumo rappresentavano le operazioni a "saldi aperti" e nel pro-forma ne veniva esplicitata la natura di Cds sintetici, anche nel restatement del bilancio 2011, seguendo le indicazioni della delibera Consob - Ivass - Bankitalia del marzo 2013.
La rappresentazione da saldi aperti a saldi chiusi è stata poi rivista su richiesta di Consob dopo che la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici Mps, Antonio Vigni e Giuseppe Mussari insieme ad altri manager Mps e delle controparti (Nomura e Deutsche Bank). Le accuse a vario titolo sono false comunicazioni sociali, aggiotaggio, falso in bilancio, falso in prospetto, ostacolo alle funzioni di vigilanza di Banca d'Italia e Consob. In questo caso sono comprese nel bouquet anche il prestito Fresh e l'operazione Chianti Classico. Le accuse di falso in bilancio riguardano gli esercizi dal 2008 e 2012, la prima ristrutturazione di Santorini fu nel 2008, quella ed unica di Alexandria nel 2009.
Per la Procura di Milano la rappresentazione delle ristrutturazioni di Alexandria e Santorini messa in piedi dal precedente management della Banca non era corretta in quanto si trattava di derivati (Cds sintetici) e non di long-term repo, e nei fatti era servita, sempre per la Procura milanese, che ha ripreso l'impianto della Procura di Siena, ad occultare le perdite legate alle ristrutturazioni dei due prodotti.
Paradossalmente, a causa dell'andamento favorevole del credit spread sottostante a Santorini (chiusa per transazione nel 2013) e Alexandria (chiusa per transazione per 2015), la non corretta rappresentazione delle due operazioni, nel caso della gestione Viola-Profumo, ha invece soprattutto sottostimato i benefici della corretta contabilizzazione. In particolare relativamente al bilancio 2015, dopo il restatement su indicazione di Consob, si è passati da una perdita di 111 milioni a un utile di 388 milioni nel conto economico consolidato, nei fatti un beneficio economico di 499 milioni. Nel caso del bilancio 2014 si è evidenziata una maggiore perdita di 58 milioni.
Nel 2014 e nel 2015 Mps ha effettuato due aumenti di capitale che non recepivano ancora il restatement dell'operazione "a saldi chiusi" chiesto da Consob con la delibera dell'11 dicembre 2015.
"L'indicazione del dottor Viola - spiega la Banca - e del dottor Profumo quali soggetti indagati, trae le proprie origini da un esposto effettuato da un azionista della banca che peraltro, in sede assembleare, aveva proposto l'azione di responsabilità nei confronti dei predetti soggetti, azione poi respinta con sostanziale unanimità di voti".
"A fronte della ricezione di un esposto/denuncia - spiegano sempre all'Istituto - la magistratura è tenuta all'apertura di un fascicolo in cui sono indicati taluni soggetti sottoposti ad indagine, si tratta di un atto dovuto cui la procura non può esimersi. Peraltro, sui medesimi fatti la procura di Milano ha già avuto modo di sottolineare la proattività del nuovo management della banca nel contribuire a far luce sulle responsabilità di coloro che hanno effettivamente dato vita a tali operazioni".
La procura di Milano ha ora 18 mesi di tempo per decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio per Viola e Profumo.

http://www.askanews.it/regioni/toscana/mps-indagati-viola-e-profumo-per-banca-atto-dovuto_711881311.htm