sabato 3 agosto 2024

Nidi di uccelli tessitori.

 

Il fotografo Dillon Marsh ha documentato nella sua serie "Assimilazione" gli impressionanti nidi comunali che gli uccelli tessitori del deserto meridionale del Kalahari costruiscono sui pali telefonici a causa della carenza di alberi nella regione arida. Questi nidi, fatti di bastoni, erba e cotone, crescono col tempo e possono ospitare più di 100 uccelli e altre specie. Le strutture sono una testimonianza della natura sociale e della capacità architettonica di questi uccelli.

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𝗟❜𝗜𝗗𝗢𝗟𝗢 𝗗𝗔𝗟𝗟𝗘 𝟴 𝗙𝗔𝗖𝗖𝗘 𝗣𝗜𝗨❜ 𝗔𝗡𝗧𝗜𝗖𝗢 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗘 𝗣𝗜𝗥𝗔𝗠𝗜𝗗𝗜.

 

Al termine dell’ultima era glaciale, mentre i mammut pascolavano per le pianure e i leoni delle caverne vagavano in cerca di possibili prede, un gruppo di uomini in Siberia abbatterono un albero di larice e lo intagliarono, dandogli una forma antropomorfa. Non si sa ancora a quale uso fosse destinato questo idolo in legno, ma una ricerca dell’Università di Cambridge ha rivelato che avrebbe il doppio degli anni delle antiche Piramidi di Giza.
La statua lignea venne trovata nel 1894 da un gruppo di minatori, nella palude di #Shigir, in Russia, nei pressi di Kirovgrad, sepolta sotto 4 metri di torba. È da qui che la statua ha preso il nome di idolo di Shigir.
Rinvenuta in pezzi, nel 1914 le varie parti furono rimesse insieme, rivelando la sua impressionante altezza: ben 5,3 metri. La datazione iniziale al radiocarbonio non fu particolarmente precisa e i primi test si erano limitati a campionare solamente due sezioni della statua. I ricercatori, a distanza di 124 anni dal suo ritrovamento, hanno così deciso di riesaminarlo.
Non si è trattato di un lavoro semplice poiché la statua, nel corso degli anni, ha subito delle contaminazioni dovute ai tentativi di restauro. Durante la Rivoluzione Russa e la Seconda Guerra Mondiale, inoltre, diverse parti che la costituivano sono andate perdute. Gli studiosi quindi sono stati costretti a basarsi sulle illustrazioni nel 1914 realizzate dall’archeologo siberiano Vladimir Tolmachev. I ricercatori si sono avvalsi di una tecnica di datazione al radiocarbonio capace di “filtrare” le contaminazioni.
Grazie a questi esami si è potuto scoprire che l’idolo è stato realizzato partendo da un tronco di larice risalente a ben 11.600 anni fa. Il legno sarebbe stato lavorato con scalpelli e asce in pietra levigata e legno. Ai quei tempi gli uomini erano organizzati in comunità di raccoglitori e cacciatori e cercavano di sopravvivere a degli importanti cambiamenti climatici. L’era dell’ultima glaciazione stava ormai volgendo al termine e grandi foreste iniziavano a popolare le ampie distese sino ad allora conosciute.
Uno degli autori dello studio Mikahil Zhilin, ricercatore dell’Accademia di Scienze di Mosca, ha supposto che l’idolo e le varie figure incise sul larice siano la rappresentazione di demoni e spiriti che gli uomini del tempo credevano abitassero in quelle foreste sconosciute
La scultura è composta da un’enorme testa sferica, una base circolare ed un corpo piatto. L’intera figura è ricoperta di incisioni, zig zag e linee, e otto volti antropomorfi. Il manufatto si è conservato perfettamente per oltre 11 mila anni prima del ritrovamento grazie alle proprietà antibatteriche della torba, che lo hanno salvato dalla decomposizione.
Secondo i ricercatori, per lo stile e le immagini rappresentate è molto simile ad altre sculture risalenti alla stessa epoca situate a oltre 2.500 chilometri di distanza, nel sito archeologico turco di Göbekli Tepe. In questa zona sono state rinvenute delle sculture antropomorfe alte più di 4 metri. L’unico aspetto che differenzia queste opere dall’idolo di Shigir è il tipo di materiale, in questo caso lastre di pietra.
Le somiglianze fra queste opere fanno supporre che tale forma d’arte, ossia la riproduzione di enormi sculture simboliche, presumibilmente ritualistiche, è sorta in più centri nello stesso periodo durante la fine dell’ultima era glaciale. Non è ancora chiaro dove sia nata questa “corrente” artistica o religiosa, ma fa sorgere degli intriganti interrogativi sulla nostra cultura e le nostre origini.