domenica 23 gennaio 2022

Elisabetta Belloni, chi è? Orientamento politico, stipendio, vita privata, marito e figli. - Domenico Iovane

 

Elisabetta Belloni, chi è: una figura che è nata e cresciuta nel campo della diplomazia italiana ed internazionale. Ufficialmente fuori da ogni contesto e posizione politica, si definisce “orgogliosa di non avere nessuna matrice politica”. Il suo nome è uscito in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica 2022.

Elisabetta Belloni: orientamento politico.

Ufficialmente Elisabetta Belloni non fa parte di un partito politico specifico. Ha avuto ruoli istituzionali con governi sia di destra sia di sinistra. Viene considerato come un profilo politico “indipendente”. La sua carriera politica, istituzionale e diplomatica è sempre stata neutrale.

Dunque, il suo è un orientamento politico che è da considerarsi da “tecnico”, perché Belloni ha sempre rifiutato di esternare appartenenze o preferenze politiche. In un’intervista del marzo 2007 disse: “Io sono orgogliosa di non avere nessuna matrice politica. Qui ci sono colleghi di destra, colleghi di sinistra e alcuni definiti istituzionali. Io sono molto orgogliosa di definirmi istituzionale”.

Elisabetta Belloni: stipendio.

In campo diplomatico, il primo livello della carriera, segretario di legazione, assicura uno stipendio di 62 mila euro l’anno, 5 mila lordi al mese. Ne beneficiano già in 328. Al livello seguente, quella di caposezione (in servizio ce ne sono 161), la busta paga sale a 81 mila. Per i 264 consiglieri d’ambasciata l’ingaggio arriva a 174 mila euro, mentre per i 207 ministri plenipotenziari lievita fino a 240 mila, tetto che ufficialmente vale anche per i 25 ambasciatori e per il segretario generale Elisabetta Belloni.

Elisabetta Belloni: vita privata.

Elisabetta Belloni è nata Roma, (1 settembre 1958 ). Ricopre il ruolo di segretaria generale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dal 5 maggio 2016.  Ha una laurea in scienze politiche alla Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (Luiss) di Roma nel 1982.

Nel suo curriculum si legge che parla quattro lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco) e tra le onorificenze ha ricevuto anche la Legion d’onore in Francia.

La sua carriera professionale è iniziata come diplomatica nel 1985. Ha ricoperto incarichi nelle ambasciate italiane e nelle rappresentanze permanenti a Vienna e a Bratislava, oltre che presso le direzioni generali del Ministero degli Affari Esteri. Dal novembre 2004 al giugno 2008 ha diretto l’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri. Nel febbraio 2014 è stata promossa ambasciatrice di grado e, dal giugno 2015, ha ricoperto la carica di Capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Nell’aprile 2016 viene nominata Segretaria Generale del Ministero degli Affari Esteri ed entra in carica il 5 maggio.

Nel maggio del 2021, è stata nominata da Draghi  capo dei servizi segreti del paese, la prima donna a ricoprire questo ruolo nella storia dei servizi segreti italiani.

Belloni: marito e figli.

Elisabetta Belloni è stata sposata con Giorgio Giacomelli, che però è morto nel febbraio 2017. Non ci sono informazioni pubbliche riguardo possibili figli. Sulla figura del marito si sa che Giacomelli era un ambasciatore di origini padovane, con oltre 30 anni di mandati diplomatici di alto profilo e ha anche prestato servizio in territori come la Siria e la Somalia. Nel corso della sua carriera, è stato responsabile dell’Agenzia palestinese per i rifugiati ed è stato direttore generale del Dipartimento per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri.

https://www.lanotiziagiornale.it/elisabetta-belloni-chi-e-orientamento-politico-stipendio-vita-privata-marito-e-figli/

Quirinale, Berlusconi si arrende. Ma non rinuncia all’ultima balla: “Ho i numeri per essere eletto, passo indietro per responsabilità nazionale”.

 

Il leader di Forza Italia non va a Roma e resta a Milano, vede i suoi ministri, poi diserta il vertice del centrodestra e invia una nota per spiegare il passo indietro nella corsa al Colle, nonostante - giura - avesse "verificato l’esistenza di numeri sufficienti per l’elezione". Quindi, consapevole di aver probabilmente sbloccato l'impasse, avanza i suoi veti. Il primo: Draghi deve rimanere a Palazzo Chigi.

Aveva i voti ma ha preferito farsi da parte. Silvio Berlusconi dice di essersi ritirato dalla corsa alla presidenza della Repubblica, nonostante avesse “verificato l’esistenza di numeri sufficienti per l’elezione”. Non è una battuta ma è quello che sostiene il leader di Forza Italia nella nota inviata al vertice del centrodestra. Ovviamente non potrà mai esserci la controprova, visto che l’uomo di Arcore ha deciso di arrendersi. Ma è abbastanza improbabile che, dopo mesi di trattative, Berlusconi abbia rinunciato al sogno del Colle pur avendo i voti. E invece alla fine ha dovuto gettare la spugna. Lo fa nel tardo pomeriggio di una giornata segnata dalla decisione di non recarsi a Roma, proprio per il vertice del centrodestra. Una riunione, quella con Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che è stata rinviata di tre ore, visto che nel frattempo Berlusconi ha visto i ministri di Forza Italia. Nessuno, dicono i berlusconiani, gli ha chiesto di ritirarsi. Ma qualcuno ha fatto notare che i numeri per l’elezione al Colle non c’erano. Ecco perché Berlusconi si è arreso: al vertice del centrodestra – pure quello via Zoom – non si è fatto vedere. Ha inviato la fida Licia Ronzulli, con una nota in cui esplicita il passo indietro: si ritira anche se – giura – aveva i voti.

Un documento, quello del leader di Forza Italia, in cui Berlusconi torna a vestire i panni del padre della patria. “Dopo innumerevoli incontri con parlamentari e delegati regionali, anche e soprattutto appartenenti a schieramenti diversi della coalizione di centro-destra, ho verificato l’esistenza di numeri sufficienti per l’elezione“, sostiene l’ex premier che si dice “onorato e commosso: la Presidenza della Repubblica è la più Alta carica delle nostre istituzioni, rappresenta l’Unità della Nazione, del Paese che amo e al servizio del quale mi sono posto da trent’anni, con tutte le mie energie, le mie capacità, le mie competenze”. Tuttavia, sostiene di essersi tirato indietro a seguito di una riflessione compiuta “ponendo sempre l’interesse collettivo al di sopra di qualsiasi considerazione personale” e compiendo “un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica”. Un’affermazione che pronunciata dal padre di tante leggi ad personam e ad aziendam rischia di provocare qualche sorriso.

Perché dunque Berlusconi si tira indietro? Per evitare, sostiene lui, che sul suo nome “si consumino polemiche o lacerazioni che non trovano giustificazioni che oggi la Nazione non può permettersi”. Insomma: che la sua candidatura fosse altamente divisiva lo sapeva anche lui. Col suo passo indietro Berlusconi fa un piacere a Matteo Salvini, che ora può provare a vestirsi da kingmaker. E infatti, subito dopo il vertice, il capo della Lega comincia a telefonare agli altri leader e fa sapere – ancora una volta – di essere a lavoro per una “rosa di nomi”. Poi parlano pure Giuseppe Conte ed Enrico Letta: adesso, è il senso degli interventi di entrambi, si può cominciare il confronto per un candidato condiviso. Insomma: il passo indietro di Berlusconi sembra aver sbloccato l’impasse. Il diretto interessato ne è consapevole e infatti avanza subito i suoi veti. Il primo: Mario Draghi non deve andare al Colle ma deve restare a Palazzo Chigi per evitare di tornare alle urne. “Considero necessario che il governo Draghi completi la sua opera fino alla fine della legislatura per dare attuazione al Pnrr, proseguendo il processo riformatore indispensabile che riguarda il fisco, la giustizia, la burocrazia”, scrive nella sua nota Berlusconi, facendo infuriare Fratelli d’Italia. Anche il partito di Giorgia Meloni è contrario a Draghi al Colle, ma – come è noto – non lo vuole neanche a Palazzo Chigi.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/01/22/quirinale-berlusconi-si-arrende-ma-non-rinuncia-allultima-balla-ho-i-numeri-per-essere-eletto-passo-indietro-per-responsabilita-nazionale/6465246/#

Finalmente potremo dire che una cosa buona, durante l'arco della sua vita da parlamentare, l'ha fatta! Come? Ritirando la propria candidatura alla presidenza della Repubblica....

Pericolo scampato per i cittadini italiani che hanno a cuore la dignità di essere italiani!
cetta