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venerdì 16 ottobre 2020

Mps, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola condannati a sei anni per false comunicazioni sociali e manipolazione informativa.

 

E' la sentenza di primo grado nel filone dell’indagine sulla banca senese legato ai derivati Alexandria e Santorini. Ribaltata la richiesta del pubblico ministero Stefano Civardi che aveva chiesto l'assoluzione. Profumo e Viola dovranno anche pagare una multa di 2,5 milioni di euro ciascuno. La banca, che ora è del Tesoro, è stata condannata a una sanzione di 800mila euro mentre per Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, la pena è stata di 3 anni e 6 mesi.

Sono stati condannati in primo grado sei anni di reclusione Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, sotto processo in qualità di ex presidente ed ex ad di Mps in un filone dell’indagine sulla banca senese legato ai derivati Alexandria e Santorini. L’accusa era di false comunicazioni sociali manipolazione informativa (aggiotaggio) per la contabilizzazione dal 2012 alla semestrale 2015 di derivati per 5 miliardi presentati a bilancio come BTp. Il tribunale li ha ritenuti responsabili dei capi di imputazione B e C, cioè false comunicazioni sociali relative alla semestrale del 2015 e aggiotaggio. Sono stati prescritti per il bilancio 2012 e “perché il fatto non sussiste” per i bilanci 2013 e 2014. Profumo e Viola dovranno anche pagare una multa di 2,5 milioni di euro ciascuno. Oggi Profumo è numero uno di Leonardo (ex Finmeccanica).

La banca, che ora è del Tesoro, è stata condannata a una sanzione di 800mila euro per la legge 231 sulla responsabilità degli enti, mentre per Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, la pena è stata di 3 anni e 6 mesi. La decisione è arrivata al termine di una camera di consiglio di circa 4 ore ed è stata pronunciata nella fiera di Milano, scelta per consentire alle parti di presenziare al dibattimento nel rispetto del distanziamento sociale.

La sentenza ribalta la richiesta del pubblico ministero Stefano Civardi che aveva chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per il reato di aggiotaggio contestato a Profumo e Viola e per quello di false comunicazioni sociali contestato a tutti gli imputati per il bilancio 2012 e per la prima semestrale del 2015 e l’assoluzione “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato” per la contestazione di false comunicazioni sociali in merito ai bilanci 2013 e 2014. Profumo e Viola sono anche indagati per false comunicazioni sociali e manipolazione informativa per la contabilizzazione dei crediti deteriorati. I pm in questo caso hanno chiesto l’archiviazione ma il gip ha ordinato ulteriori indagini.

I derivati Alexandria e Santorini furono realizzati da Mps con Deutsche Bank e Nomura per coprire i costi dell’acquisizione di Antonveneta. Per le irregolarità nelle operazioni effettuate dalla banca senese per mascherare le perdite legate all’acquisizione lo scorso anno sono stati condannati l’ex presidente Mps – nonché ex numero uno dell’Abi – Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni e l’ex responsabile area finanza Gian Luca Baldassarri. La sentenza era arrivata sei anni dopo lo scoop del Fatto Quotidiano che per primo parlò dell’accordo segreto tra Mps e Nomura per truccare i conti.

“Leggeremo con attenzione le motivazioni e senz’altro presenteremo appello contro una sentenza che consideriamo sbagliata. Abbiamo sempre creduto nel corretto operato dei nostri assistiti” è il commento dell’avvocato Adriano Raffaelli, uno dei difensori di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, condannati dal tribunale di Milano a 6 anni di reclusione in un filone del caso Mps.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/10/15/mps-alessandro-profumo-e-fabrizio-viola-condannati-a-sei-anni-per-false-comunicazioni-sociali-e-manipolazione-informativa/5967709/

giovedì 6 ottobre 2016

Mps, indagati Profumo e Viola. - Stefano Elli 

Ansa


La procura di Siena ha aperto un fascicolo per false comunicazioni sociali e per manipolazione di mercato iscrivendo nel registro degli indagati sia l’ex presidente del Monte dei Paschi Alessandro Profumo sia il suo attuale amministratore delegato Fabrizio Viola
La notizia è giunta nel tardo pomeriggio di ieri anticipata dall’agenzia Reuters. Contestualmente si è appreso che il fascicolo, aperto sin dal 2015, è stato trasmesso già nel luglio scorso dalla procura senese a quella di Milano, per competenza territoriale. Il reato prevalente, infatti, cioè la manipolazione si sarebbe consumato laddove ha la sua sede Borsa italiana: dove si concentrano i suoi strumenti telematici di trasmissione delle informazioni. 
Al centro del nuovo dossier c’è una vecchia vicenda: quella dei due derivati Alexandria e Santorini che nei bilanci dal 2011 al 2014 sarebbero stati iscritti in bilancio in modo non corretto: non già per quello che erano, cioè strumenti di Credit default swap, ma di BTp. Sulla scorta dei bilanci finiti sotto la lente dei magistrati Mps ha varato due aumenti di capitale da 5 miliardi nel 2014 e da 3 miliardi nel 2015.
Una prosecuzione, dunque, di una falsa rappresentazione contabile iniziata nel 2008, sin dai tempi della gestione del Monte di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, che assieme ad altri 11 amministratori e manager del Monte, hanno già incassato una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura milanese per i medesimi reati e una condanna in primo grado, a Siena, per ostacolo alla vigilanza. Ciò che potrebbe profilarsi dunque è un secondo troncone di un’inchiesta già ben consolidata sotto il profilo istruttorio e documentale. Dal canto suo la banca ha comunicato in una nota che «l’indicazione di Viola e Profumo quali soggetti indagati, trae origine da un esposto effettuato da un azionista della banca che peraltro, in sede assembleare, aveva proposto l’azione di responsabilità nei confronti dei predetti soggetti, azione poi respinta con sostanziale unanimità di voti. - E prosegue la nota - A fronte della ricezione di un esposto la magistratura è tenuta all’apertura di un fascicolo. 

Inoltre, sui medesimi fatti la procura della Repubblica di Milano ha già avuto modo di sottolineare la proattività del nuovo management della Banca nel contribuire a far luce sulle responsabilità di coloro che hanno effettivamente dato vita a tali operazioni». Un atto dovuto, dunque, che potrebbe anche risolversi con una richiesta di archiviazione.

Ma chi sono i grandi oppositori della nuova gestione di Rocca Salimbeni che con i loro esposti hanno dato origine alla nuova inchiesta? Uno è Giuseppe Bivona, ingegnere, ex banchiere della City londinese e attualmente a capo di Bluebell partners, l’altro è un avvocato senese Paolo Emilio Falaschi. 

Bivona si è trovato ad agire indossando due distinte casacche: da una parte ha collaborato con il Codacons, il coordinamento dei comitati di difesa dei consumatori, e dall’altra ha agito come responsabile di un fondo internazionale di private equity il Bluebell. Né Bivona e la sua creatura Bluebell sono nuovi a iniziative di questo genere. 
Si tratta dei medesimi soggetti che hanno chiesto e ottenuto, insieme al fondo Amber Capital, la revisione da parte della Consob dei parametri di prezzo per l’Opa lanciata dal colosso giapponese Hitachi sulla Ansaldo Sts detenuta da Finmeccanica. 
Un’iniziativa che anche in questo caso, ha portato all’apertura di un’inchiesta della Procura milanese affidata al pm Adriano Scudieri.
Dal canto suo, Falaschi, è estensore di numerosi esposti sulla attuale gestione del Monte dei Paschi, dei quali l’ultimo, recentissimo, era indirizzato al Meccanismo di vigilanza unico Banca Centrale europea (l’organo di supervisione europeo) è datato 27 luglio. E a quanto risulta al Sole24ore sembra che una risposta sia già arrivata, il 10 agosto scorso, da Francoforte nella quale si richiede all’estensore ulteriore documentazione a supporto delle sue tesi.
Un agosto particolamente caldo come si vede, per ex e attuali amministratori del Monte. La scorsa settimana sempre da Siena, era giunta la notizia della notifica della chiusura delle indagini per associazione a delinquere transnazionale sulla cosiddetta «banda del 5%». Una pattuglia di manager del Monte, guidata dal’ex capo dell’area finanza della banca Gian Luca Baldassarri che avrebbe distratto milioni di euro dagli attivi della banca in operazioni dall’esito predeterminato.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-08-19/mps-indagati-profumo-e-viola-080503.shtml

venerdì 19 agosto 2016

Mps, indagati Viola e Profumo; per banca atto dovuto.


Mps, indagati Viola e Profumo; per banca atto dovuto

Si tratta dell'onda lunga di Alexandria e Santorini.


Roma, 18 ago. (askanews) - "Un atto dovuto": così Mps sulla vicenda che vede indagati per falso in bilancio e manipolazione del mercato l'Ad di Mps, Fabrizio Viola e l'ex presidente della banca Alessandro Profumo. Il fascicolo è stato trasferito per competenza territoriale da Siena a Milano.
L'oggetto dell'indagine - a quanto si apprende - è la non corretta rappresentazione contabile dei derivati Santorini e Alexandria.
I bilanci 2012, 2013 e 2014 approvati sotto la gestione Viola e Profumo rappresentavano le operazioni a "saldi aperti" e nel pro-forma ne veniva esplicitata la natura di Cds sintetici, anche nel restatement del bilancio 2011, seguendo le indicazioni della delibera Consob - Ivass - Bankitalia del marzo 2013.
La rappresentazione da saldi aperti a saldi chiusi è stata poi rivista su richiesta di Consob dopo che la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici Mps, Antonio Vigni e Giuseppe Mussari insieme ad altri manager Mps e delle controparti (Nomura e Deutsche Bank). Le accuse a vario titolo sono false comunicazioni sociali, aggiotaggio, falso in bilancio, falso in prospetto, ostacolo alle funzioni di vigilanza di Banca d'Italia e Consob. In questo caso sono comprese nel bouquet anche il prestito Fresh e l'operazione Chianti Classico. Le accuse di falso in bilancio riguardano gli esercizi dal 2008 e 2012, la prima ristrutturazione di Santorini fu nel 2008, quella ed unica di Alexandria nel 2009.
Per la Procura di Milano la rappresentazione delle ristrutturazioni di Alexandria e Santorini messa in piedi dal precedente management della Banca non era corretta in quanto si trattava di derivati (Cds sintetici) e non di long-term repo, e nei fatti era servita, sempre per la Procura milanese, che ha ripreso l'impianto della Procura di Siena, ad occultare le perdite legate alle ristrutturazioni dei due prodotti.
Paradossalmente, a causa dell'andamento favorevole del credit spread sottostante a Santorini (chiusa per transazione nel 2013) e Alexandria (chiusa per transazione per 2015), la non corretta rappresentazione delle due operazioni, nel caso della gestione Viola-Profumo, ha invece soprattutto sottostimato i benefici della corretta contabilizzazione. In particolare relativamente al bilancio 2015, dopo il restatement su indicazione di Consob, si è passati da una perdita di 111 milioni a un utile di 388 milioni nel conto economico consolidato, nei fatti un beneficio economico di 499 milioni. Nel caso del bilancio 2014 si è evidenziata una maggiore perdita di 58 milioni.
Nel 2014 e nel 2015 Mps ha effettuato due aumenti di capitale che non recepivano ancora il restatement dell'operazione "a saldi chiusi" chiesto da Consob con la delibera dell'11 dicembre 2015.
"L'indicazione del dottor Viola - spiega la Banca - e del dottor Profumo quali soggetti indagati, trae le proprie origini da un esposto effettuato da un azionista della banca che peraltro, in sede assembleare, aveva proposto l'azione di responsabilità nei confronti dei predetti soggetti, azione poi respinta con sostanziale unanimità di voti".
"A fronte della ricezione di un esposto/denuncia - spiegano sempre all'Istituto - la magistratura è tenuta all'apertura di un fascicolo in cui sono indicati taluni soggetti sottoposti ad indagine, si tratta di un atto dovuto cui la procura non può esimersi. Peraltro, sui medesimi fatti la procura di Milano ha già avuto modo di sottolineare la proattività del nuovo management della banca nel contribuire a far luce sulle responsabilità di coloro che hanno effettivamente dato vita a tali operazioni".
La procura di Milano ha ora 18 mesi di tempo per decidere se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio per Viola e Profumo.

http://www.askanews.it/regioni/toscana/mps-indagati-viola-e-profumo-per-banca-atto-dovuto_711881311.htm