martedì 6 giugno 2023

Ricapitolando. - Giuseppe Salamone

 

Ricapitolando secondo le direttive di Zelensky e della propaganda occidentale: i Russi fino ad adesso hanno bombardato i propri gasdotti, fatto saltare il ponte in Crimea, lanciato missili in Polonia, bombardato una centrale nucleare da loro controllata, bombardato il Cremlino con droni e ucciso Dugina e Tatarsky (blogger che sosteneva la Russia).

Dopo aver sostenuto a spada tratta tutte queste storielle poi rivelatesi bufale della propaganda, ecco che spostano l'attenzione su un altro tema trattandolo allo stesso modo di tutti quelli precedenti. Secondo la narrazione Atlantista, la Russia è responsabile per la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovskaya e di aver fatto saltare in aria la diga. Diga sotto il loro controllo e di rilevante importanza strategica per Mosca.

Ora nessuno ha certezze su chi sia stato, ma come sempre, per tenere la vicenda sotto controllo e affrontarla in modo razionale, dobbiamo ricorrere al più classico dei quesiti: cui prodest? Intanto bisogna segnalare che l'allagamento andrà a colpire soprattutto la zona sinistra del fiume Dnepr, zona dove staziona l'esercito Russo mentre i danni nella riva destra, zona controllata dall'esercito Ucraino, saranno sensibilmente minori quasi ininfluenti ai fini militari. A fronte di tutto ciò, sarà difficilissimo se non impossibile per i Russi tenere le regioni di Kherson e Zaporozhye.

Inoltre questa diga garantiva il raffreddamento della centrale nucleare di Zaporozhye controllata dai Russi e l'approvvigionamento idrico della Crimea. Per quanto riguarda la Crimea, c'è da dire che circa un anno fa, hanno iniziato ad accumulare riserve di acque dolci proprio per far fronte ad attacchi terroristici di questo genere. Per concludere voglio citare altre due cose, la prima riguarda il richiamo dell'attenzione sul regime di Kiev: a Zelensky serviva un qualcosa che facesse riparlare tutto il mondo di lui per giustificare la sua richiesta di armi e soldi e distogliere lo sguardo da una controffensiva fallita sul nascere, che non esiste e che è pura propaganda. Questa vicenda serve anche all'occidente per giustificare altre sanzioni visto che è quasi pronto l'undicesimo pacchetto.

Infine concludo con le parole di Vasily Nebenzya, rappresentante permanente Russo presso le Nazioni Unite: "Gli ucraini stanno mirando a colpire specificamente la diga di Kakhovka per romperla e causare così un aumento del livello dell'acqua, che porterà all'allagamento dei territori adiacenti. In questo scenario, migliaia di civili potrebbero morire e migliaia di abitazioni potrebbero essere danneggiate". Era il 2022 quando ha denunciato tutto questo all'ONU. Cosa hanno fatto le Nazioni Unite? Nulla!

Inoltre, nell'ottobre del 2022, la Russia ha anche inviato una lettera al Segretario Generale dell'ONU dove lanciava l'appello per prevenire un disastro alla centrale idroelettrica di Kakhovka, che avrebbe potuto causare morti, danni alla popolazione e al territorio. Cosa ha fatto il Segretario Generale dell'ONU ? Nulla! Ora ditemi pure che mi paga il Cremlino, ma i fatti restano fatti e sono questi, e la domanda a cui rispondere rimane sempre e solo una:
CUI PRODEST?

T.me/GiuseppeSalamone
Giuseppe Salamone

https://www.facebook.com/photo/?fbid=6149446338436374&set=a.700936109954118

Il Lago di Natron. -

 

“ Il Lago di Natron, famoso per il suo colore rosso scuro e per la capacità di pietrificare gli animali che lo toccano.”

Luogo dove la realtà supera la finzione. Una finzione terrificante, perché il lago avvelena ogni animale che lo tocchi, fino a trasformarlo in una statua di calce.
Sopravvivono alcune alghe da cui deriva il colore e i fenicotteri.

Il Natron è l’ingrediente segreto: un sale “portentoso” che già nell’antico Egitto veniva impiegato durante i processi di imbalsamazione, per le sue proprietà di assorbimento dell’acqua. Il Natron infatti impedisce la decomposizione, facendo sì che gli animali che entrano in contatto con le acque del lago sembrino trasformati in statue.

Il lago si trova nel nord della Tanzania, ai piedi del vulcano Ol Doinyo Lengai.

https://www.facebook.com/photo?fbid=9388896871152143&set=gm.1355159285067120&idorvanity=515208542395536