martedì 11 maggio 2010

Chernobyl

VOGHERA 11/05/2010: Niente rimborsi per i Consiglieri a 5 Stelle Rubiconto e Marfi




VOGHERA - I consiglieri comunali del movimento Voghera Cinque Stelle, Antonio Marfi e Francesco Rubiconto, rinunciano volontariamente a qualsiasi pagamento o rimborso per l’impegno di consigliere comunale. I due consiglieri “grillini” hanno comunicato la loro intenzione al sindaco e al resto del consiglio con una lettera che qui riproduciamo.(...)


“Egregio Sindaco,

nei giorni scorsi abbiamo ricevuto dagli uffici del comune di Voghera i modelli nei quali indicare le nostre coordinate bancarie affinché l’amministrazione contabile potesse versare sul nostro conto gli emolumenti o le indennità di funzioni particolari svolte dai consiglieri del Movimento Voghera Cinque Stelle.

Quando abbiamo deciso di candidarci alle ultime elezioni comunali abbiamo affermato in tutti gli incontri pubblici che la politica è un servizio reso ai cittadini e non un investimento per arricchirsi o per far carriera all’interno di una casta politica (destra, sinistra e centro) che è attenta esclusivamente a definire prioritariamente i propri privilegi ritenuti ormai dai cittadini insopportabili da accettare.

Nel pieno di una crisi economica devastante che vede ogni giorno aziende chiudere, operai in cassa integrazione, quando sono fortunati, imprenditori seri suicidarsi per la vergogna di non poter pagare i propri dipendenti, famiglie in difficoltà economiche gravissime e attività commerciali anche storiche che sono costrette ad chiudere i battenti, assistiamo all’applicazione del “federalismo fiscale” leghista che consente di pagare ai Dirigenti locali aumenti che per i Dirigenti Statali sono bloccati da anni. Quando il federalismo troverà piena applicazione le spese che i contribuenti dovranno pagare saranno quadruplicate anche perché ci saranno da retribuire i costi della politica non solo romana, ma anche e soprattutto locale (con la Lega Nord in cerca di poltrone nelle banche fin d’ora).

Pertanto, in ragione di queste considerazioni e in coerenza con i nostri principi, comunichiamo la nostra rinuncia a percepire qualsiasi retribuzione (gettoni di presenza ai consigli comunali e alle commissioni consiliari, ecc.) e la invitiamo a costituire un fondo di solidarietà nel quale saranno versate tutte le nostre spettanze che, a conclusione di ogni anno, saranno restituite ai cittadini vogheresi in difficoltà secondo le indicazioni che noi daremo di volta in volta.

Per quanto riguarda le indennità di trasferta spettanti al Consigliere comunale Dott. Francesco Rubiconto, che non risiede in Voghera, si precisa che lo stesso rinuncia anche a queste ultime poiché i costi di “una scelta personale d’amore” nei confronti della città di Voghera non debbano ricadere sui contribuenti.

Noi siamo onorati della fiducia che i cittadini vogheresi hanno voluto esprimerci, e ci basta lottare con loro e per loro, senza guadagnarci niente, cercando solo di migliorare questa nostra stupenda città e sperando di essere d’esempio alle nuove generazioni di giovani”.



GENETICAMENTE MODIFICATO


DI LAYLA ANWAR
arabwomanblues.blogspot.com

Qualche anno fa, ho conosciuto una donna occidentale... Lei non era esattamente una mia amica, era più una conoscente, amica di miei buoni amici. Comunque, questa donna che io chiamerò Marion, era sposata da poco e con suo marito avevano intenzione di avere dei figli.

Quando Marion rimase incinta, dopo un'attenta pianificazione, dato che agli occidentali piace pianificare qualsiasi cosa fino all'ultimo centesimo, lei ebbe tutte le cure di cui aveva bisogno. Test, ultrasuoni eccetera eccetera... e durante questi primi quattro mesi di gravidanza fece anche l'esame per disgnosticare possibili malformazioni al feto (amniocentesi).

Marion fu distrutta dalla notizia che le diede il suo medico: il suo bambino soffriva di una qualche malformazione genetica e lei avrebbe dovuto sottoporsi ad un aborto terapeutico. Marion subito dopo cadde in un periodo di profonda depressione anche se il medicò le assicurò che in futuro avrebbe comunque potuto avere altri figli; lei era nel panico al solo pensiero di poter restare ancora incinta e il suo matrimonio naufragò, concludendosi con un divorzio...

Durante questo difficile periodo, famiglia e amici le diedero tutto il supporto morale possibile... Tutti le dimostravano solidarietà, a lei che aveva perso il feto di quattro mesi, empaticamente imprevedibile, era diventata capricciosa, viziata e interminabili sedute con psichiatri specializzati cercavano di aiutarla al meglio a superare il suo dolore...

Certo è una scommessa... una grande scommessa... Ma - tutti si chiederanno - come può il caso della natura giocare un così brutto scherzo a Marion... e io ho visto le teste accennare al diniego di questa crudeltà... e ho ascoltato esclamazioni di terrificata indignazione per una gravidanza finita male.

Io credo, che sì, è una cosa triste ma non è la fine del mondo. Lei è stata fortunata a poterlo scoprire a metà gravidanza e non al momento del parto, è una ragazza giovane ed in buona salute, ha la possibilità di usufruire del servizio sanitario, vive in un ambiente salutare, segue una alimentazione corretta, ha chi la aiuta e può restare ancora incinta... Secondo il mio punto di vista questo è stato un problema sopravvalutato... ma gli occidentali hanno molto a cuore la vita e la salute dei propri figli e hanno il diritto di avere tutto nelle migliori condizioni possibili...

Passano gli anni e io non so cosa sia successo alla povera Marion, forse è rimasta di nuovo incinta oppure non ha ancora superato il fatto di aver dovuto abortire a causa di errore della natura... ma, d'altra parte, quello che so io è che centinaia di madri irachene è stato chiesto di non avere figli in nessun caso...

L'ultima notizia che ho ricevuto, non ufficiale, è che a Basra i dottori consigliano le donne di non restare incinta per i prossimi 25 anni. Basra è stata un'enclave del governo shiita, nessuno oserebbe dare pubblicamente questa notizia che è cricolata in segreto tra le giovani spose...

A Falluja invece è ufficiale - le donne sono pubblicamente avvertite di non restare incinte e il numero di anni non è nemmeno indicato - ma, certo, si parla di un lungo, lungo periodo...

La ragione di questa dissuasione di gravidanze riguarda il fatto che l'Occidente, che ha tanto a cuore i propri figlioletti, non ha assolutamente nessuno scrupolo a riversare tonnellate di prodotti chimici letali sottoforma di armi di distruzione di massa sulle popolazioni di Basra e Falluja - per dirne una, armi chimiche come l'uranio impoverito o il fosforo causano l'aumento di cancro tra i bambini e producono le più mostruose malformazioni - prodotti geneticamente modificati dalla "Libertà e democrazia"...



Le madri di Falluja e Basra non hanno certo il lusso di una qualsiasi Marion... e i loro piccoli Frankenstin non sono il prodotto di sfortunati eventi naturali, no. I loro figli sono stati programmati e concepiti a Whasington DC e al 10 di Downing street. Sono il frutto dell'occidente, del loro sforzo e dei nostri spasimi.

Nessuno copre di attenzioni le madri irachene e neppure da loro un aiuto dorato o il proprio conforto come a Marion, possono solo sdraiarsi nelle sale parto, sempre che ce ne siano e partorire un mostro dopo l'altro, made in USA o UK.

Ma, vedete, forse c'è un'altra cosa che vi sfugge, questi bambini-mostro, questi bambini deformati - non dalla natura ma dalla vostra "civiltà"- sono solo il riflesso delle vostre mostruosità, in se stessi quei bambini sono belli mentre voi siete solo pieni di odio.

Layla Anwar
Fonte: http://arabwomanblues.blogspot.com/
Link: http://arabwomanblues.blogspot.com/2010/05/genetically-modified.html
6.05.2010

Traduzione a cura di RAFFAELLA COLOMBI

In aggiunta leggere:http://www.uruknet.info/?p=m65674&hd=&size=1&l=e


La Protezione civile non paga: 136 operai senza stipendio - Ivana Gherbaz


11 maggio 2010
Terremoto, un'impresa edile trentina ha costruito due lotti a L'Aquila: aspettano 14 milioni di euro

La Protezione civile non paga e a rischiare il posto di lavoro sono i dipendenti della
Cosbau di Mezzocorona a Trento. La Cosbau è una delle sedici imprese edili che si sono aggiudicate la gara d'appalto per la ricostruzione in Abruzzo. Il famoso piano C.a.s.e., approvato in tempo record dal governo e affidato alle mani sapienti della Protezione civile. Assieme alla Damiani Legnami di Bressanone e la Perini di Trento, la Cosbau ha realizzato due dei trenta lotti previsti dalla gara, per un costo totale di 25,65 milioni di euro. Dodici edifici di tre piani che fanno 288 appartamenti consegnati in pochi mesi. Le tempistiche imposte dalla gara d'appalto erano a dir poco impegnative: 80 giorni per ogni appartamento con un ritmo di 1,5 appartamenti al giorno.

Così il presidente del Consiglio si è fatto la sua bella figura il 29 settembre, il giorno del suo compleanno, quando si è presentato in Abruzzo per consegnare le prime case. Una pessima figura l'ha fatta però la Protezione civile, perché la
Cosbau dei 25,65 milioni di euro ne ha visti solo 12. Ora quel buco di quasi 14 milioni di euro sta mettendo in seria difficoltà l'impresa che non riesce a pagare gli stipendi dei suoi dipendenti, ma nemmeno tutti gli altri fornitori coinvolti nel progetto. E mentre i 136 dipendenti sono senza stipendio, i sindacati si sono messi in moto per cercare di risolvere la questione. Un incontro con i responsabili della Cosbau è già fissato per la prossima settimana. Antonio Formolo della Cgil aspetta di avere delle risposte concrete, anche se sembra che qualcosa si muova.

"Il socio austriaco della
Cosbau – dice Formolo – si è reso disponibile a mettere i soldi per far fronte al problema. Ma alcuni cantieri sono chiusi, altri lavorano a singhiozzo. Stiamo anche valutando se chiedere di intervenire con gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione". Intanto dieci contratti non sono stati rinnovati e ci sono altre 90 persone a rischio con i contratti in scadenza. Bisogna poi fare i conti con l'indotto: quelle quattro imprese di carpentieri e falegnami altoatesini che hanno lavorato in subappalto. Insomma, la situazione è grave e se i ritardi nei pagamenti dovessero continuare potrebbe coinvolgere molte più persone. Sembra però che pagare in ritardo per la Protezione civile sia una prassi. Ad essere coinvolta nei ritardi dei pagamenti non è solo la Cosbau, una delle tante imprese che ha lavorato per la ricostruzione.

A denunciare la faccenda il parlamentare abruzzese del
Pd Giovanni Lolli che ha chiesto spiegazioni al governo sui ritardi nei pagamenti alle imprese che hanno costruito in Abruzzo. Mentre la sezione abruzzese dell'Associazione nazionale costruttori annuncia per questa settimana una conferenza stampa per cercare di risolvere questo problema che coinvolge anche tante realtà locali. E se Draquila, il film di Sabina Guzzanti sulla ricostruzione de L'Aquila, per qualcuno offende l'Italia, l'amara verità è che a fare ancora una brutta figura è la Protezione civile che sta mettendo a rischio tanti posti di lavoro.

Da
il Fatto Quotidiano dell'11 maggio



Un bel lavoretto - Marco Lillo



11 maggio 2010

Il palazzetto di Bertolaso ai Parioli risistemato da Anemone e quel "boom immobiliare" tutto in famiglia

Alla prossima assemblea di condominio il sottosegretario
Guido Bertolaso rischia una tirata di orecchie dagli altri inquilini del suo palazzo. Ma come? Uno compra casa in un villino liberty nella zona più chic di Roma, i Parioli, e poi si ritrova il suo palazzo rappresentato come una casa di periferia nei telegiornali italiani. "Tapparelle", il termine romanesco che fa venire in mente palazzi popolari con avvolgibili economici, suona come un’offesa per gli inquilini blasonati del condominio, come le figlie di Giovanni Malagò che hanno un appartamento sopra i Bertolaso mentre un altro è intestato alla Samofin del papà. "Tapparelle" è davvero un’onta per gli infissi nobili che tutti possono ammirare nella foto pubblicata sotto. Un’imprecisione semantica che sembra quasi un lapsus freudiano rivelatore dell’ansia del sottosegretario di minimizzare i lavori di Diego Anemone nella sua casa romana.

Diego Anemone è stato arrestato dal gip di Firenze
Rosario Lupo nel febbraio scorso (e ora scarcerato dal gip di Perugia per il venir meno delle esigenze cautelari) anche, anzi soprattutto, per i favori che faceva ai pubblici ufficiali. E le ristrutturazioni degli immobili erano spesso usate per blandire e addolcire, almeno secondo l’ipotesi dell’accusa, chi doveva poi concedere e controllare appalti per centinaia di milioni di euro, dal G8 alla Maddalena ai Mondiali di nuoto del 2009. Ecco perché la tapparella è diventata protagonista addirittura di una conferenza a Palazzo Chigi. Intorno al 50esimo minuto della conferenza stampa di venerdì quando i cronisti erano tramortiti da cronoprogrammi e gare ristrette, è arrivato finalmente il resoconto del dare e avere tra la famiglia Bertolaso e Anemone. Il costruttore ha dato soldi alla moglie di Bertolaso per un progetto e ha fatto lavori nella sua casa di famiglia a Roma. Agli atti dell’inchiesta sulla corruzione negli appalti per i Grandi eventi è finito un assegno di 25 mila euro versato nel 2007 per il progetto del verde del suo circolo da Anemone a Gloria Piermarini, 58 anni, moglie di Guido Bertolaso, architetto paesaggista.

Non solo: il sottosegretario ha permesso al grande appaltatore del suo dipartimento di entrare in casa sua per fare lavori, pagati 20 mila euro nel 2006. Il dispiego di armi di distrazioni di massa della conferenza mirava ad attutire il colpo dell’
excusatio non petita: "non è stato Anemone che ha dato soldi a me. Sono io che ho dato soldi a lui. Perché nel 2006 lui che ha una grande falegnameria, una delle migliori di Roma" ha cominciato a dire Bertolaso, "mi fece dei lavoretti nella casa, intestata a mia moglie: tapparelle, un tavolo, la sistemazione di armadi e quant’altro".

Dopo aver lasciato indeterminato il computo delle opere con quel "quant’altro" vago e inquietante, il sottosegretario è diventato precisissimo nella descrizione del pagamento: "il 29 settembre del 2006 gli ho versato 20 mila euro con l’assegno 65-65-67 della mia banca per pagare tutto quello che lui mi aveva eseguito". E poi aggiungeva: "Non è stata una ristrutturazione, non è stata una casa comprata. È la casa di mia moglie nella quale abitiamo dagli anni Novanta".

Il Fatto Quotidiano è andato a verificare sul posto. Oltre all’assenza di tapparelle nel palazzo, si scopre così che i lavori non hanno riguardato solo la casa vecchia della moglie ma anche una seconda dimora appena acquistata dalla figlia. Effettivamente la signora Gloria Piermarini acquista l’appartamento al primo piano del palazzetto dei Parioli (con box) nel novembre del 1989. Secondo la visura il notaio sarebbe il solito Gianluca Napoleone, lo stesso usato per l’acquisto di Scajola e Balduccimolti anni dopo. In realtà si tratta di un errore del catasto: "quell’atto è stato rogato dal padre del notaio", spiegano allo studio. Insomma stavolta “Zampo” e Anemone non c’entrano.

L’attività immobiliare di famiglia si ferma per anni ma ha un’impennata nel 2004. Protagonista la società
Sviluppo Tevere di Gloria Piermarini che compra tre immobili nelle Marche: due nel comune di Force, in provincia di Ascoli Piceno, e il terzo nel comune di Monteleone di Fermo. "La famiglia Piermarini è originaria di quella zona e la società della signora compra ruderi per poi ristrutturarli", spiegano fonti vicine a Bertolaso. Più interessante invece è quello che accade nel 2005. Il 24 marzo di quell’anno, la figlia di Guido Bertolaso (la ragazza 26 enne che ha scritto una lettera aperta a Panorama con la sorella Chiara per difendere il padre) compra un appartamento al piano terra sotto quello di mamma. Sono 3,5 vani che si uniscono agli 8,5 vani catastali del piano di sopra. La casa nuova avrà certamente avuto bisogno di una ristrutturazione.

Chissà che, oltre alle "tapparelle", al tavolo e agli armadi, in quel “quant’altro” ci sia anche qualche lavoro più impegnativo a casa della figlia. Lo abbiamo chiesto al portavoce di Bertolaso. Questa è la risposta: "i lavori di Anemone hanno riguardato sia la casa nuova della figlia che quella vecchia dove vive il sottosegretario. Peraltro sono attigue e probabilmente sono state rese comunicanti (ma al catasto non risulta, ndr) e quindi non c’è contraddizione con quanto detto in conferenza". In realtà, l’insistenza di Bertolaso quel giorno sul fatto che si trattava di una casa vecchia della moglie, e non di una ristrutturazione di una casa nuova, sembrava voler distogliere i giornalisti dall’idea di un lavoro "pesante" di Anemone. Come l’uso del termine 'tapparella' che oggi Bertolaso stesso rettifica: "Effettivamente si tratta di persiane". Ma chi ha fatto la ristrutturazione della casa della figlia? La risposta dello staff del sottosegretario è vaga: "Non ci sono stati lavori di muratura ma solo una tinteggiatura della quale non ricordiamo l’impresa esecutrice".



LEGGI:
La Protezione Civile non paga: 136 operai senza stipendio di Ivana Gherbaz

Da
il Fatto Quotidiano dell'11 maggio

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2486392&title=2486392


Picchiato e arrestato dopo Inter-Roma Disposta ispezione dal capo della polizia

Stefano Gugliotta sarebbe stato malmenato la sera del 5 maggio da alcuni poliziotti dopo la partita Inter-Roma di Coppa Italia. Un video testimonia la violenza dell'arresto. Il capo della polizia Manganelli ha disposto un'ispezione

Roma, 10 maggio 2010 - E' diventato un vero e proprio caso politico-giudiziario il presunto pestaggio e il seguente arresto di Stefano Gugliotta, un 25enne fermato da alcuni agenti la sera del 5 maggio scorso in occasione della finale di Coppa Italia Inter-Roma.

La denuncia del caso è stata fatta dalla famiglia del giovane che ha inviato un video ripreso con un telefonino - probabilmente da un'abitazione - dell’accaduto a 'Chi l’ha visto?', la trasmissione di Rai3, che lo ha diffuso sul suo sito.

Nelle immagini del filmato si vede un motorino con a bordo due giovani; un poliziotto blocca il motorino. Comincia un diverbio fra i tre; il ragazzo che si trova di dietro, con una felpa bianca, scende, viene rincorso per un po’, poi corre via. L’altro, con una maglia rossa, viene strattonato sul viso, vengono alle mani. Il giovane si difende. Arriva un altro poliziotto e poi altri agenti che circondano il ragazzo sulla moto mentre continua la colluttazione.

Un video che ha spinto il capo della polizia, Antonio Manganelli, a disporre "una rigorosa attività ispettiva" per verificare la correttezza dell’operato delle forze di polizia nel corso degli incidenti provocati a Roma al termine della partita.

Manganelli ha affidato l’indagine sugli scontri al questore di Roma e al responsabile dei reparti mobili del dipartimento di Pubblica sicurezza e servirà - è stato precisato in una nota - anche a tutela "dell’istituzione" e di quanti "lavorano con onestà e dedizione".

E per cercare di fare chiarezza, netta ed al più presto, quel filmato è anche all’esame del pubblico ministero Francesco Polino. La prima attività del magistrato sarà quella di identificare gli agenti che compaiono nel video e sentirli. Dopo la convalida del fermo per resistenza a pubblico ufficiale di Gugliotta, avvenuta nei giorni scorsi, il pm Polino sta ricostruendo i termini della vicenda.

Allo stato la procura non procede ancora nei confronti degli agenti ripresi nel video. Gli accertamenti, per il momento, vengono eseguiti nell’ambito del fascicolo processuale aperto dopo gli incidenti avvenuti al termine della partita e se dovessero emergere fattispecie penalmente rilevanti a carico dei poliziotti sara’ aperto un altro fascicolo.

Dalla questura, intanto, in un comunicato viene fatto notare che "si procederà a verificare, con scrupolo e massima trasparenza, l’esatta dinamica degli eventi non potendosi tollerare eccessi ed abusi che, qualora commessi, saranno, oltre che penalmente perseguiti, anche disciplinarmente sanzionati". E indiscrezioni raccontano di un malumore tangibile negli uffici di via S.Vitale. Si sta cercando di capire, in sostanza, chi fosse presente "quella sera, in quella zona e a quell’ora". Ed è probabile che nel giro di poche ore gli agenti sotto accusa possano essere chiamati a raccontare la loro versione dei fatti.

Dal momento in cui, sembra, via radio era stata data la segnalazione di cercare un giovane con una giacca rossa, a bordo di un motorino, che aveva da poco lanciato sassi contro le forze dell’ordine. E, secondo il legale di Gugliotta, Cesare Piratino, sono 14 le persone, tra parenti, amici e abitanti della zona, pronte a testimoniare in favore di Stefano. In una memoria consegnata oggi in Procura a Roma, un documento di 8 pagine il penalista ricostruisce quanto avvenuto quella sera con il racconto che il giovane ha fornito al Gip, Aldo Morgigni, nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

Gugliotta afferma di essere rimasto a casa fino a 10-15 minuti dopo l’inizio del secondo tempo della finale di Coppa Italia vista in televisione insieme ai genitori, al fratello e alla fidanzata di quest’ultimo. Quindi sarebbe uscito di casa perche’ aveva appuntamento con un cugino di 15 anni che festeggiava il compleanno. Dopo aver trovato chiuso il pub, dove aveva appuntamento, torna sotto casa dove trova il cugino e altri amici. Da lì, insieme al gruppo, si spostano in cerca di un altro locale aperto: lungo il tragitto sarebbe stato avvicinato da un agente il quale lo avrebbe subito colpito.

Nell’istanza il difensore riferisce anche delle ferite che Gugliotta, in base a quanto raccontatogli in carcere dal giovane. Il giovane dice di aver perso un dente e "di avere evidenti ematomi per tutto il corpo, il labbro spaccato con diversi punti di sutura ben visibile nonchè evidenti contusioni al volto nonche’ un manifesto stato di malessere e dolore".

LA MADRE: "E' AGITATO"

"Stefano è molto agitato. L’ho visto stamattina e non sta meglio di venerdì sera. Non riesce a capacitarsi di quello che gli è successo", ha detto oggi la mamma di Stefano Gugliotta dopo averlo incontrato. "Gli agenti - ha spiegato la donna con un filo di voce perché non dorme da venerdì sera - avevano la possibilità di identificarlo con tutta calma ma cosi’ non e’ stato. Meno male che ci sono tanti testimoni". E ha aggiunto: "A prescindere dal fatto che uno possa essere un delinquente o meno, non si tratta cosi’ una persona".

ALEMANNO: "FARE CHIAREZZA AL PIU' PRESTO"

"Credo sia necessario fare al più presto chiarezza sulla vicenda che vede coinvolto Stefano Gugliotta. Sono convinto che si sta lavorando per fare piena luce su quanto accaduto non solo nell’interesse del giovane, ma anche delle forze dell’ordine, impegnate ogni giorno per garantire la sicurezza di tutti i cittadini", ha detto, dal canto suo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.



Casta, ultima vergogna Deputato Pdl: pagare di più gli onorevoli che lavorano

Non pago dei 15 mila euro al mese che mediamente percepisce un rappresentante del popolo, l'on. Giorgio Stracquadanio (Pdl) lancia la sua incredibile proposta. Lega Nord e Idv la bocciano subito

Roma, 10 maggio 2010 - Non c'è niente da fare: quelli che stanno dentro il Palazzo non capiscono che la gente ne ha abbastanza dei loro privilegi e, anziché proporre di tagliarli, addirittura c'è chi chiede di aumentare gli stipendi dei parlamentari che attualmente oscillano attorno ai 15 mila euro mensili, benefit esclusi. Argomenta l'on. Giorgio Stracquadanio: " Credo che, se lavorano e se si impegnano, i parlamentari debbano essere pagati di piu'. Auspico un sistema che ne controlli il rendimento, la resa. Giusto punire i pochi fannulloni, ma quelli che si impegnano devono poter essere premiati secondo i principi meritocratici. Fra tutti solo una settantina non lavorano. O meglio: fanno altri lavori. Gli altri sgobbano eccome''.

La dichiarazione è stata rilasciata dal fedelissimo di Berlusconi al programma 'KlausCondicio' di Klaus Davi. E ha subito scatenato un inferno. "Solo uno con un simile cognome poteva esprimersi in questo modo. Credo che la politica abbia bisogno in questo momento di riavvicinarsi alla gente, non certo ad allungare ancor di più le distanze". Parole del senatore della Lega Nord, Piergiorgio Stiffoni alle quali fa eco il senatore Felice Belisario, capogruppo dell'Idv a Palazzo Madama.

"In una situazione di gravissima crisi economica, con famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, è una follia che un parlamentare osi soltanto pensare di aumentarsi lo stipendio". "Spiace che l'esponente del Pdl non abbia invece previsto il ritiro dell'indennità se i parlamentari non fanno niente. Il Parlamento è fermo dall'inizio della legislatura, sequestrato per risolvere i problemi di Berlusconi, dei suoi ministri e sottosegretari. Stracquadanio stia tranquillo: se la maggioranza la smettesse di prendere solo ordini dal Presidente del Consiglio e si decidesse ad esaminare provvedimenti che servono al Paese e che l'IdV ha presentato in numero cospicuo, l'Italia avvertirebbe meno la pesante crisi internazionale".

http://quotidianonet.ilsole24ore.com/politica/2010/05/10/329743-casta_ultima_vergogna.shtml

I pestaggi del braccio violento della legge