Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 2 ottobre 2013
Albert Einstein
Non esistono grandi scoperte né reale progresso finché sulla terra esiste un bambino infelice.
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Palermo, l’ex sindaco Cammarata passa all’Agenzia dei beni confiscati alla mafia. - Giuseppe Pipitone
Di tornare a fare il suo mestiere non ne ha evidentemente voglia. Sarà per questo che Diego Cammarata, fino al gennaio del 2012 sindaco pidiellino di Palermo, sta cercando in qualche modo di sottrarsi alla monotonia della sua professione originaria: dopo dieci passati con la fascia di primo cittadino in spalla, tornare a fare il docente di diritto in una scuola superiore non deve essere proprio il massimo. L’ex sindaco meno amato d’Italia – come fu definito dati alla mano dalla speciale classifica del Sole 24 Ore – ha quindi preso carta e penna per chiedere di essere trasferito come dipendente pubblico a un altro ufficio: l’Agenzia per i Beni confiscati alle associazioni criminali.
L’ente è stato istituito nel 2010 per gestire le migliaia di immobili che vengono confiscati ogni anno alle mafie, e per cercare di restituirli alla collettività. L’ex sindaco prenderà servizio il 3 ottobre, evitando quindi di doversi recare in aula ogni giorno per fare lezione: al contrario si entrerà nella sede dell’ente in via Vann’Antò a Palermo, per coadiuvare il prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’agenzia. Una nuova occupazione quella di Cammarata che però non è stata per nulla digerita da molti. In prima linea il consigliere comunale Alberto Mangano, fedelissimo di Leoluca Orlando che ha seguito nel nuovo Movimento 139. “E’ l’ennesima umiliazione che il governo nazionale ci sta facendo subire – attacca il consigliere comunale – mentre il sindaco Orlando auspicava che l’agenzia adottasse misure più snelle per utilizzare i beni confiscati ai mafiosi e destinarli a fini sociali, adesso con la riapparizione dell’ex sindaco invisibile, tutto si complicherà ulteriormente”.
La definizione di “sindaco invisibile” fu coniata anni fa dal vignettista satirico Allegra, che raffigurava l’ex primo cittadino soltanto con un bicchiere di vino e una racchetta sospesi nel vuoto, a testimoniare la latitanza del primo cittadino dall’amministrazione attiva della città. Polemici anche gli esponenti palermitani del Movimento Cinque Stelle: “Questo governo di larghe intese – dice il deputato Riccardo Nuti – dimostra giornalmente che non c’è possibilità di lavorare per il bene comune. Nominare in un settore così delicato, sensibile ed importante una persona che ha distrutto per anni una città unica come Palermo dimostra che non c’è volontà di cambiare rotta”.
Ad accogliere la domanda di trasferimento di Cammarata è stato il direttore Caruso in persona. Che difende la bontà della sua scelta. “Ho accolto la domanda di Cammarata – ha detto – come avrei fatto per qualsiasi dipendente della pubblica amministrazione. Siamo in grave carenza di organico, come ho detto più volte. Qui nessuno vuole venire perché non ci sono incentivi economici o di carriera, quindi la domanda di Cammarata è stata ben accetta. Inoltre, tutti gli oneri sono a carico dell’amministrazione di provenienza, quindi per noi è un’operazione a costo zero”.
L’Agenzia per i beni confiscati ha in questo momento soltanto trenta dipendenti, a fronte di migliaia di immobili da gestire. Cammarata però non è esattamente un qualsiasi dipendente della pubblica amministrazione. Se non altro perché nell’aprile è stato condannato in primo grado a tre anni di reclusione per abuso d’ufficio e falso: un dipendente di una società comunale invece di recarsi al lavoro, gestiva la barca dello stesso Cammarata, in quel momento ancora sindaco. Dopo essersi dimesso da primo cittadino, l’esponente del Pdl provò già una volta a evitare il ritorno tra i banchi di scuola: venne infatti nominato consulente del Senato per la redazione di un disegno di legge sulla spending review.
“Può un ex primo cittadino commissariato per aver portato al dissesto finanziario la sua città essere chiamato come consulente al Senato per un disegno di legge sui tagli di spesa negli enti locali?” si chiese l’allora senatore dell’Idv Fabio Giambrone. Cammarata rispose pochi giorni dopo rinunciando all’incarico di consulente di Palazzo Madama. Un anno dopo ci riprova: questa volta occupandosi di antimafia. L’importante e non tornare tra cattedre e studenti.
Twitter:@pipitone87
Ecomobilità, consorzio di imprenditori sardi produrrà l’auto ad aria compressa. - Elena Ciccarello
Sarà prodotta in Sardegna, e precisamente a Bolotana (Nuoro), l’auto ad aria compressa ideata dall’ingegnere francese Cyril Guy Nègre. Si chiama AirPod e promette di percorrere 100 km con un euro ed emissioni zero. La produrrà per la prima volta in Europa un consorzio di imprenditori sardi, riuniti sotto l’insegna Air Mobility Consortium, che hanno acquistato la licenza dalla MDI, la compagnia fondata da Nègre con sede in Lussemburgo. Stando alle prime dichiarazioni la produzione impiegherà inizialmente circa 30 operai.
L’auto, definita dai suoi costruttori come la soluzione ecologica alla crisi, per i suoi ridottissimi consumi, è stata presentata al salone di Ginevra nel 2009. E’ un’auto leggerissima, costruita attorno ad un telaio in fibra di vetro, che si ricarica in pochi minuti (a differenza delle ore necessarie per una macchina elettrica) e si guida con un joystick. Ha emissioni molto limitate o pari a zero e una velocità massima di 80 Km/h. Prezzi contenuti (tra i 6mila e i 7mila euro) e un’autonomia di 120 km in modalità mono energy, ossia solo con aria compressa, e di 300 km con il motore dual energy, ossia con il riscaldamento dell’aria. A Cagliari l’hanno vista per la prima volta nel 2012, in anteprima nazionale, con la partecipazione del presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu e di Piergiorgio Massida, presidente dell’autorità portuale di Cagliari ed ex senatore Pdl, che sono tra i sostenitori dell’iniziativa industriale.
La storia della AirPod arriva da lontano ed è costellata da grandi entusiasmi come da clamorosi flop. Guy Nègre ha iniziato a parlare di auto ad aria compressa già negli anni Novanta, ma la produzione di modelli da mettere in commercio, più volte annunciata, è stata più volte rimandata. C’è un precedente. Nel 2001 Nègre presentò al Motorshow di Bologna “Eolo”, una vettura ad aria compressa che prometteva di rivoluzionare la circolazione cittadina ma che, nonostante gli entusiasmi e i primi investimenti industriali, non venne mai prodotta. La tecnologia ad aria compressa presenta infatti diversi problemi, come la creazione di ghiaccio all’interno del motore, conseguenza dell’acqua contenuta nell’aria. E altri sono legati alla sicurezza, alla resa e al confort complessivo. Eppure l’idea resta interessante, al punto che nel 2007 il colosso Tata Motor ha comprato dalla MDI l’esclusiva per l’utilizzo di questa tecnologia in India. L’ingegnere adesso ci riprova, in Europa, a partire dalla Sardegna.
foto da www.autonews.fr
Piemonte, al via la commissione antimafia. Con 33 consiglieri indagati. - Andrea Giambartolomei
I componenti sono consiglieri regionali e quasi tutti sono sotto inchiesta per lo scandalo dei rimborsi ai partiti. A spingere per la creazione di questo organismo era stato il consigliere Pd Boeti, ex sindaco di Rivoli citato nell'indagine Minotauro per i contatti con un presunto boss della 'ndrangheta.
Deve promuovere la “cultura della legalità”, ma a farne parte ci sono molti indagati per reati contro la pubblica amministrazione. Ha cominciato la sua attività la Commissione antimafia della Regione Piemonte, approvata con un voto unanime a luglio. I suoi componenti sono 39 consiglieri regionali, molti dei quali sono sotto inchiesta per lo scandalo dei rimborsi ai gruppi politici. Solo sei sono gli eletti non coinvolti nell’indagine: c’era una chance per eleggere alla presidenza della commissione tre non indagati, eppure il consiglio regionale piemontese è stato capace di mancarla.
Il vertice A presiederla è Andrea Buquicchio (Idv), a cui i pm Giancarlo Avenati Bassi, Andrea Beconi, Enrica Gabetta contestano spese per 55mila euro. Accanto a lui siederanno due vice, Daniele Cantore (Pdl) e Andrea Stara (Insieme per Bresso). Al primo i magistrati contestano rimborsi per 27mila euro, tra cui 12mila euro di ristoranti e 6mila per acquisti di lusso come tre cravatte di Marinella più orologi e set da scrivania acquistati in gioiellerie. Stara, facendo parte di un gruppo composto da un solo rappresentante (se stesso), è stato uno dei primi a ricevere l’avviso di garanzia dalla Procura di Torino per rimborsi da 57mila euro, tra cui gli acquisti di un tosaerba da 4mila euro, di una sega circolare e di un frigorifero.
I componenti Presidente e vicepresidenti sono in buona compagnia. Tutti i consiglieri del Pdl (ora scisso in tre gruppi, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Progett’azione) sono indagati per essersi spartiti 760mila euro circa. Tutti i consiglieri della Lega Nord – tranne Claudio Sacchetto, poi diventato assessore, ma incluso Roberto Cota – sono indagati per aver ottenuto 289mila e 500 euro. E così via anche i gruppi consiliari di minoranza (Udc, Pd, Idv, Sel, FdS, M5S e altri del misto). A salvarsi sono ben pochi e fanno tutti parte della commissione antimafia. C’è Sara Franchino, subentrata al posto di Michele Giovine (il consigliere dei Pensionati sospeso per la condanna relative alle firme false, pure lui indagato per rimborsi da 120mila euro) e cinque consiglieri del Pd: Mauro Laus, Gianni Oliva, Gianna Pentenero, Roberto Placido e Elio Rostagno.
Le attivitàLa commissione antimafia del consiglio regionale dovrà proporre norme per contrastare l’espansione delle mafie in Piemonte, soprattutto nell’attività pubblica. Nella sua attività la commissione antimafia dovrà anche interagire e cooperare con i magistrati, coi quali alcuni dei consiglieri indagati non hanno affatto collaborato nell’ambito dell’indagine sui rimborsi gonfiati: in tanti al momento dell’interrogatorio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Nella nota del Consiglio regionale si legge pure che i consiglieri dovranno monitorare “gli eventi di infiltrazione criminosa segnalati dalle autorità competenti”. Compito difficile per alcuni politici che per anni non hanno visto le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico e amministrativo della loro regione.
A spingere per la creazione di questo organismo era stato il consigliere Pd Nino Boeti, ex sindaco di Rivoli citato nell’ordinanza di custodia cautelare dell’indagine Minotauro per i contatti con il presunto boss della ‘ndrangheta Salvatore De Masi. L’aveva proposta a luglio, dopo la dura requisitoria con cui il procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli aveva criticato il comportamento dei politici a contatto con persone poco raccomandabili.
Diabete: Eliminarlo in Tre Giorni è Possibile, Ecco Come.
La notizia sembra assurda ma pare funzionare. Per invertire in pochi giorni i sintomi del diabete di tipo 2, una coppia di inglesi, avrebbero escogitato un programma di disintossicazione a base di succhi di verdura, acqua e ginnastica soft.
Andrew e Carol West, proprietari di una clinica in Spagna, ritengono che il diabete di tipo 2 può essere eliminato con una depurazione.
Il diabete mellito di tipo 2 (chiamato anche diabete mellito non insulino-dipendente, NIDDM) è una malattia metabolica caratterizzata da una glicemia molto alta in un contesto di insulino-resistenza e insulino-deficienza relativa. Mentre nel diabete mellito di tipo 1 l’insulina è completamente assente a causa della distruzione delle Isole di Langerhans del pancreas. (cit. Wikipedia)
Per curare il diabete di tipo 2 è suggerita una dieta e della ginnastica, ma pare che questa coppia abbia elaborato una vera e propria ricetta anti-diabete.
Carol, 46 anni, era un infermiera e ha avuto anche lei problemi di stomaco.
Partendo dalla loro esperienza, sette anni fa erano sovrappeso e in un cattivo stato di salute, hanno cominciato a bere un succo di verdura ogni mattina, a colazione, e dopo un mese avevano avuto già notevoli miglioramenti e avevano perso anche peso. Da qui l’idea di avviare la clinica Obsidian Health Retreat presso casa loro per offrire questo “pacchetto benessere” a chi ne avesse avuto bisogno.
Il ciclo di disintossicazione dura dai tre a cinque giorni, con succhi di verdura e frutta ogni mattina e tre sessioni terapeutiche insieme a Carol.
Il marito di Carol, Andrew, spiega: «La ricerca ha dimostrato che se chi soffre di diabete cambia la propria dieta, nel giro di pochi giorni si osserverà un notevole ribasso dei livelli di zucchero nel sangue. Avevamo dei sospetti su questo in un primo momento, fino a quando però abbiamo visto i risultati. Anche le persone con pressione alta e problemi articolari possono ottenere grandi risultati entro una settimana».
[Fonte Express.co.uk]
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